Tales of Berseria è arrivato su PS4 e PC, riuscirà a conquistarvi con la sua anima “dark”?

Devo dire la verità, prima di avviarlo per la prima volta, sapevo davvero poco riguardo a Tales of Berseria. E non perché la saga non susciti il mio interesse, tutt’altro. Vedete per non rovinarmi qualsivoglia sorpresa ho l’abitudine di informarmi il meno possibile riguardo a un titolo di mio particolare interesse, specialmente se questo proviene da una saga longeva come quella dei Tales di Bandai Namco, da cui più o meno so già cosa aspettarmi.

Questa (noiosa) premessa serve soltanto per dire che, alla facciaccia mia e dei miei pregiudizi, Tales of Berseria mi ha decisamente spiazzato.

In viaggio con un gruppetto di antieroi

Che Tales of Berseria sia un capitolo diverso dal solito lo si capisce già dal prologo. Velvet Crowe, giovane fanciulla di buon animo, viene privata di tutto, compresa la sua umanità, durante una maledetta notte scarlatta. La tranquillità del villaggio di Aball viene infatti messa a repentaglio dal diffondersi della Demonite, un morbo che tramuta gli umani in feroci demoni.

Fuggita per miracolo dal villaggio, Velvet si mette alla ricerca del fratellino Laphicet e di suo cognato Artorius, ritrovandosi però ad assistere impotente a una scena che sconvolgerà per sempre la sua esistenza. Il cagionevole fratello della protagonista viene infatti assassinato da Artorius, il tutto in virtù di un macabro rituale per risvegliare l’Empireo Innominat.

Tramutata in un Therion, un demone in grado di assorbire i suoi simili, rinchiusa per tre anni in una prigione lugubre e costretta a cibarsi dei suoi demoniaci compagni di cella, Velvet ha perso quasi ogni traccia di bontà per lasciare spazio a odio e a un’incommensurabile sete di vendetta nei confronti di Artorius, che nel frattempo è stato investito della carica di “Redentore”. Grazie al suo rituale, infatti, è riuscito a privare della loro volontà degli esseri spiritici dal nome Malak mettendo il loro potere a disposizione degli “Esorcisti” dell’Abbazia, gli unici in grado di affrontare i demoni.

Quella di Tales of Berseria è una storia di vendetta, dai toni decisamente più cupi di qualsiasi altro capitolo della serie. Dimenticate Jude, Asbel e tutti gli altri eroi senza macchia e senza paura che si sono avvicendati negli ultimi capitoli della saga. Velvet Crowe è un’anima tormentata e traboccante d’odio. Non è mossa da nobili ideali ma piuttosto disposta a calpestare, distruggere e persino “divorare” tutto ciò che si trova tra lei e la sua preda.

E non è che gli altri personaggi che si uniranno alla sua causa siano proprio degli stinchi di santo, anzi siamo davanti a un vero e proprio gruppo di reietti, mosso da una morale talvolta discutibile, unito più per pura convenienza che per affinità di intenti.

Con Tales of Berseria gli sviluppatori di Bandai Namco hanno deciso di addentrarsi ulteriormente in quelle “zone grigie” che già si intravedevano in Zestiria, affrontando tematiche decisamente più mature del solito e proponendo personaggi ben caratterizzati, il tutto accompagnato da un intreccio narrativo solido, non privo di colpi di scena, che riesce a mantenere alta la soglia dell’attenzione del giocatore per tutta la durata dell’avventura.

A smorzare i toni pesanti del gioco ci pensano le immancabili “skit”, una serie di dialoghi opzionali che talvolta approfondiscono il mondo di gioco, talvolta cercano (e riescono) a strappare un sorriso al giocatore.

Inoltre va detto che il gioco è ambientato nello stesso mondo di Tales of Zestira, seppur diversi secoli addietro. Ciò ha permesso agli sviluppatori di creare una storia godibile appieno anche da chi è nuovo alla serie, e allo stesso tempo infarcendo il tutto con richiami e collegamenti più o meno diretti che faranno la gioia di chi ha giocato il predecessore.

L’anima della battaglia

Tales of Berseria propone la sua personale e aggiornata versione del Linear Motion Battle System che ha fatto la fortuna della saga.

Una volta ingaggiato un nemico nel mondo di gioco inizia la fase di battaglia, dove i nostri personaggi dovranno prevalere facendo affidamento alle decine e decine di Arti marziali, occulte e Malak in loro possesso, assegnabili ai tasti frontali del controller tramite il menù apposito.

Tutto il sistema di combattimento gira intorno alle “Anime”. All’inizio di uno scontro ogni personaggio ne possiede tre, con la possibilità di ottenerle di aggiuntive (fino a un massimo di cinque) stordendo, infliggendo status alterati o sconfiggendo i nemici. Un numero di anime maggiore consente di disporre di più BA (risorsa necessaria per utilizzare le arti), di utilizzare più attacchi consecutivi, e incrementa la potenza offensiva del personaggio. Ma al tempo stesso aumenta anche le probabilità di subire status negativi e diminuisce quella di infliggerne agli avversari, anch’essi in grado di accumulare e sottrarvi anime se si pecca di prudenza.

Le anime inoltre servono per scagliare le “anime di sfondamento”, ovvero degli attacchi speciali, unici per ogni personaggio, che se utilizzate con raziocino si tramutano in una condanna a morte per il malcapitato di turno. Esse infatti permettono di prolungare le combo, ripristinare parte dell’energia vitale dell’utilizzatore, e di godere di effetti differenti a seconda del personaggio che le utilizza. Ad esempio Velvet può rompere le difese nemiche e sferrare un attacco speciale differente a seconda della tipologia di nemico, Magilou può annullare le arti magiche avversarie, assorbirne il potere e lanciare un potentissimo contrattacco, e così via. Le anime di sfondamento servono anche per riempire la Barra Esplosione, utile per scagliare le potentissime Arti Mistiche e per sostituire i personaggi presenti sul campo di battaglia.

Tuttavia per quanto indispensabili, le anime di sfondamento sono un arma a doppio taglio da utilizzare con prudenza. All’attivazione, infatti, il personaggio perde un anima, mentre il bersaglio colpito ne guadagna una, aumentando le chance di subire un poderoso contrattacco.

Nel complesso quello di Tales of Berseria è un sistema di combattimento decisamente raffinato, facile da apprendere ma al tempo stesso profondo e in grado di elargire immense soddisfazioni e ore di divertimento una volta padroneggiato.

A voler essere puntiglioso, un difettuccio c’è e riguarda proprio la protagonista Velvet, in possesso di abilità decisamente sbilanciate – a suo favore – rispetto a quelle degli altri personaggi e, più in generale, delle sfide proposte dal gioco, già di loro non proprio ardue. Un problema comunque ampiamente arginabile, grazie alla vasta gamma di livelli di difficoltà messi a disposizione, ben sei (quattro più due ottenibili durante l’avventura), che si adattano ai gusti e alle esigenze di tutti i giocatori.

Abbandonato l’astruso sistema di sviluppo e personalizzazione dei personaggi di Zestiria, per Tales of Berseria gli sviluppatori hanno scelto un approccio più semplice e decisamente più funzionale. Oltre all’aumento di statistiche all’aumentare di livello, ognuno dei nostri “anti-eroi” potrà ottenere bonus passivi di vario genere attraverso l’equipaggiamento. Ogni arma, armatura o accessorio infatti possiede un particolare bonus passivo che può essere assimilato dal personaggio in via definitiva attraverso i punti competenza ottenuti in battaglia.

Inoltre è possibile potenziare le statistiche e sbloccare altre abilità di ogni singolo pezzo dell’inventario attraverso i materiali ottenuti nel mondo di gioco o scomponendo l’equipaggiamento in eccesso. I più esigenti infine dovranno darsi da fare per forgiare gli oggetti dei loro sogni, vista anche la presenza di ulteriori bonus casuali che varieranno ogni volta che troveremo il medesimo pezzo di equipaggiamento.

Non manca poi la possibilità di cucinare varie pietanze per garantirsi dei vantaggi in battaglia, che differiranno a seconda della ricetta scelta e da chi viene cucinata. Buona parte degli ingredienti sono ottenibili tramite una specie di minigioco gestionale dove mandare in esplorazione la nave da ricognizione della ciurma dei pirati di Aifread per ottenere beni da cui racimolare qualche gald presso i mercanti o speciali tesori con più di un riferimento ai passati capitoli della serie.

Gallina vecchia non fa buon brodo

Se nella “sostanza” Tales of Berseria risulta un titolo decisamente valido, lo stesso non si può dire per quando riguarda la “forma”. Essendo nato come gioco cross-gen, i limiti imposti dallo sviluppo su PS3 si vedono tutti. Questo significa una mole poligonale appena sufficiente, ambientazioni piuttosto grandi ma spoglie, a cui si aggiunge anche un vistoso effetto pop-up e animazioni legnose. Fortunatamente in battaglia invece fila tutto per il verso giusto con un framerate stabile anche nelle situazioni più concitate e una gestione della telecamera sensibilmente migliore rispetto al predecessore.

Anche dal punto di vista artistico non sono rimasto soddisfattissimo, con la colonna sonora decisamente più anonima rispetto ai canoni della serie, mentre dungeon e nemici talvolta risultano un po’ scialbi.

Seppur con qualche incertezza nelle voci del menù di gioco, ho invece trovato la localizzazione in italiano di ottima fattura, così come il doppiaggio in inglese che non sfigura troppo rispetto a quello originale in giapponese, che rimane comunque la scelta più consigliata per i puristi.

Dal punto di vista della longevità siamo su ottimi livelli. Ho impiegato circa 60 ore per arrivare ai titoli di coda, tralasciando buona parte delle quest secondarie. Ma affrontando i vari minigiochi presenti, i contenuti post game e, perché no, il New Game Plus è decisamente facile superare il tetto delle cento ore.

Concludendo…

Tales of Berseria non è assolutamente il Tales of che mi aspettavo… in senso assolutamente positivo. La trama e il cast di protagonisti anticonvenzionali funzionano alla grande, così come il sistema di combattimento, divertente e raffinato. In generale siamo di fronte a uno dei migliori capitoli della saga da anni a questa parte, imperdibile per i fan di vecchia data ma anche per chi vuole cimentarsi nella serie per la prima volta. Tuttavia nel 2017 è davvero difficile, ancora una volta, chiudere un occhio sul vetusto comparto grafico del gioco e la speranza è che il prossimo capitolo sfrutti a dovere gli hardware di attuale generazione.

CI PIACE
  • Trama e personaggi diversi dal solito e ben realizzati
  • Ottima longevità
  • Sistema di combattimento divertente e profondo
NON CI PIACE
  • Graficamente arretrato
  • Colonna sonora non all'altezza
  • Design di dungeon e mostri talvolta scialbo
Conclusioni
Tales of Berseria non è assolutamente il Tales of che mi aspettavo… in senso assolutamente positivo. La trama e il cast di protagonisti anticonvenzionali funzionano alla grande, così come il sistema di combattimento, divertente e raffinato. In generale siamo di fronte a uno dei migliori capitoli della saga da anni a questa parte, imperdibile per i fan di vecchia data ma anche per chi vuole cimentarsi nella serie per la prima volta. Tuttavia nel 2017 è davvero difficile, ancora una volta, chiudere un occhio sul vetusto comparto grafico del gioco e la speranza è che il prossimo capitolo sfrutti a dovere gli hardware di attuale generazione.
8.7Cyberludus.com
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