Ritorno nel pianeta degli Akrid
Il seguito di uno degli ultimi lavori realizzati da Capcom , ovvero Lost Planet , è pronto a fare la sua apparizione negli scaffali dei negozi. La casa giapponese ha saputo costruire un’interessante sparatutto in terza persona, ambientando il gioco in un ipotetico e lontano futuro in cui la razza umana è costretta ad abbandonare la Terra ed a lanciarsi alla ricerca di nuovi pianeti da colonizzare. I risultati ottenuti da Lost Planet, uscito in un primo momento solo per Xbox 360, hanno spinto gli sviluppatori a convertire successivamente il gioco per PS3 e PC con qualche miglioramento e aggiunta rispetto al titolo originale. Lost Planet: Extreme Condition ha venduto più di due milioni e mezzo di copie, vincendo diversi premi in eventi come l’E3 di Los Angeles e la Games Convention di Lipsia. Questa risposta positiva da parte dei giocatori ha messo in moto gli studi di Capcom per la creazione di un sequel. L’uscita del titolo è prevista per la metà di questo mese, ma nel frattempo possiamo ingannare l’attesa scaricando dal Playstation Network e dal Live Marketplace le due demo disponibili; quella cooperativa e l’ultima arrivata, la demo multiplayer di cui ci occuperemo in questo articolo. **** Sessione Multiplayer
Qualche mese fa fu rilasciata la prima demo di Lost Planet 2 che ci metteva di fronte ad uno spezzone di gioco giocabile in sessione cooperativa con altri tre giocatori, all’interno di tre livelli stracolmi di mostri da eliminare. Con l’avvicinarsi della data di uscita, Capcom ha distribuito una demo multiplayer per darci un assaggio delle novità della modalità online del titolo. Una volta avviata la demo le possibilità di scelta sono semplici e ci porteranno direttamente alla scelta della tipologia di partita in cui vorremo partecipare, in questo caso un deathmatch ed una rivisitazione del classico “cattura la bandiera”. Prima di prendere parte alle ostilità potremo decidere alcune opzioni secondarie riguardanti il nostro alterego modificando, ad esempio, l’equipaggiamento e scegliendo tra i diversi tipi di armi come mitra, armi pesanti, fucili oppure potremo invitare un amico ad unirsi alla nostra sessione di gioco. Una volta scelto l’equipaggiamento, potremo decidere se partecipare ad una partita veloce, in cui ci viene proposta una lista di sessioni già pronte, oppure creare noi stessi una partita. In quest’ultimo caso abbiamo potuto notare che ospitando una partita ci saranno comunque delle limitazioni nella scelta delle diverse opzioni, tra cui l’avvio automatico fino a quando non viene raggiunto un numero sufficiente di giocatori, dopodiché partirà un piccolo countdown alla cui fine verremo catapultati nel vivo dello scontro.
Scontri all’ultimo sangue e banche genetiche
La modalità “deathmatch” prevede la partecipazione ad una partita in cui si combatte tutti contro tutti nell’unica mappa messa a disposizione per l’occasione, quella di una lussureggiante foresta nonché luogo perfetto per nascondersi tra la folta vegetazione, tendere agguati e sfuggire agli assalti. L’impostazione dei comandi corrisponde a quella classica dei TPS; il grilletto di destra serve per sparare, quello di sinistra per lanciare granate, un’azione che come vedremo più avanti saremo costretti a ripetere spesso, con le usuali opportunità di acquattarsi (tasto analogico destro), saltare (A) e raccogliere armi (Y). A queste azioni standard è stato aggiunto l’utilizzo del rampino, estraibile con la pressione del tasto (X), con il quale ci potremo aggrappare alle superfici e sfruttare ogni appiglio per sfuggire dal fuoco nemico. La modalità deathmatch si può vincere raggiungendo il numero più alto di uccisioni al termine del tempo limite oppure realizzando un numero prefissato di uccisioni utilizzando le armi classiche citate in precedenza. Ad affiancare l’equipaggiamento tradizionale potremo trovare e pilotare dei potenti mech, per girovagare indisturbati (o quasi) per tutta la mappa possedendo un’armatura e una potenza di fuoco fuori dalla norma. Gli scontri a cui abbiamo assistito durante le sessioni di gioco hanno evidenziato inoltre, un uso eccessivo e decisamente poco realistico delle granate. Quest’ultime grazie alla loro facile reperibilità combinata alla semplicità di utilizzo, rappresentano l’arma più adatta a far fuori anche il più abile dei nemici con il minimo sforzo. Per far fuori i nemici, infatti, basterà una piccola pressione del tasto delle granate per far si che l’ordigno venga lanciato verso il nemico che con molta probabilità rimarrà freddato dall’immediata deflagrazione. A questa estrema facilità di utilizzo delle granate si contrappone un’eccessiva inefficacia delle semplici mitragliatrici che hanno bisogno di una massiccia dose di colpi a segno per far fuori i nemici. La seconda modalità, chiamata “ruba stazioni”, consiste nel conquistare più postazioni dati rispetto al nemico entro il limite di tempo di 10 minuti oppure conquistando tutti e 5 le stazioni contemporaneamente. Questi punti cruciali costituiscono una sorta di banca dati contenente informazioni genetiche. Una volta conquistate dalla propria squadra possono essere utilizzati per risorgere in quel determinato punto della mappa grazie ai dati archiviati al suo interno. La difesa di questi punti assumerà quindi un ruolo predominante nelle strategie per la vittoria.
Abbandonate le location glaciali si passa a quelle esotiche
Come ben sappiamo le prove dimostrative che vengono proposte dagli sviluppatori, ci mettono di fronte ad un prodotto non ancora ultimato e che come tale deve essere considerato. Nonostante queste obbligatorie premesse, possiamo constatare quanto gli ambienti forestali (nell’unica mappa presente in questa demo) che gli scenari stessi siano ottimamente realizzati,con effetti luminosi e una palette di colori che creano una completa immersione nel paesaggio circostante, a livelli paragonabili a quelli della serie Far Cry. Le textures sono ben caratterizzate e pulite senza sporadici cali qualitativi in nessun punto della mappa, segno che gli sviluppatori hanno voluto mostrare le proprie abilità realizzando ambienti suggestivi e totalmente diversi dagli splendidi ghiacciai del primo capitolo. Il motore grafico di Lost Planet 2 si comporta molto bene anche durante gli scontri, tanto che non sono stati rilevati episodi di lag o particolari bug. Discorso rimandato per quanto riguarda la scelta della colonna sonora che in questa prova si limita ad un’unica traccia ritmata inserita per ingannare l’attesa in lobby.
Conclusioni
L’arrivo di Lost Planet 2 si avvicina e il lavoro di Capcom è giunto quasi al termine. Da quello che abbiamo potuto vedere in questa prova dimostrativa della modalità multiplayer, possiamo dire che è stata sviluppata molto attentamente e realizzata seguendo tutte le caratteristiche in voga negli shooter in terza persona presenti su piazza. Lost Planet 2 è un TPS (Third Person Shooter) molto particolare con movenze forse ancora “macchinose”, che richiederanno diverso tempo al giocatore medio per essere apprese nel loro insieme. Non ci resta che aspettare il 21 di questo mese per scoprire cosa ci riservano gli sviluppatori nel prodotto finale, chiedendoci al tempo stesso se verranno sistemati in maniera idonea i difetti che abbiamo riscontrato.