Ne è passato di tempo da quando, nel 2013, i ragazzi di Crystal Dynamics rilanciarono la gloriosa serie di Tomb Raider attraverso l’apprezzato reboot/prequel chiamato per l’appunto, Tomb Raider. Oggi, a distanza di oltre cinque anni possiamo finalmente mettere le mani sul capitolo finale di questa nuova trilogia, Shadow of the Tomb Raider. Ormai la nostra amata Lara Croft è un’avventuriera esperta ed agguerrita e questa volta avrà una sfida più ardua del solito da superare, dovrà nientemeno scongiurare l’apocalisse Maya oltre che fare i conti coi demoni del suo passato. Crystal Dynamics si fa da parte, limitandosi a supervisionare i lavori, e lascia le redini del titolo a Eidos Montreal, il team canadese sarà riuscito nell’impresa di creare un Tomb Raider degno di tale nome? Continuate a leggere per scoprirlo.

Shadow of the Tomb Raider

 

Stupida sexy Lara!

Lara Croft non è più una ragazzina inesperta e timorosa e in Shadow of the Tomb Raider l’avvenente avventuriera è fortemente convinta dei suoi mezzi e delle sue capacità. Sarà proprio tale superbia a portare Lara verso il compimento di una scelta infausta e spericolata che causerà l’inizio dell’apocalisse citata qualche riga fa. Avranno così luogo dei cataclismi naturali che provocheranno morte e distruzione e alla nostra incosciente eroina non rimarrà che cercare di rimediare ai suoi errori.

Tra preziosi manufatti da recuperare, un’antica e pericolosa organizzazione criminale senza scrupoli da combattere e qualche flashback d’infanzia la storia di Shadow of the Tomb Raider scorre via senza lasciare il segno, portando avanti la pessima tradizione che ha contraddistinto i due precedenti capitoli di questa trilogia, caratterizzati anch’essi da un comparto narrativo decisamente sottotono. Lo script messo in scena da Eidos Montreal risulta banale, insipido e allo stesso tempo pretenzioso, a causa della ferma volontà del team di sviluppo di proporre una storia dalle tinte dark, ma che riesce soltanto ad essere eccessivamente melodrammatica, poco coinvolgente e condita da dialoghi non particolarmente avvincenti. La sceneggiatura viene definitivamente affossata dai comprimari presenti nell’avventura, ci riferiamo ai personaggi secondari e agli antagonisti che sono, senza usare mezzi termini, assolutamente dimenticabili e privi di una caratterizzazione degna di nota. Fortunatamente, almeno il personaggio di Lara è delineato in maniera più incisiva e convincente, portandoci ad impersonare una protagonista tormentata, violenta e disposta a tutto ma allo stesso tempo fragile, ferita ed umana.

Come di consuetudine per i giochi di questo genere, anche in Shadow of the Tomb Raider non mancheranno sezioni ad alto tasso di spettacolarità e pathos, valorizzate da una messa in scena generalmente buona. Non mancano scene particolarmente crude e brutali e visto che siamo nell’epoca del becero moralismo fine a se stesso vogliamo congratularci con Eidos Montreal per aver proposto la propria visione artistica senza preoccuparsi più di tanto dell’opinione pubblica.

Shadow of the Tomb Raider

 

Sangue e fango

 

La struttura ludica di Shadow of the Tomb Raider non si discosta più di tanto da ciò che abbiamo visto in Rise of the Tomb Raider offrendo al giocatore un corposo mix di azione ed esplorazione. Durante l’avventura ci muoveremo in vaste aree che, se esplorate a dovere, ci riserveranno diverse sorprese, tra tombe da depredare e svariati collezionabili da recuperare. Alcune zone fungeranno da veri e propri hub in cui potremo mercanteggiare e parlare con vari NPC, in modo scoprire punti di interesse e accettare missioni secondarie. L’area più grande è senza dubbio la città perduta inca di Paititi, uno splendido ed esteso gioiello architettonico/artistico che offrirà al giocatore diverse attività extra.  Esplorare sarà di fondamentale importanza anche per trovare le risorse utili a craftare i potenziamenti per le armi negli appositi accampamenti (o falò, che dir si voglia). Negli accampamenti potremo anche spendere i punti esperienza nell’acquisto di nuove abilità che sono suddivise in tre rami: Esploratrice, Guerriera e Saccheggiatrice. In questi momenti di “riposo” avremo  modo di ascoltare le riflessioni di Lara, utili a fare un breve recap degli avvenimenti recenti e a dare una panoramica sullo stato d’animo della protagonista.

Shadow of the Tomb Raider non è però soltanto esplorazione e nel corso dell’avventura Lara sarà costretta più volte a sporcarsi le mani con i nemici di turno e per farlo potrà farsi strada a suon di piombo o eliminando i malcapitati sgherri agendo nell’ombra. A tal proposito è doveroso distinguere e parlare separatamente delle fasi di shooting e delle sezioni stealth, le prime risultano dozzinali e inadeguate ad una produzione di così alto prestigio. Non c’è un vero e proprio sistema di coperture, il feeling con le bocche da fuoco è poco soddisfacente, non è possibile sparare alla cieca, c’è una scarsa varietà di armi e i nemici sparano stando perlopiù scoperti e senza cercare minimamente di aggirare Lara. C’è da dire che nella maggior parte dei casi, comunque, il level design scoraggia fortemente l’approccio alla Rambo invitando il giocatore ad agire di soppiatto. Infatti, le fasi stealth sono molto più variegate e stimolanti grazie alle numerose e cruente possibilità attraverso le quali si potrà fare piazza pulita dei nemici. Lara potrà, ad esempio, ricoprirsi di fango e nascondersi in bella vista, magari celandosi nel fogliame che avvolge un muro o una parete rocciosa e aspettare il momento giusto per eliminare il nemico con un’esecuzione precisa e letale. Non siete soddisfatti? Potrete mietere vittime anche eseguendo esecuzioni dalla cima di un albero o dalle profondità dell’acqua o persino sfruttare uno dei diversi “gadget” mortali a disposizione di miss Croft, che si tratti di frecce velenose o di esche esplosive da piazzare sui cadaveri. Insomma, l’offerta stealth è più che soddisfacente, Eidos Motreal ha saputo sfruttare l’esperienza acquisita con titoli come Thief o gli ultimi Deus Ex mettendo nelle mani del giocatore una Lara temibile e spietata, capace di liquidare decine di nemici senza mai farsi vedere. Purtroppo un IA nemica non particolarmente sveglia e alcuni strumenti eccessivamente OP limitano il piacere fornito dalle fasi stealth, permettendo di aggirare senza troppi sbattimenti i tonti avversari.

Shadow of the Tomb Raider

Main quest is for girls, 100% is for Lara Croft

La campagna principale di Shadow of the Tomb Raider dura circa 10-12 ore ma per completare il gioco al 100% potrebbero esserne necessarie anche il doppio. Una volta conclusa la battaglia finale, si avrà la possibilità di esplorare liberamente il mondo di gioco, dilettandosi nella ricerca dei collezionabili o nell’affrontare le tombe opzionali non ancora superate. a cui abbiamo già accennato. Queste ultime sono in totale nove e propongono enigmi di difficoltà crescente, dobbiamo riconoscere che le tombe presentano un’ esperienza extra piacevole e abbastanza stimolante, anche grazie all’accattivante design artistico che le contraddistingue. Eventualmente, sarà anche possibile ricominciare il gioco in modalità new game plus a un livello di difficoltà maggiore.

Oltre a quattro livelli di difficoltà preimpostati in Shadow of the Tomb Raider è possibile settare il livello di sfida andando a modificare nel dettaglio tre parametri ben precisi: combattimento, esplorazione ed enigmi in modo da personalizzare l’esperienza di gioco a proprio piacimento, magari rendendo i nemici più coriacei e pericolosi o garantendo più aiuti durante la risoluzione degli enigmi.

Shadow of the Tomb Raider

Saluti dall’America Latina

Per quanto riguarda il lato grafico, Shadow of the Tomb Raider raggiunge un livello d’eccellenza invidiabile, andandosi a piazzare di diritto tra i titoli top di questa generazione. La splendida ambientazione sudamericana è resa egregiamente e offre un colpo d’occhio notevole, anche grazie ad un design artistico capace di ricreare foreste selvagge e tombe millenarie in maniera impeccabile, garantendo un’atmosfera viva e credibile. Meno riuscite le animazioni di Lara che in alcuni casi ci sono parse leggermente legnose e in generale la realizzazione dei volti dei personaggi, non ai livelli di altri titoli altrettanto blasonati.

Abbiamo testato il gioco su PlayStation 4 Pro, sulla quale il titolo è settabile in modalità Alta risoluzione o Framerate elevato, possiamo felicemente affermare che entrambe le possibilità offrono ciò che promettono, quindi potrete scegliere in base ai vostri gusti se giocare in 4K upscalato a 30 fps granitici o in full HD con un framerate oscillante tra i 45 e i 60 fps.

Ad accompagnare cotanta bellezza visiva possiamo contare su un comparto sonoro avvolgente ed evocativo che vanta arrangiamenti coerenti ed una serie di suoni ambientali egregiamente realizzati, valorizzando a dovere i momenti più esaltanti dell’avventura. Buono il doppiaggio in italiano in cui spicca la performance di Benedetta Ponticelli, perfettamente in parte nel dar voce a Lara Croft.

Shadow of the Tomb Raider

Concludendo…

Alla fine di Shadow of the Tomb Raider Lara avrà terminato il suo percorso di crescita trasformandosi nella Tomb Raider che abbiamo imparato ad amare oltre vent’anni fa. Parallelamente anche la nuova trilogia è maturata, vivendo un’evoluzione netta dal primo al secondo capitolo ma incespicando un po’ in questa terza iterazione. Graficamente eccelso e abbastanza denso di contenuti, Shadow of the Tomb Raider pecca per quanto riguarda il sistema di shooting e deficita a livello narrativo. Stiamo comunque parlando di un ottimo action-adventure ma era lecito aspettarsi qualcosa di più.

CI PIACE
  • Comparto tecnico di alto livello
  • Interessanti meccaniche stealth
  • Artisticamente notevole
  • Denso di contenuti
NON CI PIACE
  • Shooting sottotono
  • Narrativamente blando
  • IA deficitaria

 

Conclusioni

Shadow of the Tomb Raider è un action adventure di ottimo livello che fa dell’esplorazione e dello stealth i suoi punti di forza. Alcune lacune nel gameplay e nella storia gli impediscono comunque di raggiungere l’eccellenza.

8Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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