We are the walking dead
Molti rimasero perplessi della rotta presa dalla saga di The Walking Dead con la sua seconda stagione, e il motivo era principalmente uno: lo sceneggiatore della prima stagione non era più parte del team di sviluppo, e aveva portato via con sé ogni piano relativo al futuro della serie. Questo portò TWD verso una nuova direzione che, a dispetto del DLC 400 Days (che oltre a fungere da ponte di collegamento fra le due stagioni serviva anche a presentare i nuovi protagonisti), seguì vie piuttosto oscure e opinabili.
Potremmo star qui a discuterne tutto il giorno, ma la verità è che l’imperfezione della sceneggiatura della seconda stagione non era altro che il riflesso dei difetti della prima. Per quanto mi secchi ammetterlo, durante la mia obbligatoria “rigiocata” delle prime due stagioni in vista di questo attesissimo A New Frontier, non ho potuto fare a meno di notare come il pattern narrativo dell’avventura solitaria di Clementine avesse in comune fin troppi elementi con la più iconica e apprezzata storia di Lee. E questo, in tante occasioni, mi ha portato a chiedermi se il problema fosse una certa mancanza di novità o, peggio ancora, la struttura stessa della narrazione.
E forse questo è lo stesso ragionamento fatto dai ragazzi di Telltale, che con The Walking Dead: A New Frontier hanno deciso di tagliare quasi del tutto i ponti col passato e di gettarci in mezzo a una nuova avventura, ambientata anni dopo gli eventi della seconda stagione e così distante stilisticamente da sembrare un reboot a tutti gli effetti.
A New Frontier
Diversi anni dopo il finale della seconda stagione, A New Frontier ci vede nei panni di un nuovo protagonista, Javier. Il ragazzo di origini ispaniche ci viene presentato attraverso un flashback di quando i morti non avevano ancora “imparato” a camminare, tra le spire di una situazione familiare piuttosto critica. Questo flashback sarà il primo di tanti, segno che Telltale questa volta ha deciso di optare per uno stile narrativo più ampio e calcolato. Non stupitevi quindi se il vostro primo incontro con Clementine sarà tutt’altro che esplicito sugli avvenimenti del suo passato, poiché, nel corso dei due episodi attualmente disponibili, diverse rimembranze ci permetteranno di colmare i vuoti tra la seconda e la terza stagione.
E qui, purtroppo, c’è la prima e probabilmente l’unica grossa delusione di questa terza stagione. Per chi di voi fosse affezionato al “proprio” finale nella seconda stagione, sappiate che A New Frontier non renderà particolarmente giustizia alle scelte operate. Risulta particolarmente difficile non poter dire altro a riguardo – causa spoiler – ma è frustrante vedere come le sorti di certi personaggi vengano liquidate così pigramente, quasi a volersi togliere dei sassolini dalle scarpe prima di andare avanti. Detto questo, comunque, questi primi due episodi si rivelano spettacolari ed egregiamente diretti. Il cambio di protagonista è una ventata di aria fresca che permette di affrontare le vicende attraverso una nuova angolazione, e che allo stesso tempo risulta familiare in quanto avremo al nostro fianco la giovane Clementine. Per quanto riguarda la ragazzina, il processo di maturazione del personaggio sembra procedere a gonfie vele, rivelando una persona segnata dagli avvenimenti del passato e, soprattutto, capace di risultare più pericolosa della peggior feccia bandita che vi possa capitare di incontrare.
Javier e la sua famiglia sono delle ottime aggiunte, particolarmente importanti per delineare il valore del gruppo e dei legami che a quanto pare sono i temi portanti di questa stagione. Javier è un personaggio interessante e più complesso di quanto appaia inizialmente, pieno di rimorsi e scosso da un passato turbolento che non riesce a dimenticare. La carne al fuoco è tanta, e dopo l’esplosivo finale del secondo episodio, Telltale dovrà impegnarsi davvero tanto per far combaciare appieno i pezzi di quello che finora è un ottimo punto di partenza.
Gli splendidi paesaggi di A New Frontier ci vedranno esplorare città/discariche piene di persone che ormai non hanno più paura di quello che devono affrontare ogni giorno. I protagonisti stessi sanno il fatto loro, e riescono a mantenere il sangue freddo anche in mezzo alle orde di zombie. Da questo punto di vista il gioco svolge un lavoro egregio, regalando un’atmosfera encomiabile e simile a quella del fumetto.
Sul fronte del gameplay, aspettatevi una maggiore fluidità durante le sequenze d’azione, come già visto nella serie dedicata a Batman: i quick time event saranno più frenetici e richiederanno maggiore attenzione. I dialoghi si rivelano sempre ottimi e ogni tanto capiteranno alcune scelte che, pur non alterando nettamente l’andamento della storia, vi porteranno ad affrontare sequenze abbastanza diverse fra loro. Immancabile ovviamente il porting dei salvataggi delle vecchie stagioni, mentre se A New Frontier è la vostra prima volta con la saga, o se semplicemente avete voglia di cambiare la vostra storia, sappiate che è disponibile l’opzione per scegliere a piacimento il background narrativo di questa terza stagione.
Per quanto riguarda l’impianto tecnico, The Walking Dead: A New Frontier segna dei nuovi standard grafici per Telltale. Le texture in alta risoluzione brillano con dettagli vibranti e in pieno stile fumettistico, arricchite da ottimi effetti di luce dinamici e animazioni nettamente migliorate. Ogni tanto capiterà comunque di incappare in qualche texture slavata e “dissonante”, ma si tratta unicamente di alcune piccole sezioni degli scenari che, a dispetto di ciò, rimangono una gioia per gli occhi. Ottimo come sempre il comparto sonoro, ben orchestrato e doppiato da professionisti.
Concludendo…
La sensazione che ho avuto giocando questi primi due episodi di The Walking Dead: A New Frontier è stata quella di avere in mano qualcosa di speciale. Le migliorie tecniche e narrative si sentono e il cambio di rotta della storia funziona. Tagliare completamente i ponti col passato risulterà comunque doloroso per molti, e Telltale avrà molto da farsi perdonare per la scelta di ignorare quasi del tutto i finali della seconda stagione. Per il resto, abbiamo a disposizione due episodi spettacolari e pieni di ritmo e qualità, e a dispetto di una minore durata rispetto al passato, l’impressione è che la strada scelta da Telltale sia quella giusta. Per ora.