E’ uno dei giochi più attesi della storia? Si, visto la lunghissima gestazione computazionale e la numerosissima schiera di fan! E’ una delle espressioni videoludiche più “alte” di questa generazione? Probabilmente si, vista e considerata l’epica premessa che da decadi contraddistingue la serie, ovvero unire sotto la sua variopinta egida gran parte dell’iconografia Disney. Ma di cosa stiamo parlando? Ma di Kingdom Hearts III, nuovo capitolo ed undicesima “entry” dell’immortale saga cominciata nel 2001 con la pubblicazione del primo, leggendario capitolo.
Dieci anni e più di attesa saranno stati a questo punto “ben spesi”? Scopriamolo assieme!
Verso l’infinito e oltre!
Per i “cavernicoli” che non conoscessero il gioco, Kingdom Hearts III è al suo fulcro un JRPG più o meno classico incentrato su di un sistema di combattimento action. Rispetto al passato, il gioco targato Square Enix mostrerà sin da subito alcune novità, sottolineando un accentuato profilo platform che andrà ad arricchire l’esperienza di gioco. Com’è tradizione della serie, il nostro viaggio atto a contrastare l’oscurità comprenderà l’esplorazione di un piuttosto vasto “universo” Disney/Pixar composto da una serie di pianeti che saranno basati su alcuni dei cartoni più famosi delle due compagini. Il nostro cammino non sarà ovviamente solingo, poiché oltre ad un cast piuttosto variopinto di personaggi ed eroi (fra i quali non ci saranno ahinoi i “volti noti” dell’universo Final Fantasy), avremo al nostro seguito Pippo e Paperino, immancabili compagni del nostro “capel-puntuto” protagonista, i quali ci forniranno un aiuto fondamentale in battaglia oltre che una serie di divertenti siparietti in stile cartoon.
Come anticipato, Kingdom Hearts III affonda le sue radici meccaniche in una sistema piuttosto classico nell’universo JRPG, costituito da menù vari ed eventuali da cui potremo utilizzare oggetti e richiamare spettacolari magie da scagliare contro gli “ombrosi” nemici. E veniamo al cuore pulsante del gioco, i combattimenti, i quali saranno anche in questo capitolo meccanicamente precisi e dinamici. Combattere nel gioco Square Enix è divertente e appagante, sia da un mero punto di vista della difficoltà, che sarà sostanzialmente ben dosata, sia anche per il buon grado di coinvolgimento del comparto. Rispetto al passato, il sistema di combattimento si è “semplificato” in favore di un guadagno visual notevole: gli scontri saranno particolarmente epici, visivamente superiori rispetto al passato e dinamicamente appaganti.
L’intero combat system, basato principalmente sull’attivazione di abilità “situazionali”, skill speciali legate alla singola Keyblade o magie che mutano d’effetto in base alla tipologia di arma utilizzata, renderà il combattimento esteticamente appagante e molto dinamico, anche grazie a fluidi cambi di inquadratura che renderanno magistralmente “drammatici” anche gli attacchi più semplici. La spettacolarità verrà però introdotta “sulla pelle” della profondità delle meccaniche: i combattimenti di Kingdom Hearts III saranno di fatto più rigidi e “scriptati” rispetto ai passati capitoli, dove ad una certa “lentezza” meccanica di fondo era collegata una necessaria pianificazione ed una sostanziale libertà di utilizzo delle risorse. A conti fatti, spesso i combattimenti in Kingdom Hearts III sembreranno più una sequela ben connessa di cutscene spettacolari, attivate dalla pressione “ossessiva” di un singolo tasto, piuttosto che una contesa governata liberamente dal giocatore. Se la necessarietà della modifica sostanziale del combat system risiede nell’impossibilità di replicare integralmente meccaniche di gioco “anacronistiche” risalenti a quasi un decennio fa, la modernizzazione e semplificazione del combattimento potrebbe far storcere il naso ai fan duri e puri della serie (e sono parecchi!), abituati a misurarsi con un sistema di combattimento concettualmente semplice ma “crudele”, in grado di garantire totale libertà.
Un universo minacciato dalle ombre
Com’è tradizione della serie, il nostro atipico trio si muoverà di pianeta in pianeta con la mitica navicella Gummi. Durante i nostri viaggi interplanetari, i quali in Kingdom Hearts III ci offriranno piena libertà di movimento, saremo chiamati ad affrontare un mini-gioco che ci vedrà fronteggiare orde di nemici in una sorta di modalità alla “Space Invaders”. Naturalmente, potremo contrattaccare con differenti armi in dotazione, le quali saranno montate e smontate a nostro piacimento sul nostro “vascello spaziale”. Quest’ultimo, com’è tradizione, sarà completamente personalizzabile e modificabile attraverso dei mattoncini di varia natura che troveremo nel corso del gioco e che ci consentiranno di dotare il nostro velivolo di differenti capacità ed armi di difesa. La sezione, nonostante sia sostanzialmente una sorta di “intermezzo giocabile” fra un pianeta e l’altro, è dannatamente divertente e ben fatta, riuscendo quasi nell’impresa di risultare un gioco a se stante.
Kingdom Hearts III offre un livello di sfida intermedio, con una curva di apprendimento piuttosto equilibrata. I combattimenti crescono di difficoltà in modo lento ma costante e le boss fight, non particolarmente impegnative all’inizio, divengono man mano più difficili ed evocative, anche se raramente complicate e di difficile “digestione”. Un altro punto da toccare, utile a chi si avvicina alla saga per la prima volta, è la complessa e inaspettatamente profonda trama che fa da sfondo all’intera serie, fatta di intrighi, colpi di scena e trame “collaterali” le quali si dipanano negli undici (!!) capitoli dell’intera serie. Nonostante non sia oggi particolarmente complicato reperire i vecchi capitoli della serie, rimasterizzati per l’occasione sulle console di odierna generazione, sarà comunque piuttosto semplice “mettersi in pari” grazie alla presenza di filmati e clip provenienti dai precedenti capitoli e che mostreranno le fasi salienti dell’intreccio narrativo della serie.
Mostri, giocattoli e pirati!
E per quanto riguardo la trama propria di Kingdom Hearts III?
Nonostante il livello sia “da tripla A”, l’intreccio narrativo risulta per certi versi qualitativamente inferiore rispetto ai climax epici del passato, vuoi per una certa struttura un po’ confusionaria degli eventi, vuoi anche per una certa prevedibilità delle fasi salienti dell’intreccio narrativo. Questa sensazione si acuisce sensibilmente in alcune momenti “topici” della storyline, farciti oltremodo di dialoghi e di connessioni narrative un po’ scontate e non particolarmente fantasiose, dove è evidente una certa “stanchezza” e forzatura scritturale da parte degli autori, dovuta probabilmente anche alla difficoltà di creare un intreccio realmente originale su concept su cui la serie “nidifica” da quasi 20 anni (ovvero, i legami ed il sentimento d’amicizia che vince sull’oscurità). Un’altra nota dolente, legata a doppio filo con l’evolversi della trama, sarà l’uso elevato di cutscene per ogni tipo di “avanzamento” della storia, le quali saranno disseminate a iosa persino all’interno di alcune boss fight. Oltre ad essere alle volte non particolarmente ispirate o esaltanti, ogni filmato sarà introdotto da una piccola fase di caricamento che andrà ad impattare direttamente sul ritmo e sulla tensione di gioco.
Come già citato, lo sviluppo narrativo ci consentirà di visitare una serie di pianeti che racchiuderanno la magia di alcuni dei mondi Disney/Pixar più apprezzati, consentendo al contempo piacevoli variazioni, sia meccaniche sia a livello di attività, al tema sostanzialmente action del gioco. Ad esempio, nel mondo dedicato ai Pirati dei Caraibi avremo la facoltà di governare un vascello pirata, concedendoci cacce al tesoro e battaglie navali degne della controparte di celluloide. Nel mondo dedicato a Toy Story, invece, potremo combattere i pericolosi sgherri dell’oscurità con un Mech devastante ed armato di tutto punto. Ad una presenza piuttosto corposa e variegata di attività secondarie, fuoriesce dall’esperienza ludica come contraltare una incoerenza di fondo nel level design generale dei singoli pianeti, i quali andranno da stage estremamente aperti e dettagliati, come lo store esplorabile nella sezione dedicata a Toy Story, a livelli costituiti da uno o due ambienti al massimo e con una presenza di contenuti davvero limitata.

Luci ed ombre
Tecnicamente parlando, Kingdom Hearts III è un prodotto di alto livello qualitativo e quantitativo seppur non privo di difetti. E’ da sottolineare innanzitutto la cura nel dettagliare i mondi di gioco i quali, a conti fatti, sorprenderanno anche i fan più smaliziati. Ad esempio, nel mondo dedicato a Toy Story, la camera di Andy sarà ricolma di oggetti e personaggi che compaiono nei film dell’apprezzata saga di animazione 3D, mostrando che nulla è stato lasciato totalmente al caso. Anche nel mondo dei Pirati dei Caraibi, la rappresentazione grafica dei personaggi del film e delle navi subirà un drastico “switch” verso lidi più realistici, mostrando un cura del dettaglio notevole.
Il gioco è stato testato con PlayStation 4 Pro, la quale offre la possibilità di scegliere fra una modalità in cui è prediletta la qualità ed un’altra in cui è prediletto il frame rate. La prima delle succitate modalità garantisce una risoluzione in 4K dinamico notevole e dall’altissima qualità, seppur la fluidità è un po’ singhiozzata nella sezioni più concitate. La seconda modalità invece, offrirà una qualità estetica visibilmente ridotta ma tutto sommato accettabile, garantendo un frame stabilmente ancorato ai 60 frame al secondo che renderà il gioco sicuramente più godibile. Per quanto concerne il comparto audio, la qualità si attesta ad un livello piuttosto alto e sarà comprensiva di tracce “di servizio” non particolarmente ispirate ne’ memorabili rispetto al (probabilmente irraggiungibile) passato, ma comunque di ottima qualità e sicuramente ben realizzate.

Concludendo…
Nonostante alcuni minus, Kingdom Hearts III è un degno capitolo di una delle saghe videoludiche più apprezzate di sempre. Un universo piuttosto vasto e colorato ci attende, con tante possibilità ed attività extra che ci aspettano, assieme ad un marasma di iconici rappresentanti Disney/Pixar. E sebbene non metterà d’accordo proprio tutti, il titolo Square Enix è sicuramente uno dei ludi più interessanti di questa generazione.