Difficile trovare una serie più iconica e longeva di Dinasty Warriors. Tra capitoli ufficiali e una lista – praticamente infinita – di spin off, i titoli “musou” di Tecmo Koei sono riusciti a intrattenere molte generazioni di videogiocatori, appassionando con uno stile di gameplay immediato, funzionale come vera e propria valvola di sfogo. Sono passati circa 5 anni dall’uscita dell’ultimo capitolo ufficiale della saga, Dinasty Warriors 8, titolo che – tra pregi e difetti – riuscì comunque ad ottenere buoni consensi tra pubblico e critica, ma che dimostrò ancora una volta un’urgenza di rinnovo per la serie, ancora troppo ancorata al gameplay che lo aveva consacrato nell’era Playstation 2. Dinasty Warriors 9, nuovo capitolo della longeva saga degli Omega Force, approda su console Playstation 4 e Xbox One in un mese già denso di uscite di spessore. Grazie ad un codice review fornitoci dal publisher, relativo alla versione Playstation 4, siamo riusciti a mettere le mani sul gioco.

Ecco quindi le nostre finali considerazioni su Dinasty Warriors 9!

 

L’open world che non ti aspetti

Dynasty Warriors 9 propone il medesimo – e frenetico – gameplay hack & slash che ha portato la serie al successo negli anni passati. Riproponendo gli accadimenti storici proposti dai testi storici de Le Cronache dei Tre Regni, il gioco offre due diverse modalità: oltre alla “Free Mode”, la modalità Storia di Dinasty Warriors 9 ci porta ad esplorare la Cina medievale in tredici capitoli, affrontabili da diverse prospettive a seconda dell’eroe selezionato. Diversamente dai precedenti capitoli, dove ogni battaglia veniva affrontata singolarmente all’interno della modalità Storia, in Dinasty Warriors 9 ogni scontro è costruito all’interno di un mondo più aperto, dove avremo modo di tenere sotto costante attenzione la quotidianità e i vari spostamenti di tutti gli ufficiali coinvolti nel conflitto.

Almeno concettualmente, questo nuovo approccio agli scontri ci è parsa l’implementazione adatta a modernizzare la formula di gameplay originale. Ripetiamo: almeno concettualmente. L’aggiunta di un open world ragionato avrebbe davvero permesso al titolo di Omega Force di spiccare il volo, mettendo il giocatore in una posizione in cui può sentirsi parte della storia, ed è davvero un peccato che il concetto non funzioni realmente nella pratica. Molte cose non funzionano a dovere, dagli scontri, che molto spesso non riescono a regalare soddisfazione o l’opportuna epicità che ci si aspetterebbe da battaglie di queste proporzioni, fino alla pochezza della mappa di gioco, priva di dettagli e di punti di interesse, dove molto spesso ci si ritroverà a raccogliere risorse – per il nuovo sistema di crafting – in una maniera eccessivamente approssimativa. Ed è proprio l’approssimazione con cui è stato inserito il tutto il vero difetto della nuova iterazione degli Omega Force. In Dinasty Warriors 9 ogni piccola aggiunta, o meccanica di sorta, è stata inserita senza tener conto del quadro generale, andando a creare una produzione ripetitiva, vuota e priva di mordente.

A funzionare, abbastanza discretamente, è il sistema di combattimento che, innegabilmente, riesce a regalare qualche gioia. Sia chiaro che il “button mashing” – che da anni contraddistingue la serie dei Tecmo Koei – non verrà di certo a mancare in questo nono capitolo, ma abbiamo comunque apprezzato la volontà di diversificare abilità ed eroi utilizzabili in battaglia (circa una settantina, preparatevi a lunghi caricamenti sul finire delle missioni una volta sbloccati). Purtroppo, diversi passi indietro compiuti anche sul fronte intelligenza artificiale, passi indietro che contribuiscono a rendere Dinasty Warriors 9 un titolo infelicemente “povero”.

 

La pochezza della Cina di Omega Force

Dinasty Warriors 9, purtroppo, non riesce nemmeno ad offrire un comparto tecnico consono agli standard attuali. La mappa di gioco, povera sul fronte dettagli e texture, è sì sconfinata e liberamente esplorabile ma estremamente piatta e priva di punti e località di interesse, atti a differenziare le varie aree. Soltanto buoni, invece, i modelli poligonali dei vari eroi giocabili, animati però da un comparto animazioni arretrato che sembra ancora ancorato all’era Playstation 2 (le animazioni a cavallo sono davvero agghiaccianti). Il salto generazione che tutti auspicavano per la serie sembra quindi non essere ancora avvenuto, un vero peccato. Come se non bastasse, un frame rate davvero instabile mina costantemente le performance di gioco. Ci auguriamo che con i futuri aggiornamenti la fluidità di gioco riesca a stabilizzarsi.

A concludere il quadro ci pensano una soundtrack piuttosto anonima ed un discreto doppiaggio sia in lingua inglese che giapponese.

 

Concludendo…

Impossibile non rimanere delusi da Dinasty Warriors 9. La nuova fatica degli Omega Force può essere definita come un’accozzaglia di idee giuste nel posto sbagliato e al momento sbagliato. L’introduzione di meccaniche open world “scriteriate”, data l’estrema pochezza della campagna e la mappa di gioco, e i difetti storici che continuano – imperterriti – a contribuire al fottore ripetitività della serie, impediscono a Dinasty Warriors 9 di catalogarsi come un titolo sufficiente. Impossibile, inoltre, soprassedere sui diversi problemi tecnici, (tra cui i fastidiosissimi cali di frame che affliggono la produzione su console Playstation 4) che non riescono a garantire una fluidità decente nemmeno su Playstation 4 Pro.

CI PIACE
  • Tantissimi eroi utilizzabili
  • Il sistema di combattimento è in parte appagante
NON CI PIACE
  • Ripetitivo
  • Mappa di gioco povera e priva di dettagli
  • Tecnicamente arretrato e problematico
  • IA deludente
Conclusioni

Dinasty Warriors 9 è un titolo deludente sotto diversi aspetti. Da una parte abbiamo apprezzato la volontà degli Omega Force nel voler proporre qualcosa di nuovo sul fronte gameplay ma, ahinoi, la sola introduzione di meccaniche open world – senza alcun criterio – non ha fatto altro che peggiorare la situazione, rendendo il titolo estremamente confusionario, ripetitivo oltre che scarsamente ottimizzato sul fronte tecnico.

5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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