Call of Duty è, senza ombra di dubbio, una tra le saghe più apprezzate e riconosciute globalmente. Dal 2003, la saga di Activision ha vissuto di alti (come non citare gli apprezzatissimi Call of Duty 3 e Modern Warfare) e alcuni bassi, riuscendo comunque quasi sempre a garantire uno standard qualitativo di livello.
Call of Duty: Black Ops 4 – oggetto della nostra recensione – è il quindicesimo capitolo ufficiale della serie di Activision, sviluppato dal team di Treyarch, sarà il primo capitolo della saga ad essere incentrato esclusivamente sul multiplayer, data la completa eliminazione della campagna a giocatore singolo – da tempo considerata uno tra i punti deboli della produzione Activision – scelta piuttosto coraggiosa, dettata dalla volontà del team nel concentrarsi appieno nella rifinitura del comparto online.
La scelta si sarà rivelata vincente? Scopriamolo insieme nella recensione…
Blackout!
La prima analisi di questa recensione vogliamo dedicarla interamente a Blackout, la modalità battle royale di Call of Duty: Black Ops 4. Nata con il chiaro intento di lanciare una sfida ai due principali “contenders” sul mercato (PUBG ma, soprattutto, Fortnite, vero e proprio fenomeno globale), la modalità Blackout del titolo Treyarch riesce pienamente nell’intento di fondere l’immediatezza e il gunplay della saga di COD, in un contesto più ampio.
Ambientata in una grande mappa di gioco (che, a detta degli sviluppatori, è estesa 1500 volte di più della storica Nuketown), creata unendo assieme alcuni dei più iconici luoghi delle passate mappe multiplayer della saga, Blackout si presenta come una battle royale piuttosto “classica”, sia in termini di concetto che di esecuzione.
I ritmi di gioco sono funzionalmente uguali: paracadutarsi sulla mappa, raccogliere risorse/armi, uccidere gli altri giocatori. Non molto tempo dopo l’inizio della partita, sulla mappa vedremo apparire una zona sicura – che si restringe costantemente – costringendo i giocatori a uno scontro sempre più ravvicinato finché, ovviamente, non ne rimarrà soltanto uno.
Blackout è, senza dubbio, la prima vera battle royale “AAA”, visto che, di fatto, si tratta dell’unica realizzata con un budget e complessità che difficilmente troveremmo negli altri due sfidanti al “trono”. Nonostante questo, le differenze tra la Blackout di Black Ops 4 e la concorrenza attuale, sono piuttosto sottili in termini di impostazione. Ovviamente la giocabilità e il gunplay preciso e fluido, maturato con anni di esperienza nella serie Call of Duty, conferiscono a Blackout un certo livello qualitativo che, purtroppo, manca negli altri titoli precedentemente citati (rompere le finestre, proiettili che possono penetrare nei muri, e combattimenti sott’acqua, sono solo alcune delle cose che in Blackout riescono meglio che negli altri titoli).
Probabilmente, la più grande differenza rispetto agli altri due titoli citati è rappresentata dal ritmo di gioco. Come da tradizione, il multiplayer della serie di Call of Duty è incentrato su un ritmo di gioco estremamente veloce, fattore che lo rende meno accessibile a chi cerca, per esempio, un gameplay maggiormente tattico e ragionato. Questo ritmo di gioco, ovviamente, si riflette anche sulla modalità Blackout dove, appunto, il “time to kill” è incredibilmente inferiore rispetto alla concorrenza, costringendoci molto spesso a morti rapidi e, perchè no, inspiegabili.
Chiusa questa piccola parentesi, Blackout si è saputa dimostrare una modalità ben costruita, fedele alle meccaniche originali di Call of Duty. La nostra speranza – oltre che quella di tutti – risiede tutta nel supporto da parte di Activision/Treyarch nel supportarla a dovere nel corso degli anni, inserendo ad esempio eventi personalizzati o, addirittura nuove mappe.
Spazio agli specialisti!
L’esperienza classica multiplayer di Black Ops 4, quest’anno, vanterà l’aggiunta degli Specialisti (già visti nel precedente capitolo, Black Ops 3) – veri e propri personaggi (dal loadout personalizzabile) che vantano abilità uniche uno dall’altro. Ogni operatore potrà essere “studiato” nell’unica modalità a giocatore singolo del gioco che, attraverso brevi filmati, ci racconterà il background narrativo di ognuno, oltre che consentirci di giocare brevi partite tutorial per familiarizzare al dovere con le loro abilità. A differenza di Black Ops 3 gli Specialisti di questo capitolo presentano una “Abilità finale” (che si ricaricherà più velocemente ad ogni kill effettuata) oltre che due gadget utilizzabili, selezionabili nella barra inferiore dello schermo.
Una tra le novità più importanti, in termini di gameplay, di questo Black Ops 4 è rappresentata dal nuovo sistema di vita: i giocatori potranno visualizzare la propria barra della vita nell’interfaccia di gioco ed, inoltre, è stata rimossa la rigenerazione della stessa – presente fin dai primi capitoli di Call of Duty – che ora, invece, dovrà essere ripristinata gradualmente tramite specifiche siringhe. I match multiplayer di Black Ops 4 saranno da 5 contro 5, nei quali avremo modo di utilizzare le nostre classi personalizzate – salvabili in 10 slot.
Ora entriamo più nel dettaglio nel discorso modalità. Call of Duty: Black Ops 4 presenta due nuove interessanti game modes multiplayer, a quelle già ampiamente giocate nei precedenti capitoli. La prima è “Controllo”, in cui i giocatori devono – appunto – difendere o conquistare i punti di controllo in un breve lasso di tempo. E poi c’è Furto, una variante della modalità già presente in Battlefield Hardline, nella quale saremo tenuti a portare un carico di contanti in un punto preciso sulla mappa: proprio come il più classico dei “Guardia e Ladri”, una squadra avversaria cercherà di metterci i bastoni tra le ruote, cercando semplicemente di impedirci di ottenere il denaro per raggiungere l’obiettivo. Ovviamente il round successivo le parti si invertiranno e saremo finalmente noi a poterci sbizzarrire.
Faranno inoltre ritorno altre modalità apprezzate, come Uccisione Confermata (già sfruttata nell’altro titolo di punta di Activision, Destiny 2) – variante del Deathmatch a squadre classico dove saremo obbligati a raccogliere le piastrine dagli avversari uccisi per confermare l’eliminazione.
Ceeeeervelli…
In assenza di una campagna a giocatore singolo, tutto il comparto narrativo di Black Ops 4 risiede nella rinnovata modalità Zombie che, per l’occasione, risulterà più nutrita che mai.
Le mappe disponibili al lancio sono in tutto tre, ognuna caratterizzata da una tematica unica. In IX, ad esempio, i giocatori affronteranno le orde di non morti in una sorta di arena romana, in puro stile “Gladiatore”. La mappa, seppur non estesa, si suddivide in diversi livelli – inferiori e superiori – ognuno caratterizzato da uno stile che richiama diverse civiltà antiche. La seconda, Voyage of Despair, sarà invece ambientata all’interno del celebre RMS Titanic, dopo il tentato furto di un antico artefatto. Per finire, Blood of the Dead (ispirata al “Mob of the Dead” di Call of Duty: Black Ops 2), ritorno di una tra le più apprezzate mappe Zombie dai giocatori di lunga data di Call of Duty. Come da tradizione, i giocatori potranno collaborare con altri utenti umani o affidarsi alla IA di gioco nell’affrontare le tre mappe proposte (inoltre, su console potremo giocare in split-screen, fianco a fianco ad un nostro amico/parente, a tutte le modalità multiplayer proposte). Il gameplay risulta immediato e convincente – così come le ambientazioni proposte – ed il nostro consiglio, ovviamente, è quello di affrontare la campagna Zombie in compagnia di un manipolo di amici, magari sfruttando la chat vocale (integrata nel titolo), per meglio coordinarsi nelle caotiche mappe.
Sul fronte puramente grafico, Call of Duty Black Ops 4 – trattandosi di un titolo prevalentemente multiplayer – non propone nulla di strabiliante, cercando soprattutto di garantire un buon numero di dettagli visivi ed effettistica, mantenendo un frame rate costante e mai ballerino. Affondando ancora le proprie radici nell’ormai vetusto IW Engine – variante del celebre id Tech 3 (originariamente creato da id Software per Quake III Arena), Black Ops 4 riesce sempre a proporre un comparto visivo soddisfacente: le mappe sono vaste e dettagliate (in primis la macro mappa di Blackout, davvero ottima in termini di dettagli e varietà), così come i vari operatori (tamarri al punto giusto) e le armi da fuoco.
Apprezzabile il comparto sonoro e il doppiaggio in lingua italiana, anche se molto limitato a poche stringhe di testo, in grado di caratterizzare appieno lo stile e i caratteri dei vari Specialisti.
Concludendo…
A convincere del prodotto confezionato da Treyarch è sicuramente il fattore varietà. Pur orfano di una campagna a giocatore singolo, Call of Duty: Black Ops 4 è un titolo ben confezionato sul fronte multigiocatore. La modalità Blackout riesce a convincere appieno, con un gameplay in puro stile Call of Duty, applicato ad un concetto più “ampio”, come quello delle battle royale. Le modalità multiplayer standard sono molte – oltre che varie – e riescono sempre a divertire il giocatore, tenendolo impegnato per ore. Nonostante il comparto narrativo della modalità zombie, in questo Black Ops 4 si sente un po’ la mancanza di una storyline singola, mancanza che nemmeno l’introduzione del background degli Specialisti riesce a sopperire.
Se siete fan della serie, oltre che maniaci della competizione nuda e cruda, Black Ops 4 potrebbe essere il vostro nuovo Eden, grazie al più completo pacchetto multigiocatore mai proposto ad un capitolo della serie. Noi vi abbiamo avvisati…