HellSign, sviluppato dal piccolo team australiano Ballistic Interactive, nasce con l’obbiettivo di catapultare il giocatore in un’ambientazione dalle tinte fortemente paranormali basando l’esperienza di gioco su meccaniche da action RPG.
Il gioco è in accesso anticipato dal 9 novembre 2018 ma soltanto negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di provarlo, cercando di comprenderne al meglio le apparentemente stratificate meccaniche di gioco. Dopo aver giocato circa cinque ore, l’impressione è quella che le forti ambizioni del team di sviluppo si siano malamente scontrate con l’innegabile limitatezza che permea la produzione, sia a livello di budget sia per quanto riguarda tutta una serie di idee che non si amalgano al meglio con le effettive doti realizzative della software house.
Paranormal Activity
Si parte subito con la creazione del personaggio, invero abbastanza scarna e superficiale, che vi permetterà di scegliere nome e classe del vostro alter ego (in futuro verrà introdotta la possibilità di scegliere anche il sesso). Le classi sono 11 e differenziano il personaggio a livello di equipaggiamento e di abilità iniziali. Successivamente, un breve prologo narrato attraverso gradevoli vignette a mo’ di fumetto ci introduce nel mondo di gioco presentandoci il tormentato protagonista e la sua missione. L’universo narrativo messo in piedi dagli sviluppatori sembra essere abbastanza curato, anche se un po’ troppo banale e caratterizzato da personaggi alquanto dimenticabili.
In qualità di “hunter” veniamo incaricati di ispezionare una casa infestata alla ricerca di attività paranormali da segnalare a chi di dovere. Questa prima fase investigativa risulta godibile e abbastanza coinvolgente. Attraverso una visuale isometrica, godremo di un’avvolgente e lugubre atmosfera e ci serviremo di gadget utili a rendere un’attività alquanto scialba, come quella di interagire con vari punti d’interesse presenti nella casa, abbastanza suggestiva da essere portata a termine con discreto gusto.
Purtroppo, ciò che a primo impatto può risultare affascinante e potenzialmente interessante, si trasforma ben presto in un’esperienza di gioco ben più limitata e tediosa del previsto. Attraverso la mappa di gioco, potremo spostarci in varie aree visitabili: la casa del protagonista, dove sarà possibile potenziare il personaggio e craftare oggetti vari; un negozio in cui comprare armi ed equipaggiamenti; il bar, una sorta di piccolo hub centrale in cui è possibile interagire con diversi NPC e ricevere incarichi (e giocare a BlackJack!).
Sono proprio le missioni affidateci a sbatterci in faccia gli estremi limiti di HellSign. Innanzitutto il gioco riesce nell’ardua impresa di risultare monotono dopo appena un paio d’ore di gioco e, sotto questo punto di vista, il sistema procedurale che genera missioni e ambientazioni influisce negativamente a livello di varietà. L’ottima atmosfera che si respira nella missione di tutorial si ripresenta senza variazioni di sorta in continuazione, anche a causa del fatto che fondamentalmente ci ritroveremo costantemente ad esplorare case infestate praticamente tutte uguali tra loro, interagendo con i soliti oggetti e sorbendoci un design dei livelli a dir poco anonimo creativamente parlando. Il peggio deve però ancora venire, ben presto infatti il giocatore si ritroverà ad affrontare pericolose creature attraverso uno sistema di shooting a dir poco pessimo e che non si sposa minimamente con l’atmosfera di gioco, a causa di una certa frenesia che caratterizza i combattimenti.
Eliminare i nemici, inizialmente rappresentati da banalissimi insetti giganti, è un’operazione frustrante, macchinosa e per nulla gratificante. Sì, perché la vera natura di HellSign è fondamentalmente quella di un twin stick shooter giocabile con mouse e tastiera. Si muore spesso ma non a causa di un livello di difficoltà ben gestito, più che altro vi ritroverete a perire cercando invano di colpire le orripilanti creature che vi vengono addosso attraverso pattern offensivi decisamente poco diversificati ma fin troppo rapidi, soprattutto in relazione alla lentezza del protagonista e del fallace sistema di mira, poco reattivo e notevolmente macchinoso. Terribilmente frustrante è la lentissima operazione di ricarica che va effettuata manualmente e che si interrompe ogni qualvolta veniamo sfiorati dai nemici.
I combattimenti vengono ulteriormente debilitati da un feeling delle armi insulso e dall’insoddisfacente schivata, unica mossa difensiva disponibile ma talmente macchinosa da risultare spesso inutile. Sezioni stealth, meccaniche survival o, più semplicemente, un sistema di mira automatica avrebbero potuto rendere l’incedere meno ripetitivo e più gradevole ma purtroppo nulla di tutto ciò è presente nel gioco.
Abbiamo parlato di HellSign definendolo uno shooter, non dobbiamo comunque dimenticarci dell’impronta ruolistica che caratterizza il lavoro di Ballistic Interactvive. Il problema è che proprio gli elementi da RPG mal si sposano con le altre meccaniche di gioco, il fatto che sbloccare le varie abilità richieda molto tempo e dedizione inoltre rischia di farvi stancare del titolo prima ancora di sbloccare una delle tantissime abilità presenti, suddivise in quattro diversi rami. L’impressione, comunque, è che le meccaniche RPG non aggiungano nulla di positivo al titolo e, anzi, rappresentino un’inutile forzatura nel gameplay.
Quantomeno a livello tecnico, HellSign si comporta discretamente bene. Il comparto grafico, pur nella sua semplicità, risulta fascinoso grazie anche al suggestivo sistema d’illuminazione degli ambienti, con l’abbagliante luce della vostra fidata torcia che si infrange nell’oscurità delle angoscianti e buie stanze che esplorerete. Tutto ciò, insieme ad un filtro che “sporca” l’immagine e ad un ottimo e curato audio design, contribuisce nel ricreare quell’atmosfera macabra che è probabilmente il punto più alto toccato dall’intera produzione.
Anche sotto il punto di vista tecnico, comunque, c’è da lavorare, quantomeno per risolvere alcuni bug che affliggono l’esperienza di gioco, come la frequente possibilità di vedere nemici incastrati tra i muri, anche se in questo caso il bug riesce almeno ad evitare al giocatore l’ennesimo, frustrante combattimento. Da migliorare anche le animazioni, al momento abbastanza legnose.
Concludendo…
Hellsign vi illude catapultandovi nel bel mezzo di un contesto sovrannaturale, inizialmente, accattivante e misterioso costringendovi a passare buona parte del vostro tempo soffrendo a causa di un sistema di shooting problematico, di meccaniche RPG forzate e di un sistema procedurale che non funziona minimamente. Buona l’atmosfera e accettabili le fasi investigative, quantomeno godibili rispetto a tutto il resto. In sostanza, HellSign non è un gioco di ruolo, non funziona come shooter e le fasi d’esplorazione/investigazione sono appena passabili. Il tutto sembra essere incollato alla meno peggio senza avere un’idea ben chiara del tipo di gioco che si vuole proporre al pubblico.
Al momento è disponibile solo il primo capitolo dell’avventura che, in tutta sincerità, non siamo nemmeno riusciti a portare a termine. Il rilascio della versione completa è previsto per la fine di quest’anno ma, se il team di sviluppo non dovesse snellire l’esperienza focalizzandosi sui pochi aspetti che funzionano, difficilmente la situazione potrebbe migliorare. E’ brutto bocciare il lavoro di un piccolo team che sta cercando di emergere ma, al momento, in HellSign c’è ben poco da salvare.
Recensione degli utenti (quasi 1000 recensioni) che comprano il prodotto: 9/10
Recensione del recensore: 5/10
Capisco che la recensione sia un’opinione…ma un divario simile? Come se si fossero giocati due prodotti diversi…
Ciao, nella recensione penso di aver spiegato dettagliatamente tutto ciò che non mi ha convinto della produzione. Poi chissà, magari in questi mesi gli sviluppatori sono riusciti a limare qualche magagna anche se dubito che Hellsign possa essere diventato un titolo da 9/10.