Nintendo ha Mario, Sega il porcospino blu, ma chi è l’icona PlayStation per eccellenza?
A metà degli anni ’90, quando Facebook non esisteva, le riviste cartacee erano il miglior mezzo di comunicazione possibile per gli amanti dei videogames. Ricordo ancora le giornate passate su riviste che hanno fatto la storia di questo settore, dove anche la sezione “Posta” sembrava la cosa più bella mondo. Perché, tra quelle pagine, avevi la possibiità di leggere emozioni, sensazioni e critiche (quelle non sono mai mancate!) da parte di persone “malate” come te, quelle che oggi chiamiamo nerd. Tra i discorsi più appassionanti dell’epoca, c’era quello relativo all’identificazione di una mascotte che identificasse, in maniera unica ed inequivocabile, il marchio PlayStation. Quando si pensava a Nintendo, la mente correva a Super Mario, mentre quando il discorso si spostava su Sega, inevitabilmente la mente correva dietro (rigorosamente, dietro, a mangiar la polvere) al velocissimo Sonic. Ma quando si parlava di PlayStation? Il fatto è che la prima console Sony, quella che ha stravolto il concetto stesso di videogame, facendolo diventare un “must have” per la massa, non solo per i Nerd, aveva un parco titoli talmente sconfinato (e di qualità inarrivabile), che racchiudere tutto in un’unica icona sarebbe stato decisamente riduttivo. Noi, tra tutte, vogliamo ricordare loro… Buona lettura.
Crash Bandicoot
Negli ultimi due anni, i più giovani di voi avranno notato come non si faccia altro che parlare di Crash Bandicoot, di un suo possibile ritorno. Qualche mese fa, Sony ha fatto un grande annuncio: non un nuovo capitolo, come l’intero mondo videoludico sognava, ma una remastered per PlayStation 4 dei primi tre capitoli. Perché i più “vecchietti” ci tengono così tanto?
Quando Naughty Dog presentò la demo del primo Crash Bandicoot, all’allora Presidente di SCEE (Sony Computer Entertainment Europe) Ken Kutaragi, il buon Ken dichiarò: “Una vera schifezza“. Fortuna che nessuno gli diede retta e la realizzazione del titolo venne portata a compimento. Quando il primo Crash Bandicoot fece il suo esordio, la stampa internazionale impazzì letteralmente: l’inimitabile ritmo di gioco, i colori, la fluidità, il carisma incredibile di una volpe che, senza parlare, sapeva catturare l’attenzione dei giocatori, dai più grandi ai più piccoli. Come dite? Non è una volpe? Quasi nessuno l’ha capito ancora oggi, ma complimenti a chi stava già correndo al modulo commenti qui in basso per insultarci: Crash è un peramele, un marsupiale dell’Australia. Ma di questo non fregava (e non frega ancora oggi) niente a nessuno. La cosa importante era che il gioco fosse un assoluto capolavoro. Il secondo ed il terzo capitolo (rispettivamente “Wrath of Cortex” e “Warped”), non fecero altro che confermare la bontà del progetto targato Naughty Dog. Ben presto, il volto di Crash venne associato al simbolo stesso di PlayStation. Sony aveva trovato la sua mascotte.
Lara Croft
Prima di PlayStation, i videogames erano visti (ancor più di quanto accade oggi), come roba per bambini. Quello che è successo con Tomb Raider, ha dell’incredibile. Sul finire degli anni ’90 la Eidos decide che è tempo di fare le cose in grande, di sostituire animaletti colorati, vagamente antropomorfi, con personaggi umani, di poligoni formati, ma umani nell’aspetto. Come Indiana Jones ha azzerato ogni concetto di “azione” nel mondo di Hollywood, così Tomb Raider ha stravolto completamente il modo di intendere i videogames. Nel primo Tomb Raider nulla era finto (nemmeno le tette di Lara, per quanto spigolose fossero). Un mondo tridimensionale incredibilmente ben realizzato, mosso da un motore grafico che all’epoca fece gridare al miracolo, fece di Tomb Raider il gioco d’avventura per eccellenza. Accadde inoltre che la protagonista, per la prima volta nella storia dei videogiochi, ebbe un successo quasi superiore al gioco stesso. Non c’era persona sull’intero pianeta che non conoscesse Lara Croft (come dire “Coca Cola”, a tutti gli effetti). Il successo di Tomb Raider era legato in modo indissolubile alla prima PlayStation e in Lara Croft Sony trovò la seconda icona da legare al marchio, per sempre.
Solid Snake
Così come il nome di Lara Croft era legato a Tomb Raider, quello di Solid Snake, a partire da Metal Gear Solid (primo titolo della serie su PlayStation), venne legato al capolavoro di Kojima. Anche in questo caso, la popolarità del marchio PlayStation contribuì in maniera eclatante al successo della serie. Il mondo venne a sapere dell’esistenza di Solid Snake quando Kojima decise che la prima PlayStation fosse l’hardware migliore a disposizione, per narrare le vicende che la sua mente aveva partorito. Come Crash Bandicoot e Tomb Raider, Metal Gear Solid faceva parte della lunghissima lista di capolavori che il parco titoli PlayStation sfoggiava. Personaggi indimenticabili, colonna sonora epica e una realizzazione tecnica semplicemente impareggiabile. Sono tanti i personaggi che Hideo Kojima ha fatto conoscere al mondo, come Psycho Mantis, Revolver Ocelot, Sniper Wolf, Meryl… Ma Solid Snake resta l’icona indiscussa della serie. Da lì al diventare un’icona PlayStation in senso assoluto, il passo fu breve (e venne difatti compiuto).
Heihachi Mishima
Ok, facciamo il suo nome, in qualità di massimo rappresentante della famiglia Mishima, ma in realtà potremmo citare l’intero roster di Tekken. La serie picchiaduro di Namco era già conosciuta in ambito videoludico grazie ai magnifici cabinati disponibili nelle sale giochi (si, esistevano, non sono leggende metropolitane). PlayStation fu l’unica console in grado di eguagliare la straripante potenza di calcolo della System 11, la scheda grafica sulla quale Tekken girava nei locali (nella scena finale di Jack, le macchine vengono collegate ad un PC che ha lo stesso nome). Con Tekken l’era dei picchiaduro tridimensionali prese ufficialmente piede, grazie ad un comparto grafico di elevatissima qualità. La contorta trama messa in piedi da Namco riuscì a stregare i giocatori dell’epoca; finire la modalità Arcade, prima, voleva dire svelare parte della trama di quel determinato personaggio, in attesa del capitolo successivo. I filmati introduttivi (e finali) di ogni lottatore, incluse le bellissimo intro di ogni capitolo, hanno contribuito a fare di Tekken una serie leggendaria (e nel nostro piccolo, ci sentiamo di consigliarvi Tekken Tag Tournament 2, su Ps3, per rivivere al meglio quelle emozioni). Lei Woulong, King, Jack, Jun, lo stesso Heihachi… A prescindere da quale fosse il lottatore, il marchio Tekken, più che ogni singolo personaggio, venne legato in maniera definitiva a PlayStation.
Nathan Drake
Sì, ancora loro! Naughty Dog. Non contenti di aver realizzato Crash Bandicoot, assegnando di fatto la prima icona al marchio PlayStation, su PlayStation 3 la geniale Software House fondata da Jason Rubin ed Andy Gavin decide di esagerare: quasi a sovrascrivere l’immagine di Lara nel genere adventure, Nathan Drake irrompe sul palcoscenico videoludico con un’incredibile carica di ironia e carisma, un mix esplosivo che permette alla serie Uncharted di riscrivere le regole del gioco d’avventura. Esagerazione? Assolutamente no, se si pensa che qualche anno dopo il primo Uncharted Lara Croft decide di ripartire da zero con il bellissimo Tomb Raider (Ps3), prendendo più di qualche spunto in prestito dai colleghi di Naughty Dog (e come disse lo scrittore Charles Caleb Colton: “L’imitazione è la più sincera forma di adulazione”). Come accaduto per la serie di Crash Bandicoot, anche Uncharted è esclusiva del marchio PlayStation (e lo è rimasto ancora oggi, con il meraviglioso Uncharted 4 su PlayStation 4). Probabilmente, Nathan Drake è, ad oggi, la miglior icona possibile per Sony, per identificare il marchio PlayStation. Crash Bandicoot ha subito un crollo di popolarità dopo la prima trilogia (per svariati motivi che non stiamo qui a elencare), Lara Croft ha “tradito” rendendosi disponibile anche agli “odiati rivali” delle console Microsoft. Stessa sorte che ha visto Tekken e Metal Gear, negli anni, sorridere anche agli avversari di Sony. Nathan Drake, invece, lo trovate solo su PlayStation.
In esclusiva, bello come il sole. Quale migliore icona?
ottimo articolo, e anche interessante…ma tanto per aprir discussione mi trovo a controbattere su tutti i punti i punti da te citati e adesso ti spiego il perché :\n\n1 – innanzitutto una mascotte in genere è un personaggio iconico prodotto dalla casa madre…ma la sony in house ha sviluppato pochissimi giochi (pure belli tra l’altro) tipo gran turismo, omega boost o legend of legaia e se escludiamo gran turismo gli altri titoli sony non è che avessero tutta questa popolarità (e te lo dice uno che leggeva fior di riviste 🙂 ) quindi direi che mascotte nel vero senso della parola non ce ne sono.\n\n2 – se segui bene lo sviluppo di crash bandicoot (grande gioco tra l’altro) l’hanno sviluppato più o meno così : “ehi facciamo un platform nuovo, lo chiameremo crash bandicoot e lo faremo per sega saturn, si è una grande idea…ok prendiamo il kit di sviluppo e facciamolo…oh cazz è un po’ troppo difficile sviluppare per saturn…ok beh allora facciamolo su nintendo 64…bene prendiamo il kit e…aspetta fermo forse l’n64 vende un po’ troppo poco…ok beh il 3do sta fallendo, il jaguar pure…cazz c’è rimasta solo la play…peccato perché volevamo fosse per saturn in realtà” quindi alla luce di ciò chiamare mascotte un personaggio che volevano su un altra console è un po’ inappropriato…oltre a ciò ti ricordo che i membri dei crash originali hanno lasciato la barca da anni oramai e dopo aver creato la loro software house (la big red button) sviluppano nuovi capitoli di sonic (porcherie immonde purtroppo)\n\n3 – non vedo come si possa considerare lara croft un icona considerando che è un multipiattaforma…il saturn e la dreamcast hanno avuto anche i loro port (e quelli per dreamcast erano pure migliori dei capitoli play)\n\n4 – forse potemmo considerare heiachi un icona se non fosse che 1) non è sony ma è namco 2) all’epoca di tekken 1 la sony spingeva enormemente su battle arena definendolo il re dei picchiaduro in esclusiva (così esclusiva che fu portato pure su saturn e cmq il saturn aveva dalla sua l’inventore del picchia 3d virtua fighters) e 3) è verò che la namco è famosa per tekken ma gli hardcore gamers la ricordano per il primo soul calibur…quel soul calibur che venne sviluppato per dreamcast per dimostrare che c’erano all’epoca macchine migliori della play (e anche perché la sony non pagava più come una volta) tant’è che i giochi namco ora sono completamente multipiatta…\n\nquindi se vogliamo dire che la play ha delle vere mascotte mi sembra un po’ esagerato…potremmo però dire che la sony ha avuto fortuna nel fare successo con titoli realizzati da altri…quello si quello si potrebbe dire… 🙂
Ineccepibile.
“Quindi se vogliamo dire che la play ha delle vere mascotte mi sembra un po’ esagerato…potremmo però dire che la sony ha avuto fortuna nel fare successo con titoli realizzati da altri…quello si quello si potrebbe dire… 🙂 “\n\nConcordo pienamente.
Innanzitutto ti ringrazio, anche se non sei d’accordo col mio articolo, apprezzo le critiche costruttive, anziché i soliti insulti che lasciano il tempo che trovano! :D\n\nTi spiego un po’ il “concetto” di base con il quale ho elaborato l’articolo: non ho tenuto in considerazione gli aspetti che tu citi. Ovvero, il fatto che Lara Croft non sia di Sony, non mi importa. Però penso sia innegabile che il successo di Tomb Raider sia dovuto alla prima PlayStation: un gran gioco, sviluppato in maniera meravigliosa (anche se non da Sony), sulla miglior console del momento. Certo, era disponibile anche per PC, ma avrebbe avuto lo stesso identico successo, senza poter contare su una base di console vendute mostruosa come quella di Sony?\n\nPer Tekken e Crash Bandicoot il discorso è identico: non ho preso in considerazione le intenzioni iniziali degli sviluppatori. Il fatto che Crash sia esploso su PlayStation è sicuramente dovuto ad un caso, ad una serie di coincidenze. Resta però il fatto che se tu leggi “Crash Bandicoot”, in mente hai la prima scatoletta grigia di Sony.\nTekken? Io ricordo soltanto due modi in cui era possibile giocarlo: o facendo più debiti della Grecia in una Sala Giochi, o accendendo una PlayStation.\n\nQuindi, ripeto, non mi sono interessato ad aspetti “di contorno”, ma mi sono basato sui “fatti”. Parli di Lara Croft, di Crash, di Tekken, sempre una PlayStation 1 viene in mente. Almeno per quanto mi riguarda. 🙂
questa sera assurdamente ho sentito un amico che mi citava lara croft per pc…uno di quelli che non ne sa niente di vg…cmq l’unico che ti do per buono è crash che seppur non mascotte nel senso stretto rimanda effettivamente alla psx…poi sarà che io ho iniziato a videogiocare con un amiga e già allora volevo i giochi sega, quando ci fu l’epoca 32 bit in realtà io avevo occhi solo per il saturn (anche se avevo una play)…il fatto che siano esplosi su play deriva dal fatto che le altre console erano perennemente boicottate dalle software house (prima su tutte la electronic arts) ma quella è un altra storia che non c’entra…\n\na proposito, è vero che sto dall’altra parte della barricata ma insultare qualcuno no…non sarebbe corretto… 🙂