Cosa è Splatoon? Per molti, specialmente chi ha avuto modo solo di ascoltare interviste e vedere filmati e singolari presentazioni, Splatoon è quel qualcosa che è apparso completamente a sorpresa alla fine della conferenza digitale Nintendo: uno sparatutto in terza persona pieno di toni accesi e vibranti dove due squadre di ragazzini capaci di tramutarsi in calamari devono sparare raffiche di inchiostro su pavimenti e pareti, trasformando il quartiere in un bicromatico arcobaleno di guerra. Insomma, tutto quello che uno sparatutto in terza persona, specialmente negli ultimi anni, non ha mai visto: colore, vivacità e rapida follia… tutte ragioni per le quali è interessate iniziare il quartetto di articoli sul Nintendo Showcase di Milano, tenutosi il 3 luglio, proprio da Splatoon. Nella stanza più grande, otto schermi e otto WiiU facevano splendere molti dei titoli presentati durante l’E3 ma, ogni mezz’ora circa, tutto si fermava per lui, per Splatoon: in quei momenti saliva la tensione, la rivalità tra le postazioni era palpabile, gli applausi e le urla continue e costanti. Così prende il via la nostra prima esperienza con il nuovo titolo Nintendo, con questi toni da sfida tra bande, tra gruppi di amici, tra classi della stessa scuola: tutti pronti, vernice nei fucili, è tempo di sporcare in giro, senza pietà.
Sensazioni inconciliabili?
“Attenzione, non premere ancora!”: questo è il richiamo dei ragazzi arruolati da Nintendo per guidarci nei giochi e che, una volta attivato Splatoon, diventavano i nostri superiori, i militari di grado maggiore. Bisognava combattere, noi eravamo soldati e strateghi, loro i nostri generali? La squadra non poteva soccombere! Premuti tutti insieme i tasti dorsali arrivava lui, il tutorial, la grande quiete prima della colorata tempesta: la leva analogica sinistra per muoversi, quella destra per aiutarsi a muovere l’inquadratura insieme al giroscopio (non immediatamente comodo ma precisissimo nei suoi doveri), tasto dorsale esterno destro per sparare, tasto dorsale esterno sinistro per diventare calamaro, poi si può saltare, da umani e non, e lanciare granate di vernice, capaci di sporcare grandi superfici; una volta imparati i controlli, il resto dello sforzo consisteva nel conoscere la mappa e sondarne ogni angolo per poter essere pronti a vincere i due round da due minuti disponibili nella demo in prova. Lo scopo principale delle squadre è quello di imbrattare quanto più pavimento possibile (le pareti possono essere sporcate per nuotarci dentro come calamaro ma non valgono nel conteggio finale del colore) entro il tempo prestabilito: la squadra che ha sporcato di più vince, semplice ed efficace. Il bello, assolutamente non spiegato passo per passo come vuole la tradizione Nintendo, sta nella possibilità di sperimentare con i vari usi dei colori e con la creazione di percorsi: studiare la mappa e conoscerne tutti i pertugi, capire come funzionano le grate, i vetri e le pareti, tutto torna utile per scegliere come muoversi, per viaggiare più rapidamente e conquistare la vittoria con maggiore efficacia. Sparare ai nemici non è di grande aiuto tranne che per il far perdere loro tempo prezioso (comunque non più di qualche secondo) e non offre chissà quali conquiste in termini di punteggio: il più dei punti lo si accumula imbrattando e, una volta riempita una linea apposita, si potrà scatenare il potere di un bazooka a tempo, capace di distruggere tutto quello che gli capita a tiro con un solo colpo, coprendo le superfici di colore con una certa efficienza. Quando si viene colpiti si ritorna alla base e in ogni momento ci si può teletrasportare vicino a un proprio compagno semplicemente toccando la sua icona sulla comoda mappa presente sul Gamepad, raggiungendo zone distanti dalla partenza senza perdere tempo a camminare o nuotare verso la destinazione. La maggior parte delle tattiche risiede nel ricaricare velocemente il proprio serbatoio di vernice, cosa che avviene di per sé automaticamente ma molto più rapidamente se si è trasformati in calamari in pozze del proprio colore, e nello sfruttare l’invisibilità totale che si ottiene mentre si è immersi nei colori della squadra: assaltare silenziosamente i nemici apparendogli proprio di fronte e facendo fuoco è fonte di una strana, quasi impagabile soddisfazione, specialmente se il tutto nasce non dalla fortuna quanto da una profonda conoscenza del territorio e delle meccaniche del gioco, meccaniche delle quali il tutorial spiega, come già detto, solo alcune basi superficiali? Tutto il resto è lavoro di cervello del giocatore, motore di raro utilizzo, di questi tempi.
Ma cosa ha aiutato, in quella stanza bianca, a fare in modo che tutto questo fosse ancora più godibile e divertente? La risposta è insieme felice e preoccupante: la gente, il senso di competizione, le urla, gli applausi? Tutte cose che, in una certa forma, si trovano anche in una bella sfida in locale? Ma come ci si può sfidare in locale se il Gamepad ha un ruolo così cruciale e ogni WiiU ne supporta uno solo? Splatoon, purtroppo, sembra non sfruttare altro che il Gamepad (a pensarci, altrimenti, sarebbe persino impossibile teletrasportarsi) e questo comporterebbe l’obbligo a giocarci online con amici o con sconosciuti ma mai sullo stesso divano: anche i presenti allo showcase, sfortunatamente, non sapevano dare una chiara risposta a riguardo. Forse arriverà una modalità Campagna per il singolo giocatore ma sulle partite in locale, se mai saranno possibili, è ancora tutto maledettamente buio. Per questo l’esaltante esperienza del Nintendo Showcase rischia di essere poco più di un irripetibile sogno: le meccaniche di Splatoon sono estremamente intelligenti, innovative ed euforiche ma cosa si rischia di perdere se l’online, magari pure con chat vocale o simili, è tutto quello che ci resta?
Colorare via la solitudine
Il primo impatto con Splatoon è quello di trovarsi di fronte a uno sparatutto vivido, da spallate tra amici, di piccoli e grandi insulti e di urla fameliche: nonostante tutto pare che, per cause ‘genetiche’, tutto questo rischia di non avvenire mai una volta che arriverà il prodotto finito, perlomeno non nella forma sperimentata al Nintendo Showcase. Cosa si inventerà Nintendo per portare il gioco in compagnia nella sua nuova creatura? Questo lo potrà dire davvero solo il tempo, noi possiamo solo sperare che quello che già parte benissimo possa diventare, col passare dei mesi, qualcosa di ancora migliore. Per Splatoon, per ora, è tutto qui, ci si rivede nei prossimi giorni con la seconda parte di questo speciale sul Nintendo Showcase di Milano: i nuovi protagonisti di Super Smash Bros.!