Fa freddo, Eolo non ci aiuta: il vento soffia ed è fortissimo. Siamo su una nave di legno nel mar Mediterraneo in tempesta e ci accorgiamo che alcune cose non vanno come dovrebbero andare. Le sensazioni non sono delle migliori: vediamo di nascosto un inquietante uomo con un grosso monocolo color rubino sull’occhio destro. Costui, come noi e più di noi, appare intuire qualche cosa di grave. Subito dopo ci accorgiamo di un’apparizione incredibile ed una grande luce ci investe, e devasta la nave. Di colpo ci svegliamo sulla spiaggia di un’isola sconosciuta, soli, abbandonati, naufraghi dispersi tra il nulla ed il dimenticato. Di fronte a noi una foresta composta in cui svettano palme altissime, una vegetazione quasi tropicale ed i cadaveri dei nostri compagni di viaggio stesi sulla riva…
Da queste lande lussureggianti parte il nostro lungo cammino verso l’ignoto. Inizia così la nostra avventura… ed anche il nostro racconto su Risen, il tanto atteso titolo dei Piranha Bytes autori della celebre e premiata trilogia di Gothic, pubblicato da Deep Silver per Pc ed Xbox 360 che sarà sugli scaffali dal prossimo 2 ottobre.
Si tratta di un action Rpg (gioco di ruolo d’azione) rigorosamente in 3d ambientato in un Medioevo fittizio dal sapore fantasy che promette grande atmosfera ed una trama molto articolata, capace di intrigare a lungo l’utente e di regalare numerose ore tra esplorazione, combattimenti e risoluzione di tantissime quest che arricchiscono il tutto. La spasmodica attesa, testimoniata anche dall’apparizione su internet di numerosi siti dedicati che già mostrano il conto alla rovescia per l’uscita, sta per esaurirsi… la domanda, come direbbe il noto giornalista Marzullo, nasce spontanea: ne varrà la pena? Sulle nostre righe cercheremo di dare la risposta.
LA FORTE PARENTELA CON GOTHIC
Come appena accennato, Risen nasce dalla fatica dei Piranha Bytes, un team di programmatori tedeschi ampiamente conosciuti dai videogiocatori di ruolo. Dalle loro menti è nata la saga di Gothic, molto apprezzata sia dagli appassionati che dagli addetti ai lavori, anche se l’ultimo capitolo, Gothic 3, ha avuto alcune vicissitudini a causa di imperfezioni tecniche risolte dalle patch.
Ebbene, fin dai primi istanti di gioco, il legame tra Risen ad i primi due episodi di Gothic sembra molto stretto. Quasi come se i titoli fossero parenti molto stretti. L’atmosfera, la gestione del personaggio, dell’interfaccia e di molti altri aspetti che andremo successivamente a trattare, fanno fin da subito capire di essere davanti ad un gioco molto profondo. Si intuisce subito che i realizzatori siano proprio i Piranha Bytes. Dalla stampa specializzata poi, è arrivata l’etichetta di “seguito spirituale” di Gothic, benché la lavorazione al quarto capitolo della saga (quinto se si considera l’add on Forsaken Gods), il primo senza i Piranha Bytes, sia già ben avviata.
Inutile ribadire che i punti di incontro saranno tanti ad alcune missioni saranno molto evocative, così come la presenza di alcuni luoghi…
LA VITA DEL NAUFRAGO NON E’ FACILE
Approdati rocambolescamente sulle rive dell’isola vulcanica di Faranga, saremo costretti a cavarcela con il solo aiuto di noi stessi. Naufraghi, in un territorio assolutamente sconosciuto e per niente amichevole dovremo fare i conti con il senso di smarrimento che nei primi attimi di gioco sarà grande. Quasi angosciante, tanto è reso bene.
Il nostro eroe ritrova la sua compagna di viaggio, Sara, testimone con lui dell’insolita apparizione che ha preceduto l’impatto della nave con gli scogli, ma dovrà fare i conti con l’ignoto per salvare se stesso e l’amica.
Dopo aver fatto una ispezione sui cadaveri degli altri naufraghi ed aver preso il necessario, ci si dovrà incamminare lungo una foresta molto fitta, popolata da animali e predatori come gli avvoltoi di mare. Fin da subito dovremo combattere per farci strada anche a mani nude se necessario. Ben presto, però, ci accorgeremo di aver bisogno d’altro.
Le fasi iniziali di gioco, una sorta di vero e proprio tutorial itinerante, saranno comunque molto semplici e serviranno per prendere confidenza con i comandi, sostanzialmente standard ormai in questo tipo di videogame. Tuttavia, saranno utili anche per conquistare i primi punti esperienza, portare Sara al sicuro, e farci arrivare in una palude popolata oltre che da creature feroci, da persone non esattamente raccomandabili: gli uomini del don, di cui presto conosceremo il nome. In questa locazione comincia a svilupparsi la trama di Risen. E scopriremo che il nostro “approdo” sull’isola non poteva capitare in un momento storico peggiore. L’enorme Faranga, sovrastata da un grandissimo vulcano attivo, sta vivendo momenti bui. Da qualche giorno, infatti, alcune rovine di templi antichi e sconosciuti sono emersi dal sottosuolo e con essi delle strane creature hanno cominciato ad infestare l’isola raggiunta quasi immediatamente dalle “Toghe bianche”, ossia da fanatici religiosi che hanno cominciato ad impadronirsi delle ricchezze e cinto sotto legge marziale le città dell’Isola. Comincia così una lotta interna tra i due clan che presto andremo a conoscere.
Il risultato è catastrofico: la popolazione è scontenta, muore dalla fame, tra stenti e malattie. Gli uomini del don, disuniti tra loro, cominciano a vacillare per aver perso il predominio sui loro affari. I tempi bui sembrano quindi essere piombati su Faranga e noi siamo li, mandati dal fato a combattere per il nostro destino. Da soli. Nel gioco dei Piranha Bytes, come in Oblivion ad esempio, non esiste il party in game e non è prevista nemmeno la modalità online.
LADRO GENTILUOMO, GUARDIA, O MAGO?
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. In Risen ogni decisione avrà le sue conseguenze. Tutto avrà il suo peso, la sua importanza. Dovremo scegliere la nostra linea di condotta. Il gioco, in questo, ci dà molte possibilità. Saremo noi a optare se comportarci in modo corretto, quasi legale, anche a costo di non trarre profitto dalle nostre gesta, oppure se essere avidi ed andare a caccia del vil denaro. Aiutare i più deboli, o rendergli la vita più difficile. Attaccarli e dargli una lezione, o lasciarli in pace. Tante le quest e microquest di questo genere che saranno utili anche per decidere a quale fazione appartenere. Gli uomini di don Esteban rappresentano un’organizzazione in piena regola del crimine organizzato che impone estorsioni ai commercianti e gestisce loschi affari; i “Combattenti dell’Ordine” sono dei fanatici religiosi fedeli alla Sacra Fiamma, nonché “braccio armato” della Inquisizione, ossia delle “Toghe bianche”, ma anche loro si comporteranno in modo infame con la gente comune lasciata in balia del caos. Scegliere l’una o l’altra fazione e fare carriera in una di esse significa giocare con regole diverse e cambiare totalmente i punti di vista di svariate quest. Si può, tuttavia, anche decidere di non rispettare per filo e per segno gli ordini che riceveremo da una o dall’altra fazione, ma si potrà anche tradire per arrivare al risultato desiderato. Sono molte, dunque, le sfaccettature morali sulle quali ponderare le azioni e, magari, dare prova di gran cuore, come ad esempio fare un gesto caritatevole donando qualche moneta d’oro ai poveri, o aiutare, pure essendo tipi poco raccomandabili, i più deboli distribuendo viveri e pozioni curative per conto di un monaco dell’Ordine o anche aiutare una madre in difficoltà. Sono missioni facoltative ovviamente, ma utili per tanti versi, non ultima, la soddisfazione di aver fatto del bene. Soddisfazione premiata comunque con punti esperienza. Ad ogni modo, far del bene, potrebbe aiutare in determinati frangenti.
Potremo, tuttavia, anche fare i ladri e rubare a nostro piacimento, grazie alle abilità imparate nell’arte dello scasso e del borseggio. Questo aspetto potrebbe risultare molto divertente ma sarà a nostro rischio e pericolo. Se scoperti saremo attaccati a vista. Diversamente…
Ma non finisce qui. Ci sono scelte ben più gravose come quelle da effettuare rapidamente al termine di ogni combattimento con un essere umano. Vinta la schermaglia, il nostro nemico sarà a terra svenuto, potremo anche dargli il colpo di grazia… ma servirà veramente?
OGNI COSA HA IL SUO VALORE
Il livello di interattività presente in Risen è alto. Non tutti gli oggetti che vedremo, però, saranno utilizzabili. Solo quelli evidenziati da una scritta al passaggio del mouse potranno esser presi, liberamente o con l’astuzia. La stragrande maggioranza degli oggetti ha un suo scopo ben preciso e tutto potrebbe servire durante l’intera avventura. Anche il cibo che finalmente avrà una sua importanza specifica perché servirà realmente a ripristinare, in minima o in grande parte, i punti ferita del personaggio. Prima di mangiare un pezzo di carne, manzo o pollo che sia, però, sarà necessario cuocerli per ottenere benefici, a patto di trovare una padella e del fuoco. Così come l’acqua che sarà fondamentale per recuperare i punti vita persi in combattimento altrimenti curabili con una bella dormita, con pozioni magiche o ingerendo erbe curative. Trovare degli oggetti particolari potrebbe segnare la differenza fin da subito. Scovare armi valide o corazze, elmi e scudi sarà una vera e propria caccia al tesoro. Ogni singola moneta d’oro, poi, sarà importantissima: i mercanti faranno prezzi da paura. Ma in ogni società che si rispetti, e soprattutto in decadenza come quella presente in questo gioco di ruolo, l’oro è il motore principale, quello che apre tutte le porte, anche quelle più insospettabili.
FORZA, DESTREZZA, SAGGEZZA, “SPENDIAMO” LA NOSTRA ESPERIENZA
Uno dei punti più interessanti di ogni gioco di ruolo, che sia classico o moderno, fantasy o futuristico, a turni o in tempo reale, è senza dubbio la gestione del personaggio. Diventare eroi nell’isola di Faranga sarà abbastanza complicato. C’è da fare una premessa prima di andare avanti con la descrizione: Risen, come in tutti i titoli dei Piranha Bytes non presenta un editor per personalizzare l’aspetto fisico del personaggio. Il nostro eroe avrà un solo volto, dunque.
Nonostante questo, forgiare il nostro alter ego per renderlo adatto alle insidie dell’avventura sarà impegnativo e bisognerà avere le idee ben chiare fin dall’inizio. La gestione è molto severa ma tutto sommato per certi aspetti è realistica. Come da tradizione dopo un certo numero di punti esperienza ottenuti si passa di livello. Ad ogni passaggio, aumenterà soltanto il massimale dei punti ferita e ci saranno dei “punti apprendimento” da distribuire in particolari tecniche di combattimento con arma bianca, archi, balestre, tecniche magiche, o da assegnare ad una determinata qualità fisica quale forza, destrezza e saggezza. Applicare, però, questi punti faticosamente guadagnati non sarà automatico. Contrariamente a quanto avviene in altri titoli similari, dove con il famoso “level up” si sceglie di “diritto” il loro utilizzo, in Risen per poterne usufruire realmente bisognerà trovare un addestratore per migliorare le qualità fisiche, o un maestro, che spesso e volentieri sono la stessa persona, per poter imparare le tecniche che più interessano. Anche questo è un tipico marchio di fabbrica degli sviluppatori. Ovviamente, come per il cibo, o per qualsiasi altra merce, tutto avrà un costo. I soldi aiuteranno concretamente nel miglioramento del nostro pg. Ogni tecnica, ogni attributo può esser aumentato di uno o cinque punti alla volta.
Le tecniche, invece, saranno fondamentali per aumentare le nostre abilità nel forgiare armi, monili, nell’arte dello scasso, del borseggiare, diventare abili alchimisti, o imparare ad utilizzare le magie e leggere pergamene, a riconoscere i metalli. Ci sono anche tecniche di combattimento con bastone, spada ed ascia che avranno dieci gradi di avanzamento e conseguenti miglioramenti negli attacchi e nella difesa. Raggiunto il decimo livello in una tecnica si raggiungerà il grado di maestro. Dai cacciatori, ad esempio impareremo a tirare con l’arco o con la balestra ed a scuoiare gli animali, arte sempre utile per raccogliere pelli e guadagnare soldi. Quei “bravi” ragazzi del don, manco a dirlo, ci aiuteranno a dare più tono al nostro fisico ed abilità nell’utilizzo con l’ascia, con la spada, i combattenti dell’Ordine, il corpo d’élite delle “Toghe bianche”, ci daranno i rudimenti delle arti magiche.
Saremo portati verso il combattimento puro? Ci daremo all’avventura con archi e frecce? Magari opteremo per un personaggio più orientato verso la magia? Potremo anche imparare a non solo a leggere rune, ma anche a comporre pergamene per gli incantesimi che diversamente potranno essere usati soltanto una sola volta per scroll. Senza dimenticare l’abilità nell’alchimia che ci consentirà di preparare pozioni curative sia per il fisico che per il ripristino del mana, necessario a lanciare gli incantesimi. A noi l’ardua sentenza…
SISTEMA DI COMBATTIMENTO E DI MAGIE MOLTO SEMPLICE
Combattere in Risen, sia con armi da mischia, a distanza o con le magie, è molto facile. Con la rotellina del mouse si estrarrà l’arma, col pulsante sinistro, coadiuvato con un tasto preposto al movimento laterale, si effettueranno i colpi di lato così come accade già in Gothic. Con il tasto destro si parerà e si potrà, se il nostro personaggio avrà appreso la tecnica speciale, portare un contrattacco. Con arco e balestra, il destro servirà a prendere la mira, ed il sinistro per scoccare freccia o dardi. Nulla di più semplice anche perché questo incarna l’anima action del titolo. I tasti numerici serviranno all’utilizzo rapido di armi e magie, delle pozioni o di altri oggetti che sceglieremo. Il resto dipenderà dal tempismo e dalla forza reale dei personaggi.
A proposito di magie, ne esistono di vari tipi: da quelle dei cristalli, ossia quelle degli elementi come fuoco e ghiaccio e “proiettili magici”, o più semplicemente curative. La magia ricopre un ruolo importante: si potrà compiere un’azione poco ortodossa ma far dimenticare, grazie alla pergamena “Barzelletta”, quanto accaduto a chi l’ha subita, per la serie “fatelo e ditelo con un sorriso”. Oppure, si utilizzeranno incantesimi di levitazione, per raggiungere posti impossibili senza sforzi, di telecinesi, per raccogliere o manipolare oggetti e leve altrimenti irraggiungibili. Interessante anche la pergamena “Nautilus” che ci trasformerà un un piccolo insetto capace di entrare nei piccoli spazi senza destare interesse dei nemici. Ultima nota sui combattimenti: sarà la possibile scappare. Se il nemico è in numero troppo superiore o la nostra inadeguatezza è palese sarà meglio darsela a gambe. Le fughe, per quanto poco onorevoli, salveranno le penne in diverse occasioni. La vita è una sola, in Risen è così, senza dimenticare che in futuro, dopo duri allenamenti ed un miglior equipaggiamento, si potrà chiudere il conto con chi ci ha reso la nostra esistenza un inferno.
UNA TRAMA AVVOLGENTE DAL RITMO VARIANTE
Altro punto cardine di ogni qualsiasi gioco è la trama. Risen parte da un’atmosfera molto forte. I primi minuti saranno davvero di smarrimento. Andare avanti sarà un bisogno per uscire da una specie di tunnel opprimente e susciterà la curiosità del giocatore. Superata la spiaggia ed una piccola missione in cui recupereremo un’arma quantomeno decente per i primi attimi del nostro lunghissimo cammino giungeremo in una palude. Questo passaggio già lo sapete: li apprenderemo molti più dettagli sugli eventi, i primi rudimenti delle abilità che vorremo migliorare e la trama vera e propria si svilupperà. La storia, ci narra di alcune rovine di templi antichi che emergono dal sottosuolo. Queste contengono oro ma anche strane creature che hanno invaso l’isola e ne mettono in pericolo tutti gli abitanti. Si sa poco, ma un paio di dettagli non sfuggono: il don è in decadenza, ma i sia i suoi uomini, sia i combattenti dell’Ordine sono interessati alle ricchezze. Ne piange le conseguenze il popolo. Nella palude ci saranno le prime scelte da fare, essere fedeli al Don che brama oro e vendetta, o cercare rifugio nei Combattenti dell’Ordine che sembrano, anche se rudi, più “legali” dell’altra fazione. Nell’Ordine, fortemente temuto dagli uomini di Don Esteban, l ‘ex boss (una vera e propria specie di padrino in salsa medievale), dell’intera isola, e da tutti i cittadini, si potranno approfondire le conoscenze delle arti magiche. Presto, però, ci accorgeremo che le due fazioni principali in lotta tra loro cercheranno uno sforzo comune contro un nemico più potente, liberato dalla follia di un mago, che causa terremoti nell’isola e le invasioni di creature magiche. Questo mago pazzo è riuscito a cacciare gli Dei dalla terra. Don Esteban e l’inquisitore Mendoza saranno uniti, loro malgrado, per salvare l’umanità e noi saremo lo strumento per farlo.
Il titolo promette colpi di scena nel suo lungo svolgimento ed almeno 50 ore di gioco per la trama principale accompagnate da altre 50 per lo svolgimento delle numerosissime missioni secondarie.
Molte di esse sono interessanti altre lasceranno il tempo che trovano. Va da se che i ritmi di gioco saranno variabili. L’avanzamento nella trama è lento ma si alterna a spinte decisive. Si rischia, in alcuni casi, di trovarsi ad un punto morto anche se comunque le cose da fare non mancheranno mai, così come la libertà per farle, ed i dialoghi con i personaggi che incontreremo ci aiuteranno. Anche in questo caso, comunque, il gioco presenta parecchie similitudini con Gothic.
L’isola di Faranga è suddivisa in diverse aree vastissime ed in città dettagliate. Ad esempio, in quella del porto ci saranno alcuni luoghi, come il bordello, già presenti nella serie che ha consacrato i Piranha Bytes a livello mondiale. Altre missioni da svolgere in questo luogo, ricorderanno i temi ed i tratti di altre svolte in Gothic 2. Avanzare nell’avventura potrebbe rivelarsi molto stimolante ma ci sono troppe sfumature che hanno il sapore del “già visto”. In sostanza, ci sono poche novità.
RISEN NON E’ UN GIOCO PER BIMBI
E’ bene fare una piccola nota per i lettori, soprattutto per i più piccoli. Per le tematiche e per il linguaggio usato nell’intero arco del gioco, Risen sarebbe sconsigliato ai ragazzini. L’avventura è costellata da svariati momenti poco adatti. Dalla frequentazione del bordello, ai dialoghi non esattamente british con molti energumeni, alla consumazione di spinelli all’uccisione di animali per intimidire chi non paga. Una missione in particolare ricorda moltissimo una scena vista nel Padrino. Sembra a dire il vero un “omaggio” alla pellicola di Francis Ford Coppola. Nel film, un facoltoso imprenditore non voleva sottostare al volere di don Vito Corleone che per tutta risposta gli fece trovare la testa del cavallo preferito sul letto. Come a dire: “gli faremo un’offerta che non potrà rifiutare”. Bene, in Risen capiterà di fare una cosa del genere, cambia l’animale in questione, una mucca, ma la sostanza è quella. Il Pegi 16+ è ampiamente giustificato.
UNA GRAFICA ESTREMAMENTE DETTAGLIATA
E giungiamo finalmente all’aspetto tecnico di Risen. Il tanto atteso lavoro dei Piranha Bytes fa subito una buona impressione. Il 3d è molto dettagliato e ben disegnato, le vaste locazioni sono curatissime di particolari e di innumerevoli finezze. Dalle onde del mare al fondale che si lascia intravedere dall’andirivieni, senza dimenticare il vento che muove le fronde degli alberi, il dinamismo e la trasparenza delle nuvole, e la qualità delle fiamme e degli effetti bruciatura. Interessanti le architetture delle varie città, in stile coloniale, ed i dettagli della pietra e dei diversi materiali come i tronchi degli alberi. Il tutto si muove abbastanza fluidamente senza tralasciare i particolari. I personaggi rendono bene l’idea, anche se non fanno gridare al miracolo, ma c’è un dato da registrare: i modelli poligonali dei png con cui interagiremo non sono tantissimi e spesso ci capiterà di vedere persone con la stessa faccia ma con nome e vestiti diversi. I pg principali, per fortuna, non subiscono questo trattamento e sono decisamente dettagliati. Il tutto è ampiamente giustificabile quando si deve gestire un’ampia aria di gioco.
C’è, però, un lato estremamente positivo da aggiungere a quelli elencati prima della parentesi sulla varietà dei png: in Risen non sono presenti i caricamenti. Un fatto non da poco: cose da fare e da vedere ce ne saranno a bizzeffe e l’immediatezza sarà essenziale. Giocare senza interruzioni sarà risulterà piacevole.
Tornando all’aspetto visivo, c’è da aggiungere che gli effetti luce, i riflessi ed i dettagli dell’acqua, gli agenti atmosferici sono resi molto bene così come il ciclo giorno-notte che regala sfumature ai toni del cielo incantevoli. Tante le frivolezze grafiche degne di nota come i raggi di sole che penetrano attraverso le chiome della vegetazione o dalle fessure della pietra subito dopo un temporale o la qualità della resa di lampi. Durante i nostri tragitti, vedremo anche delle foglie cadere dagli alberi ed altre finezze simili. Le creature che popolano Faranga sono molto varie, alcune conosciute, altre curiose, altre ancora inquietanti. Di sicuro interesse gli gnomi che con il loro saltellare, le loro forme rotonde e la peluria si candidano ad essere la “razza” più simpatica del gioco. Affrontarli non sarà semplicissimo.
SONORO D’IMPATTO E “GRIFFATO”, DOPPIAGGIO EFFICACE
Il sonoro fa in toto la sua parte. Da spessore ed aggiunge suspense alla nostra lotta. Ed alcune musiche sono firmate dai Nightwish, celebre gruppo metal finlandese. Diventa, così, sempre più forte e frequente il legame tra i gruppi metal ed i giochi di ruolo: basti pensare allo scorso anno, sempre ai primi di ottobre, l’uscita di Sacred II (altro titolo Deep Silver ) con la partecipazione dei Blind Guardian.
Il doppiaggio in inglese (niente paura, i sottotitoli sono in italiano) fa il suo dovere ed abbastanza credibile con diverse voci narranti, tantissime righe di dialogo e parecchie tonalità diverse derivate dallo stato d’animo, mentre le musiche che ci accompagneranno contribuiranno a dare spessore al prodotto. Buona anche la resa degli effetti sonori, il rumore della pioggia, l’apertura delle porte, l’impatto delle nostre armi con i diversi materiali e molto altro ancora.
L’intelligenza artificiale si attesta su buoni livelli, ma qualche cosa in più probabilmente si sarebbe potuta fare. I comportamenti dei personaggi nella maggior parte dei casi sono coerenti con la realtà, ma a volte ci sono scene inusitate. Ottima, invece, la distribuzione della difficoltà che permette anche ai neofiti di poter prendere confidenza fin da subito con le meccaniche del gioco. L’interfaccia è semplice, come la gestione delle mappe e del diario delle missioni che registra ogni dialogo che abbiamo fatto. Cambiare armi o usare un oggetto sarà semplice come bere un bicchiere d’acqua.
Conclusioni
Non è facile racchiudere in poche righe Risen. L’esperienza di gioco è notevole, così come l’impronta data dai Piranha Bytes. Il team tedesco anche in questa occasione ha svolto una gran mole di lavoro che, inevitabilmente, porta numerosi pregi e qualche difetto. Tecnicamente, questo action rpg, si difende alla grande e ci sono passi da gigante rispetto a Gothic 3, anche se ci sono alcune incertezze. L’impatto grafico è decisamente di impatto: il 3d funziona, è convincente ed è estremamente dettagliato in un’ambientazione medievale europea molto particolare. Alcuni scorci lasciano anche a bocca aperta così come i giochi di luce, i raggi solari dopo la pioggia che penetrano attraverso la vegetazione. Le uniche pecche sono legate ai modelli dei personaggi poco vari. Il parlato e le musiche presenti, impreziosite da alcuni brani dei Nightwish, si lasciano ascoltare e contribuiscono non poco a migliorare l’atmosfera durante l’intera avventura. Meglio parlare ed ascoltare la voce di una bella donna che quella di un orco. La gestione del personaggio ricalca quelle presenti nella serie di Gothic e quindi gli amanti della saga potranno apprezzarla. Prendere confidenza con i comandi e con i menù di gestione del personaggio, dell’inventario e del diario delle missioni è alla portata di tutti. La trama è molto articolata e variegata ma presenta alti e bassi. Inoltre, non aggiunge nulla di sconvolgente. Risen, che è davvero un parente stretto di Gothic, rappresenterà senza dubbio una grande sfida. E sarà un cammino solitario: niente party in gioco e nessuna sessione di online prevista. Il livello di difficoltà è bilanciato abbastanza bene. A livello facile sarà accessibile anche a chi non ha mai provato questo genere. L’attesa del grande pubblico per questo gioco sarà ripagata da un titolo che possiede un’anima: quella dei Piranha Bytes, sinonimo di qualità. Chi ha apprezzato la serie Gothic non potrà farsi sfuggire questo titolo che però non presenta, a parte qualche sprazzo qua e la, particolari innovazioni.
Edoardo “Barracuda77” Ullo