Un ritorno inaspettato

Ogni videogioco (ma questo è un concetto che si estende un po’ a tutto?) è figlio del suo tempo. Il significato che un determinato titolo va ad assumere cambia da fruitore a fruitore ed è forse proprio questo uno dei tratti distintivi del nostro medium preferito. Per alcuni Crash Bandicoot è soltanto uno dei tanti, grandi, platform degli anni ’90, per altri invece è un pezzo d’infanzia, uno scrigno che cela frammenti dei nostri ricordi seppelliti da una miriade di frutti Wumpa. Il “nostri” non è scelto a caso perché, sì, chi vi scrive fa parte di coloro a cui l’epopea del marsupiale ha segnato una fase della vita.

Quando Sony e Activision hanno annunciato l’effettiva esistenza di una “remaster plus” della trilogia originale di Crash Bandicoot, i fan di vecchia data sono andati in visibilio ma, al contempo, hanno iniziato a nutrire il più genuino dei timori vista la difficoltà del compito affidato a Vicarious Visions. Dan Tanguay e i suoi ragazzi però hanno dimostrato fin da subito di voler completare tale “missione” nel migliore dei modi. I salti millimetrici attraverso le insidiose rovine del primo capitolo, le corse sfrenate di Polar tra i ghiacciai e la lotta per la vita nelle antiche tombe egizie di Crash Bandicoot Warped: il team di sviluppo ha iniziato letteralmente a “spolpare” ciascun episodio per poterlo restituire ai giocatori con una nuova veste grafica ma nel rispetto della visione originale di Naughty Dog.

Del resto, è stato detto dalla prima ora: trattasi di una “remaster plus” e non di un remake. Parlare di remake avrebbe voluto dire poter modificare a piacimento gli equilibri del gameplay precedentemente settati da Naughty Dog e questo non è mai stato nelle intenzioni degli sviluppatori.

In definitiva, Vicarious Visions sarà riuscita a farci compiere un viaggio in un passato ancor più bello di come ce lo ricordavamo? Dopo aver completato tutti e tre i capitoli di Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, siamo finalmente pronti a darvi la nostra risposta.

Quella gemma in Slippery Climb…

Come abbiamo già detto, alla base di quest’opera c’è una maniacale ricerca della fedeltà storica, in qualsivoglia ambito dell’esperienza. Giocando a ciascuna avventura del marsupiale noterete che ogni singolo elemento di gioco, dalla posizione dei nemici fino al timing delle piattaforme, è rimasto esattamente quello di vent’anni fa.

Quest’ultima affermazione sottintende il prepararsi al divertimento sfrenato in CB: Warped e ripassare le imprecazioni che conoscete prima di confrontarvi con i livelli satanici del capitolo originale. Road to Nowhere, Slippery Climb, Sunset Vista e Castle Machinery, per fare qualche nome, richiedono lo stesso livello di attenzione delle loro controparti del 1996, pena la comparsa di Uka Uka e dell’immancabile game over. Tranquilli però, N. Sane Trilogy porta con sé una novità che forse sarà sfuggita a qualcuno.

 Il primo Crash Bandicoot può essere davvero frustrante per i giocatori non abituati alle evoluzioni calcolate al millimetro e ai tempi di reazione risicati: ecco perché, dopo un certo numero di ingloriose sconfitte, il gioco attiverà automaticamente dei checkpoint aggiuntivi in modo da ridurre il numero di ostacoli da superare senza commettere errori.

La difficoltà – sempre per un discorso di fedeltà storica – va a semplificarsi con gli altri capitoli. Cortex Strikes Back, ad esempio, resta difficilotto in parecchi frangenti ma introduce la possibilità di eseguire scivolate, panciate e, più in generale, si dimostra meno punitivo e frustrante del predecessore.

Crash Bandicoot: Warped, il fiore all’occhiello della trilogia, è il capitolo più vario, accessibile e divertente da giocare. Dal setting medievale di Toad Village, passando per il profondo blu di Deep Trouble, fino al futuro distopico di Gone Tomorrow, Warped è un platform che ha ancora tanto da dire (e da insegnare), specie in versione restaurata. Gli scontri con i boss in quest’ultimo non sono mai troppo ostici e si dimostrano – ancora una volta – memorabili. Come dimenticare la battaglia contro Tiny Tiger nel Colosseo o la corsa contro il tempo per fermare N.Tropy?

Al team di Vicarious Visions non è bastato riproporre le avventure del marsupiale in tutte le loro sfaccettature originali e infatti N. Sane Trilogy gode di una personalità tutta sua.

La possibilità di collezionare le reliquie e di giocare con la dolce Coco Bandicoot in tutti i livelli dei tre giochi è già una prova lampante della volontà dello studio di lasciare il proprio marchio di fabbrica. La sorellina di Crash incrementa il fattore rigiocabilità perché non è una semplice skin alternativa, anzi vanta un comparto animazioni pensato appositamente per lei.

Un restauro audiovisivo in piena regola

“Activision presenta, un ritorno inaspettato”.

Le parole di Silvano Piccardi fungono da introduzione a un filmato che più di tutto il resto ha fatto breccia nel cuore di chi vi scrive. Gli spigolosi frutti Wumpa, le scatole in bassa definizione e un Crash in versione classica finiscono nella “macchina delle meraviglie di Vicarious Visions” per poi uscirne trasformati nelle controparti actual gen.

Questa trilogia rimasterizzata è divenuta realtà grazie a un team di appassionati ed è stata pensata per gli appassionati. Ognuno dei cento livelli restaurati che compongono Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è un atto d’amore verso il rispettivo originale e pad alla mano è impossibile non rendersene conto. Il gioco è stato costruito con Vicarious Alchemy, game engine proprietario di Vicarious Visions e viaggia a 1080p e 30 granitici frame per secondo.

Un sistema d’illuminazione pensato per far risaltare ogni singolo dettaglio a schermo è soltanto la ciliegina di una torta composta da un’effettistica di prim’ordine. L’acqua, i raggi laser, l’elettricità, le esplosioni cartoonesche: gli sviluppatori hanno tirato al lucido ogni singolo dettaglio. Posto che il divario grafico con gli originali è – logicamente – nettissimo, l’estro creativo del team entra maggiormente in gioco nel primo Crash Bandicoot. I modelli poligonali, così come il comparto texture e la palette cromatica del Crash del 1996, mostrano più degli altri i segni del tempo: ecco perchè è stato incredibilmente piacevole poter esplorare i corridoi pieni di cattivoni e pozze di liquami in Toxic Waste o le aree irte di insidie del laboratorio di Cortex.

Per completezza, dobbiamo segnalare la presenza di caricamenti un po’ lunghetti in tutte e tre i titoli ma, cosa importante, non ce ne saranno tra una run e l’altra di un singolo livello, quindi non bisogna temere per la salute del ritmo di gioco.

Abbiamo non a caso parlato di restauro audiovisivo, perché anche sul fronte sonoro è stato fatto un ottimo lavoro. Le tracce delle storiche OST, dai temi agli accompagnamenti musicali dei livelli, sono state reinterpretate in versione moderna, dotate di sonorità al passo coi tempi e di un ritmo più incalzante. Proprio tutte ci hanno convinto? Forse no. Ad esempio il tema di N.Tropy ha perso quella semplicità che lo rendeva così unico nel Crash: Warped originale. Per quanto concerne la qualità del doppiaggio italiano possiamo ritenerci soddisfatti: abbiamo amato Cortex, Uka Uka e Dingodile ma lo stesso non possiamo dire di Tiny Tiger e Coco Bandicoot. Come spesso accade, la versione inglese risulta essere una spanna più in alto di quella nostrana ma va bene così.

Concludendo…

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è proprio ciò di cui i fan avevano bisogno, ovvero una riedizione completa e restaurata della trilogia di Naughty Dog. Il gameplay – nel bene o nel male – è rimasto fedele al feeling di un tempo ed è accompagnato da un comparto grafico che è la vera punta di diamante dell’esperienza. Ore e ore di divertimento, ulteriormente impreziosite dall’aggiunta di reliquie e dalla presenza di Coco Bandicoot in ciascun capitolo, attendono tutti coloro che vorranno aggiungerlo alla propria collezione. I tempi di caricamento non sempre esaltanti e qualche sporadica incertezza in ambito sonoro non riescono minimamente a scalfire la qualità di quella che è ben più di una tradizionale operazione nostalgia. Consigliatissimo a tutti gli amanti di Crash e a coloro che vogliono recuperare un pezzo di storia videoludica.

 

 

CI PIACE
  • Crash Bandicoot non è mai stato così bello in termini audiovisivi
  • Ore e ore di contenuti, divertimento (e imprecazioni)
  • Un'opera fedele alla visione di Naughty Dog
NON CI PIACE
  • Le meccaniche del primo Crash Bandicoot sentono il peso dell'età
  • Alcuni caricamenti sono un po' lunghetti
Conclusioni
Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è un titolo imperdibile per tutti gli appassionati. Un appuntamento col passato che non manca di sorprendere grazie al meraviglioso restauro audiovisivo e alle novità introdotte. Molto più che una semplice operazione nostalgia, l'epopea del Bandicoot potrebbe essere la killer app dell'estate.
9Cyberludus.com
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Ha conseguito una laurea triennale in fotografia, cinema e televisione e, attualmente, si dedica a tempo pieno alla divulgazione dell’arte audiovisiva definitiva: il videogioco. Gira e sceneggia cortometraggi, video di dubbia sanità mentale con The Gentlemen e cura il canale YouTube “Lo Spazio di Donte”. Assieme ai compagni d’arme in Cyberludus.com e VG24/7.it, cerca di crescere nel campo del giornalismo videoludico ma, mal che vada, continua a coltivare il sogno proibito: costruire un insieme di piattaforme in mezzo al mare senza il controllo di governi, sistemi e religioni… Outer Heaven.

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