Il film tutto da giocare
La serie cinematografica Ghostbusters fu un successo assoluto degli anni ottanta. I due film raccontavano le rocambolesche avventure di una squadra al servizio dei cittadini di New York, specializzata a catturare fantasmi.
Tra divertimento, comicità esilarante ed effetti speciali ( allora affascinanti), la serie ha conquistato il cuore degli appassionati. Oggi gli acchiappafantasmi ritornano in una nuova avventura tutta da giocare che si riallaccia prepotentemente alle vicende cinematografiche. In effetti, Ghostbusters: The videogame, rappresenta un action adventure in terza persona caratterizzato dal gioco di squadra, da un’abbondante uso della fisica, e da un pizzico di humor trash impersonato dai protagonisti. Il titolo incarna alla perfezione non solo l’atmosfera, ma anche l’essenza stessa dei momenti più salienti della saga. I fantasmi sono tornati per la nuova generazione e con loro i fucili protonici!
Un dilettante a bordo
La storia si svolge cronologicamente poco dopo la fine degli eventi del secondo film. Gli acchiappafantasmi, che hanno salvato New York dalla minaccia sovrannaturale, sono rispettati da quasi tutti i cittadini. Ma la Grande Mela brulica ancora di fantasmi recidivi e intenzionati a spaventare chiunque, perciò la squadra assolda un nuovo membro: il giocatore. Non a caso non verrà mai menzionato il nome del cadetto, ne gli sarà concessa la parola, allo scopo di immedesimare totalmente chi sta giocando, come se fosse realmente agli ordini della squadra. Il nuovo cacciatore di energia ectoplasmatica (fantasmi), dovrà seguire passo dopo passo le istruzioni dei propri compagni, per affinare la pratica con le armi e conoscere i modi migliori per rilevare oscure presenze, al fine di catturarle.
A complicare il lavoro ci penserà una sgradita sorpresa, ovvero, la fuga di tutti i fantasmi catturati, adesso a zonzo per la città a terrorizzare gli abitanti della metropoli e impegnati a distruggere qualsiasi cosa.
Sarà compito del protagonista, spalleggiato dalla squadra, scoprire il perché dell’origine di questo misterioso e catastrofico guaio. La s ceneggiatura non si può certo definire originalissima, in quanto rappresenta solo un pretesto per immortalare i momenti salienti dei primi due capitoli. In questo però il videogioco riesce alla grande, perché ripercorre le scene più interessanti, come la cattura del verdastro e viscido Slimer, o la comparsa dell’uomo dei Mashmallows (formato gigante) tra le strade della città. Tra battute divertenti e qualche simpatico spavento, la trama coinvolge fino alla fine. Non sarà ricordata tra le migliori nel campo videoludico ma i personaggi, ed il loro charme demenziale e unico nel suo genere, catturano il pubblico quanto i fantasmi!
Una fisica distruttiva
Nella sua versione Playstation 3 (quella testata per la recensione) il titolo si difende abbastanza bene, a partire dal modello poligonale del protagonista, ben definito e dalle movenze fluide.
Ma il dettaglio rasenta la perfezione nel design dello zaino protonico, dannatamente identico alla sua controparte cinematografica. Il design dei fantasmi è unico: spettri caratterizzati da colori vivaci (che vanno dal verde acido al blu elettrico al fuxia) che fluttuano minacciosi nelle aree di gioco.
Gli effetti particellari risultano realizzati magnificamente: i raggi prodotti dai fucili sono colorati e luminescenti. Gli scenari sono abbastanza vari; tra ambientazioni urbane, cimiteri, e fatiscenti castelli, la scenografia non delude mai. L’Infernal Engine sfruttato diligentemente dai programmatori, garantisce una palette di colori accesa e un’ottima interazione con l’ambiente.
In effetti il fattore distruttibilità è verbo in Ghostbusters, grazie alla fisica convincente che rende gli scontri molto caotici e divertenti. La maggior parte degli elementi su schermo è soggetta al deterioramento e allo spostamento. Le stesse superfici si deformano sotto gli spari del fucile protonico. Unica nota dolente è rappresentata dall’ instabile frame rate, che cede spesso, rovinando in parte la resa grafica.
Spara e imprigiona
Nel gameplay Ghostbusters racchiude la formula vincente delle pellicole cinematografiche; cercare i fantasmi, indebolirli con le armi, e imprigionarli.
Attraverso il tutorial iniziale, ambientato nella celebre base degli acchiappafantasmi, il protagonista familiarizza con il fucile protonico e le sue modalità secondarie sempre potenti ed efficaci. Questo insolito strumento si può potenziare consultando un apposito menù nel corso dell’avventura, attraverso i punti esperienza acquisiti. Le quattro modalità di fuoco sono contrassegnate da un determinato colore.
Il gioco è diviso in missioni che via via si fanno sempre più impegnative e richiederanno un minimo di strategia. Se all’inizio i fantasmi da abbattere saranno pochi, a lungo andare sarà necessario il supporto e la collaborazione della squadra per acchiappare tutte le creature in circolazione. Inoltre, in certe situazioni il protagonista, o un membro della squadra, può cadere vittima di un attacco pesante e sarà necessario il soccorso immediato per rianimarlo.
Per individuare un fantasma il protagonista ha a disposizione sin dall’inizio lo spettrometro, che rivelerà dati importanti sulla posizione e altri particolari sull’entità paranormale, senza contare la possibilità di scattare foto o scan per guadagnare punti.
Una volta trovato un fantasma sarà essenziale rincorrerlo e indebolirlo, in quanto risulta essere veloce e munito di attacchi speciali. Infine, premendo l’apposito tasto, si potrà lanciare la griglia, fondamentale per imprigionarlo. La fase di cattura assomiglia vagamente ad una cattura di pesca, in quanto il raggio protonico funge da lenza che il giocatore deve tenere ben stretta per non far scappare il fantasma e scaraventarlo con forza verso il raggio emanato dalla griglia che lo imprigionerà per sempre. A parte la profonda interazione con l’ambiente e qualche trovata originale, la meccanica generale si sintetizza nella medesima formula, ovvero: scovare i fantasmi, indebolirli e catturarli. Se durante le prime missioni il percorso risulta avvincente e fantasioso, già dopo metà dell’avventura la “solfa” annoia, e trova nella voglia di vedere il finale l’unica ragione per proseguire nel gioco. Per di più la durata complessiva non supera le otto ore, delusione che viene in parte risanata dalla modalità multiplayer cooperativa. On line i giocatori possono finalmente vestire i panni dei quattro protagonisti originali dei due film, e catturare fantasmi in arene appositamente disegnate. Ci sono ben sei modalità, tra cui spiccano: Ladri, dove occorre difendere degli artefatti dalle mani lunghe dei fantasmi, e Sopravvivenza, in cui bisognerà fare piazza pulita di spettri senza lasciarci la pelle. Alcuni occasionali episodi di lag tendono ad affliggere le partite, che però risultano ugualmente scorrevoli e divertenti.
Conclusioni
Ghostbusters:The videogame racchiude il meglio di quanto visto al cinema. Il gioco di squadra, lo humor dei protagonisti e tanta azione a ritmo di fucili protonici. Le meccaniche originali e la buona varietà di situazioni e scenari, mantengono alto l’interesse. Purtroppo l’eccessiva linearità stanca presto e il fattore rigiocabilità precipita a causa della mancanza di extra degni di nota. Tuttavia, il buon comparto tecnico e il gameplay accessibile a tutti, rende questo gioco all’altezza dei fan che attendevano il titolo, e di tutti gli amanti dei giochi d’azione che sono in cerca di trovate interessanti e diverse dal solito (come scovare fantasmi e distruggere tutto tra una risata e l’altra). Pronti con i flussi? gli acchiappafantasmi sono tornati!
Marco “Seth” Delle Fave