Annunciato nel lontano 2007 da Namco Bandai Games e dallo studio interno Namco Bandai Tales Studio, pubblicato originariamente come esclusiva Nintendo Wii nel dicembre 2010, Tales of Graces si è da subito distinto per essere uno dei più interessanti giochi di ruolo giapponesi (Jrpg, in gergo) di questa generazione. Dodicesimo capitolo ufficiale della serie Tales of, è stato finalmente convertito e portato su Playstation 3 nel marzo 2012 (in Nord America) e dal 31 agosto dello stesso anno è finalmente approdato in Europa con il nome di Tales of Graces F. Andiamo a scoprire insieme cosa ha da offrire questo chiacchieratissimo Jrpg che tante lodi ha mietuto oltreoceano e non solo.
Amicizia, amore, dovere: la storia può cominciare
Non ci soffermeremo troppo sulla trama del gioco, tanto per evitare inutili spoiler quanto per dare a tutti la possibilità di apprezzare, di persona, il bel lavoro svolto dagli sceneggiatori di Namco. Asbel Lhant è il protagonista della storia, un ragazzo molto istintivo e passionale, di gran cuore ma altrettanta imprudenza. E’ l’erede di diritto che prenderà la guida dell’omonima città di Lhant. La vita di Asbel e della sua famiglia, però, vengono irrimediabilmente sconvolte quando Asbel e suo fratello Hubert – contravvenendo agli ordini dei genitori – si inoltrano in una foresta e si imbattono, per caso, in una misteriosa ragazza che soffre di una gravissima forma di amnesia. I due fratelli decidono di occuparsi di questa ragazza e di portarla a casa per assisterla, da qui si scatenerà una serie di eventi che trasformerà l’ordinaria vita della famiglia Lhant per sempre. Non è questa la sede per svelare altri dettagli, ma possiamo affermare che siamo rimasti profondamente colpiti dalle tematiche di amicizia, amore e dovere che vengono prima solo accennate o messe in scena senza troppi complimenti, e poi approfondite, arricchite da miriadi di sfaccettature che scrollano di dosso la sensazione di assistere a qualcosa di scontato e banale.
Cosa ci ha convinto tanto…
I punti di forza di Tales of Graces F si focalizzano su un comparto grafico che ? nonostante sia il risultato di un meticoloso lavoro di cesello dalla versione Wii ? riesce a rendere ogni scena degna di un film di animazione giapponese. I personaggi principali e gli immancabili Png (i personaggi-non-giocanti, definiti in gergo) godono di un buonissimo livello di dettaglio. Le comparse perdono qualche punto in più ma sono comunque ben fatte. Il fronte sonoro è indubbiamente quello di maggiore impatto emotivo, considerando l’ottimo lavoro svolto in termini di colonna sonora e l’eccezionale doppiaggio in inglese che restituisce il giusto "pathos" all’opera. Nulla di rivelante da segnalare sul fronte degli effetti sonori. Sul fronte meramente giocoso, si è di fronte al più classico dei Jrpg che si può idealmente dividere in due fasi: quella esplorativa e quella di combattimento. Nella prima fase vedremo il leader del gruppo muoversi nella mappa del mondo, ben riprodotta in tre dimensioni. Nella seconda fase, invece, la visuale si concentra sul campo di battaglia più ridotto, noi abbiamo esclusivo controllo sul personaggio selezionato e i personaggi gestiti dall’intelligenza artificiale si comporteranno rispettando le disposizioni eventualmente settate in precedenza. All’intelligenza artificiale è affidato anche il comportamento dei nemici, che sono tanto numerosi quanto vari, esponendoci al cambiamento di tattiche in base a chi ci troviamo davanti.
Il sistema di combattimento è mutuato dai predecessori della serie Tales of, opportunamente evoluto e perfezionato per garantire il massimo dell’immediatezza senza pagare nulla in profondità. Le azioni disponibili riguardano la possibilità di compiere mosse di combattimento, ogni mossa richiede un certo ammontare di "Chain-Capacity" (abbreviato in CC, in gioco). Questo valore, durante gli scontri, si esaurisce quando eseguiamo una mossa e si ricarica in brevi istanti, senza spezzare il ritmo dell’azione ma donandole più coerenza: è come se il personaggio, dopo alcune evoluzioni con la spada, prendesse fiato prima di eseguire un’altra sequenza di colpi. Le mosse di combattimento si dividono in due tipi: Assault-Artes (A-Artes) e Burst-Artes (B-Artes), le prime sono le mosse base, nonché le combinazioni di colpi più articolate. Le seconde possono essere riassunte come "colpi speciali", che tornano utili per far breccia nelle difese dei nemici più coriacei e resistenti.
Al di là delle fasi d’azione, siamo rimasti impressionati dalla quantità industriale di equipaggiamenti, armi, oggetti, collezionabili, materiali da forgia e una serie di opportunità di interagire con la grande mole di questi. In sintesi, ogni cosa che troviamo, guadagniamo e conquistiamo durante il gioco, può essere venduta, fusa insieme ad un’altra, utilizzata singolarmente o fatta convergere nel cosiddetto "Eleth", un potente mixer che accoglie un numero sempre crescente di oggetti, donandoci vantaggi tanto in fase di esplorazione, quanto durante le battaglie: in queste ultime, per esempio, le nostre azioni ne caricano una barra che, quando raggiunge il culmine, attiva una breve ma intensa modalità in cui ogni nostra azione è gratuita e non viene pagata in punti "CC".
Infine, come ogni gioco di ruolo che si rispetti, vi è il passaggio di livello che si innesca dopo aver superato un certo limite di punti esperienza richiesto. Oltre a questo vi è un vasto e complesso sistema di abilità e potenziamento degli attributi, qui chiamati "Titles", da evolvere, potenziare e padroneggiare con preziosi Skills-Points (SP) che vengono ottenuti alla fine di ogni incontro. I titoli hanno cinque livelli di potenza ed ogni livello innesca un bonus. Sta al giocatore selezionare il titolo più adatto al suo stile di gioco o all’impronta che si vuole dare ad un personaggio. Per esempio, un personaggio può essere dotato di un "Titolo" che ne potenzia le capacità di guarigione del party, mentre un altro viene dotato di forti vantaggi in combattimento all’arma bianca.
? e cosa ci ha convinto poco
Al di là dei facili entusiasmi che possono innescarsi, Tales of Graces F non è esente da qualche difetto che potrebbe far storcere il naso ai giocatori più esigenti. Prima di ogni cosa è evidente che ci troviamo di fronte ad una conversione da Wii e ce ne accorgiamo soprattutto durante l’esplorazione dei menu, ma questo è il dato più trascurabile. Quello che non lo è affatto è dover constatare che certi scenari, per quanto godano di eccezionale pulizia grafica, siano un po’ troppo scarni. Ecco dunque che un impressionante prato fiorito, magistralmente riprodotto in una scena di pura animazione giapponese, tornando in gioco diventi un tappeto verde con qualche ciuffo colorato a suggerire la presenza dei fiori.
Altro aspetto che ci ha lasciato leggermente perplessi è la piega che prendono certe battaglie. Più in là nel gioco, infatti, le schermaglie coinvolgono una decina di personaggi (tra party e nemici) e tra combo spettacolari, funamboli, evoluzioni, esplosioni colorate e rigenerazioni vitali, talvolta ci è capitato di perdere letteralmente la bussola, di non vedere più il nostro personaggio per qualche istante e di non avere la totale padronanza della situazione. Per fortuna, in nostro aiuto viene la mai troppo lodata pausa tattica per riportare tutto nel giusto ordine di idee.
Infine, il fattore da non poter assolutamente trascurare è quello che molto probabilmente potrebbe frenare la diffusione di questo grandissimo gioco in Italia: Tales of Graces F è totalmente localizzato in lingua inglese. Testi, descrizioni, doppiaggio, è tutto ben reso in lingua di Albione. Siete dunque avvisati del fatto che acquistare il gioco di Namco Bandai significa dar fondo a tutte le vostre conoscenze di inglese. Chi mastica la lingua di Shakespeare si accorge che tanto i testi, quanto i dialoghi, sono di facile comprensione e scritti in linguaggio molto scorrevole. Tutti coloro che quando vogliono godersi un GdR, sia questo nipponico oppure no, pretendono almeno che l’impressionante mole di testi sia tradotta in lingua di Dante saranno delusi.
Un acquisto quasi obbligato
Tales of Graces F è un gioco di ruolo giapponese che fonde magistralmente la cara, vecchia, adorata scuola nipponica di fare GdR a scelte di gameplay mai scontate o banali, unite ad una profondità e una vastità di gestione del party. E’ semplicemente un acquisto obbligato per tutti coloro che amano il genere Jrpg, a patto di padroneggiare bene la lingua inglese e di chiudere un occhio su alcuni sfondi tanto puliti quanto scarni. A nostro modesto modo di vedere, tra i tanti giochi di ruolo giapponesi apparsi sugli scaffali, Tales of Graces è certamente uno dei migliori, se non proprio il migliore di questa generazione, sotto diversi punti di vista.