Tempi bui

Bentornati al nostro speciale sui capitoli videoludici canonici della saga di Harry Potter. In questa seconda parte, analizzeremo gli ultimi capitoli usciti su PC e console dal 2007 al 2011. Di pari passo con le atmosfere più oscure e la trama più profonda palpabili nelle pagine dei libri e nelle immagini dei film, anche gli episodi videoludici hanno cambiato registro, concentrandosi principalmente sull’esplorazione, sulla componente free-romaning, sui combattimenti a colpi di bacchetta fino ad arrivare al sistema di coperture.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice

Data di uscita: 2007 Versione testata: Playstation 3

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Un quinto anno duro per Harry Potter ad Hogwarts: Voldemort è tornato, il Ministero tenta di nascondere la verità al mondo magico screditando sia lui che Silente e a scuola tutti lo credono un bugiardo e disturbato e la perfida professoressa Umbridge fa di tutto per dettare legge con la forza e il potere. A peggiorare le cose ci pensano le sue visioni, che in qualche modo lo legano all’Oscuro Signore, quasi come se le loro menti fossero collegate. L’Ordine della Fenice rappresenta uno dei capitoli centrali e in assoluto più appassionanti della saga di Harry Potter: la storia è raccontata molto bene e le vicende seguono di pari passo il plot cinematografico fino ai titoli di coda. La colonna sonora vanta come al solito i pezzi originali del film e il doppiaggio, seppur con qualche riserva, risulta più che accettabile. Tecnicamente il titolo, pur non superando gli standard (stiamo parlando sempre di un tie-in), si difende piuttosto bene su PS3: Hogwarts è immensa e ricreata a regola d’arte, come protagonisti, personaggi secondari e nemici. Qualche rallentamento di troppo nelle fasi più concitate ma tranquillamente perdonabile. Si poteva fare qualcosa di più per le cutscene, realizzate non proprio in maniera impeccabile. Il gameplay vede Harry girovagare liberamente nella scuola, in cerca di missioni speciali per convincere i suoi amici a far parte dell’Esercito di Silente, unica speranza per imparare Difesa contro le Arti Oscure come si deve. L’utilizzo della Mappa del Malandrino sarà fondamentale per orientarsi nel castello e sbloccare tutti gli obiettivi, che vanno da azioni semplici come sistemare una stanza in disordine al recuperare un macchina fotografica sopra la torre più alta del castello. Esattamente come nel libro e nel film, anche nel gioco mancano le partite di Quidditch. Peccato. Non mancano spassosi passatempi, come giocare a sparaschiocco o agli scacchi dei maghi. Esplorando il castello inoltre, otterrete punti bonus per la vostra Sala dei Segreti, ricca di materiale extra da vedere e ascoltare. Gli incanti da utilizzare sono tantissimi: Expelliarmus, Vingardium Leviosa, Levicorpus e tutto il repertorio che i fan del mago inglese hanno sempre sognato. I combattimenti sono molto rari e facili da vincere: basterà spostarsi al momento giusto e colpire seguendo lo schema dell’avversario. I controlli sono un po’ impacciati e spesso sarà macchinoso riprodurre un incantesimo. La longevità si attesta su buoni livelli e una volta terminata l’avventura principale potrete rimanere a scuola per scovare tutti i segreti e le missioni che avete lasciato in sospeso. Dopo i mezzi passi falsi del terzo e del quarto capitolo, la saga torna in auge con un quinto episodio che segue a menadito il film e per certi aspetti anche il libro, senza contare i rimandi alle avventure precedenti (il bagno di Mirtilla, l’uovo di Drago nel bagno dei prefetti e tanto altro ancora). Qualche incertezza nei controlli certo, ma nulla di cosi dannoso da rovinare l’esperienza, naturalmente consigliata principalmente ai fan della serie.

Voto: 7.6

Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Data di uscita: 2009 Versione testata: Playstation 3

Principe Mezzosangue back

Sia il mondo magico che quello babbano sono in serio pericolo: persone scomparse, uccise e gravi e inspiegabili incidenti nelle città, sono la prova schiacciante che Voldemort si sta muovendo nell’ombra, determinato a riprendere il potere e il controllo di entrambi i mondi. Nemmeno Hogwarts sembra il luogo sicuro che era un tempo, adesso pattugliato da difese magiche e Auror. Tutto questo non impedisce a Harry e ai suoi amici di vivere le gioie sentimentali dei sedici anni, tra amori, gelosie e spavalderie sul campo di Quidditch. Potter è ormai una celebrità, da tutti considerato il Prescelto, destinato a uccidere Voldemort una volta per tutte. Ma per sconfiggere il nemico sarà necessario conoscere il suo passato; per questo sarà vitale scoprire cosa nasconde il nuovo insegnante di Pozioni, Orace Lumacorno, cosa significano i ricordi nel pensatoio di Silente e che cosa sta architettando Draco Malfoy, che di tanto in tanto scompare dalla Mappa del Malandrino. Ma soprattutto conoscere la vera identità del Principe Mezzosangue, che ha reso Harry lo studente più abile in Pozioni ma anche padrone di incantesimi cosi terrificanti da vergognarsi lui stesso di conoscerli. Il Principe Mezzosangue rappresenta uno dei capitoli più oscuri della serie: nonostante la parentesi dei primi baci, l’atmosfera cupa e misteriosa è stata riprodotta fedelmente anche nel videogioco.

Hogwarts è come al solito liberamente esplorabile e ricca di segreti da scoprire. Questa volta però i combattimenti saranno più intesi, divertenti e soprattutto più frequenti rispetto al capitolo precedente. Gli incantesimi presenti sono praticamente gli stessi, ma questa volta più immediati e meno lenti nella risposta. Ritorna il Quidditch tra una lezione e l’altra: durante le partite a cavallo di una velocissima scopa, non dovrete fare altro che raggiungere e centrare i cerchi presenti nel campo, stando attenti agli ostacoli e ai giocatori della squadra avversaria. Vincere sarà un gioco da ragazzi, ma il coinvolgimento è assicurato per chi ha sempre sognato di recuperare il fatidico Boccino D’oro e far vincere Grifondoro. Molta attenzione è stata data alle lezioni di Pozioni: di tanto in tanto dovrete creare degli intrugli magici sempre più complessi, che dovrete mescolare, riscaldare o rendere più efficaci versando miscugli o ingredienti di varia natura. Il tutto entro un tempo limite. Il risultato è un’esperienza vincente nelle prime fasi di gioco, ma che risulta piuttosto ripetitiva dopo un po’. La longevità è inferiore rispetto al capitolo precedente, ma troverete come al solito tantissimi extra, come il club di Pozioni e quello dei Duellanti. Buona la colonna sonora, ma come al solito appena sufficiente il doppiaggio (le voci di Ron e di Bellatrix sono improponibili). La ripetitività di fondo ( scontri, pozioni e partite di Quidditch a non finire) penalizza in parte questo settimo capitolo, inferiore all’Ordine della Fenice, ma ugualmente degno di essere giocato dai fan della serie, che troveranno pane per i loro denti.

Voto: 7

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1

Data di uscita: 2010 Versione testata: Playstation 3

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1

I diciassette anni di Harry Potter non iniziano nel migliore dei modi: costretto ad abbandonare per sempre la casa degli zii, obbligato a vivere nell’ombra in quanto ricercato dal Ministero, ormai controllato da Voldemort, il protagonista e suoi due amici più fidati dovranno partire senza meta alla ricerca degli Horcrux, i contenitori dei pezzi di anima di Voldemort. Recuperarli e distruggerli sarà fondamentale per rendere il Signore Oscuro vulnerabile e sconfiggerlo una volta per tutte. La vita da latitanti non è facile e la morte di Silente e di Sirius Black hanno scoraggiato il trio di maghi, costretti a vivere alla giornata in balia del freddo, della fame, dei Ghermidori e dei Mangiamorte sempre in agguato. La ricerca degli Horcrux e la scoperta della leggenda dei Doni della Morte metteranno alla prova la stessa amicizia dei protagonisti, sconvolti dai tragici eventi che stanno colpendo il mondo della magia, e non solo. Per gli ultimi due capitoli della serie, EA ha pensato di affidarsi alle mani di Bright Lights, che ha deciso di scardinare totalmente i pilastri dei sei giochi precedentemente usciti e rendere questa serie di avventura dalle tinte fantasy un vero e proprio action in terza persona. Ritorna dunque la telecamera libera, necessaria per scovare oggetti segreti nascosti. Niente open world questa volta: il gioco è strutturato in brevi e lineari livelli contrassegnati da checkpoint e obiettivi da raggiungere. Pochissimo spazio quindi per l’esplorazione e la risoluzione di enigmi: il fulcro su cui ruota l’intera produzione sono gli scontri a colpi di bacchetta. Una volta impugnata e puntata la bacchetta, Harry potrà richiamare gli incantesimi (la maggior sono quelli conosciuti nei capitoli precedenti) e avere ragione contro gli avversari. Il nemico vince in potenza e in maggioranza numerica: di conseguenza sparare alla cieca comporterà la distorsione dei colori della schermata e il Game Over. Sarà dunque necessario sfruttare sapientemente i sistemi di copertura: Harry potrà infatti ripararsi dietro pareti, barricate e massi, per poi rialzarsi e colpire l’avversario al momento giusto. I nemici cambieranno di tanto in tanto gli incantesimi: di conseguenza, se ad esempio invocheranno il Protego, sarà necessario prima abbattere lo scudo e poi attaccare nuovamente l’avversario. All’atto pratico, il titolo risulta divertente nei combattimenti, che sono abbastanza intriganti, soprattutto quando il numero dei nemici aumenta o quando ai classici Mangiamorte si aggregano creature come gli Inferi, che non possono essere uccisi o i Dissennatori, che non vanno affatto sottovalutati. Dopo qualche ora di gioco però ci si accorge subito che la ripetitività (avanza lungo il livello, combatti e passa a quello successivo) si fa largo, spezzata di tanto in tanto da qualche semplice ma divertente enigma ambientale o dall’utilizzo del Mantello dell’Invisibilità. Tecnicamente sono da apprezzare la cura per i filmati di intermezzo e la realizzazione dei volti dei protagonisti, assolutamente fedeli agli originali. La grafica in-game senza infamia né lode svolge il suo dovere, fatta eccezione per rari ma imperdonabili bug, come le tanto odiate compenetrazioni poligonali, che costringono il più delle volte a riavviare l’ultimo checkpoint. Ottima la colonna sonora, grazie alle stesse superbe melodie del film. Mediocre il doppiaggio, che si trascina dietro le pessime voci delle ultime produzioni.

I Doni della Morte – Parte 1 prometteva scintille e tanto potenziale, ma si rileva sul banco di prova una mezza delusione: livelli brevi e lineari e una ripetitività di fondo si mescolano ad una trama raccontata bene e ad un gameplay intrigante solo nelle prime fasi di gioco, impreziositi da un comparto tecnico accettabile ma non privo di difetti. Consigliato solo agli irriducibili fan della serie che voglio concludere la saga anche con pad in mano.

Voto: 6.2

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Data di uscita: 2011 Versione testata: Playstation 3

Continua la disperata ricerca degli ultimi Horcrux da distruggere prima dello scontro finale con Voldemort: Harry, Ron ed Hermione sono più uniti che mai e determinati a mettere fine al dominio del Signore Oscuro. Tra draghi incatenati nelle viscere della Banca Gringott, il villaggio di Hogsmade pattugliato da letali Mangiamorte e Hogwarts che tanta in tutti i modi di rimanere in piedi contro gli attacchi del nemico, la battaglia finale esplode tra incantesimi e attacchi di creature oscure (lupi mannari, giganti, ragni e Dissennatori), in attesa dell’ultimo confronto tra il Bambino Sopravvissuto e Colui che non deve essere nominato. Il capitolo finale della serie segue anche questa volta la pellicola cinematografica, immortalandone i momenti più struggenti grazie a una buona narrazione (anche se un po’ sintetica e piatta in alcuni passaggi), una colonna sonora epica, una discreta cura per i filmati di intermezzo e un doppiaggio non sempre apprezzabile ma comunque decente. Il comparto tecnico ereditato dal titolo precedente sfoggia sia i pregi che i difetti del passato: buona la realizzazione degli scenari, dei nemici e dei volti dei protagonisti, un po’ meno buone le texture e le animazioni, non sempre convincenti nei movimenti.

Il gameplay non aggiunge quasi nulla di nuovo alla formula de I Doni della Morte -Parte 1: livelli brevi e lineari da superare checkpoint dopo checkpoint riparandosi dietro muri di cinta e pareti per attaccare al momento giusto con il solito repertorio di incantesimi (adesso più facili da richiamare e padroneggiare). Spassosa l’abilità di Harry di smaterializzarsi da un punto all’altro durante i combattimenti. Peccato che tale prodigio sia disponibile solo nell’ultima fase di gioco. La vera novità di questo ultimo capitolo risiede nella possibilità di impersonare ben otto personaggi della serie Harry Potter e rivivere cosi momenti salienti, come la distruzione del ponte per mano di Seamus e Neville o lo scontro tra Molly Weasley e Bellatrix Lestrange. Purtroppo ogni singolo personaggio non possiede singolari abilità e la differenza tra l’uno e l’altro risiede solo ed esclusivamente nell’estetica. La situazione peggiora irrimediabilmente quando ci si accorge che la ripetitività regna sovrana in maniera frustrante: l’intera avventura è composta solo e semplicemente da una serie interminabile di combattimenti caratterizzati giusto da qualche incantesimo speciale e da qualche azione specifica da compiere per raggiungere l’obiettivo, nulla di più. In tutto questo vi basteranno solo una manciata di ore per portare a termine l’avventura, alla fine della quale potrete dilettarvi con sfide extra divertenti ma non certo entusiasmanti. Il potenziale sfruttato male nel precedente capitolo si perde del tutto in questo epilogo, dove i combattimenti rappresentano l’inizio e la fine di questa produzione, impreziosita da una storia ben raccontata e un comparto tecnico e audio appena sufficienti. Purtroppo, la ripetitività di fondo che trasuda dal gameplay non può passare inosservata e penalizza non poco questa produzione, consigliata (a prezzo stracciato) solo ed esclusivamente a tutti coloro che hanno giocato il precedente capitolo e vogliono rivivere le gesta finali del loro eroe con la cicatrice.

Voto: 5.8

 

Lego Harry Potter

Anno di uscita: 2010-2011 Versioni testate: Playstation 3

Una piccola parentesi la apriamo per due piccoli capolavori che non fanno parte della serie principale, ma che omaggiano la saga all’insegna della comicità e del divertimento assicurato dai mattoncini. Stiamo parlando naturalmente di Lego Harry Potter: Anni 1-4 e Lego Harry Potter: Anni 5-7, sviluppati da Traveller’s Tales e prodotti sempre da EA. I due giochi ripropongono tutti i capitoli della serie: l’azione cede il posto all’esplorazione degli ambienti e alla risoluzione di enigmi contestuali e i combattimenti passano totalmente in secondo piano. Ben 160 sono i personaggi che si possono impersonare nel primi episodio (tra i quali Ron, Hermione e Albus Silente) .Ognuno di loro possiede naturalmente un’abilità specifica. L’atmosfera regalata dai libri e dai film rimane qui praticamente intatta e intervallata di tanto in tanto da momenti deliziosamente divertenti. Peccato per l’assenza di modalità multiplayer online.

Il secondo Lego Harry Potter potenzia la formula del suo predecessore grazie all’utilizzo delle pozioni: creare intrugli magici in maniera corretta vi porterà benefici, ma se sbaglierete il risultato sarà catastrofico. Anche la componente action è stata migliorata grazie all’introduzione dei duelli, semplici ma spassosi.

Se amate l’universo di Harry Potter non potete farvi sfuggire queste due piccole perle, che aggiungono all’atmosfera fantasy e alla magia un irresistibile fascino dovuto all’onnipresente humor dei mattoncini Lego, da assaporare a tutti i costi.

Voto per entrambi: 8

Articolo realizzato da Marco “Seth”Delle Fave

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