“The Deadly Tower Of Monsters: semplicemente IL film di fantascienza. Come dimenticare il capolavoro degli anni ’70, grandiosa e avanguardistica opera cinematografica firmata dal visionario Dan Smith?! Effetti speciali sbalorditivi, creature e mostri degne dei vostri peggiori incubi, una storia dalla profondità inarrivabile e un cast di attori capaci di guadagnarsi, grazie alle loro interpretazioni, un meritato posto tra i grandi del cinema. Dopo decenni, è finalmente ora di tornare su Gravoria: il cult torna con una nuova edizione speciale in DVD, con l’aggiunta di un eccezionale contenuto extra quale il commento del regista.”
Sembra niente male, vero?
Ma si sa come sono le pubblicità: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Grandi attori? Effetti speciali sbalorditivi? Storia dalla profondità inarrivabile?
Qualcosa non quadra. Eppure avevamo sentito certe storie…
C’è chi parla di interpreti presi dalla strada, farmacodipendenti, perennemente ubriachi sul set. Pupazzi volanti, vistosamente appesi a dei fili. Rasoi elettrici e forbici che si trasformano in armi letali. Squallidi tentativi di risparmio, tra i quali l’assunzione di scimmie nelle vesti di attori (eh già!) e il mancato inserimento di alcuni interpreti nei credits onde evitare qualsivoglia forma di retribuzione. Altri ancora raccontano di uno staff sfruttato ai limiti della legalità e pagato con pacchetti di noccioline, oltre che di una infinita serie di infortuni sul set (alcuni anche letali). Per non parlare di una scenografia semplicemente misera, con alberi di plastica e ridicoli palloni gonfiabili utilizzati al posto di massi e pietre. E la sceneggiatura? Per farla breve, i protagonisti non fanno che menare le mani per il 90% del tempo.
Sarà tutto vero o saranno solo malelingue degli invidiosi colleghi?
Vedere per credere. Buona visione.
PS: Benvenuti nell’universo del B-Movie!
Una scalata fino alle stelle
The Deadly Tower Of Monsters (DTOM d’ora innanzi) è l’ultima creazione di ACE Team, edito da Atlus. Si presenta come un action game con evidenti contaminazioni d’avventura e una piccolissima ma gradevole dose di free roaming, all’interno del quale il giocatore, in occasione della rimasterizzazione di un immaginario e attempato b-movie fantascientifico, ha modo di “rivivere in diretta” le eroiche gesta dei tre protagonisti della pellicola: Pipino Starspeed, Scarlet Nova e Robot.
Nell’arco delle circa quattro ore di gioco necessarie per completare la prima run (senza concentrarsi sulla raccolta dei collectables e sul raggiungimento di obiettivi extra), saremo accompagnati dal commento del regista Dan Smith (attraverso quella che si presenta come una fase ibrida di registrazione e ri-montaggio), contenente aneddoti inerenti il set e le singole scene, pareri personali sul cinema di oggi e su quello di ieri, testimonianze dei disperati tentativi di riduzione del budget, battute decisamente discutibili e freddure e continue giustificazioni atte a mascherare l’effettiva bassa qualità del film. Il risultato è semplicemente spassoso e costituisce un vero valore aggiunto per DTOM, arricchendolo con una forte sfumatura comica che si manterrà sullo stesso (buon) livello fino alla fine del gioco.
La semplicistica e caricaturale storia, puro pretesto e “condicio sine qua non” per riuscire a rappresentare all’interno di un videogioco alcune delle sfaccettature del cinema di fantascienza del passato, vede coinvolti i nostri tre eroi nel tentativo di rovesciare il governo dispotico presieduto dal padre di Scarlet Nova. Quello che è presentato come “villain” della storia, infatti, persegue nello sfruttamento delle scimmie, abitanti di Gravoria, facendole lavorare senza sosta fino a causarne la morte. Perché? Perché su questo pianeta ogni essere vivente che cessa di vivere finisce col tramutarsi in oro. In aggiunta a ciò, investe il suo denaro in terribili esperimenti (come per esempio la creazione di “dinosauri Ogm”) e nella costruzione di ambigui congegni di ogni tipo.
Per raggiungerlo, Pipino, Scarlet e Robot dovranno scalare la “Letale torre dei mostri”, altissima, colossale, affrontando un tortuoso percorso, in verticale, che li condurrà fino alle stelle, e, forse, verso la scoperta di nuovi segreti. Questa “Deadly Tower”, la principale location di gioco, è un ricettacolo di trappole, piattaforme mobili, tubi di trasporto, UFO-ascensori e innumerevoli altre stranezze che la rendono curiosa e caratteristica, sufficientemente varia e, nel complesso, ben riuscita.
Durante questa breve e nobile missione di liberazione, incontreremo orde di nemici pronti a fermarci: pipistrelli, piante carnivore, coccodrilli, simil-granchi e formiche giganti, uomini invisibili e chi più ne ha più ne metta. Non mancheranno, inoltre, scontri con boss giganteschi e minacciosi, probabilmente più ingombranti che letali. Per difenderci, avremo a disposizione una vasta scelta di armamenti, reperibili proseguendo con l’avventura. Potremo equipaggiare due armi bianche (da mischia) e due pistole. Si passa da spade laser, fruste, mazze, manganelli elettrici, a lanciafiamme, mitragliatrici al plasma e lanciamissili: ce n’è per tutti i gusti. In aggiunta a questo va segnalata la presenza di mosse speciali, a utilizzo limitato (si ricaricano in breve tempo), variabili a seconda del personaggio utilizzato. A tal proposito, è opportuno sottolineare che sia le armi equipaggiate sia il personaggio in uso possono essere sostituiti interagendo con appositi terminali sparsi per tutto Gravoria.
In aggiunta ai suddetti, si segnalano altri due dispositivi utili per migliorare l’equipaggiamento (utilizzando i soldi ottenuti eliminando i nemici e gli ingranaggi raccolti lungo il percorso) e per potenziare i personaggi con bonus permanenti (vita, energia delle armi, rigenerazione, e così via). Dato l’elevato numero di nemici che saremo costretti ad affrontare, i combattimenti sono molto frenetici, ma non impegnativi. The Deadly Tower Of Monsters, infatti, non è un videogioco difficile, né prova a esserlo: le “munizioni”, per così dire, sono infinite e le armi bianche infliggono pesantissimi danni se potenziate. Non mancano poi occasioni per ricaricare i punti vita e, anche in caso di cadute, potremo utilizzare il nostro jetpack o teletrasportarci prontamente al piano dal quale siamo accidentalmente cascati. Nel malaugurato caso in cui i nemici dovessero poi avere il sopravvento su di noi, ripartiremo da postazioni vicinissime: sono infatti tantissimi i checkpoint (le parabole satellitari) disseminati lungo la mappa. A tal proposito è importante sottolineare che, qualora decidessimo di girovagare alla ricerca di ingranaggi d’oro o altro, perdersi sarà praticamente impossibile grazie alla possibilità di usare il teletrasporto per spostarsi in qualsivoglia zona già visitata.
Per quanto riguarda poi l’aspetto grafico, DTOM si attesta su livelli accettabili. Il motore di gioco è leggero e non ci sono problemi o cali di frame da segnalare. È comunque indubbio che quello in oggetto non sia un prodotto che fa affidamento sulla tecnica quale punto forte. Gradevole ma non eclatante la colonna sonora (in pieno stile “fantascienza di serie B”, a parte rare eccezioni), valido e intuitivo il sistema di comando, facile da padroneggiare già dopo una manciata di minuti (si consiglia l’utilizzo di un pad).
Un’ode alla fantascienza: una manciata di pellicole
Quello che DTOM contiene al suo interno è un mare di riferimenti che non possono che renderlo un grandioso omaggio alla fantascienza, specificamente quella post anni ’50, arrivata, col senno di poi, a ritagliarsi uno spazio, raggiungendo una condizione di autonomia e specificità sintetizzabile in tre parole: “cinema di genere”.
Il caso più lampante può sicuramente essere ricercato nel meraviglioso “Il pianeta proibito” (1956), di Wilcox: è sufficiente dare un’occhiata alla locandina per rendersene conto. Il Robot di DTOM, inoltre, ricorda molto il celebre Robby (“Avete un bel clima qui. Alto contenuto di ossigeno.” – Robby: “Lo uso raramente, Signore. Favorisce la ruggine!”), grande “produttore di whisky”.
Oltre a questo, numerose sono le affinità a livello di trama. Per non parlare poi, di una certa somiglianza tra il “mostro” del film e uno dei nemici presenti in DTOM (giocare per credere). Tralasciando poi i casi palesi che le scimmie e il primo boss possono facilmente suggerire, tra le fila dei nemici trovano spazio altri possibili legami, come per esempio “La piccola bottega degli orrori” (1960), di Roger Corman, “Assalto alla terra” (1954), diretto da Gordon Douglas o magari “L’esperimento del dottor K” (1958) di Kurt Neumann, del quale poi è stato prodotto (oltre che un sequel) un remake, probabilmente più famoso, “La mosca”, (1986) diretto da Cronenberg.
E non finisce qui, perché tra le mostruosità che vi attendono si nasconde anche una specie di ibrido, collocabile a metà tra il “Il mostro della laguna nera” (1954) di Jack Arnold e quella forma di vita extraterrestre che compare nel film “La cosa da un altro mondo” (1951) diretto da Nyby, poi superato nettamente, quanto a fama, dal remake “La cosa” (1982) di Carpenter. E questa è solo la scorza: esplorate Gravoria con attenzione e scoprirete quanto grande cinema è nascosto all’interno di questo videogioco.
Concludendo…
The Deadly Tower Of Monsters, seppur in chiave comica, è una meritata ode a trent’anni (o forse anche di più) di cinema di fantascienza. Acquisto obbligato per gli amanti del genere, che rimarranno piacevolmente sorpresi dai numerosissimi riferimenti presenti, talvolta espliciti, talvolta ben nascosti. Proprio la suddetta carica umoristica, incentrata sulle debolezze e le precarietà delle produzioni a basso budget tipiche del passato, costituisce il punto forte dell’opera di ACE, rendendola spiritosa, coinvolgente e narrativamente originale.
In conclusione, DTOM ha carattere da vendere, nonostante, a livello prettamente ludico, non presenti contenuti particolarmente innovativi o degni di nota.
Trattasi comunque di una piacevole sorpresa, per un titolo che da una parte opta per una tipologia di gioco adatta pressoché alla totalità dei giocatori, dall’altra sceglie un tema, cinematograficamente parlando, per pochi.