Alle mascotte piace fare festa, ed è assolutamente inutile nascondercelo. Per quanto tempo abbiamo visto il buon Mario recuperare tutti i suoi amici (e i nostri), tramutandoli nei concorrenti di alcune tra le sfide più pazze e divertenti di tutto l’universo videoludico? Ormai il terreno sembra consolidato, mettere una star su un tabellone pare la via migliore per raggiungere un facile successo con un buon risultato. Ma dopo i tanti esperimenti visti nel corso degli anni è giunta l’ora, oggi, di una nuova festa, la festa di quella che è forse da considerare come la prima mascotte giocosa mai creata: Pac-Man. Pac-Man Party 3D sarà sede di una gioia indimenticabile o non vedremo l’ora di fuggirne, come annoiati da un compleanno male organizzato?
Alla ricerca di gustosi biscotti
A quanto pare, Mr. Biscotto non riesce a dormire sogni tranquilli; qualcuno vuole rubare la nuova ricetta dei suoi biscotti e per sfuggire a questo dilemma decide di chiamare l’eroe della sua terra, Pac-Man, per fare da guardia alla ricetta… Pac-Man, ricevuto l’ordine tramite una lettera, accetterebbe di buon grado, non fosse che i quattro fantasmi, Blinky, Inky, Pinky e Clyde, non hanno la minima voglia di non scatenarsi in qualche furfantesco dispetto e rubano immediatamente la ricetta, costringendo Pac-Man a un forsennato inseguimento attraverso strani campi da gioco. Se la trama può risultare familiare ai più c’è una ragione che può spiegare tutto: Pac-Man Party 3D è un port copia-cabrone di Pac-Man Party su Nintendo Wii, con niente di più ma solo qual cosina in meno…
‘Monopolizzare’ feste più riuscite
La struttura di Pac-Man Party 3D non si distacca da quella dei classici party games: da due a quattro giocatori devono sfidarsi su un lungo tabellone, affrontando di tanto in tanto alcune prove nella forma di minigiochi e raggiungendo un obiettivo finale per poter vincere. Namco, fortunatamente, ha aggiunto qualche nuova regola, avvicinando lo schema di gioco a una semplificazione del noto ‘Monopoli’: ogni volta che un concorrente (a scelta fra Pac-Man, i quattro fantasmi e altri tre personaggi inventati da zero) arriva su una casella, questa si trasforma in un castello colorato; più castelli vicini si riescono a costruire più questi si fonderanno in gigantesche costruzioni per garantire al giocatore un maggior numero di biscotti quando ‘passerà dal via’ o transiterà su una delle proprie caselle. Se uno dei personaggi occupa una casella dove è già presente il castello di un altro giocatore sarà necessario regolare i conti attraverso uno dei cinquanta minigiochi presenti, anche questi tutti recuperati, senza diminuzioni o aggiunte, dalla versione per Nintendo Wii: in caso di vittoria, il giocatore attaccante otterrà il castello o il blocco di castelli occupato; nel caso perdesse, invece, sarà costretto a scucire all’avversario qualche biscotto, a seconda della grandezza del castello assediato. Invece di un regolare tiro di dado, il giocatore si muoverà secondo il risultato di un micro gioco, a volte fondato sull’abilità e altre sulla fortuna’ o potrà utilizzare degli stivali alati, che gli permetteranno di spostarsi a scelta da una ad otto caselle, per poi essere ceduti al giocatore che sta al gradino superiore della classifica. Da ultimo, su ognuno dei tre tabelloni (cinque nella versione originale) è presente un evento boss che, se attivato, potrebbe in parte riscrivere le sorti di una partita già scritta. Si tratta, nel complesso, di una leggera ed intrigante variazione rispetto ai classici Mario Party, solo per citare un nome, ma il tutto è gestito in maniera così mediocre da far rallentare tutti i ritmi di gioco, con scenette di intermezzo non evitabili, passaggi interminabili da un evento all’altro e tempi di caricamento da supporto ottico. Giocando con degli amici, per fortuna, il peso di questo ritmo lento finisce per essere percepito molto meno, come spesso accade, ma è in momenti come questi che si rivela un altro punto dolente di Pac-man Party 3D : non tutti i minigiochi, infatti, godono della stessa qualità e fantasia di realizzazione e il sistema di controllo ha risentito, in certi casi, nel passaggio tra le console. Citando, insomma, una emblematica frase del fantasmino Blinky: “Ho vinto e tu hai perso! E non è colpa del giocatore, è colpa del gioco!”; questa uscita, pur facendo sorridere, lascia quantomeno perplessi e basiti. Per fortuna, i minigiochi che soffrono di questo disequilibrio non sono troppi, e il titolo può essere giocato (pur con certi limiti) anche in modalità download con una sola scheda di gioco. Come ciliegina su una torta dal sapore amaro, Namco ha proposto tre suoi titoli classici, Pac-Man, Galaga e Dig Dug, con una eccellente emulazione dagli originali da sala giochi, da giocare in qualsiasi momento per un breve ma intenso tuffo nostalgico.
Su che console stiamo giocando?
Tutti sappiamo che, dopo una partenza solo discreta, il 3DS è riuscito a regalare grandi soddisfazioni mostrandosi con dei titoli che, specie per realizzazione tecnica, hanno poco da invidiare a certe potenti console da salotto. Guardando Pac-Man Party 3D , sfortunatamente, è difficile credere che la console di cui si parla sia la stessa: l’esplosione di colori rende il tutto più vivo ed affascinante, ma la realizzazione di cutscene, sfondi, scenari e personaggi (privi di animazioni nei volti) ricorda i primissimi tempi del Nintendo DS. La terza dimensione, non sempre sfruttata a dovere e, a volte, automaticamente disattivata dal gioco stesso, svolge il suo ruolo in maniera discreta, senza mai impressionare: un vero e proprio vezzo, insomma, quasi da ignorare solo per risparmiare le forze della batteria… Nulla all’orizzone per quanto riguarda la connessione ad internet e le funzionalità di Street Pass e Spot Pass, completamente dimenticate, e perfino la colonna sonora, nella sua eleganza e simpatia (la traccia techno che accompagna i crediti finali del gioco è eccellente e commovente, specie per i veri nostalgici), non riesce minimamente a distinguersi, diventando alla lunga pesante e ripetitiva.
Conclusioni
Pac-Man Party 3D è, senza ombra di dubbio, una festa problematica. Tutti vorremmo poter dire ‘trent’anni e non sentirli’, prima o poi, ma in questa occasione gioiosa non ne vediamo l’opportunità: anche se riesce difficile non rimanere affascinati dal carisma di questi storici personaggi, in una loro riproposizione moderna ma estremamente intrigante, la prosecuzione stantia di questo insieme ludico grava sull’esperienza del giocatore solitario e tutte le magagne di un prodotto copiato e incollato con poca premura finiscono per intaccare anche la più chiassosa delle partite con gli amici. Si gioca e si guarda, si muove lo stilo e si distoglie, con dispiacere, lo sguardo da un prodotto che è stato lanciato sul mercato saltando un necessario processo di raffinatura: molto meglio, a questo punto, andare con qualche amico in pizzeria e ricreare, lì per lì, la magia che ha generato l’idea stessa di questa meravigliosa mascotte, per ricordarla com’era e, certamente, non per quello che è ora. Pac-Man, in fondo in fondo, ti vogliamo bene lo stesso e abbiamo apprezzato l’invito: solo, la prossima volta, meglio che tu scelga un ‘catering ludico’ migliore.