Il mito è nuovamente tra noi. “The secret of Monkey Island”, infatti è tornato per Pc e per Xbox 360 nella sua “Special Edition” dopo una forte operazione di maquillage. A distanza di 19 anni dalla sua versione originale e dopo ben tre seguiti il titolo della Lucas che ha fatto letteralmente impazzire milioni di videogiocatori a partire dal 1990, è nuovamente disponibile tramite download dal servizio Xbox Live Arcade per la console di casa Microsoft e su Steam per Pc.
Potremo, così, rivivere le avventure scanzonate ed improbabili di Guybrush Treepwood e della sua allegra ciurmaglia che dopo anni di assenza rispolvera i vecchi fasti di un tempo e torna non solo per i nostalgici ma anche per gli utenti di nuova generazione che hanno sentito solo parlare, o visto soltanto distrattamente, “The secret of Monkey Island”.
IL FASCINO DEL MITO
In questo remake dell’avventura punta e clicca per antonomasia, appare fin da subito la voglia di nuovo, soprattutto a livello tecnico ma il fascino che ha fatto innamorare tantissimi videogiocatori a “Monkey Island” è rimasto intatto.
I programmatori hanno puntato molto su un rinnovamento grafico e sonoro per rendere il gioco appetibile a tutti ed al passo con i tempi.
Ma la trama è rimasta fedele e non è stata modificata di una virgola. La nostra storia comincia nelle profondità dei Caraibi, sull’isola di Meleè ed il nostro eroe Guybrush Treepwood ha un unico obiettivo nella sua testolina: diventare un pirata, anzi, per sua stessa voce “un temibile pirata”.
Tuttavia, la sua area da ragazzino, e la sua goffaggine fanno si che sia preso di mira da tutti. Tra grog, pirati fantasma e lavoretti “sporchi” per diventare pirata, le avventure del protagonista proseguono tra battute e dialoghi memorabili, in un’atmosfera di allegria che ben presto si tinge di mistero e di riti oscuri ma anche d’amore. Il nostro Guybrush non è per niente un super eroe: non ne ha né l’aspetto, né il temperamento; ma è un ragazzino di buona volontà, amante dell’avventura, più per incoscienza che per reale coraggio e riuscirà (in parte) nel suo intento. Uno dei punti di forza, come abbiamo accennato, riportato fedelmente nella versione attuale, è la storia, senz’altro tra le migliori mai editate per un videogioco.
Questo basterebbe a far capire l’entità del mito (il primo Monkey Island) fatto di pixel e di una trama realizzata e sviluppata in maniera superba con dialoghi incalzanti e con un game-play unico, almeno fino a quel momento. Senza dimenticare l’aspetto tecnico che già allora era notevole, ma questa è un’altra storia…
FONDALI RICCHI, SONORO PULITO, DOPPIAGGIO BEN FATTO
Ma andiamo realmente alle novità che la “Special Edition” offre al pubblico. Dal punto di vista grafico, si è fatto un lavoro di potenziamento: i fondali, già gradevoli allora, sono stati ridisegnati in alta risoluzione e decisamente abbelliti con diverse animazioni fluide. Si ha la sensazione di giocare ad un cartone animato ben fatto. I personaggi adesso hanno lineamenti più distinti, anche in game e non solo nelle schermate in primo piano. Pure le animazioni hanno subito un enorme cambiamento: adesso, per forza di cose, risulteranno ben più fluide con tantissimi frame in più e qualche trovata ad effetto, LeChuck docet. Il lavoro è ben fatto anche se il rifacimento di alcuni personaggi, come ad esempio proprio lo stesso Guybrush, lascia un po’ perplessi per via di un’acconciatura probabilmente tra le più orrende mai apparse in un gioco. Il governatore Elaine, il maestro di spada, la gente di bassa morale, LeChuck e molti altri, hanno i tratti cartoonistici ben fatti e generalmente, a parte qualche charachter design minore, si tratta di un buon lavoro, visto e considerato che si tratta pur sempre di un remake e che non ci si può attendere molto senza evitare di snaturare lo spirito del prodotto originale.
L’interfaccia ha subito un’enorme mutazione: a sostituire il pannello delle azioni, la famigerata interfaccia Scumm, ci sono delle icone-cursore in game che accessibili tramite rotellina del mouse o tastiera: parlare, premere, andare, raccogliere, usare e così via saranno sempre a portata di click e tasti. Uno snellimento in favore dei fondali a schermo intero.
Anche il comparto audio ha avuto numerose modifiche. Le stupende musiche che ci accompagnavano durante tutto l’arco delle nostre peripezie, riecheggeranno sotto forma strumentale arrangiate nuovamente per l’occasione. I motivi storici sono rimasti identici ma rinforzati dalle tante sezioni d’orchestra registrate in studio.
Una vera novità è costituita dall’aggiunta del parlato. Ogni frase di dialogo che apparirà sullo schermo sarà riprodotta in inglese.
Diversi gli attori che hanno contribuito alla realizzazione del doppiaggio dei personaggi. Niente paura, le sovrimpressioni (il testo sullo schermo) saranno in italiano. Il parlato conferisce a “The secret of Monkey Island Special Edition” quel quid in più a livello sonoro che mancava, per colpa d’hardware, al capitolo originale. Convincenti le voci ed appropriate ai personaggi con Guybrush davvero credibile e divertente. Nella saga di Monkey Island i dialoghi parlati appariranno soltanto dal terzo episodio (The Course of Monkey Island) datato 1997.
QUANDO I PIXELL DIVENTANO OPERA D’ARTE
Abbiamo, finora, decantato un remake che vuole aprire una parantesi tra tutti i giocatori di nuova generazione. Giocatori che disconoscono del tutto o quasi le avventure punta e clicca, genere capace negli anni ’80 e ’90 di dominare il mercato ma che poi con l’avanzare della tecnologia è andato praticamente fuori moda per un 3d bello ma ancora freddo.
“The secret of Monkey Island Special Editon” oltre a regalare tutto il fascino dell’avventura, della storia e degli enigmi del capitolo di 19 anni dando una grafica ed un sonoro adeguato ai tempi, offre al videogiocatore “vecchio stile” la possibilità, tramite opzione, di poter affrontare il gioco con il comparto tecnico dell’epoca. I vecchi e gloriosi pixel della grafica Vga 640×480 a 256 colori potranno nuovamente essere visualizzati correttamente anche dai monitor super tecnologici, e le casse potranno tornare ad amplificare i motivi originali. Un tempo, i pixel erano visti come un difetto, una bruttezza indesiderata.
Adesso, col passare degli anni, sono considerati dai più opere d’arte. Un po’ come il volto di una bella donna solcato dalle rughe naturali. Chi accetta tutto ciò potrà vedere un volto bellissimo nonostante il tempo sia passato e potrà apprezzare ancor di più il grande sforzo che la Lucas, Ron Gilbert e Micheal Land fecero in quello splendido 1990.
Conclusioni
“The secret of Monkey Island Special Edition” è un remake ben fatto. Lo sforzo della Lucas Art è stato evidente perché non era facile mettere le mani su un capolavoro e rifarlo senza snaturarne le origini. Il grande pregio dell’opera di maquillage sta sostanzialmente nella possibilità di giocare allo stesso identico titolo di 19 anni or sono godendo così di un’avventura ben fatta, dalla trama originalissima e a portata di tutti. La giocabilità è rimasta il punto cardine dell’intero prodotto ed ovviamente il pollice non può che essere all’insù. Le grandi novità sono state apportate al lato prettamente tecnico del gioco: grafica e sonoro hanno subito un robusto cambiamento anche se, pure loro, hanno conservato lo spirito dell’originale. Ritroveremo, così, tutto l’humor di Guybrush e delle sue scorribande, in una nuova salsa. Senza dimenticare la possibilità di poter giocare all’originale con una semplice opzione. A favorire, inoltre, l’acquisto, è anche il prezzo sostanzialmente irrisorio. Su Xbox 360 l’acquisto è fissato ad 800 Microsoft points; su Steam, invece, il prezzo è di 8,99 euro. Davvero poco per un gioco adatto davvero a tutti: l’appuntamento, dunque, è al bar Scumm di Meleè Island nelle profondità dei Caraibi.
Edoardo Ullo