Affari spaziali

Da un’idea di Soren Johnson, programmatore e game designer in grado di vantare importanti collaborazioni con Firaxis ed Electronic Arts, ecco Offworld Trading Company, titolo d’esordio di Mohawk Games. In un futuro non troppo lontano, l’umanità ha cominciato a colonizzare il pianeta Marte, fondandovi le prime colonie e dando così il via al suo popolamento. Le maggiori aziende e multinazionali, ovviamente, hanno fiutato l’affare e non sono rimaste con le mani in mano, finanziando la costruzione di una serie di insediamenti di proprietà, in maniera tale da poter avviare la raccolta delle risorse del pianeta rosso. Ha così ufficialmente avuto inizio una nuova fase espansionistica del mercato, di respiro interplanetario.
In sviluppo dal 2013, su Steam in Early Access da febbraio dell’anno scorso (con circa 80.000 copie vendute), Offworld Trading Company ha finalmente raggiunto la sua release definitiva.

Scopriamo insieme come si comporta il gioco nella nostra recensione.

Offworld Trading Company

Le modalità di gioco di Offworld Trading Company

Cominciando con un’analisi del “parco modalità”, notiamo che OTC pare in grado di offrire un’esperienza di gioco sia single player che multigiocatore.
Per quanto riguarda la prima, si segnala la presenza di un tutorial completo, capace di accompagnare il giocatore lungo i primi passi, avviandolo così verso una veloce comprensione delle meccaniche di gioco. A questo vanno ad aggiungersi una modalità schermaglia, che ci permetterà di giocare partite completamente personalizzate (difficoltà, dimensioni e tipologia di mappa, numero di partecipanti e regole di gioco), un’altra denominata “Sfide giornaliere” (con nuove prove disponibili ogni giorno) e infine un’immancabile modalità campagna. In quest’ultima potremo fondare da zero la nostra azienda, con l’obiettivo di renderla la più potente delle compagnie presenti su Marte, sbaragliando la concorrenza partita dopo partita.
In ambito multiplayer, si segnalano due differenti tipologie di “scontri”: classificati e non.
Non dimentichiamo infine la curiosa modalità replay, tramite la quale sarà possibile visionare le nostre precedenti partite, osservando con attenzione le mosse degli avversari e cercando di individuare i nostri errori, in maniera tale da non ripeterli una seconda volta.

Offworld Trading Company

Concorrenza spietata

Offworld Trading Company si presenta come un videogioco di strategia in tempo reale incentrato sulla gestione delle colonie in un’ottica prettamente economica.
Il giocatore, all’inizio di ogni partita e indipendentemente dalla modalità scelta, avrà il compito di individuare un punto esatto ove fondare il proprio quartier generale, decisione che dipenderà dalla maggior o minore presenza di minerali nel terreno. Appena fatto ciò, sarà possibile edificare le prime strutture per dare inizio alla raccolta delle risorse, quali ferro e acciaio, acqua, alluminio e carbone. Una volta immagazzinate poche unità dei beni suddetti, sarà il momento di concentrarsi sulla produzione di prodotti chimici ed elettronici, vetro e cibo, ottenibili tramite appositi edifici.
Nell’espandere la nostra colonia, sarà fondamentale non trascurare la copertura energetica: ogni struttura consuma infatti uno specifico quantitativo di energia che dovremo sempre soddisfare edificando pannelli solari o centrali geotermiche a sufficienza, onde evitare di accumulare massicce quantità di debiti. Un aspetto interessante di Offworld Trading Company è da ricercare nel fatto che l’immagazzinamento di ogni risorsa non avviene con il fine primario di usufruirne, bensì con quello di venderla. Ebbene si, dato che il giocatore, attraverso un’apposita interfaccia, potrà usufruire ininterrottamente del “mercato globale”. Così facendo, sarà possibile vendere e acquistare qualsivoglia prodotto, la cui quotazione subirà continui cambiamenti a seconda dell’andamento dei mercati. Mentre ci occuperemo di tutto ciò, ovviamente, dovremo abituarci a “convivere” con i competitors. A tal proposito, è bene chiarire che in Offworld Trading Company non trova spazio alcuna componente militare: non ci sono armi, soldati o battaglie. Solo scontri a suon di bigliettoni, titoli azionari e “colpi bassi” tramite il mercato nero. Secondo questo principio, due sono le metodologie con le quali potremo annientare la nostra concorrenza: la prima, presente nella modalità campagna, consiste nell’aumentare il valore delle nostre quote azionarie scenario dopo scenario, accumulando capitale e fornendo sempre più di posti di lavoro ai coloni (acquistando moduli adibiti ad abitazione, ufficio e laboratorio).
In caso di schermaglie e multiplayer, la meccanica di gioco sarà invece differente, in quanto adeguata per una partita unica: dovremo infatti acquisire direttamente i pacchetti azionari delle aziende concorrenti cercando di ottenerne la quota di maggioranza. Logicamente, il costo delle azioni sarà sempre molto elevato, e solo disponendo di ingenti fondi potremo permetterci l’acquisto.
Il tutto si riassume dunque in una “corsa al capitale”: chi prima diventa ricco, prima compra (e vince).
Dal punto di vista puramente ludico, già dopo poche partite risulta evidente quanto l’ago della bilancia del gameplay di OTC, in sintesi, risieda nel riuscire a impossessarsi delle giuste risorse. Per fare un esempio, se la mappa di gioco dispone di scarsissime riserve d’acqua, è assai probabile che la sua quotazione sul mercato raggiunga in breve tempo cifre decisamente importanti. Di conseguenza, ottenerne il monopolio non potrà che portarci a ottenere una posizione di netto vantaggio su tutti i nostri competitors. Viceversa, se la mappa si presenta ricchissima di ferro, è certo che questa risorsa non potrà in alcun modo costituire una merce di valore.
Una filosofia coerente e interessante, che di sicuro comporterà uno stile di gioco obbligatoriamente improntato sulla velocità.

Offworld Trading Company

Una modalità campagna non all’altezza della situazione

Una delle principali carenze di Offworld Trading Company, purtroppo, risiede nella sua modalità campagna.
In verità, essa è capace di risultare anonima sin dai primi momenti, con una scalata al successo che semplicemente non appassiona, forse anche in funzione di una pressoché totale “non caratterizzazione” dell’esperienza. Infatti, dopo aver selezionato niente di più che la tipologia di insediamento (tra le quattro disponibili) e la difficoltà di gioco, ci ritroveremo ad affrontare quella che è una lunga serie di schermaglie dalla difficoltà variabile, nella quale periodicamente la compagnia con il minore valore azionario verrà eliminata dalla “piazza”. Tra una partita e l’altra, potremo spendere i crediti accumulati per acquistare potenziamenti e strutture extra. Ecco spiegata, in qualche riga, la principale modalità single player di OTC.

È superfluo dire che a queste condizioni molto probabilmente la maggioranza dei giocatori preferirà optare per le schermaglie, o ancor più facilmente per il gioco online, tralasciando in toto questa discutibile modalità. Come dar loro torto?

Offworld Trading Company

Concludendo…

Offworld Trading Company ci è parso un prodotto desideroso di costituire qualcosa di differente e ricercato, differenziandosi così dalla massa dei videogiochi strategici. Certamente, la decisione di rinunciare in toto a una componente militare a favore invece di un’impronta totalmente gestionale non può che risultare interessante. Non fatevi trarre in inganno: pur senza armi, la concorrenza tra le aziende di OTC è comunque spietata, e online, con il giusto supporto e una community adeguata, Marte potrebbe diventare un vero e proprio “campo di battaglia”.

Nel complesso, il gameplay del titolo di Mohawk Games è solido e coinvolgente, non immediato da padroneggiare ma comunque non troppo ricercato, per un risultato che strizza l’occhio a una vasta fetta di giocatori, forse anche più di quanto non fosse nei piani degli sviluppatori.

Un vero peccato che i punti deboli di questo titolo risiedano proprio ove non dovrebbero: una campagna a dir poco sottotono, una palette di modalità che non può essere ritenuta adeguata e sufficientemente varia, in aggiunta a un prezzo decisamente troppo elevato (quasi quaranta euro), sono elementi che inevitabilmente finiscono col condizionare fortemente la valutazione complessiva di questo prodotto.

CI PIACE
  • Nel complesso, un valido strategico di stampo economico-gestionale
  • L’assenza di una componente militare non solo non grava sulle meccaniche del gameplay, ma dona al titolo una certa originalità.
  • Il mercato globale è una feature di gioco davvero ben riuscita.
  • Buon livello di difficoltà.
NON CI PIACE
  • Penuria di modalità di gioco.
  • Modalità campagna anonima, sottotono e poco originale.
  • Prezzo eccessivo.
Conclusioni

Nel complesso, il gameplay del titolo di Mohawk Games è solido e coinvolgente. Tuttavia, i punti deboli di OTC risiedono proprio ove non dovrebbero: una campagna a dir poco sottotono, una palette di modalità che non può essere ritenuta adeguata e sufficientemente varia, in aggiunta a un prezzo decisamente troppo elevato (quasi quaranta euro), sono elementi che inevitabilmente finiscono col condizionare fortemente la valutazione complessiva di questo prodotto.

7Cyberludus.com

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"Gino" per gli amici. Studente di Lingue e Culture dell'Asia, è appassionato di cinema, musica, viaggi e videogiochi. Conduce un'esistenza solitaria da qualche parte sui bricchi, ove ancora l'unico mezzo di comunicazione consiste nell'uso di piccioni viaggiatori.

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