I platform game rappresentano, grazie al contributo di icone del calibro di Mario e Sonic, tra i generi videoludici più popolari ed apprezzati che ci siano. Riuscire a produrre qualcosa di intrigante e innovativo appartenente a questo filone risulta quanto mai complesso. Scopriamo insieme se Furwind, il platform-action bidimensionale dal sapore retrò di Boomfire Games, riesce in questa ardua impresa.

Il Gameplay.

Furwind ha inizio con un prologo nel quale vengono narrati, seppur brevemente, gli eventi che precedono l’inizio della nostra avventura. La trama, non particolamente ricca e articolata, ruota intorno  ad un antico spirito maligno che si sta per risvegliare mettendo a rischio la pace e la tranquillità della foresta. Toccherà al nostro eroe, una volpe di nome Furwind, raccogliere la forza degli spiriti benevoli e salvare gli abitanti della stessa. Messi a conoscenza della situazione, veniamo subito introdotti al tutorial. Da qui in poi la trama sarà messa in secondo piano e si svilupperà attraverso dei brevi dialoghi occasionali, risultando quindi un semplice contorno, non particolarmente elaborato, per proseguire attraverso i nuovi livelli. La nostra piccola volpe possiede una barra della vita che si svuoterà ogni qual volta subisce un danno ed alcune abilità speciali: il classico doppio salto, un attacco singolo che danneggerà i nemici di fronte a noi, un attacco eseguibile dall’alto ed altri acquisibili nel corso dell’avventura. Infine, molte delle azioni che faremo compiere a Furwind, con l’eccezione del salto e del movimento, consumeranno la seconda barra di energia, verde, posta a fianco della prima.

Livelli pelosi.

I livelli di questo gioco possono essere raccolti in 4 categorie principali, più 2 secondarie. I livelli numerati, che faranno avanzare la trama, si dividono in:

  • livelli ambientati nelle rovine, aperti, da esplorare e ricchi di nemici
  • livelli ambientati nelle caverne, labirintiche e buie. In questi saremo costretti a “ricaricare” delle lucciole che perderemo lungo il cammino. Dovremo raggiungere una serie di checkpoint luminosi, per non soccombere alle tenebre
  • livelli a torre, caratterizzati da lunghe scalate nei quali dovremo evitare letali trappole e nemici fiammeggianti
  • livelli a scorrimento, nei quali dovremo scappare rapidamente dall’oscurità, attraverso complesse manovre e piroette

In queste quattro categorie l’obiettivo del giocatore sarà quello di trovare e sconfiggere due mini-boss oppure risolvere semplici enigmi, per raccogliere le due metà di un medaglione che, una volta unite, serviranno da chiave per completare il livello. E’ importante notare che in nessun caso si avrà accesso ad una mappa ed orientarsi all’interno di certi livelli (anche per colpa di una certa ripetitività degli ambienti) sarà parte integrante della sfida. I nemici, così come gli oggetti distruggibli, lasceranno cadere denaro, che potremo spendere in utili potenziamenti permanenti al personaggio, oppure potremo impiegarlo negli “altari di resurrezione“, dei checkpoint dai quali ricominceremo in caso di morte. E’ consigliabile investire spesso in questi ultimi, poichè il decesso è una circostanza che si affronta con una decisa frequenza.
I livelli secondari invece sono sfide che il giocatore dovrà sbloccare trovando le corrispondenti pergamene nascoste nei livelli principali. Nelle sfide dovremo svolgere uno  di duesti due compiti: salvare un prigioniero, sconfiggendo tutti i nemici in una piccola area chiusa, oppure scappare da un livello (solitamente più piccolo dei principali), pieno di nemici e percorsi pericolosi e senza alcun checkpoint.

Pixel art e nostalgia.

Dal punto di vista estetico, Furwind farà la felicità degli appassionati di retro gaming grazie alla sua grafica in pixel art curata in ogni  dettaglio. Il protagonista e i nemici risultano ottimamente animati e ben caratterizzati. Di discreta fattura anche la colonna sonora che risalta positivamente con motivi orecchiabili ed effetti sonori azzeccati.  Tra le note dolenti, segnaliamo però un level design non particolarmente ispirato e ripetitivo. Questo problema, seppur presente, non intacca in modo profondo il gameplay che, nonostante tutto, gode di una certà varietà e livello di sfida, anche grazie alla presenza di boss fight di fine capitolo molto divertenti.  Il titolo tenta di riprodurre, riuscendoci, lo spirito di classici del passato come Ghosts’n’Goblins e Rayman, avvalendosi dei clichè che caratterizzano il genere. Gli appassionati infatti, si sentiranno a casa e troveranno pane per i loro denti, mentre i neofiti dovranno faticare un po’ di più.

Concludendo…

Furwind di Boomfire Games è un titolo che si ispira ed attinge a piene mani da una varietà pressochè infinita di titoli appartenenti al genere platform, riuscendo nel compito di ricreare una vera esperienza retrò. Il gioco nella sua versione Switch, da noi recensita, trova il suo habitat ideale. Forte di un gameplay divertente e caratterizzato da un comparto tecnico realizzato decorosamente (seppur ripetitivo e non particolarmente ispirato), Furwind si presenta infine come un buon titolo, in grado di regalare ore di divertimento e relax.

CI PIACE
  • Esteticamente gradevole.
  • Buon comparto sonoro
  • Effetto retro molto ben riuscito.
  • Difficoltà appropriata…
NON CI PIACE
  • …ma non sempre bilanciata, a volte c’è troppo trial and error.
  • Non tradotto in italiano.
  • Poco (se non per niente) innovativo
Conclusioni

Furwind di Boomfire Games è un titolo che si ispira ed attinge a piene mani da una varietà pressochè infinita di titoli appartenenti al genere platform, riuscendo nel compito di ricreare una vera esperienza retrò. Il gioco nella sua versione Switch, da noi recensita, trova il suo habitat ideale. Forte di un gameplay divertente e caratterizzato da un comparto tecnico realizzato decorosamente (seppur ripetitivo e non particolarmente ispirato), Furwind si presenta infine come un buon titolo, in grado di regalare ore di divertimento e relax.

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Matteo, sul web "Gaareth", impara a videogiocare prima ancora di imparare ad andare in bicicletta, a 4 anni con il suo Game Boy Advance, il primo amore, quello che non si scorda mai. Crescendo, ha spaziato tra diverse piattaforme e produttori, immune a rivalità e console wars varie ed eventuali. Segue le ultime novità ma con uno sguardo verso il passato, recuperando spesso e volentieri titoli più "anziani" di lui. Generi preferiti: Shooter, Action-RPG, Fighting game. Generi ignorati (o quasi): Sportivi, Simulator, Racing game. Nel tempo libero, quando non sta videogiocando, sta sicuramente leggendo (fumetti, libri, di studio e non, manuali di GdR da tavolo, etc.), ascoltando musica o passando tempo con la sua dolce metà

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