Con Adr1ft abbiamo la possibilità di andare nello spazio. Che fate, venite con noi?

Non stiamo a raccontarci palle, quello di andare nello spazio è un po’ il sogno di tutti noi. E’ un’idea che nasce così, dal nulla. Cresci, ti chiedono “Cosa vorresti da fare grande?“, e rispondi “L’astronauta“. Prima o dopo “Il calciatore” importa poco. Lo studio di sviluppo Three One Zero ci porta lassù, ora che siamo grandi, ora che abbiamo capito che non è poi così facile fare l’astronauta per davvero. Ma in una cosa non cambiamo noi videogiocatori: ci piace sognare, e Adr1ft ci permette di farlo, ancora una volta.

Adr1ft ci cala nei panni del comandante Alex Oshima, unica sopravvissuta a un incidente che ha distrutto la stazione spaziale orbitante. A quasi 400 chilometri da terra. Risvegliatasi di soprassalto, con l’ossigeno in esaurimento, Alex dovrà “galleggiare” a gravità zero con lo scopo di capire cosa è successo, vagando tra rottami che si perdono lontani nel vuoto abissale dell’universo, con una sola speranza a tenerla in vita: tornare a casa.

 

Adr1ft

 

Un’esperienza pensata esclusivamente per Oculus Rift?

Adr1ft, al contrario di quello che si possa pensare, è un po’ di più di una semplice “tech demo”, ovvero un titolo pensato esclusivamente per mostrare le capacità di una nuova tecnologia (quella dei visori per la realtà aumentata, appunto). Contraddistinto da un ritmo molto, molto lento, il titolo si fa subito apprezzare per un’elevatissima qualità grafica, sia per quanto concerne le texture, sia per la riproduzione della fisica di gioco. Il sole acceca, le stelle brillano lontano tutte intorno e, appena sotto di noi, la Terra, riprodotta in maniera fantastica, ci offre una vista invitante e mozzafiato. Galleggiare tra i rottami della stazione spaziale, ad un passo dal vuoto assoluto, che sia con il visore o senza, è un’esperienza che qualsiasi videogiocatore dovrebbe provare almeno una volta nella vita. Adr1ft si concentra proprio su questo aspetto. Vi fa sentire piccoli, insignificanti a cospetto dell’universo e il sistema di controllo, con visuale in prima persona, è intuitivo e funzionale. Con i dorsali ci si sposta in su o in giù, con i grilletti si ruota, con la levetta sinistra si decide la direzione verso la quale spostarsi e con quella destra ci si guarda intorno (in mancanza del visore, s’intende). Gli unici elementi interattivi sono le porte, da aprire manualmente tramite apposito comando, e le bombole di ossigeno, da raccogliere avvicinandosi ad esse (cosa che, almeno all’inizio, non è così facile come potrebbe sembrare).

 

 
Questo titolo, però, non è soltanto un vagare senza meta. Ha una sua trama, anche abbastanza articolata, che si dipana lentamente tra una missione e l’altra, per un totale di circa 5 ore di gioco. Non sono presenti scene di intermezzo, soltanto file audio ed email che offriranno al giocatore gli elementi necessari per ricostruire i fatti narrati. La struttura delle missioni, però, è povera, se consideriamo Adr1ft da un punto di vista esclusivamente videoludico. Nella maggior parte di casi al giocatore viene richiesto di andare da un punto A a un punto B, con qualche raro puzzle, di semplice risoluzione, nella continua ricerca di ossigeno per poter sopravvivere.

Quindi, per rispondere alla domanda, no, il VR non è obbligatorio, sebbene sia da preferire per la natura stessa del titolo. Adr1ft può essere giocato in maniera classica, senza visore, portando avanti la trama di gioco, seppur molto lentamente. Con l’utilizzo di un Oculus Rift il giocatore sarà sicuramente portato ad esplorare gli ambienti ricreati, riuscendo a ignorare del tutto il filo narrativo, grazie alla presenza della modalità “libera”, dove ogni tipo di missione viene eliminata.

 

Adr1ft

 

Adr1ft: un Survival a gravità zero

Abbiamo incasellato Adr1ft nel genere delle avventure, perché vagare nello spazio, a gravità zero, è sicuramente un’avventura pazzesca, indimenticabile. In realtà, il titolo di Three One Zero strizza un po’ l’occhio anche al genere dei survival, dal quale prende un pizzico di senso di angoscia (la continua corsa all’ossigeno, prima che si esaurisca) e una certa confidenza con il concetto di morte. Come lo sguardo di una falena è catturato dalla luce, così verrete attratti voi al di fuori della stazione speziale che vaga, ormai in pezzi, in orbita sul nostro pianeta. Persi nell’osservare il vostro piccolo mondo, vi accorgerete di quanto possa essere facile allontanarsi quel tanto che basta da perdere ossigeno, stazione spaziale e vita, in pochi secondi. Adr1ft ha una “cattiveria” tutta sua, ammalia la vista come una sirena, toglie il fiato come un’onda che colpisce in pieno petto senza che ve ne rendiate conto. In questo titolo si è costantemente sul filo del rasoio, il pensiero fisso all’aria (poca) e al voler esplorare lo spazio (molto) profondo. Vi sentirete piccoli, schiacciati dall’immensità del vuoto che vi circonda, ma ricordate che prima di oggi, prima di finire su queste pagine, a leggere questa recensione, prima di capire come accendere una console, eravate piccoli, ma niente poteva farvi paura. Sapevate di poter volare, tra le stelle, nello spazio. Quel sogno, l’astronauta, oggi un po’ si realizza. Virtuale o meno, ha comunque a che fare con il concetto di realtà. Chiusi nella vostra stanza, tornerete a sognare, tra stelle a pianeti. Indossate il casco, chiudete la tuta. Adr1ft merita qualche notte del vostro tempo.

 

Adr1ft

 

Concludendo…

Non una semplice tech demo, Adr1ft è stato senza dubbio pensato per mostrare le potenzialità della realtà virtuale, ma ha una sua precisa identità. Contraddistinto da un ritmo molto lento, sotto tutti gli aspetti, anche per quel che concerne lo sviluppo della trama (più profonda di quanto potreste immaginare), regala emozioni uniche. Il sistema di controllo è ben studiato, l’impatto grafico è notevole e la gestione della fisica, a gravità zero, è assolutamente impeccabile. Vi ruberà qualche settimana del vostro tempo, non di più, perché tende, per sua stessa natura, a risultare ripetitivo. Se avete sempre sognato di andare nello spazio, sappiate che non ci andrete mai più vicini di così (a patto che non siate stipendiati dalla NASA).

CI PIACE
- Galleggiare nello Spazio profondo mette i brividi!

- La qualità grafica è notevole

- La trama è interessante, più di quanto si possa pensare
NON CI PIACE
- Due sole modalità: storia e navigazione libera

- Longevità molto bassa (circa 6 ore al massimo)

- Dà il massimo con un visore per la realtà aumentata (sebbene sia possibile giocarci senza)
Conclusioni
Adr1ft ha una trama, ha un grandioso comparto grafico e tecnico e ci porta nello Spazio profondo, per farci vivere un'avventura che, seppur breve, vale la pena di essere vissuta. Il titolo di Three One Zero non può però andare oltre la sufficienza, perché i contenuti proposti, a parte l'incredibile emozione di galleggiare nello spazio, sono davvero troppo pochi.
6.5Cyberludus.com
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