Probabilmente passato un po’ in sordina, Epistory è riuscito a conquistare i cuori di tantissimi utenti appassionati di gaming su PC, nonostante la peculiarità del suo genere: univa infatti una struttura action\adventure a meccaniche legate ai “typing-game”, genere praticamente esploso nella seconda metà degli anni ’90 grazie al periodo d’oro che l’immediatezza dei giochi arcade stava vivendo.
L’esperienza però non è bastata ai ragazzi di Fishing Cactus, un piccolo studio belga che, forte della precedente e fortunata esperienza di distribuzione, ritenta lo sviluppo di Nanotale – Typing Chronicles, ripercorrendone il sentiero approcciando ancora una volta alla formula dei typing-game, ibridandola però con un genere leggermente diverso da quello precedente, quello dei mai troppo amati giochi di ruolo.

Le premesse sembrano essere decisamente interessanti ma l’insieme generale è stato in grado di corrispondere alle alte aspettative di cui sopra?

Vediamolo insieme.

Come Epistory, più di Epistory?

La protagonista indiscussa di tutta l’avventura di Nanotale – Typing Chronicles è sicuramente la portentosa archivista Rosalind che, a dispetto della sua giovane età, si ritroverà a dover affrontare un male incombente molto più grande di lei. Il mondo di gioco infatti sta collassando a causa di una misteriosa corruzione del “cuore della magia”, cosa che ha destabilizzato l’intero ecosistema fantasy di cui è composto e che era oggetto di indagine della protagonista. l’incipit narrativo comincerà proprio con la ricerca delle motivazioni di questa corruzione, nel farlo Rosalind sarà presto affiancata da una compagna di viaggio, una volpe magica: i rimandi stilistici al precedente Epistory sono tangibilissimi anche dalla scelta concettuale dell’apparato narrativo, benché risultino due storie a sé, completamente slegate tra loro. La sensazione di imminente pericolo che caratterizza l’incedere dell’avventura è resa in modo eccezionale, il mondo sembra davvero scivolare verso il baratro annunciato dalle vicende, e in questo sicuramente molto si deve al livello più squisitamente artistico dello sviluppo: le tinte pastello, sbiadite e viranti molto di frequente verso un malinconicissimo blu-grigio, riescono a restituire una sensazione di desolazione che ben si confà all’esperienza che l’impianto narrativo vuole evocare. Inoltre lo stile abbraccia un suggestivo e delicato cel-shading che non fa rimpiangere il peculiare effetto “origami” del precedente Epistory.

La caratterizzazione dei personaggi risulta invece piuttosto anonima, nonostante il buon tentativo di avvicinare la protagonista al giocatore attraverso monologhi interiori che palesano, di fatto, la complessità psicologica di Rosalind, ma che da soli non bastano a regalare una sensazione ugualmente profonda al cast di comprimari e nemici, piatti e senz’anima. È evidente che lo sforzo compiuto in termini di risorse umane e creative sia confluito quasi totalmente nelle particolari meccaniche del gameplay.

Disse il saggio: “ma dove vai se l’inglese non lo sai?”

Come già detto in precedenza, Nanotale – Typing Chronicles è un ibrido tra generi molto distanti tra loro ma, al contempo, altamente compatibili. Gli stessi sviluppatori lo han definito “un incrocio tra Magicka e The Typing of the Dead” e, a parere di chi vi scrive, mai dichiarazione fu più azzeccata.

Nonostante una base da gioco di ruolo piuttosto tradizionale, la funzione di attacco della nostra archivista è legata alla digitazione di parole sulla tastiera che, a seconda della forza e della resistenza del nemico, varieranno per complessità e lunghezza. Quando i nemici a schermo cominceranno ad aumentare di numero, sarà importante calcolare anche la velocità di movimento degli stessi, operazione che oltre a una buona capacità di valutazione, richiederà riflessi sempre più pronti e mani sempre più veloci. Ma la digitazione di parole non riguarderà solo l’attacco, bensì l’intero complesso di interazione con i personaggi e con l’ambiente di gioco per la risoluzione di enigmi ambientali dalla complessità mai eccessiva: ad esempio capiterà di dover spegnere un fuoco, per far crescere vegetazione in grado di permetterci un passaggio agevole verso l’area successiva. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma è un diversivo necessario per un gameplay che, nonostante l’innovazione che porta con sè, rischia di diventare presto monotono. Stimolanti invece i combattimenti con i boss o in difesa di personaggi non giocanti da orde di nemici, in cui l’apprendimento dei pattern di movimento è fondamentale per l’adozione di una strategia vincente.
Ad aumentare la difficoltà dell’offerta vi è la totale assenza di lingue alternative a quella inglese, non solo per quel che concerne la localizzazione dei dialoghi, ma anche per quanto riguarda le parole sensibili al gameplay. Questo potrebbe risultare un ostacolo per coloro che non masticano agevolmente la lingua di Albione ma confidiamo in una aggiunta successiva delle stesse proprio come successo per Epistory.

Tecnicamente dimenticabile

Abbiamo parlato di Nanotale – Typing Chronicles dal punto di vista dello sforzo artistico e creativo con parole sicuramente positive, ma altrettanto non si può dire quando lo sguardo si sposta al punto di vista più freddamente tecnico. Il gioco, pur presentando un aspetto gradevolissimo, è comunque privo di una quantità smodata di poligoni ed effetti a schermo. Nonostante ciò abbiamo assistito, in qualche frangente, a un calo repentino di frame, figlio sicuramente di una mancata ottimizzazione del motore grafico. La poca cura profusa da questo aspetto è confermata anche dalla presenza di bug che, ogni tanto (a dire il vero è successo solo due volte in 10 ore di gioco), han fatto incastrare Rosalind nei poligoni di erba e rocce, cosa che ci ha costretti al riavvio del gioco per poter proseguire.

Anche in questo caso, alla luce della nota cura profusa dal team dei Fishing Cactus in passato, siamo sicuri che nell’immediato futuro arriveranno aggiornamenti in grado di mettere la proverbiale pezza al tutto.

Altro aspetto che ha leggermente deluso le aspettative è il comparto audio in cui temi piacevoli ma dimenticabili si alternano ad altri leggermente più tediosi e assolutamente non in grado di enfatizzare l’atmosfera del gioco.

Concludendo…

Lungo la nostra recensione abbiamo riportato i tanti difetti di una produzione che, non dimentichiamolo, appartiene comunque a quel variegato calderone di titoli “indie”, caratterizzati sopra ogni cosa da un budget molto più limitato rispetto alle sorelle maggiori e più blasonate.
È vero che Nanotale – Typing Chronicles si presenta tecnicamente ballerino e che talvolta ha costretti al riavvio per poter proseguire nell’avventura. È vero che i temi non ve li canticchierete sotto la doccia a causa di una piattezza non indifferente. È vero che forse il gioco, enigmi ambientali e combattimenti con i boss a parte, rischia di diventare un susseguirsi di parole digitate monotono e stancante. È vero che la storia non è stata enfatizzata da una caratterizzazione dei personaggi degna di tale nome…
… ma quello che possiamo assicurarvi è che nel complesso rimane un titolo con qualcosa da dire, magari non perfetto ma in grado di appassionare chi, soprassedendo a qualche difetto strutturale, sarà capace di lasciarsi romanticamente trasportare dall’attività magica di un’archivista che tenta disperatamente di salvare un mondo magico in rovina. Un gioco per dattilografi in erba che non mancherà di divertire anche chi, fino all’altro giorno, aveva fatto del gamepad la propria ragion d’essere videoludica.

CI PIACE
  • Enigmi ambientali riusciti
  • Difficoltà ben calibrata
  • Ottima resa grafica
NON CI PIACE
  • Tecnicamente ballerino
  • Forse un po’ monotono
  • Storia dimenticabile
Conclusioni

Una produzione di un team che non è riuscito a curare perfettamente tutti gli aspetti del gioco. Rimane accattivante per la formula di gioco peculiare in grado di stimolare tanto gli amanti dei giochi di ruoli quanto i dattilografi di professione che, tra un dettato e l’altro, vogliono mettersi alla prova con un gioco fatto su misura.

7Cyberludus.com

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Studente di "Archeologia e Culture Antiche" all'università di Salerno, passa il suo tempo interessandosi di tante, troppe cose. Nulla però è in confronto della sua passione per i videogiochi, quasi insana. Predilige il gioco su PC, il retrogaming, gli RPG e gli strategici, ma non disdegna tutto il resto, ad esclusione dei simulatori di guida che evita neanche fossero debiti.

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