PES 2017
Konami torna a calpestare i campi di calcio anche quest’anno, ma la musica sembra cambiata. La nuova edizione di PES 2017, infatti, porta con sé tantissime novità e un miglioramento generale come non se ne vedevano da decenni. Va detto che le basi per il lavoro svolto quest’anno erano già state gettate con la passata edizione, preparando la strada per un titolo che ha corretto i tanti errori fatti negli ultimi anni e migliorando l’intera esperienza di gioco. Un titolo semplice e divertente che ora può veramente ambire a contendersi con l’avversario FIFA lo scettro di titolo calcistico migliore dell’anno.
La storia di PES, infatti, ha avuto un picco d’interesse all’inizio del nuovo millennio, cominciando un percorso di sviluppo che, iniziato con i primi due Pro Evolution Soccer, si è poi concluso con l’uscita di PES 5. Con l’avvento della generazione Xbox 360 e PS3, Konami non ha saputo reinventare adeguatamente il genere, rimanendo ancorata a meccaniche fin troppo arcade e cariche di problematiche. Il vento sembra essere fortunatamente cambiato positivamente con l’inizio dell’attuale generazione e PES 2017 è senza dubbio l’edizione più fluida e visivamente gradevole dell’ultimo decennio. Bastano poche partite per notare quanto il team di sviluppo abbia saputo sfruttare il motore grafico, lasciandosi alle spalle tutte quelle imprecisioni nei comandi e quei movimenti robotici “classici” della saga, e proponendo un gioco fluido e divertente. Entriamo in campo e vediamo nel dettaglio tutte le novità di questa edizione.
La battaglia del calcio digitale si fa più accesa.
Fischio d’inizio: si entra in campo
Volendo definire il gameplay di PES 2017 con un singolo termine, non possiamo che pensare a “semplicità”. In un momento in cui molti giochi sportivi propongono soluzioni che ci opprimono con infinite combinazioni di pulsanti e opzioni, Pro Evolution Soccer 2017 ci offre un gameplay realistico dalle meccaniche fluide e – per la prima volta – estremamente precise. Non c’è bisogno di imparare complesse sequenze di comandi per giocare, perché i pulsanti principali – passaggio, tiro, passaggio filtrante e cross – sono affidati ai soliti tasti e la loro reattività è incredibilmente veloce e accurata. Nel caso in cui si sentisse la necessità di affidarsi a qualcosa di più profondo, gli sviluppatori hanno inserito una serie di comandi che rendono il gameplay più immersivo e articolato. Uno di questi, che rientra nel rivoluzionato sistema di controllo denominato first touch, ed è il tocco di prima. Grazie a passaggi rapidi e precisi le azioni risultano aperte a diverse soluzioni offensive. Imbastire un’azione di gioco veloce che si concretizzi con un buon attacco, non è dunque un’utopia. Allo stesso modo, il nuovo sistema di passaggi permette di impostare ripartenze letali e tiki-taka degni del Barcellona. I passaggi manuali, creati per i più esperti, si attivano con la pressione del grilletto posteriore, e lasciano decidere al giocatore la direzione e la forza del passaggio, dandogli la possibilità di incrementare lo spessore tattico dell’attacco.
5-5-5 fluidificante
Questa fluidità di gioco è garantita dall’aggiunta di numerose animazioni che rendono ogni movimento dei giocatori più credibile e realistico. Grazie a queste implementazione tecnica è possibile, ad esempio, vedere i giocatori sbilanciarsi quando cambiano rapidamente direzione per ricevere un passaggio ardito o controtempo. In fase di attacco si può invece notare il movimento dei giocatori che lottano fisicamente per inserirsi tra i difensori e ricevere un cross, posizionandosi nel miglior modo possibile per colpire il pallone. Nel complesso, abbiamo notato come i giocatori si muovono in maniera naturale e in modo meno macchinoso rispetto ai “precedenti” nella serie targata Konami. In PES 2017 non si assiste soltanto a dribbling secchi e spettacolari degni di Messi, ma anche a tocchi di tacco, di prima, d’esterno, al volo. Ma non solo. I tempi di latenza di questi movimenti sono stati ridotti al minimo per non allungare troppo l’attesa del videogiocatore nell’eseguire il comando successivo. Questo ha portato all’inserimento di tante nuove possibilità nello stop del pallone, nelle conclusioni a rete e nei contrasti. Le partite risultano così più piacevoli e soprattutto realistiche.
Anche i portieri hanno beneficiato di quest’aria di cambiamento, subendo un restyling completo nelle movenze e nelle prestazioni. Scordate le goffe parate delle edizioni precedenti. Quest’anno li vediamo compiere balzi felini e parate spettacolari, con un’intelligenza complessiva che si comporta davvero in maniera egregia.
A questo punto è importante sottolineare anche il ruolo di arbitri.
In PES 2017, il comportamento dei direttori di gara ci è parso piacevolmente permissivo – all’inglese come si suole dire – e meno avvezzo all’utilizzo dei cartellini, tanto che l’impatto dei direttori di gara nel decidere il risultato di una partita risulta quasi azzerato. Anche la regola del vantaggio, così come quella del fuorigioco, sono gestite dall’intelligenza artificiale a regola d’arte. Le contestazioni arbitrali sono un lontano ricordo e permettono di concentrarci sulla nostra partita senza fastidiose ingerenze.
Magari qualche parola di troppo la rivolgerete al vostro avversario.
Una buona difesa è il miglior attacco
Gli strumenti difensivi permettono un controllo corale della linea di difesa seguendo il medesimo sistema di comandi della precedente edizione. La pressione prolungata del tasto X permette di eseguire un tackle deciso, mentre se premuto normalmente il giocatore esegue un contrasto più “morbido”. Il controllo del pressing è sempre affidato al quadrato, ma schiacciandolo due volte è possibile eseguire una pressione multipla. Se è vero che la pressione di due o tre giocatori sullo stesso avversario può facilitare la riconquista del pallone, è altresì vero che lascia ampi spazi agli avversari qualora non si riuscisse a recuperare la palla. Mentre si subisce un attacco è possibile indurre gli avversari a cadere nella trappola del fuorigioco premendo rapidamente due volte il tasto sinistro della croce direzionale. Queste opzioni, vista la loro propensione ad offrire il fianco all’avversario, vanno ovviamente usate con cautela.
L’importanza della tattica
Le soluzioni offensive, inoltre, sono gestite da un sistema di tattiche – due per l’attacco e due per la difesa – che è possibile selezionare dal menu della formazione, sia prima che durante la partita. Questo sistema di tattiche è estremamente importante perché definisce il comportamento dei giocatori in campo. Le istruzioni si possono impartire sia in attacco che in difesa e comprendono tattiche di ogni tipo. In attacco, ad esempio, potremo impostare lo sviluppo dell’azione tramite passaggi corti o lungi, gioco sulle fasce o prediligendo un ossessivo tiki-taka. Nella fase difensiva, invece, potremo impostare il livello di pressing, l’ampiezza dei difensori schierati, il Gegenpressing oppure il più classico contropiede. Per chi non sapesse cosa sia il Gegenpressing è presto detto: è una forma estrema del pressing che, dopo aver perso il possesso, permette di recuperare la palla nel minor tempo possibile, attraverso piccoli accorgimenti, come i reparti vicini e una squadra corta, e un’organizzazione di gioco che si sviluppa verso l’unico obiettivo del gol. Per applicare questa tattica serve una buona dose di polmoni e una discreta proprietà di palleggio. Curare e modellare una squadra tatticamente precisa attraverso questi schemi è un compito arduo, ma una buona dose di esperienza permette di raggiungere risultati notevoli. Modellare il proprio team con una serie di tattiche è l’approccio giusto per affrontare le sfide più difficili e, una volta compreso il funzionamento, non potrete più farne a meno.
Il perché? È presto detto.
La coerenza e la precisione con cui i giocatori eseguono le istruzioni del mister è davvero impressionante. Ciò significa che le tattiche che useremo durante la partita, saranno applicate sul campo di gioco permettendoci di leggere l’evoluzione del match a nostro favore, sfruttando le debolezze e gli spazi vuoti lasciati dagli avversari. Il risultato è quello di giocare una gara dinamica e realistica. Per fare un esempio, un modulo 4-4-2 verrà attaccato maggiormente per vie centrali mentre un 3-5-2 soffrirà sulle fasce. Allo stesso modo, l’intelligenza artificiale è in grado di capire, durante la partita, quali sono i giocatori cardine del gioco e cercherà in tutti i modi di arginarli. Nella modalità più lunghe come la Master League, questo atteggiamento è ancora più marcato. L’intelligenza artificiale non si limita, però, a mettere un muro davanti alla difesa o a raddoppiare le marcature sul regista o sul bomber ma crea azioni sfruttando le debolezze del nostro modulo e gli errori di costruzione che commettiamo.
Fuori il terreno di gioco
Le modalità di gioco proposte non hanno subito alcuna modifica rispetto agli anni passati. Dove PES perde terreno nei confronti del suo rivale è invece la quantità delle licenze. Quest’anno la forbice si è allargata ancor di più: i maggiori campionati europei non godono della licenza ufficiale, comprese le nostre Serie A e B, così come la maggior parte dei campionati presenti, e l’aggiunta delle leghe sudamericane non riesce purtroppo a sopperire a questa mancanza. La sola licenza di Arsenal, Liverpool e del Camp Nou uniti a una “brandizzazione” del gioco verso la squadra blaugrana, sono davvero poca cosa. Se si pensa che mancano le licenze di alcune squadre di prima fascia della Champions League – di cui sono presenti i diritti— come il Manchester United, il Real Madrid, il Bayer Monaco e la Juventus, non c’è nulla di cui gioire. Fortunatamente l’editor del gioco su PS4, permette di importare, tramite una chiavetta usb, maglie, divise e loghi personalizzati, una dinamica che comincia però a diventare logorante. Gli utenti Xbox One sono invece costretti a tenersi il gioco così com’è, probabilmente a causa delle restrizioni della casa di Redmond.
A cosa giochiamo?
Le modalità di gioco presenti in PES 2017 non brillano certo in originalità: troviamo i soliti campionati e coppe, le competizioni licenziate come la Champions League, la Coppa d’Asia e l’Europa League e infine la sempreverde Master League e il MyClub, un vano tentativo da parte di Konami di arginare il successo del FUT di EA Sport. Qualche novità la troviamo all’interno della Master League, vero pupillo del titolo Konami. Tra le novità presenti vi è una più ampia gestione del personale con gli scout e il settore giovanile, ma la vera sorpresa è la possibilità di fare un calciomercato “come si deve”. Il budget a disposizione dell’allenatore-manager è stato suddiviso tra trasferimenti e stipendi come accade in FIFA, con la differenza che nel titolo Konami la società si occupa di gestire l’ammontare da destinare all’uno o all’altro. L’allenamento dei giocatori, inoltre, è stato reso personalizzabile e dotato di un sistema di esperienza che ogni singolo giocatore può incrementare potenziando delle doti uniche. Un giocatore che gode della fiducia del mister, ad esempio, diventerà un pupillo, un attaccante incredibilmente proficuo può diventare una leggenda, così come un giocatore che resta tra le fila della stessa squadra per la maggior parte della carriera ne diviene la bandiera. L’allenamento permette, inoltre, di colmare le lacune tecniche di un giocatore, per poi perfezionare doti particolari come il dribbling, la resistenza fisica, i colpi di testa, i passaggi rasoterra, etc.
Online
Per quanto riguarda il comparto multigiocatore online troviamo le usuali Divisioni Online, le sale d’attesa per giocare con i propri amici e le lobby per le partite a 22 giocatori come nella modalità Pro Club di FIFA. La connessione ai server del gioco offre, inoltre, la possibilità di aggiornare settimanalmente le prestazioni di tutti i giocatori presenti nel database che saranno, di conseguenza, in linea con quanto accade nel calcio reale. Le sensazioni provate giocando online sono pressoché positive, anche se abbiamo notato un leggero ritardo nell’elaborazione degli input. I controlli infatti sembrano soffrire di un leggero ritardo e non restituiscono le stesse impressioni rispetto al gioco in single player.
Le Divisioni online permettono, invece, di competere in campionati appositamente creati e ricevere punti ad ogni partita. Ogni vittoria incrementa il punteggio e ci fa salire di divisione. Raggiungere la vetta è una sfida allettante e difficile da raggiungere. Il matchmanking, invece, ci è sembrano fin troppo lungo e non troppo preciso. La possibilità di giocare una partita contro squadre più forti è ancora piuttosto alta.
MyClub
Strettamente connessa alle modalità online è il MyClub. Questa modalità manageriale sui generis, nata per contrastare il successo dell’Ultimate Team di FIFA, riesce a divertire e impegnare i videogiocatori. Per reclutare giocatori non ci saranno pacchetti di figurine acquistabili ma osservatori che, dietro compenso virtuale, saranno in grado di scovare dei talenti tra i giocatori presenti nel database di PES. La pecca di questo sistema risiede proprio nel roster ristretto del titolo Konami, che non offre certo le migliaia di talenti che è possibile vedere in FIFA. Così facendo i giocatori più incalliti si troveranno a creare delle squadre molto simili tra loro. Gli osservatori invece, funzionano in modo leggermente diverso. Ognuno di loro possiede una caratteristica specifica che può spaziare dalla capacità di farvi avere il giocatore specifico di un club al rapace d’area di rigore. La qualità dei giocatori che è possibile prendere attraverso gli osservatori dipende dall’abilità di ognuno che è espressa in stelle da 1 a 5. La, possibilità, infine, di poter allenare la propria squadra come la Master League, per accrescere l’intesa dei giocatori in rosa è importante incentivo a crescere il team iniziale. Tutti i giocatori, infatti, possono salire di livello e acquisire punti esperienza che gli permettono di crescere anche nelle caratteristiche globali.
Punto tecnico
Sotto il profilo tecnico PES 2017 ha compiuto qualche – timido – passo avanti rispetto alle precedenti edizioni. Le telecamere ravvicinate del replay ci permettono di osservare l’accuratezza dei volti della maggior parte dei giocatori presenti. Basta vedere il filmato introduttivo (che farà felici i tifosi del Barca) per rendersi conto della precisione con cui sono realizzati. A ciò si aggiungono una serie di migliorie tecniche di un certo spessore come le animazioni fluide, i movimenti realistici nei dribbling e negli scontri fisici. Nel complesso, però, PES 2017 stenta a fare quel salto generazionale che oggi il mercato richiede, e si mantiene al di sotto del livello tecnico raggiunto dal proprio rivale. Qualche difetto, infatti, lo si può notare nei replay, che risultano praticamente inguardabili per via di una sfocatura continua, e nelle visuali dall’alto. In questo caso, stranamente, non si riescono a scorgere i tratti del viso di ogni singolo giocatore. Allo stesso modo il terreno di gioco non appare così vivido e dettagliato come ci si aspetterebbe dall’attuale generazione di console.
Telecronaca e colonna sonora, infine, non brillano particolarmente: le dodici tracce presenti sono orecchiabili ma dopo un paio di giorni di gioco, la tentazione di eliminare la musica dei menu è piuttosto forte. Anche il duo Caressa e Marchegiani non brilla certo per varietà dialettica, e ancor peggio, molto spesso il commento tecnico è discordante con ciò accade in campo. Nelle altre lingue la situazione è la medesima. L’atmosfera che si respira in campo è invece realistica e ben congegnata: un fallo al limite dell’area di rigore non fischiato dall’arbitro genererà un tumulto assordante da parte della tifoseria di casa.
Concludendo…
PES 2017 è senza alcun dubbio il titolo della saga più fluido e dinamico. I giocatori rispondono immediatamente ad ogni input, favorendo delle trame di gioco più divertenti e realistiche. Il sistema First Touch si è rivelato una scommessa vinta da parte di Konami. Le modalità di gioco non hanno subito un eccessivo cambiamento ma restano comunque godibili. Master League e MyClub spiccano su tutte. L’entusiasmo che abbiamo mostrato nei confronti del gameplay viene un po’ smorzato dalla mancanza sempre più massiccia di licenze. La realizzazione tecnica si mantiene su buoni livelli anche se non riesce a raggiungere, ad esclusione dei volti, la qualità della concorrenza. Ma state tranquilli, PES è tornato e la battaglia per il titolo calcistico migliore dell’anno e appena cominciata.