In origine l’ambizione era creare un primo format di videogioco ibrido tra i gusti di noi giocatori occidentali e quelli degli orientali. Come vincere questa sfida in uno sparatutto? Prima di tutto è risaputo che i giapponesi non digeriscono molto bene le visuali in prima persona tipiche degli FPS, mentre noi, in totale antitesi, le amiamo e difendiamo tanto. E come avrebbe reagito un giocatore occidentale medio difronte l’ennesima “megalomania giapponese” fatta di personaggi stereotipati (almeno a primo impatto) e robottoni mecha dai frustranti controlli? Nessun problema rispose Keiji Inafune , ho io la soluzione e si chiama Lost Planet . E come abbiamo visto tra pregi e difetti Lost Planet fu, ma rivolgendoci al presente, è il momento di parlare del seguito di questa serie che incarna sempre più un’oasi di ritrovo per giocatori dai gusti occidentali e orientali.
Quant’è bella la terra del Sol ponente
Lost Planet 2 espande i suoi confini e modifica la sua forma ritoccando alcuni elementi di game design del primo capitolo e importandone degli altri. La modalità Campagna è quella che da questa operazione di lifting e rifinitura ne subisce maggiormente gli effetti, positivi o negativi che siano. A beneficio dell’esperienza offerta dalla Campagna vi è la completa comunione del gioco in singolo con quello multigiocatore. Fattore distintivo è proprio il multiplayer cooperativo in locale fino a due giocatori e online fino a quattro. Eppure la scelta di implementare delle meccaniche multiplayer cooperative è costata la perdita di un protagonista, di un antagonista e di tutta quella classica sceneggiatura che ci aspetta da un’avventura (specialmente se giapponese). Lost Planet 2 tradisce in un certo senso i pilastri narrativi fondamentali di un videogioco giapponese proponendo una Campagna che non delinea il carattere o i fatti vissuti da un protagonista e dai suoi compagni, ma preferisce un approccio più distaccato e impersonale, e forse per questo meno autentico, molto più simile ad uno shooter occidentale moderno (Call of Duty e simili per intenderci). Ma mentre nei probabili “modelli” occidentali da cui Lost Planet 2 ha tratto ispirazione vi sono dei protagonisti con nomi e cognomi e quindi una loro identità, i protagonisti del titolo Capcom si limitano a recitare il ruolo di soldati impegnati in spedizioni di vario genere. Volendo limitare le critiche potremmo accogliere per buona l’affermazione che vuole definire come documentaristico l’approccio di regia scelto per la modalità Campagna, tuttavia, ci riserviamo di dissentire sulla scelta in sé voluta dagli sviluppatori. L’incipit narrativo è proprio quello di osservare le vicende che avvengono dopo mezzo secolo di colonizzazione del pianeta E.D.N. III (assonanza con Eden?) dove la società militare NEVEC è ormai da tempo in guerra con altri gruppi di militari tra cui i Pirati delle nevi. E.D.N. III è l’habitat naturale di creature mostruose chiamate Akrid , fonte di una nuova energia termica che le fazioni devono accaparrarsi a tutti i costi. Negli ultimi anni però il pianeta ha iniziato a scongelarsi e il suo clima ormai sconvolto ha creato nuovi scenari naturali che i membri delle fazioni hanno deciso di esplorare.
Evoluzione su base occidentale
In termini di giocabilità Lost Planet 2 ha raffinato le sue caratteristiche e migliorato le sue tecniche di approccio. Rispetto il primo Lost Planet la visuale, pur rimanendo in terza persona, è decentrata, come avviene negli shooter in terza persona occidentali: più vicina alle spalle del personaggio e orientata verso il lato destro o sinistro. Sul campo ogni giocatore dispone di un’arma primaria e secondaria e un tipo di granate da usare. Fanno il loro ritorno i Vital Suit (per gli amici VS) armati fino ai denti, più numerosi di prima e alcuni di essi pronti ad ospitare fino a tre giocatori (uno ai comandi e gli altri come supporto fuoco). Altre introduzioni riguardano gli esoscheletri che i soldati possono indossare per potenziare le loro doti fisiche e una serie di nuove armi suddivise in standard, corto e lungo raggio, pesanti e supporto (lo scudo è un esempio). Non manca il rampino, che ai tempi del primo capitolo faceva tanto “cool” ma che pur essendo ottimizzato nell’uso, è rimasto rilegato alle scalate di pareti o ostacoli. L’energia vitale rimane direttamente collegata all’energia termica EN-T , questo significa che per curarvi dai danni subito dovrete azionare lo zaino termico che avete alle spalle per ricaricare l’energia. L’uso dell’EN-T è stato ampliato grazie al fucile in grado di rilasciare energia termica per trasferirla ai compagni o per aprire speciali casse che contengono armamenti preziosi. In missione si è sempre una squadra e come abbiamo detto l’intera struttura è dedicata alla cooperazione. È per questo che in caso di morte non sarà game over immediato ma verrete resuscitati in uno dei punti di respawn sbloccati. Lo stesso potranno fare i compagni ma ritornare in vita ha un limite ed esso è rappresentato dalla Barra di battaglia. Quest’ultima è una barra a punti che la squadra accumula sbloccando punti di controllo e uccidendo Akrid; ogni morte ha un costo in punti che consuma la barra, quando essa arriva a 0 la partita finisce. La struttura di gioco prevede degli episodi principali suddivisi in capitoli a loro volta diversificati in aree. Al termine di ogni area il team di giocatori riceve un voto sulla base dei punti ottenuti e a fine capitolo viene calcolata una media dei voti assegnata al personaggio.
Al servizio del multiplayer
L’accumulo di punti esperienza non è esclusiva della modalità Campagna. Vi sono altre due modalità che permettono di ottenere punteggio: Online competitivo e Addestramento. Il multiplayer competitivo prevede un massimo di 16 giocatori e si ramifica in tre tipi di match: classificato, partita del giocatore e partita fazioni. Scegliendo partita classificata si possono disputare match in modalità Eliminazione in singolo o a squadre e Ruba stazioni. In tal caso si gioca per ottenere punti esperienza e una posizione di rispetto nella classifica di punteggio mondiale. Disputando una Partita libera si dispone di un florilegio più ampio di modalità, oltre le tre già citate nelle partite classificate vi sono: Battaglia uovo Akrid, Fuggitivo, Serie battaglie. La partita del giocatore non prevede una classifica mondiale, piuttosto lascia che i giocatori si misurino più liberamente. Infine partita fazioni è la scelta di gioco competitivo più particolare. Essa divide i giocatori del mondo in cinque fazioni che combattono per la loro supremazia. I risultati vengono calcolati su base settimanale e i crediti assegnati in base alle prestazioni personali e della fazione scelta. La fazione potrà essere cambiata solo a fine della settimana e quindi dopo che i risultati saranno calcolati e aggiornati. Questo tipo di partita è il più originale presente nel gioco e l’unica in grado di restituire più identità al multiplayer competitivo di Lost Planet 2 . Rimane da citare la modalità Addestramento che abbiamo preferito lasciare per ultima per ovvie ragioni. Essa si divide in Base e Avanzato e in sostanza si organizza in mappe e livelli. Per ogni mappa vi sono più livelli e quindi più sfide da superare. Essenzialmente si tratta sempre di corse contro il tempo dove si è tenuti a compiere particolari azioni entro il tempo limite. Nulla di più e nulla di meno, purtroppo la presenza di un record mondiale e l’ottenimento di punti esperienza non bastano come incentivo per giocarla a fondo e a meno che non ne farete una questione di principio preferirete accumulare punti in partite multigiocatore.
Impara a crescere e distinguerti sul campo
Per tutto il corso dell’articolo non abbiamo fatto altro che parlarvi di punti esperienza da accumulare ma dove vengono usati di preciso? Lost Planet 2 dispone di una schermata di personalizzazione chiamata La mia pagina. Da questa è possibile modificare l’aspetto del nostro alter ego, assegnare un soprannome di battaglia tra quelli sbloccati, impostare le reazioni e i gesti con comandi rapidi (divisi in rispetto, comunicazione, gioia, provocazione, supereroe, disco e varie), impostare le abilità nei due slot a disposizione, equipaggiare le armi preferite e controllare la pagina statistiche e la lista degli elementi sbloccati. Per sbloccare nuovi oggetti o elementi vengono usati i punti guadagnati, alcuni di essi diventano disponibili usando la slot machine a punti in La mia pagina.
Sono 2.0, guarda che so fare!
L’aspetto tecnico di Lost Planet 2 merita certamente di essere menzionato. Il nuovo motore grafico, la versione 2.0 dell’MT Framework di Capcom (usato in una sua versione appena precedente in Resident Evil 5) regala scorci di paesaggi fantascientifici veramente rari e di stampo prettamente nipponico. Osservando gli elementi poligonali singolarmente è inevitabile notare la mancanza di dettaglio delle texture o di particolari filtri ed effetti grafici applicati, eppure nel complesso il titolo appaga la vista e si lascia ammirare in alcune fasi, particolarmente in quelle di combattimento con gli Akrid di tipo G (più grandi e duri a morire degli altri). Nessun problema nel gestire queste situazioni nemmeno in modalità online dove i lag sono assenti in cooperativa e rari in competitiva (max 16 giocatori). Invece riusciamo a sopportare solo a malapena la scelta di downscaling della risoluzione per la modalità schermo condiviso, in termini di paragone simile a quella vista in Resident Evil 5 e forse anche più fastidiosa a causa della maggior complessità degli scenari e della velocità di gioco. La comunicazione tra giocatori è affidata alla chat vocale, regolabile per volume dalle opzioni assieme agli effetti sonori e alle musiche. L’aspetto sonoro è in effetti privo di una propria indole e coscienza di identità, stesso discorso per il doppiaggio inglese, meno blandi invece gli effetti sonori subito riconoscibili e unici (il suono del rampino e del fucile d’assalto su tutti).
Conclusioni
Lost Planet 2 assorbe pienamente la filosofia odierna dell’azienda che l’ha sviluppato: proporre un titolo che sia l’incontro (e lo scontro) del modello di sviluppo orientale ed occidentale. Di certo gli amanti degli shooter in terza persona giapponesi rimarranno assuefatti dalla commistione di azione frenetica con elementi di game design tipicamente giapponesi come esoscheletri e mecha, creature mostruose e insettiformi e tutto ciò che ne conviene. Il tocco di classe è stato l’introduzione delle modalità in cooperativa che si addicono perfettamente al format della serie, pertanto se cercate divertimento online e avete un certo gusto esotico per il videogioco Lost Planet 2 è l’ideale per voi. Lo sguardo rivolto al mondo occidentale ha però impresso anche alcuni problemi alla narrazione e alla trama (e volendo fare i pignoli ad alcune scelte di design di gioco) dovuti forse alla scarsa dimestichezza di un team giapponese alle prese con una sceneggiatura più impersonale e meno sentimentale che per avere del coinvolgente necessita forse di più capacità o esperienza senza la quale si ottiene un risultato a tratti scialbo con giusto l’essenziale per essere giudicato accettabile.