E’ passato diverso tempo, ormai, dalla “dolorosa” scissione di Codemasters e Boihemia Interactive che ha sancito, giocoforza, un profondo trauma alla serie di Operation Flashpoint, adesso unicamente sviluppato e progettato dalla società inglese. Dopo due anni di lavoro, infatti, il nuovo capitolo dedicato alle tattiche militari ad altissima simulazione, si ripresenta al pubblico più voglioso che mai di accontentare non solo i fan storici della serie, ma anche quelli destinati a giocarlo su console, per la prima volta.
L’isola di Skira: salvezza e disperazione.
La trama di Dragon Rising cavalca passato, presente e futuro sotto un’ottica fantapolitica che trae linfa da fatti realmente accaduti, aventi come epicentro l’isola giapponese di Skira.
Questa piccola fetta di terra, infatti, è stata, nel corso della storia, oggetto del desiderio di Cina, Giappone e Russia che più volte si sono affrontate per appropriarsela, fino a quando l’epilogo del secondo conflitto mondiale, sancì il definitivo possesso russo dell’isola a scapito dei nipponici, oramai sconfitti. Tuttavia, quando la crisi economica globale scoppia nel 2008, la Cina in condizioni critiche per risorse, attua un’occupazione illecita di Skira per accaparrarsi i ricchi giacimenti petroliferi, decidendo così, di muovere guerra alla Russia. Gli eventi narrati nel gioco, si ripercuotono nel febbraio del 2011, dove impersoneremo soldati americani (e quando mai), giunti in soccorso dei sovietici per estinguere definitivamente la minaccia cinese dall’isola.
Simulazione nuda e cruda.
Dragon Rising è un FPS in prima persona che trae essenza dalla sua fortissima componente simulativa, ormai storica della serie. Le meccaniche di gioco seguono dettami assolutamente realistici, cui dovremo sottostare per riuscire a completare le varie missioni prospettateci. La cura maniacale con cui è stata riprodotta l’isola di Skira, ad esempio, ci permette di capire quanto abbiano fatto sul serio gli sviluppatori nel ricreare un concept altamente immedesimante ed estremamente veritiero.
La vastità del territorio ricreato, abbinato ad una rilettura fedelmente dettagliata della sua topografia, regalano al giocatore uno spazio di gioco perfetto per gestire ogni manovra e ogni tattica di guerra.
Come supporto alle nostre azioni, avremo una squadra di tre soldati, il cui ruolo è essenzialmente quello di esser gestito e impiegato dal nostro alter ego virtuale. In Dragon Rising, sarà fondamentale, infatti, un’attenta interazione coi nostri compagni, le cui azioni manovrate giocheranno un ruolo fondamentale per la riuscita delle missioni.
Per far ciò, gli sviluppatori ci hanno messo a disposizione una serie di comandi utili a richiamare i nostri soldati nell’adempiere determinati ordini impartiti, potendo impiegarli in azioni di aggiramento, di copertura, di assalto e di soccorso, per poi chiedere supporto aereo e di altre squadre.
Il richiamo di tali ordini non sarà semplice, e occorrerà buona pazienza per districarsi nel menù d’azione, per attivare la soluzione giusta,onde riuscire in determinate situazioni. Per quanto riguarda, invece, l’equipaggiamento a disposizione, gli sviluppatori hanno inserito numerosi gadget iper tecnologici e soprattutto un pesantissimo numero di armi (se ne contano una settantina) la cui realizzazione rasenta l’emulazione pressoché esatta delle controparti reali. La difficoltà di gioco è palpabile fin dalle prime fasi, facendoci comprendere sin da subito che questo non è un titolo per tutti, ma prettamente legato ad un hardcorismo puro. Le informazioni a disposizione per raggiungere gli obiettivi saranno scarse, avendo come unico punto di riferimento dei checkpoint le cui distanze saranno notevolissime, e occorreranno delle lunghe marce per raggiungerli. La totale libertà d’azione, poi, è un ulteriore elemento che contraddistingue il concept di gioco, generando stati d’animo assai ambivalenti: se da parte del purista, questa scelta, costituisce fonte illimitata di azione e giovamento, agli occhi del giocatore di turno potrebbe generare non pochi imbarazzi, essendo disabituato a gestire azioni in un territorio enorme, con coperture nemiche al seguito.
Tra un checkpoint e l’altro, pertanto, potremo ingaggiare scontri a fuoco del tutto inutili ai fini della missione che, in caso di sconfitta, ci costringeranno a ricominciare dall’ultimo punto di salvataggio raggiunto, per poi re-incamminarci, ancora una volta e in frustrante attesa, verso il prossimo. Ad alleviare il possibile disagio, comunque, ci pensano diversi mezzi a disposizione che, in quest’ottica, si riveleranno delle grosse boccate d’ossigeno nei vari spostamenti intorno all’isola. In questo contesto iper-realistico, tuttavia, a non convincere è proprio uno degli elementi più importanti, ovvero sia quello capace di sancire un più alto livello di sfida per garantire coinvolgimento e divertimento: l’ I.A. dei nemici.
Durante le sessioni di gioco, capita di imbatterci in scontri ravvicinati, che portano ad un eliminazione elementare dei nemici, dovute ad un “imbambolamento” di questi ultimi, incapaci di reagire prontamente alla nostra presenza frontale. Di contro, dalla lunga distanza, saranno talmente abili da beccarci in piena testa, anche durante l’avanzamento in un bosco fitto. Capiterà anche che i nemici siano capaci di scorgere la nostra presenza alle spalle, ancor prima di una reale vicinanza da parte nostra.
Tali incoerenze, capite bene, minano sensibilmente il divertimento proposto che lascia spazi ad una frustrazione latente, dettata anche dal difetto della distanza dei checkpoint denunciata sopra. Ecco come l’avanzamento verso le postazioni nemiche deve essere ben pensato, visionando tutto ciò che può esser percettibile nell’orizzonte. In questo senso, ci vengono in aiuto i nostri binocoli e i mirini installati nelle armi, capaci di cogliere con estrema visibilità il panorama circostanziale, donandoci cosi, una visione di insieme estremamente chiara e soprattutto dettagliata. I ragazzi di Codmasters hanno lavorato sodo sull’aspetto della profondità, intuendo l’estrema importanza di un orizzonte percettibile in un contesto di cosi ampio respiro. Gli approcci strategici, dipendono dalla visione d’insieme degli insediamenti nemici, e comprendere il numero di soldati o le strutture che li circondano, rende più fluida ed appagante l’esperienza di gioco nel suo aspetto generale. Da segnalare infine, l’assenza di un vero e proprio briefring ad inizio missione, che di fatto, limita un approccio tattico di campo, escludendo una preparazione iniziale che avrebbe comportato un’apprezzata scelta di equipaggiamenti da utilizzare coerentemente alle modalità d’intervento preposte.
Un Multiplayer affascinante.
Se da un lato il gameplay del gioco potrebbe rivelarsi un po’ troppo ostico, la possibilità di affrontare insieme le missioni, dona conforto e divertimento raddoppiato. La coop a quattro nella modalità storia, risulta essere una mossa vincente da parte del team di sviluppo.
Avendo la possibilità di coordinare azioni e metodi di ingaggio, i giocatori si ritroveranno liberi di agire come meglio credono,conferendo grande profondità ad un gameplay, adesso più ricco e divertente.
Un’esperienza , purtroppo, minata dall’impossibilità di settare l’equipaggiamento ad inizio missione, condizionando cosi, quei giocatori sprovvisti di mirino nelle loro armi, elemento fondamentale, come segnalato sopra, per carpire con chiarezza l’ambiente circostante. Per quanto concerne, invece, le modalità tipicamente multiplayer, il gioco propone un massimo di 8 giocatori divisi per squadre in due modalità principali: Annihilation e Infiltration.
La prima consiste in un classico Deathmatch a squadre, mentre la seconda costituisce l’attacco o la difesa di postazioni strategiche nella mappa.
La cosa più interessante, comunque, è che ognuno dei giocatori potrà avvalersi del supporto di una squadra governata dalla CPU, generando cosi un gameplay sicuramente particolare, rispetto a quel che si vede in altri giochi di genere.
Tecnicamente parlando…
Dragon Rising è un prodotto che mostra i suoi muscoli nella sua versione PC. Quella per console, purtroppo, presenta delle delle lacune rilevanti che sono essenzialmente riconducibili ad una bassa risoluzione di alcuni elementi. C’è da dire comunque, che l’intenzione dei programmatori è sempre stata quella di metter da canto il dettaglio, per poter ampliare gli orizzonti dello scenario, caratteristica basilare per un gioco ambientato in territorio aperto. In ogni caso, se riscontriamo texture povere su personaggi e oggetti, notiamo un bel lavoro sugli effetti particellari e sulla illuminazione diurna / notturna dell’isola, regalando un’atmosfera davvero evocativa che riesce a colmare lacune grafiche di sorta. Il sonoro, invece, è sprovvisto di una vera e propria colonna sonora (tema del menù principale a parte, molto bello peraltro).
L’assenza di qualsiasi accompagnamento orchestrato durante il gioco, è spiegata dall’alta componente simulativa del titolo, che esclude qualsiasi elemento estraneo alla realtà nuda e cruda.
Il fulcro principale è, conseguentemente, legato ad effetti sonori di notevole qualità. I bombardamenti, le esplosioni e i colpi che infestano nell’azione di gioco costituiscono dei valori aggiunti ad un’immersione pressoché totale nell’azione di guerra, in tutte le sue, drammatiche, sfaccettature.
La completa localizzazione in italiano, inoltre, rafforza ancor di più il concetto, sfoderando dei dialoghi di buona fattura che non guastano l’esperienza audio complessiva.
Conclusioni
Concludendo, Dragon Rising costituisce un vero e proprio punto di riferimento per gli hardcore gamer appassionati di simulazione estrema, a scapito di chi non è abituato a delle sfide estremamente complesse, dove non solo l’abilità, ma soprattutto la pazienza, deve essere una componente fondamentale per esser giocato e, di conseguenza, apprezzato. La libertà d’azione proposta, le tante armi e l’esaustiva esperienza nella cooperativa a 4, rappresentano i punti di forza del gioco. Tuttavia, alcuni difetti come l’I.A dei nemici, la distanza eccessiva dei checkpoint e l’assenza di briefing ad inizio missione, minano in parte un’esperienza che poteva essere decisamente più completa ed appagante. Consigliamo l’acquisto, soprattutto, per i possessori di PC, per via di un esperienza grafica molto più coinvolgente, rispetto a quella riscontrata su console ed in tal senso, vi invitiamo a considerare con mezzo punto in più, il voto finale da noi assegnato.
Adriele “Adriel” Scalia
Versione PC:
La versione per PC di Dragon Rising vanta di una resa grafica particolarmente piacevole, soprattutto grazie alle alte risoluzioni consentite dai monitor moderni e all’attivazione dell’antialiasing e del filtro anisotropo. Oltretutto, gira egregiamente anche sui computer più vetusti, e siamo riusciti a godercelo perfettamente anche con una modesta ATI X1950 256 MB, seppur con qualche compromesso nel settaggio delle texture. Ma ovviamente il cavallo di battaglia della versione PC del gioco, come molti avranno già intuito, non è la resa grafica, né le prestazioni, ma i controlli, che facilitano non poco la vita sull’isola. Il mondo di Dragon Rising è ostile e dal grilletto facile, e impartire ordini ai non geniali compagni di squadra può rivelarsi piuttosto ostico con un pad: fortunatamente, la situazione migliora in modo considerevole con l’uso di un mouse e una tastiera. Anche il Multiplayer regala numerose soddisfazioni in più, dal momento che le mappe possono ospitare tranquillamente fino a 32 giocatori (contro gli 8 su console) senza troppi problemi di latenza. Magari non varrà la pena di fare un upgrade al vostro buon vecchio Personal Computer, se già possedete una console, ma se avete occasione di scegliere, noi ve lo consigliamo senza alcun dubbio nella sua versione PC.
Marco “Nerevar” Maresca