La poesia dell’attesa: guida all’ascolto dell’Ocean Loader 2 di Martin Galway
Molti di quelli che frequentano assiduamente questo portale sanno già come sono stato introdotto al mondo videoludico… Dalla tenera età di 4 anni i primi passi li ho fatti tenendo per mano il caro, vecchio Commodore 64 dei miei genitori… E se adesso giro la testa lui è ancora lì, acciaccato ma funzionante, che attende solo di essere acceso (l’ultima volta è stata 2 giorni fa) per regalarmi sempre nuove emozioni… Già, perché uno può pensare che dopo 18 anni di gioco una vecchia console o un vetusto home-computer non abbiano ancora niente da dare… Ma non è così… Soprattutto da quando, grazie ad un altro C64 malandato, sono riuscito a sostituire il corroso chip SID del “fratello maggiore” per riportarlo completamente a nuova vita… E l’arrivo del cavo XE1541 ha fatto il resto… Ma il ritorno del chip SID ha fatto molto di più del semplice permettermi di ascoltare nuovamente le opere musicali dei maestri compositori per C64… Lui e Gaetano “Rainstorm” Chiummo, grazie al suo suggerimento di provare a giocare a Terra Cresta, mi hanno fatto riscoprire una vera opera d’arte, poesia allo stato puro, un brano che genera in me reale commozione ogni volta che mi capita di ascoltarlo: questo brano è la seconda versione dell’Ocean Loader, scritta da Martin Galway, e qui voglio presentarvelo con una breve ma spero appassionante guida all’ascolto.
Prima di tutto devo spiegare di cosa stiamo parlando: tutti conosco il caricamento a bande colorate dei giochi del C64. Forse i bootleg da edicola avevano dei caricamenti piuttosto rapidi, ma i titoli originali potevano metterci anche una decina di minuti per giungere a caricamento completo. Questo significava attesa, attesa, attesa e ancora attesa… Per risolvere il problema, la ormai defunta Ocean Software ha deciso di arruolare alcuni compositori per scrivere delle musiche che potessero accompagnare l’utente durante queste snervanti attese. Nascono così quelli che vengono definiti come gli “Ocean Loader”, 5 motivetti che, uniti a un’immagine del titolo del gioco, deliziavano il giocatore trepidante mentre attendeva di avere possibilità di vincere gare sportive (Hyper Sports fu il primo titolo ad avere un Ocean Loader), combattere alieni o distruggere muri colorati (ricordo chiaramente che Arkanoid II – The Revenge Of Doh aveva questo Ocean Loader). L’Ocean Loader di Martin Galway è stato presentato in due versioni, una più veloce, usata solo per un paio di giochi, e una più lenta, quella che sto per presentarvi… Ok, gente, preparate le vostre casse, i vostri auricolari e le vostre emozioni: la guida sta per cominciare…
00:00 – 00:46
La partenza del Loader è forse la parte più anonima dell’intera composizione. Il suo problema, forse, sta nel non essere generale. Ascoltate bene. Quella velocità, quei toni futuristici: i loader sono fatti per prestarsi a tutti i tipi di giochi, mentre questi primi 46 secondi sembrano suggerire forzatamente un ambientazione spaziale, o comunque adrenalinica, che forse non si addice proprio a tutti i titoli. Se dovessi suggerire una situazione per questo tratto, immagino me stesso durante l’acquisto di un nuovo titolo… Indeciso, frustrato forse davanti alle tante scelte che il negozio d’informatica vicino a casa può offrirmi… Cosa prendo, cosa non prendo… La scelta è dura, un gioco deve durare un bel po’, non puoi permettertene troppi e tu lo sai… Poi improvvisamente, un cambio di tono, verso la fine, un calo ritmico che suggerire una carica in corso, come una catapulta in carica pronta a lanciare la roccia… Presentimento che sta per succedere qualcosa, tu stai per capire cosa fa per te… Il brano sta per esplodere in tutta la sua bellezza… E lacrima sia…
00:46 – 01:28
Proiettile lanciato… L’illuminazione… Tu hai trovato quello che stavi cercando e lo senti, quel gioco è tuo, quel gioco ti cambierà… Ignorate per un attimo il canale audio più alto e concentratevi su quello più basso… Lo sentite? Riverbera… Un tono con riverbero, ritmato come un battito cardiaco da esaltato. Il battito cardiaco di una persona che sa di aver trovato ciò che accenderà la sua emozione, chissà come, chissà per quanto, ma per ora non è importante… Il battito cardiaco prosegue e piano piano una sensazione di felicità si fa spazio tra tutto il resto e per un attimo si dimentica tutto… Siete tu e il gioco, tu e la nuova esperienza… Emozione alle stelle… Siete alla cassa, ormai, siete vicinissimi… Fatelo vostro…
01:28 – 02:30
Siete a casa… Aprite la confezione… Accendete il vostro C64, controllate cavi, joystick, datassette player, cercate di capire perché quel cavo malandato per connetterlo alla TV continua a fare i capricci… La gioia del canale audio principale è tutta nuova, siete vicinissimi alla meta… Però non riuscite a calmarvi: se ascoltate bene il tono basso con riverbero c’è ancora… Per molti secondi ancora… La mano vi trema e quasi non riuscite a mettere la cassetta nel datassette player, tanto che siete nervosi… Ma è forse il momento migliore che potete vivere dopo tanto tempo, visto che le nuove avventure sono sempre più vicine… E questo lo dimostra il cambio di tono del tono più basso: sparisce il riverbero e si fa avanti un veloce tono, che per sonorità e altre strane alchimie musicali ricorda la frenesia di alcuni violini. Violini dal volume basso, come a voler dare una tonalità ancora più gioiosa e allegra all’esperienza…
02:30 – 03:11
Qualcosa non va… Il tono principale cade e si torna a un moto anonimo, molto simile a quello dell’inizio… Anzi, se lo ascoltate bene, si avvicina molto al “battito del cuore” in riverbero che avete sentito prima… Prima? No no, ascoltate… E’ ritornato… Forse un problema della cassetta, un nervosismo, un timore di qualche problema del caricamento… L’immagine non vi soddisfa, avete paura che salti la corrente… Però non tutto è perduto, nonostante il cambio di tono la gioia resta… Alla fine l’ostacolo contro il quale potete essere incorsi non è insormontabile… Tutto si risolve, e si prosegue verso la fine…
03:11 – 04:15
Un brusco tono, tutto diventa più semplice… Siete arrivati al punto finale…
Spariscono piano piano tutti i canali audio, finchè non ne rimane uno solo e si chiude l’opera… Siete arrivati alla fine del caricamento, il gioco è partito senza problemi: non vi resta che afferrare il vostro joystick e premere “sparo”, anche il gioco ve lo sta dicendo…
Il Loader vi ha aiutato a superare il trauma del caricamento, magari sono passati anche molti minuti, ma per voi è stato un attimo… Siete stati investiti da troppe sensazioni per esservene resi conto… E ora tutto quello che è rimasto in voi, la lacrima che è scesa, la forza che è nata… E’ ora di sfruttare tutta questa energia per guidare il vostro eroe verso un nuovo record…
PRESS FIRE TO START : che aspettate?
Articolo curato da Alessandro “Il Notturno” Perlini