Red Dead Redemption 2 è un videogioco che sin dalla sua uscita ha raccolto incredibili consensi ed ha appassionato milioni di giocatori in tutto il mondo. Fino ad oggi solo i fortunati possessori di PS4 e Xbox One potevano tuffarsi nel mondo virtuale creato da Rockstar Games, ma ecco approdare, dopo circa un anno, il tanto atteso porting per il mercato PC. Considerate le performance delle macchine da gaming moderne, rispetto a quelle decisamente più contenute di Playstation 4 e Xbox One, le potenzialità di questo capolavoro dovrebbero trovare in questa piattaforma un terreno fertile per migliorare ancora di più, se possibile, le sue qualità.
Se sia o no così, potrete leggerlo nella nostra recensione…
La fine del Far West
La storia di Red Dead Redemption 2 inizia nel 1899, circa 11 anni innanzi al primo capitolo, Red Dead Redemption, sequel spirituale di Red Dead Revolver. La narrativa è degna di un film di Hollywood e descrive le travagliate vicende di una banda di fuorilegge, con a capo il carismatico Dutch Van Der Linde. L’apertura è piuttosto drammatica: i nostri protagonisti si trovano in fuga verso est, in seguito ad una serie di tragici eventi avvenuti a Blackwater qualche giorno prima. Una tempesta di neve infuria e la carovana, che include anche donne indifese, decide di dividersi per trovare un rifugio prima che sia troppo tardi. Il giocatore prende quindi le redini di Arthur Morgan, un uomo temprato da un passato travagliato: non esattamente una persona cattiva, ma al tempo stesso in grado di essere crudele quando le situazioni lo richiedono. Durante le prime fasi di gioco gli eventi forniscono un comodo tutorial per tutte le meccaniche di gioco più importanti: i dialoghi, l’utilizzo del cavallo, le sparatorie, la caccia. Senza scendere troppo nel dettaglio per non rovinare la storia, il gruppo infine trova salvezza in un minuscolo villaggio minerario dove passeranno un breve periodo in attesa del disgelo, dopo il quale la carovana riparte e trova infine una prima sistemazione a Horseshoe Overlook.

Gameplay
Red Dead Redemption 2 è un open-world nel senso più assoluto: già durante le prime fasi di gioco la libertà di azione è quasi disarmante. Nei panni di Arthur Morgan sarà possibile gironzolare liberamente per le vaste terre incontaminate, svolgere quest secondarie, incontrare persone e ovviamente fare progredire la storia principale. Quest’ultima è molto variegata e solo per finirla occorrono circa 50 ore di gioco: sicuramente una delle migliori produzioni narrative degli ultimi anni in questo senso.
Qualsiasi attività svolta è sempre resa maniacalmente: anche il semplice acquisto di beni nei negozi è stato strutturato consentendo di guardare la merce direttamente dagli scaffali oppure tramite un comodo catalogo. La sensazione di realismo è palpabile ed assoluta: ogni elemento del secolo scorso è stato ricostruito dettagliatamente, senza compromessi, ed è a disposizione del giocatore.

Grazie ad un engine incredibile i Rockstar sono riusciti a ricreare un mondo di gioco dettagliatissimo privo di caricamenti od interruzioni ed inoltre ricco di vita, flora e fauna. Gli NPC nel gioco parlano, interagiscono, rispondono agli stimoli del giocatore in modo naturale creando una sensazione indiscutibile di realismo.
Ogni scelta presa nei panni di Morgan si ripercuote immediatamente sul punteggio di Onore: azioni cattive lo faranno calare, mentre salirà quando si compioni atti di altruismo od eroici. E’ possibile (anzi, è molto facile) vedersi affibbiata una taglia sulla testa quando si compiono atti deprecabili come l’omicidio o il furto: in questi casi è possibile riscattarla in denaro presso un qualsiasi ufficio postale, per evitare di vivere sempre con una spada di Damocle sulla testa, ma d’altra parte è anche possibile vivere da fuorilegge. La scelta è personale e non preclude in alcun modo l’avanzamento della storia.

Non è tutto oro…
Vediamo quali sono i problemi di questo porting. Intanto le versioni iniziali del gioco sono state afflitte da improvvisi crash-to-desktop e vari problemi con il Rockstar Launcher, anche se dopo un paio di patch la situazione è migliorata. Importantissimo aggiornare i driver video delle schede grafiche in questo senso.
La gestione dell’azione tramite mouse-tastiera aiuta decisamente in alcuni campi, come nella mira, ma introduce altri problemi che talvolta causano non poche imprecazioni. Malauguratamente alcuni comandi decisamente contrapposti sono stati assegnati alle stesse funzioni e possono causare grossi malintesi: il tasto di “focus”, per esempio, che consente di azionare le interazioni con i vari personaggi, è lo stesso utilizzato per mirare quando si tiene un’arma in mano. Considerato che è possibile beccarsi una taglia solo per avere “mirato” per sbaglio contro un membro delle forze dell’ordine, c’era sicuramente un modo migliore per gestire la cosa. Per fare un altro esempio, scendere da cavallo oppure legarlo sono altre due funzioni che usano lo stesso tasto causando confusione: accade sovente che il cavallo si sposti di pochi millimetri e si scenda per errore.

Il movimento del protagonista è …poco preciso. A causa di questo la presenza di molti elementi interattivi ravvicinati è problematica e in certe circostanze è arduo riuscire a selezionarne uno specifico. L’accesso al catalogo dei negozi utilizzando mouse e tastiera è imbottito di bug arrivando addirittura a non consentire l’acquisto di alcuni capi di abbigliamento: sfortunatamente in questi casi l’unico modo per districarsi è utilizzando, anche solo temporaneamente, un joypad compatibile.
Ci è capitato talvolta che in presenza di una taglia, seppur minuscola, una manciata di sceriffi furiosi compaiano dal nulla a pochi metri dal nostro cowboy, crivellandolo di colpi e provocando una morte quasi inevitabile. A tutto questo vanno aggiunti alcuni irritanti bug che impediscono di risolvere quest e che costringono a ripartire dall’ultimo checkpoint. Insomma a conti fatti si tratta di problemi minori, sicuramente niente di incredibilmente bloccante o non risolvibile (certo lontani da disastri come Underworld Ascendant), ma che comunque sporadicamente danno fastidio e dimostrano che il porting è stato eseguito frettolosamente.

Comparto tecnico
La grafica di Red Dead Redemption 2 in questa versione rasenta seriamente il foto-realismo. Tutto quanto concerne i paesaggi, effetti meteorologici, la flora in generale, è stato davvero reso magnificamente: ci troviamo davanti all’apice della qualità in questo senso. I personaggi ostentano d’altra parte sembianze talvolta altalenanti, in special modo nelle espressioni facciali, ma comunque il livello è sempre altissimo.
Il comparto audio è smisurato e conta alcuni dei migliori effetti sonori e suoni ambientali udibili in un videogioco: a dir poco eccezionali, praticamente perfetti. Difficile chiedere di più. La colonna sonora è pari a quella di una produzione hollywoodiana e annovera musiche scritte da grandi artisti come D’Angelo, Willie Nelson, Rhiannon Giddens e Josh Homme. Il doppiaggio dei vari personaggi, anche i più insignificanti, è ottimo, anche se disgraziatamente solo in lingua inglese, ma per fortuna grazie ai sottotitoli anche i non-anglofoni possono godersi appieno l’avventura senza perdere nulla.

Console VS PC
Tutta questa qualità non richiede, in conclusione, un hardware esageratamente pompato: i Rockstar nei requisiti “recommended” elencano un Corei7 affiancato a 12 Gb di RAM ed una GTX 1060. Il download digitale raggiunge quasi 113 Gbyte totali, senza considerare che ogni patch rilasciata ha superato tranquillamente i 2 Gbyte: data la mole di contenuti offerti diciamo che si tratta di requisiti quasi doverosi.
A conti fatti l’impressione è che il porting sia stato poco ottimizzato: non aspettatevi di giocare ad “ultra” con la configurazione esposta sopra. Red Dead Redemption 2 può essere davvero indiscreto in termini di risorse, ci sono ben trentanove diverse impostazioni grafiche ed uno slider preimpostato con 21 opzioni. Alcune impostazioni possono consumare fino ad un sesto o più delle prestazioni totali con una singolo tick degli slider sulla destra in termini di qualità, ma fatto salvo per la memoria della GPU Rockstar non offre troppi indizi sul possibile impatto: sarebbe stato apprezzato un sistema più raffinato come in Gears 5, che è in grado di predire l’effetto di ogni impostazione su CPU, GPU e RAM. Digital Foundry ha fatto un’analisi piuttosto esaustiva delle impostazioni necessarie per pareggiare le versioni console, dimostrando che addirittura impostando su “Low” alcuni parametri sarebbe più che sufficiente per pareggiare una Xbox One X. Possiamo dedurre che Rockstar abbia inteso le impostazioni “High” e “Ultra” come dei rimedi per fare invecchiare meno la loro creatura nel tempo…

A livello di contenuto rispetto alle versioni console abbiamo l’aggiunta di alcune esclusive della versione Online come nuove armi, mappe del tesoro, missioni da cacciatore di taglie, nuovi cavalli ed altro. Inoltre fa la sua introduzione un’interessante feature chiamata “Photo Mode” che consente di riprendere immagini statiche di ogni momento di gioco: sia durante una cutscene che durante il gameplay. Le opzioni offerte in termini di zoom, luminosità, filtri e lenti sono davvero vaste e complete: c’è di che sbizzarrirsi per creare delle foto memorabili.

Concludendo…
Questo porting è molto controverso. Durante il lancio iniziale, tutt’altro che impeccabile, ha fornito una pessima prima impressione, essendo costellato da crash e bug di ogni tipo. In seguito, dopo i vari aggiornamenti (inclusi eventuali driver video), il gioco è diventato più stabile e godibile. In definitiva si tratta dello stesso capolavoro dell’anno scorso, arricchito però da contenuto aggiuntivo e dalla possibilità di fare deflagrare la qualità grafica oltre ogni limite. Spendendo molto in hardware, ovviamente. Tutto considerato la versione PC, nonostante i suoi problemi, diventerà il modo migliore di godersi la storia di Arthur Morgan e la sua banda di malviventi, se avrete la pazienza e la dedizione per portarla a termine!