Lasciate ogni speranza o voi che provate

Rotolando di hall in hall con un carico consistente di caffeina e ore di sonno perse, il nostro profondo e radicato amore per l’autolesionismo ci ha imposto una sosta tanto anelata, quanto lungamente temuta. Come potevamo, infatti, lasciare il suolo crucco senza aver provato con mano Dark Souls III, stella dell’offerta Namco Bandai per questa Gamescom 2015 e fonte imperitura dei nostri proclami iconoclastici? No, infatti, non potevamo? porcaccia la miseria.

Lodeleth, affitti modici e vista da paura

La presentazione, rigorosamente a porte chiuse, ci ha permesso di mettere le mani sulla versione alpha già mostrata all’E3 e farci una prima idea sulla direzione presa da From Software per il terzo capitolo della saga. Vi anticipiamo che le nostre prime impressioni sono culminate in episodi tantrici di un certo tenore. Appena preso in mano il pad, ci siamo scoperti travolti da sensazioni familiari e da un altrettanto familiare brivido di rassegnato raccapriccio. Il mondo dark fantasy che abbiamo imparato ad amare e temere è ancora lì, davanti al nostro povero agnello sacrificale in armatura completa. Cieli color ocra sotto i quali strisciano, patetiche, creature difformi e grottesche, tra i merli di una fortezza la cui imponenza si abbatte sul giocatore con un costante senso di oppressione. Il panorama disegnato da From Software è, come al solito, incredibilmente suggestivo e ricco di dettagli, caratterizzato da atmosfere oscure e pesanti, più vicine a quelle del primo capitolo della saga che a quelle di Dark Souls II. Evidente l’intento di From Software di “pompare” il già citato senso di oppressione architettonica, aumentando fino a livelli colossali le proporzioni di edifici e strutture. L’area disponibile per il test, Le Mura di Lodeleth, è un insieme intrigato di fortificazioni e torrioni, popolato da un numero considerevole di non morti e oscenità senza nome. Il numero dei nemici ci è sembrato più elevato rispetto alla media della saga, forse per l’influenza del più frenetico Bloodborne, il cui ascendente è chiaramente percepibile nel sistema di combattimento di Dark Souls III. Tanto per cominciare, gli scontri ci sono sembrati più fluidi e dinamici, merito anche dell’accresciuta agilità del nostro avatar, capace di rotolare velocemente malgrado il peso dell’armatura indossata. Che l’epoca dei “fat roll” sia giunta definitivamente a termine? Dove in Bloodborne il tasto dorsale sinistro serviva a cambiare l’assetto dell’arma principale, in Dark Souls III lo stesso pulsante attiva un attacco speciale, diverso per ogni arma. L’attacco ha una sua utilità contestuale, ma la notevole efficienza assassina dei nemici, dotati di pattern d’attacco più vari e imprevedibili, costringe il giocatore ad un ritorno alle origini della serie, alle meccaniche di parry e backstab. Non lasciatevi infatti ingannare dalle sottili contaminazioni Bloodborniane, perché in Dark Souls III tornerete a farvela addosso dietro ad uno scudo rinforzato, in attesa che al nemico di turno passi la voglia di martellarvi incessantemente. A proposito delle Stance, le posizioni d’attacco speciali di cui From Sofware ha parlato nel corso della presentazione, abbiamo potuto testare con mano solo la Ready Stance della Spada Bastarda, culminante in una stoccata caricata e letale. La mossa ci è sembrata sufficientemente utile ma, in mancanza di termini di paragone, non possiamo sbilanciarci sull’effettiva utilità dello Stance System. Dal punto di vista tecnico il gioco ci è sembrato molto promettente, grazie a una gestione dell’illuminazione estremamente suggestiva, a texture e shaders molto più convincenti rispetto al passato. Anche i modelli tridimensionali dei nemici – come al solito ispiratissimi – e del personaggio principale, l’Eroe Oscuro, ci sono parsi splendidamente realizzati e piacevolmente “next-gen”. Come nella migliore tradizione Souls, anche la trama di questo terzo capitolo sarà un insieme contorto di vaghi riferimenti, note, descrizioni, battute sussurrate e giochi di parole, quello che noi appassionati definiamo con il termine generico di Lore. Sappiamo che il nostro protagonista sarà l’Eroe Oscuro, un personaggio le cui mire lo porteranno a scontarsi con i cosiddetti Lords of Cinder (qualcuno ha detto Gwyn?), antiche creature dotate di grande potere. Sappiamo anche che nel mondo saranno presenti diversi draghi, visto che nel corso della prova ne abbiamo incontrati tre, di cui due morti e uno poco incline al dialogo? sapete, fiamme e tutto il resto. A naso ci vien da pensare che Dark Souls III possa essere un prequel della saga, magari ambientato nel pieno della guerra tra i draghi e i giganti emersi dalle tenebre. Si tratta comunque di peregrinazioni mentali di scarso significato, specialmente considerando come, conoscendo i ragazzi di From Software, una tale contingenza non verrebbe comunque chiaramente esplicitata. La nostra prova con Dark Souls III si è conclusa, manco a dirlo, con una morte rapida e carica di imprecazioni invereconde. Il Boss della demo, una colossale creatura spettrale e afflitta, opportunamente dotata di una lunga lama fiammeggiante, ci ha rosolato le chiappe senza troppi sforzi, martoriandoci con una danza letale ed aritmica, di difficile lettura.

Concludendo…

Malgrado la debacle, non abbiamo potuto fare a meno di lasciare la sala con un sorriso di muto compiacimento. Dark Souls III potrebbe essere il sequel perfetto per la saga di From Software, e rappresentarne al contempo l’evoluzione e il ritorno alle oscure radici. Quella che abbiamo provato era solo un’alpha, è vero, ma qualcosa ci dice che questo terzo capitolo non ci deluderà.

Dita incrociate.