Quattro passi sul pianeta rosso

È da poco disponibile nei negozi The Technomancer, opera ultima dello studio di sviluppo francese Spiders, conosciuto al grande pubblico per action rpg come Bound by Flame e Mars: War Logs, titolo con cui The Technomancer condivide l’universo narrativo e l’ambientazione marziana. Ora, in attesa di portare a termine la campagna principale del titolo e potervi così offrire un parere completo sul gioco in questione, permetteteci di condividere con voi le nostre impressioni dopo una quindicina d’ore passate in compagnia di The Technomancer. Vi anticipiamo che, per il momento, non possiamo certo ritenerci entusiasti per l’esperienza offerta dall’ultimo gioco di ruolo targato Spiders.

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Il mio nome è Mancer, Zachariah Mancer

The Technomancer cala il giocatore nei panni di Zachariah, l’ultima aggiunta alla schiera dei “tecnomanti”, un gruppo di guerrieri d’elite dotati di misteriosi poteri elettrici, la cui origine è sconosciuta ai più. Per farla breve, siete una sorta di dinamo vivente, addestrato a diversi stili di combattimento e ambito come strumento di morte deambulante dalle diverse fazioni del mondo di gioco. Pur non potendo sbilanciarci in valutazioni di massima sull’offerta narrativa di The Technomancer (non avendo portato a termine la campagna), nelle 15 ore di gioco finora accumulate abbiamo constatato che raramente il titolo Spiders risulta all’altezza del fascino della sua premessa fantascientifica. Quest principali e secondarie scorrono senza vero mordente, fallendo nell’esprimere appieno il potenziale da “space opera” del titolo. La scarsa caratterizzazione di buona parte dei membri del cast rende inoltre piuttosto difficile stabilire un legame con i personaggi, e influisce negativamente sull’immersione del giocatore nelle vicende che li vedono protagonisti. Nulla di tragico, badate, ma l’assenza di momenti realmente memorabili rende l’esperienza piuttosto piatta e porta il giocatore, il più delle volte, a “subire” la narrazione. Anche le scelte che il giocatore si trova a operare nei panni di Zachariah risultano deboli e scarsamente rilevanti, fatta eccezione per una manciata di svolte significative. In generale, la trama di The Technomancer manca di offrire al giocatore la giusta sensazione di epicità che sarebbe lecito aspettarsi da un gioco di ruolo con protagonista un cazzutissimo marziano spara-fulmini.

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Pinocchio, is that you?

Sebbene The Technomancer offra al giocatore la possibilità di utilizzare diversi stili di combattimento e un’ampia gamma di poteri “tecnomantici” per avere la meglio sugli avversari, il combat system soffre degli stessi problemi riscontrati nelle passate produzioni di Spiders. Il combattimento risulta infatti impreciso, legnoso e mal bilanciato, con una gestione delle collisioni approssimativa e una telecamera che potremo definire “ostacolante”. Buono il sistema di crafting e di personalizzazione degli equipaggiamenti, peccato che la debolezza del comparto tecnico (su cui torneremo più avanti) renda le possibili variazioni estetiche tutt’altro che accattivanti. Discutibile la scelta di non offrire al giocatore la possibilità di utilizzare alcuna forma di “viaggio rapido” all’interno dei grandi hub che compongono il mondo di gioco, assenza che costringe ad un continuo – e talvolta estenuante – backtracking. Il sistema di progressione del personaggio segue piuttosto fedelmente gli standard di genere, con alberi d’abilità, caratteristiche fisiche e mentali da aumentare ogni tot livelli, e talenti speciali che facilitano la vita del giocatore durante l’esplorazione e garantiscono l’accesso a particolari opzioni dialogiche. Il tutto funziona come da copione, sebbene alcune build (quelle legate allo stile di combattimento con il bastone, ad esempio) risultino fin troppo vantaggiose rispetto ad altre. Tutt’altro che entusiasmante anche il sistema “morale” del gioco, sostanzialmente privo di zone grige e scarsamente influente sulle dinamiche  narrative del titolo. In generale, il gameplay di The Technomancer rispetta i canoni del genere a cui appartiene, ma fallisce nel trovare una propria dimensione originale e ancor peggio, non riesce a distaccarsi dalla sostanziale mediocrità delle precedenti produzioni Spiders.

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Anima old gen

Il vero tallone d’Achille di The Technomancer è rappresentato dal suo comparto tecnico, drammaticamente datato. Dal punto di vista grafico, l’ultimo gioco di Spiders è in ritardo di una generazione, tra texture sgranate, animazioni legnose, ombre seghettate, personaggi con la varietà espressiva di una frittura di paranza e shader orribilmente “plasticosi”. A completare questo quadro tutt’altro che esaltante abbiamo un’ottimizzazione che, almeno su PC, offre prestazioni altalenanti anche su macchine di fascia alta, con cali di frame rate a volte ingiustificabili, specialmente considerando le caratteristiche del comparto grafico. La situazione non migliora sul fronte sonoro, con musiche orribilmente ripetitive e generalmente fuori luogo, accompagnate da un doppiaggio tutt’altro che convincente.

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Concudendo…

Pur non essendo ancora in grado di offrirvi un parere definitivo su The Technomancer, quanto visto finora ci spinge a consigliarvi di attendere qualche ancora tempo prima di portare a casa il gioco. Magari quanto basta per dare un’occhiata alla nostra recensione completa.

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