Dopo il triste fallimento di THQ e lo smembramento di Vigil Games, la serie di Darksiders rischiava seriamente di andare incontro a morte prematura. Così non fu poiché, dopo una sequela di vicissitudini, il marchio fu acquisito da Nordic Games (oggi THQ Nordic). La nuova azienda proprietaria del brand affidò lo sviluppo del terzo capitolo a Gunfire Games, giovane software house che conta al suo interno diversi membri dei vecchi Vigil Games, e l’esistenza di un terzo capitolo fu rivelata ufficialmente a maggio 2017. Oggi Darksiders III è finalmente realtà e dopo aver fatto a pezzi centinaia di mostruose creature in compagnia di Furia, siamo pronti a dirvi la nostra sul titolo.
La serie ha ancora qualcosa da dire o sarebbe dovuta rimanere nel dimenticatoio?
L’apocalisse secondo Gunfire Games
La Terra è dilaniata dal violento conflitto che vede scontrarsi angeli e demoni. L’Arso Consiglio decide di mandare Furia, unico membro femminile dei Cavalieri dell’Apocalisse, in missione per scovare ed eliminare i Sette Peccati Capitali, in modo da ristabilire l’equilibrio nel mondo degli umani. Questa è la breve premessa che dà il via alla storia di Darksiders III, storia che proseguirà senza fregiarsi di momenti particolarmente memorabili ma fornendo un pretesto più che funzionale ed efficace per continuare a menare le mani nel corso di tutta l’avventura. Tra le fasi narrative più riuscite vanno citate senza dubbio le scene d’apertura delle boss fight contro i Sette Peccati, abbastanza curate da far gasare a dovere il giocatore prima dell’imminente battaglia. Furia mantiene fede al suo nome e si dimostra una protagonista irascibile che non si tira indietro dinanzi a nulla, è certamente abbastanza carismatica ma, nel corso dell’avventura, subisce un’evoluzione non particolarmente giustificata e non gode del giusto approfondimento psicologico.
Darksiders III è un hack and slash che pone notevole importanza sul fattore esplorazione. Il sistema di combattimento è adrenalinico, facilmente assimilabile nel suo strato più superficiale ma pronto a donare una discreta profondità ai giocatori interessanti a sviscerarne le varie combo, basate anche sulla velocità di pressione dei tasti: non stiamo certamente parlando di un combat system sopraffino ma decisamente apprezzabile. Disprezzo è l’arma con la quale Furia farà a pezzi i suoi nemici nel corso dell’avventura, essa può mutare in varie forme ma il suo aspetto primario è una tagliente frusta, veloce e precisa. L’attacco principale di Disprezzo è adibito al tasto quadrato mentre col triangolo sarà possibile sferrare un attacco secondario, con una delle quattro varianti che si andranno sbloccando progredendo nel gioco. Queste mutazioni dell’arma sono strettamente legate alle Forme di Furia, delle trasformazioni che donano nuovi poteri alla protagonista legati ad elementi quali il fuoco, la tempesta, la forza e la stasi. Di conseguenza, ogni forma vanta su un arma e dei poteri ben definiti. Il Fuoco, ad esempio, armerà Furia con dei letali ed eleganti flagelli fiammeggianti mentre la Forza permetterà alla protagonista di schiacciare i nemici con un maglio gigante. L’esistenza di nemici sensibili ad un determinato elemento o la possibilità di variare Forma nel bel mezzo di una combo avrebbero certamente donato profondità al sistema di combattimento, purtroppo queste caratteristiche non sono presenti nel gioco.
Il Cavaliere potrà servirsi anche di una lama incrociata utile ad attaccare i nemici dalla distanza, anche se durante i combattimenti non si è mai rivelata particolarmente utile. Chiudono il cerchio delle possibilità offensive di Furia gli attacchi di Collera e gli attacchi in Forma Caotica: entrambe queste soluzioni d’attacco sono eseguibili dopo aver caricato un apposito indicatore, i primi sono rappresentati da un colpo speciale diversificato in base all’arma impugnata da Furia; i secondi sono legati alla Forma Caotica della guerriera, una sorta di Furia di Sparta, per citare God of War, che trasforma la protagonista in una letale gigantessa, incrementando la sua potenza e rendendola praticamente invulnerabile per pochi secondi. A livello difensivo, l’unica possibilità offerta al giocatore è data dalla schivata. Schivare è importantissimo durante i combattimenti ed è un’azione da eseguire col giusto tempismo, per non rischiare di andare a vuoto e subire i colpi dei nemici. Se eseguita nella frazione di secondo perfetta, la schivata rallenterà il tempo permettendo di compiere una sorta di attacco speciale.
Furia avrà a che fare con molteplici nemici ma l’obbiettivo principale consisterà ovviamente nello scovare ed eliminare i Sette Peccati Capitali, per rintracciarli basterà seguire il radar posizionato in alto che, attraverso un simbolo a forma di teschio, evidenzierà la direzione da seguire per ritrovarsi faccia a faccia con il boss di turno. Proprio le boss fight sono uno degli aspetti meno riusciti dell’intera produzione, risultando poco ispirate e contornate da pattern d’attacco dei nemici visti e stravisti e una rappresentazione scenica per nulla eccezionale.
Abbiamo giocato Darksiders III al livello di difficoltà equivalente a Normale, godendoci un’esperienza appagante e per nulla stressante. I livelli di difficoltà presenti sono quattro, tutti disponibili dall’inizio.
Basta un poco di Dark Souls e la pillola va giù…
Oltre a godere di un combat system frizzante, Darksiders III ci ha piacevolmente coinvolti grazie alla sua componente adventure. Il titolo di Gunfire Games ha ridotto notevolmente i puzzle ambientali rispetto al suo predecessore, ciononostante pone notevole enfasi sull’osservazione e l’esplorazione del mondo di gioco. Scrutando ogni anfratto delle ambientazioni sarà possibile trovare stanze segrete, scorciatoie, drop indispensabili per il potenziamento della protagonista e persino boss fight opzionali. L’esplorazione inoltre è connessa ai poteri che Furia sbloccherà nel corso dell’avventura, una volta acquisita la Forma della Tempesta, ad esempio, sarà possibile planare per brevi tratti e sfruttare dei vortici utili a raggiungere altezze sopraelevate; la Forma della Stasi invece consentirà di camminare sull’acqua e scalare alcune particolari pareti. Queste meccaniche di gioco garantiscono una leggera ed apprezzabile dose di backtracking che ci ha piacevolmente sorpresi grazie ad un level design particolarmente ispirato. C’è da dire che l’esplorazione è basata su ambientazioni non particolarmente vaste, al punto che in questo capitolo è stata rimossa la possibilità di muoversi in groppa al fido destriero del Cavaliere, questa scelta di game design è comunque giustificata da uno stratagemma narrativo, seppur non particolarmente fantasioso.
Esplorando troverete svariati tipi di oggetti (come le immancabili pozioni di cura o dei frammenti che conferiscono momentanee abilità a Furia) ma soprattutto le Anime, utili a far livellare Furia e a potenziare i tre parametri presenti: Salute, Forza, Arcano. Le Anime vengono reperite anche anche attraverso il combattimento, ma le maggiori quantità potranno essere recuperate soltanto tramite l’esplorazione. Nei vari checkpoint presenti nelle aree di gioco avremo modo di mercanteggiare con Vulgrim, un viscido venditore che si occuperà anche dell’acquisto delle Anime, scambiandole con punti attributo necessari al potenziamento dei vari parametri, in un sistema di progressione simile a quello visto nei Souls, anche se molto meno stratificato. Un’altra importante similitudine con la saga di Miyazaki è data dal fatto che, cadendo in combattimento, verremo catapultati al checkpoint più vicino e privati delle Anime raccolte fino a quel momento, costringendoci a tornare nel luogo del trapasso per recuperare ciò che ci appartiene. Questo sistema dona profondità ma non raggiunge minimamente la complessità vista nelle opere servite come spunto. E’ presente anche un Creatore (un fabbro sostanzialmente) che, se munito degli strumenti necessari, potrà potenziare l’equipaggiamento di Furia.
Graficamente… un gran Peccato
Uno degli aspetti meno convincenti di Darksiders III è senza ombra di dubbio il comparto grafico. Il lavoro svolto da Gunfire Games avrebbe faticato a fare bella figura anche nella scorsa generazione di console, a causa di una realizzazione dei modelli poligonali abbastanza dozzinale e di textures non particolarmente al passo coi tempi. A ciò aggiungiamo problemi tecnici come una telecamera non impeccabile, caricamenti ingiustificati, cali di frame al rientro dai checkpoint, e crash che in un paio di situazioni hanno completamente disattivato l’audio di gioco e appare evidente che il comparto tecnico del gioco sia alquanto deficitario.
Anche artisticamente il titolo non ci ha convinto più di tanto, salvo rare eccezioni i nemici, le ambientazioni e persino buona parte dei boss non spiccano per design artistico, risultando spesso baggiani e non particolarmente ispirati. Effettivamente, ci saremmo anche stancati di affrontare le solite orde di scheletri e creature insettoidi. Non stiamo parlando di un disastro, sia chiaro, Furia ha il suo fascino, il mondo post-apocalittico orchestrato dal team di sviluppo può anche piacere e nelle fasi finali dell’avventura propone degli scorci abbastanza evocativi e alcuni dei Sette Peccati Capitali godono di una realizzazione abbastanza accattivante, tutto sommato.
Da elogiare il buon doppiaggio in italiano, aggiunto con la patch del day one, mentre le musiche non ci sono rimaste particolarmente impresse.
Concludendo…
In un periodo storico in cui i videogiochi tendono ad essere sempre più vasti, ricchi di cose da fare mixando diversi generi, Darksiders III fa un passo indietro profilandosi semplicemente come un action-adventure più che dignitoso che, pur non brillando in nulla, riesce a risultare più che godibile nella sua limitatezza. Alcuni degli apprezzati elementi visti nei precedenti capitoli, come i puzzle ambientali e l’aspetto ruolistico, sono stati notevolmente ridimensionati in favore di una struttura di gioco meno pretenziosa, ma comunque in grado di garantire un sano divertimento grazie a delle meccaniche di gioco ben amalgamate in un’ottima commistione tra esplorazione e combattimenti. Fondamentalmente, il titolo di Gunfire Games non innova in nulla il genere d’appartenenza e sicuramente non merita un posto tra le esperienza videoludiche più memorabili di questo 2018. Nella sua semplicità, però, Darksiders III ci ha intrattenuto con piacere per circa 15 ore e merita una chance da tutti gli appassionati di hack and slash.