Siamo di nuovo in quel periodo dell’anno…
La settima giornata di campionato è ormai trascorsa e con la pausa della nazionale alle porte, ogni appassionato di calcio che si rispetti è alla disperata ricerca di un qualcosa per riempire il proprio weekend. In nostro soccorso ecco arrivare EA Sports che, come ogni anno, rilascia sul mercato il proprio titolo sportivo di punta: FIFA. FIFA 18, nuovissima iterazione della serie targata EA, ci riporta nei campi di calcio di tutto il mondo, carico di contenuti e novità atti a placare la sete sportiva di ogni appassionato. Dopo aver ricevuto una copia PC, ci siamo gettati a capofitto in FIFA 18, testando con mano le nuove feature introdotte dai ragazzi di EA Sports e, soprattutto, continuare il viaggio in compagnia di Alex Hunter.
Ecco quindi le nostre finali considerazioni su FIFA 18, buona lettura!
Il ritorno di Alex Hunter
Ed è proprio dalla continuazione de “Il Viaggio” il punto da cui oggi ci piacerebbe partire nel parlarvi di FIFA 18. Dopo aver conosciuto – e guidato – il promettente Alex Hunter in FIFA 17 nella sua prima stagione da professionista, i ragazzi di EA Sports hanno deciso di continuare l’avventura del ragazzo prodigio in FIFA 18, proponendo alcune interessanti novità. Sia chiaro che l’esperienza di gioco non si discosta di molto da quella “guidata” del precedente capitolo, ma molte opzioni di scelta – e personalizzazione – sono riuscite in qualche modo a rendere l’intera nuova campagna molto più interessante della prima. In primis, la possibilità di trasferirsi in altri top club europei, esterni alla Premier League, come il Paris Saint Germain o il Real Madrid, che vanteranno cutscene uniche e cameo di tutto rispetto (Cristiano Ronaldo in primis). Aggiunte accessorie, anche se interessati, quelle relative alle scelte di personalizzazione di Hunter, tra cui la possibilità di cambiare capigliatura o aggiungere tatuaggi sul corpo. La storia de Il Viaggio funziona e scorre via piuttosto piacevolmente, dando inoltre la possibilità di ottenere bonus per la modalità Ultimate Team, così come accadeva nel precedente capitolo.
I dialoghi ma soprattutto le cutscene – animate dal sempre più ottimizzato Frostbite – sono il fiore all’occhiello di questa modalità che ci auguriamo possa diventare un appuntamento fisso per ogni edizione futura del gioco.
I soldi non garantiscono il successo
La modalità carriera allenatore, nel corso degli anni, è sempre stata la modalità di maggior interesse per gli utenti “solitari”, spesso restii a gettarsi nella mischia delle varie game mode multigiocatore. Nelle ultime edizioni di FIFA la modalità allenatore è rimasta pressoché la stessa, semplificando molto spesso aspetti del calciomercato che, a nostro parere, avrebbero meritato una maggior cura sul piano gestionale. In FIFA 18, il team di EA Sports ha pensato bene di unire parte delle feature proposte ne Il Viaggio all’interno della carriera, introducendo vere e proprie cut scene renderizzate in tempo reale dal Frostbite. Le trattative verranno ora condotte in due tempi: in una prima fase avremo modo di incontrare il direttore sportivo – o manager nel caso delle squadre di Premier League – della squadra proprietaria del cartellino del giocatore, per trattare il prezzo di trasferimento. Una volta trovato l’accordo, entreremo nella seconda fase della trattativa nella quale discutere dei termini del contratto – ed eventuale clausola rescissoria da applicare – con il giocatore e il suo agente.
Questa nuova gestione delle trattative ci ha lasciati piacevolmente sorpresi, vista la sua capacità di regalare una particolare immersività – e realismo – alle fasi di calciomercato. Per il resto, la modalità allenatore non presenta sostanziali differenze da quella vista nella passata edizione: sarà sempre possibile gestire gli allenamenti individuali dei giocatori e andare a ritoccare manualmente il rapporto budget trasferimenti/stipendi.
Le carte ci hanno insegnato che non si gioca per divertirsi ma per vincere
Ultimate Team, cavallo di battaglia del marchio FIFA in ambito videoludico, ritorna in grande spolvero per questa edizione, portandosi dietro un discreto carico di novità e miglioramenti. Per chi non lo sapesse, Ultimate Team è una modalità online competitiva dove troviamo, come protagoniste, le nostre rose interamente costruite con specifiche carte da gioco. Introdotta per la prima volta come DLC in FIFA 10, Ultimate Team è diventata un appuntamento fisso in ogni edizione del gioco, capace di regalare ore e ore di divertimento ai giocatori tenendoli impegnati su due fronti: la creazione della squadra con le carte, acquistabili tramite un apposito mercato ad aste o nelle buste, e la sfida nei campi da gioco in tornei singoli o multiplayer. L’Ultimate Team di FIFA 18 evolve in maniera piuttosto riuscita le feature delle passate edizioni. Una tra le novità principali è quella relativa alle Icone, che vanno ufficialmente a rimpiazzare le Leggende della versione Xbox One. Le Icone (in totale una quarantina) sono vere e proprie carte giocatore che dispongono di tre valutazioni uniche che riflettono l’evoluzione del loro stile di gioco e dei loro attributi durante le loro carriere. Leggende del calcio del passato come Ronaldo, Pelè, Ronaldinho o Maradona potranno essere quindi utilizzate per creare la formazione Ultimate Team più forte di sempre, a patto che – ovviamente – siate abbastanza fortunati da trovarne una in bustina.
Oltre agli svariati miglioramenti delle Sfide Creazioni Rosa e all’aggiunta di obiettivi giornalieri, abbiamo apprezzato l’introduzione delle Squad Battles, specifiche sfide single player pensate per i giocatori di Ultimate Team.
This is football!
Sul fronte gameplay, come era lecito aspettarsi, non vi sono stati stravolgimenti di sorta. Le meccaniche. Rispetto al suo rivale PES 2018, di cui ne avevamo esaltato le fasi tattiche più ragionate nell’impostare il gioco, FIFA 18 punta principalmente su uno stile più dinamico, andando però a migliorare certi aspetti che, gli anni passati, spingevano il calcistico di EA Sports su una strada tipicamente “arcade”. In primis, la fisica del pallone è stata resa più realistica, rendendolo – di fatto – più pesante nella gestione, andando però a migliorare aspetti come dribbling e controllo di palla del giocatore, fattori che nella passata edizione del gioco non rendevano a dovere. Da quest’anno, inoltre, la fisicità dei giocatori conterà più rispetto agli anni scorsi, dandoci maggiori possibilità di scelta nel gestire la fase offensiva della squadra.
Se nei movimenti d’attacco la strada imboccata da EA Sports per FIFA 18 sembra quella giusta, lo stesso non si può dire per la cura rivolta nella fase difensiva. Poco supportati dai compagni controllati dalla CPU e privi di un reparto che si muove in maniera dinamica, in FIFA 18 difendere sarà un’impresa più ardua del previsto. Lo stesso posizionamento dei portieri – in miglioramento dopo gli interventi correttivi di EA Sports – non riesce a garantire una sufficiente solidità difensiva alla nostra squadra. E’ opportuno aspettarsi ulteriori update atti a correggere la manovra difensiva, o almeno questa è la speranza.
Il potere del Frostbite
FIFA 18, soprattutto nella sua controparte PC, riesce a sfoggiare un comparto tecnico di tutto rispetto. Le ulteriori ottimizzazioni del Frostbite, motore grafico dalle enormi potenzialità, hanno permesso agli sviluppatori di agire su tutti quegli elementi di contorno che riescono in qualche modo ad aumentare la resa grafica generale. Stadi e pubblico, quest’anno, paiono più vivi che mai, dando più volte l’impressione di seguire in maniera realistica l’andamento della squadra durante la partita.
Stesso discorso per il manto erboso, ora più realistico e dettagliato, grazie anche ad un sistema di illuminazione migliorato sensibilmente rispetto alle passate edizioni. Buon lavoro sul fronte volti, in particolare per i giocatori del campionato di Premier League, anche se è un peccato vedere la nostra Serie A così ignorata sul fronte dettagli. Alcuni tra i giocatori più famosi (Belotti e Donnarumma, giusto per citarne un paio) del nostro campionato non sono ancora caratterizzati da un face scanning decente, scadendo in modelli poligonali piuttosto anonimi.
Sul fronte sonoro, molto buona la soundtrack così come la telecronaca italiana, affidata nuovamente al duo composto da Pierluigi Pardo e Stefano Nava.
Concludendo…
Con piccoli passi FIFA 18 prova a proporre qualcosa di diverso dalle passate edizioni. Il gradito ritorno de Il Viaggio, le nuove implementazioni alla modalità carriera ed un Ultimate Team in grande spolvero, garantiscono al titolo sportivo di EA Sports una mole contenutistica di tutto rispetto. Sul fronte gameplay, seppur le novità si contino sulla punta delle dita, abbiamo apprezzato la volontà di rendere più realistica la manovra offensiva, anche se ci sentiamo in dovere di segnalare una fase difensiva forse troppo problematica. Nonostante il buon ritorno di PES 2018, lo sportivo di EA Sports sembra non voler rinunciare al posto sul trono che, da qualche anno, sembra appartenergli di diritto.