Sono in giro da parecchi anni. I mattoncini colororati danesi ed i supereroi dei fumetti della DC, amici d’infanzia dell’adulto che s’appresta a scrivere la recensione di LEGO Batman 2: DC Super Heroes, l’ennesimo capitolo dell’interminabile sodalizio tra LEGO e altri brand d’intrattenimento.
La LEGO-terapia
Le obsolete meccaniche di gameplay già viste nei precedenti giochi di Traveller’s Tales tornano prepotemente in LEGO Batman 2. E poco importa se questa volta il dinamico duo è diventato un triumvirato supereroistico. Infatti, durante la quasi totalità dei 15 capitoli che costituiscono la modalità storia, il giocatore si vedrà costretto ad alternare il controllo del Cavaliere Oscuro, del Ragazzo Meraviglia e dell’Uomo d’Acciaio (e purtroppo, soltanto negli ultimi capitoli e nella modalità free roaming, i restanti membri della Justice League), nel tentativo di sventare le diaboliche malefatte dell’alleanza Joker-Lex Luthor. Tutto quello che farete pedissequamente è distruggere ogni cosa vi si pari dinnanzi, raccogliere le monetine blocchettose e sfruttare i mattoncini sparsi nei livelli per ricostruire elementi dello scenario indispensabili al proseguo dell’avventura: mille volte più rigenerante delle sporadiche sessioni sparatutto in prima persona sui binari che ogni tanto fanno capolino.
Anche i LEGO nel loro piccolo si arrabbiano
Al sistema di combattimento in LEGO Batman 2 è stata aggiunto un basilare e primitivo meccanismo di mosse finali (attivabili dopo aver letteralmente fatto a pezzi una serie di quattro o più nemici) che si differenziano a seconda del personaggio o del costume indossato. Dopotutto i videogiochi della serie di mattoncini colorati non si sono mai distanziati troppo dal connubio action-platform e questa macedonia di gameplay funziona, in virtù della possibilità di sfruttare appieno le abilità speciali dei beniamini dei fumetti americani, ciascuno munito di uno o più capacità indispensabili per interagire con specifici elementi dello scenario e risolvere piccoli enigmi ambientali, si pensi ai missili della tuta potenziata di Batman in grado di distruggere oggetti metallici luccicanti oppure all’abito anti-minacce chimiche di Robin munito di un’aspiratore per spruzzare liquidi. È indubbio l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori sotto il profilo tecnico e del design: le atmosfere oscure e gotiche di Gotham City accompagnate dalle celebri colonne sonore dei primi film dedicati al Cavaliere Oscuro e all’Uomo d’Acciaio, nonostante l’edulcorata aggiunta di humor leggero (gli spassosi siparietti animati che sfruttano la comicità infantile dei pupazzetti squadrati risulta ulteriormente impreziosita da dialoghi recitati in lingua inglese, che sostituiscono le vecchie gag di mugugni e risatine) permeano l’intera esperienza ludica. Al punto d’adombrare la legnosità di fondo dei personaggi (e relativi controlli, si pensi al fastidioso sistema di volo di alcuni supereroi e supercriminali) e l’estrema facilità del gioco (che penalizza la morte esclusivamente con la perdita di una manciata di monetine, a patto che il giocatore non utilizzi Superman, praticamente invulnerabile).
Il pezzo mancante nella scatola
Il LEGO, al pari dei videogiochi, permette un approccio tanto hardcore quanto casual. Perché ciò che riscatta interamente LEGO Batman 2 è nel complesso l’alto tasso di rigiocabilità necessaria per scovare e collezionare ogni segreto disseminato nella mappa principale (la città di Gotham costituisce l’ hub open world in scala ridotta del gioco) e i relativi livelli. Che si tratti di cittadini da salvare, mattoncini dorati o rossi (quest’ultimi per inserire i cheat dall’apposito menù) o frammenti di minikit che premiano il giocatore con ulteriori veicoli per scorrazzare liberamente per le strade e cieli di Gotham City. Una vera manna per chiunque sia affetto dalla sindrome da collezionismo compulsivo. E se proprio siete riluttanti all’idea di dover riaffrontare gli stessi livelli più e più volte, potete giocare insieme ad un amico, familiare o coinquilino attraverso una modalità cooperativa multigiocatore (purtroppo esclusivamente) locale con drop in istantaneo e una linea di demarcazione dello split-screen un po’ ballerina. Basterà ad accontentarvi?