Devo esser sincero. Durante il download di Gravity Crash ho pensato subito ad un semplice clone di Geometry Wars. Non che la cosa poi mi dispiacesse del tutto. Fortunatamente mi ero sbagliato. Gravity Crash è un gioco diverso, dalle meccaniche semplici ma divertenti. Certo, alcuni aspetti ricordano molto da vicino la guerra geometrica già apprezzata sul live arcade di Xbox 360, ma altri elementi accostano il titolo ad Asteroids o addirittura a Lunar Lander. Prima ancora di addentrarci nei particolari, ricordiamo che Gravity Crash è, al momento, una esclusiva Sony, downlodable via PSN.
Dispersi per la galassia
Avviato il titolo, ci si presenterà davanti un menù semplice ma ricco di opzioni di gioco. La modalità principale è senza ombra di dubbio la campagna single-player, che ci metterà di fronte a vari stage costituiti dai pianeti dell’universo. Accanto a questa si staglia, poi, la possibilità di partecipare a partite multiplayer in classici scontri Deathmatch, dove poter selezionare il punteggio da raggiungere per decretare la vittoria, i limiti di tempo eventualmente stabiliti e la mappa di gioco sulla quale confrontarsi. Insieme a queste scelte, esiste un’apposita sezione per la creazione di livelli. L’editor di gioco consentirà di creare scenari giocabili e di condividerli online con altri utenti. Conclude il ventaglio di opzioni disponibili l’addestramento: questo fungerà da pratico tutorial sui comandi base e avanzati della nostra navicella e tornerà davvero utile per iniziare il nostro cammino.
Odissea nello spazio
Come anticipato più su, Gravity Crash mixa elementi di Geometry Wars, di Asteroids e Lunar Lander. Il tasto X servirà per imprimere accelerazioni alla navicella, ma tenendo in considerazione l’assenza di gravità, questa continuerà nella direzione da noi scelta per inerzia. Pilotare perciò la nostra astronave non sarà impresa facile: sarà necessario dosare attentamente il tasto di accelerazione e imprimere leggere accelerazioni. Ogni stage presenta, poi, una fitta rete di pareti o di piattaforme contro le quali non sarà consentito sbattere. Proprio per prevenire urti e per evitare di far esplodere il mezzo, disporremo di uno scudo in grado di metterci temporaneamente al sicuro. Tale protezione, attivabile con i tasti dorsali, non sarà però infinita. Il suo utilizzo è regolato da una barra energia che si andrà a ricaricare molto velocemente quando non la utilizzeremo. Sarà davvero importante cercare di utilizzare questo scudo durante i tratti più stretti, dove magari occorrerà fare attenzione a spuntoni o protuberanze varie. La protezione magnetica è, inoltre, una valida mossa difensiva contro i proiettili sparati da navicelle nemiche. A proposito dei pericoli che andremo a fronteggiare nei vari livelli, c’è da segnalare la presenza di cannoni statici, posizionati in particolari angoli dello stage, o di vere e proprie navette simili alla nostra che ci rincorreranno per tutta l’area di gioco. Man mano che ovviamente andremo avanti nell’avventura, la loro presenza si farà sempre più seria, così che occorrerà abbatterle prima di concentrarsi sull’obiettivo di volta in volta assegnatoci. Il completamento della missione sarà – ovviamente – subordinato al raggiungimento di determinati fini. Alle volte ci sarà chiesto di recuperare tutti i minerali sparsi in un dato pianeta; altre volte, invece, di distruggere specifici elementi sensibili, come basi nemiche, cannoni, o postazioni radar. Andando avanti nelle missioni, ognuno di questi obiettivi da raggiungere sarà posizionato in zone poco accessibili o sempre più sorvegliate. Alle volte occorrerà anche sparare a determinati interruttori per aprire porte, far innalzare il livello di lava in modo da distruggere specifici sensori. Insomma, la varietà d’azione non manca e il livello di difficoltà è ben calibrato. Una volta completato l’obiettivo indicatoci, potremo decidere di entrare nel buco interspaziale aperto e passare così all’area di gioco successiva, oppure di girovagare ancora un po’ per il livello e raccogliere altri minerali preziosi, per distruggere quanti più nemici possibili o per recuperare parte del nostro equipaggio costretto all’atterraggio di emergenza sul pianeta. Nel fare questo, le dinamiche di gioco saranno identiche al su citato Moon Lander. Occorrerà, infatti, “allunare” con molta pazienza, cercando di toccare il suolo in maniera più dolce e delicata possibile. Ma, durante queste nostre attività, dovremo tenere ben a mente il carburante disponibile. Ovviamente questo non è infinito. Tra i vari minerali presenti in ogni pianeta ne esiste uno in grado di rifornirci, in modo da non rimanere a secco e precipitare rovinosamente sulla terra ferma. Riempire però il serbatoio non sarà impresa facile. Dopo aver sparato a questi minerali gialli, dovremo accostarci quanto più possibile alla superficie e raccogliere i prezioso frammenti per riempire il nostro serbatoio.
Semplicità, semplicità e ancora semplicità
Per quanti non l’avessero capito, la parola d’ordine di questo titolo è “semplicità”. In primis le dinamiche e le strutture di gioco sopra elencate descrivono un gameplay immediato e di facile fruizione. Si badi che questo non si traduce in una facilità di gioco o in un livello di sfida insufficiente. In secondo luogo, la grafica proposta da questo Gravity Crash è davvero minimale. Le forme geometriche psichedeliche che si stagliano su uno sfondo stellato sono volutamente stilizzate proprio come visto in Geometry Wars. Gli effetti di colore che si vanno a creare in ogni area sono molto belli e accattivanti. Peccato che non ci sia il tempo di distrarsi per ammirare queste forme luminose girovagare per lo spazio. Il gioco supporta una risoluzione massima di 1080p e, data anche la semplicità del disegno, gode di una fluidità impeccabile. A livello sonoro, viene mantenuta la stessa semplicità. Pochi ed essenziali gli effetti sonori quali spari, esplosioni e poco altro ancora.
La maledizione dell’online
Abbiamo già detto che il titolo implementa anche funzioni online. È possibile, infatti, connettersi in rete e inviare le proprie statistiche e i propri punteggi. Purtroppo proprio in questi frangenti abbiamo notato dei bug di gioco piuttosto fastidiosi. Alle volte, quando non si è connessi a internet, il sistema sembra incallirsi nel voler cercare a tutti i costi una connessione, facendo apparire di continuo il messaggio di errore dovuto alla mancata connessione. In alcuni casi, proprio per questo motivo, siamo stati costretti ad uscire sulla XMB e rientrare in azione. Attivata, invece, la connessione online nessun problema nell’inviare o ricevere i livelli di gioco creati attraverso apposito editor.
Conclusioni
Gravity Crash si presenta come un titolo semplice ma allo stesso tempo divertente. Se amate i giochi 2D con grafica vettoriale, questa produzione farà sicuramente al caso vostro. Interessante soprattutto l’implementazione dell’editor dei livelli, vera novità del gioco in questione. I 37 pianeti da esplorare offrono, inoltre, una longevità più che sufficiente, considerato anche l’alto tasso di rigiocabilità del titolo.
Emiliano “Orsoraro” Contarino