Il ritorno di Riddick

Nel pieno della seconda generazione di console, un’esclusiva Xbox fece parlare di sé per parecchio tempo. The Chronicles of Riddick: Escape from the Butcher Bay era un particolarissimo sparatutto, sviluppato dal team Starbreeze (lo stesso di The Darkness), che sfruttava la licenza cinematografica del personaggio interpretato sul grande schermo dall’attore Vin Disel.

Il titolo era impressionante dal punto di vista tecnico e interessante nelle meccaniche di gioco, in quanto miscelava sapientemente le caratteristiche tipiche degli fps, degli stealth game e delle avventure action.

Il fascino ineguagliabile, invidiato e desiderato da milioni di giocatori ha convinto Atari a sviluppare Assaul of Dark Athena, una sorta di compilation che contiene sia Escape from the Butcher Bay sia un’avventura tutta nuova (che funge da seguito) da vivere nei panni del coriaceo Riddick. Un’occasione unica per riscoprire un capolavoro del passato e, allo stesso tempo, vivere un’esperienza offerta esclusivamente per la terza generazione di console.

Due sono meglio di uno

Una volta inserito il disco nella console verrà chiesto al giocatore  con quale delle due avventure voglia cominciare. Per ragioni relative alla trama è consigliabile

iniziare il proprio viaggio nel mondo di Riddick rivivendo il primo capitolo, Escape From Butcher Bay. La trama racconta le vicende del pericolosissimo assassino Riddick, trasportato nella prigione nota come la Baia del Macellaio, dove presto si ritroverà a scontrarsi con detenuti e guardie alla ricerca di una via di fuga da raggiungere sfruttando al meglio le proprie capacità di combattimento corpo a corpo e con le armi da fuoco, il tutto con un ottimo bilanciamento tra azioni stealth e sparatutto puro.

La violenza del titolo si riflette a partire dalla storia, molto fredda e spietata nella sua sceneggiatura. La regia cinematografica regna sovrana: la trama si sviluppa in modo credibile e avvincente non solo grazie alla voce narrante e ai colpi di scena, ma anche e soprattutto grazie ai numerosi dialoghi e ai preziosi documenti sparsi nei livelli, indispensabili per passare determinati passaggi. Riddick è un anti eroe di poche parole che seduce il giocatore fino ai titoli di coda, che fa dell’efferatezza la sua arma vincente.

Stesso titolo di allora, stessa grafica di allora

Se da un lato la gioia di riscoprire un titolo vincente che ha fatto storia è entusiasmante e caldamente consigliata, dall’altro il comparto tecnico del gioco targato Atari delude enormemente. Nonostante i ragazzi di Starbreeze abbiano riadattato il mix delle avventure di Riddick per non sfigurare nel pieno dell’alta definizione, il motore su cui esso gira è lo stesso di quello su cui girava su Xbox nel lontano 2004. Il risultato ovviamente non è del tutto piacevole. Ne consegue un comparto grafico dall’aspetto old-gen, nonostante il tentativo di impreziosirlo con textures di qualità maggiore ma comunque al di  sotto degli standard  attuali. La realizzazione di tutte le armi da fuoco è anch’essa old-gen, con modelli poco dettagliati sia per estetica che per effetti prodotti, praticamente nulli anche nel caso di esplosioni che non generano effetti particellari degni di nota.

A farla da padrone in questo contesto sono gli effetti luce, credibili seppur limitati a torce e fari che illuminano talvolta stanze molto buie in cui il protagonista può muoversi agevolmente.

Il tutto però viene contornato da glitch minori come compenetrazioni poligonali tra grosse strutture, nemici che talvolta emettono suoni anche dopo la morte e cut scenes che partono mentre lo schermo è ancora colmo di avversari – i quali tornano ad attaccare appena finito il dialogo -. In definitiva si ha davanti agli occhi un comparto grafico insoddisfacente e ricco di imprecisioni, peraltro accentuate dalla legnosità dei modelli poligonali dei nemici, dalla quasi totale assenza di colori ben definiti e da una povertà generale di dettaglio, che si limita a sfoggiare stanze e corridoi più o meno uguali tra loro. Unica affinità qualitativa tra i due episodi è rappresentata dal comparto audio, buono per entrambi i giochi anche grazie all’ottimo doppiaggio inglese, con la sempre splendida voce di Vin Diesel affiancata da quella di altri attori di grande esperienza. Il campionario di effetti risulta azzeccato ma privo di originalità degna di nota.

Uccidere nell’ombra

Il gameplay delle avventure di Riddick predilige le fasi stealth: nascondersi e uccidere i nemici furtivamente é la regola per quasi tutti i passaggi dei due capitoli messi a disposizione da Atari. Certo, questo non impedisce al giocatore di procedere a viso aperto. ma la scarsa reperibilità di armi e la resistenza dei nemici porta facilmente all’odiato game over. L’oscurità è la vera protagonista del gioco; fortunatamente il protagonista può muoversi agevolmente sfruttando l’EyeShine, una sorta di Night Vision, indispensabile per muoversi nel buio. Le armi principali di Riddick sono ancora una volta i caratteristici coltelli curvi chiamati Ulak, letali e silenziosi durante le combo messe a disposizione.

I capitoli offrono anche delle sfide corpo a corpo, necessarie all’inizio in quanto non é possibile sottrarre le armi ai nemici stesi.  Solo in un secondo momento il protagonista sfoggerà un arsenale degno dei migliori sparatutto, a scapito però dell’inutilità delle azioni stealth che si ridurranno progressivamente all’osso. Il nuovo capitolo riesce a dimostrarsi divertente grazie all’introduzione di alcune novità, ad esempio la possibilità di usare i nemici come scudi umani e di sfruttare il loro particolare mitragliatore per rompere vetri altrimenti indistruttibili. Altra novità è la possibilità di prendere il controllo remoto dei Droni, esseri biomeccanici radiocomandi, cosi come di esoscheletri dotati di mitragliatori e lanciamissili, con i quali mietere avversari all’istante. Ci sono però da segnalare dei fastidiosissimi bug che finiscono per lasciare i nemici attoniti e inconsapevoli della presenza di Riddick, rendendo l’effetto sorpresa a volte decisamente demenziale. Inoltre persiste un mal calibrato livello di difficoltà, eccessivamente alto al livello maggiore e basso a quelli inferiori. La mal distribuzione dei punti di rifornimento di energia, peraltro, rende difficili alcune fasi di gioco, specialmente nel finale.

Per ciò che riguarda le modalità on line è possibile affrontare in Deadthmach fino a 12 giocatori nella modalità Butcher Bay Riot, che comprende tre squadre di campo. Esiste anche la modalità Pithc Black, sfida durissima poiché gli scenari saranno privi di luce e solo l’udito e l’istinto saranno le armi vincenti dei giocatori (fatta eccezione per quelli che impersoneranno Riddick!).

Conclusioni

The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena è un titolo piuttosto difficile da giudicare. La conversione di Escape from Butcher Bay risulta ottima e gradita ai veterani e non, ma la modesta realizzazione del seguito e la povertà della modalità online peccano su tutti i fronti, penalizzando il prodotto finale. L’acquisto va consigliato ai fan di Riddick e delle sue pellicole che sono alla ricerca di uno sparatutto intrigante ma senza troppe pretese tecniche.

Marco “Seth” Delle Fave

CI PIACE
  • Storia appassionante
  • Due giochi al prezzo di uno
  • Il remake di un capolavoro del passato
NON CI PIACE
  • Comparto grafico datato
  • I.A dei nemici sotto gli standard
  • Livello di difficoltà pessimamente calibrato
7.5Cyberludus.com
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