Giocare a Pokémon, per noi, è un po’ come tornare bambini. Fin dall’era Gameboy, la saga di Game Freak ha saputo catturare l’attenzione di milioni e milioni di videogiocatori, grazie ad un gameplay unico, immediato e, senza dubbio, divertente. Catturare Pokémon, allenarli e sfidare allenatori – virtuali e reali – si è fin da subito dimostrata un’idea vincente e fruttuosa, in grado di dare il via ad una lunga serie di progetti legati al brand che, in poco tempo, lo hanno portato ad essere uno tra i nomi più conosciuti sul globo terracqueo. Anime, film, giochi di carte collezionabili, merchandising, e negozi a tema sono solo alcuni esempi di come il nome “Pokémon” sia stato in grado di entrare appieno nei cuori delle persone. Con l’arrivo di Nintendo Switch, la speranza dei videogiocatori di vedere, finalmente, un capitolo capace di sfruttare appieno caratteristiche hardware dell’ibrida – di gran lunga superiore a quelle delle precedenti console Nintendo – si è concretizzato con l’arrivo di Pokémon Let’s Go (con le due versioni dedicate, rispettivamente, a Pikachu ed Evee), remake del primissimo Pokémon Giallo per Gameboy, con alcune varianti al gameplay classico a cui siamo abituati (oltre ad una innovativa modalità di comunicazione con Pokémon GO, il “fenomeno” globale uscito su smartphone qualche anno fa. Nonostante alcune buone idee ed un comparto tecnico rinnovato, il titolo rimase un po’ “snobbato” dai puristi della saga, fiduciosi in Game Freak e nel loro prossimo progetto che, quest’oggi, siamo pronti a recensire.

Dopo una valanga di ore passate nella regione di Galar, siamo quindi pronti a fornirvi il nostro responso finale su Pokémon Spada e Scudo, titoli di debutto dell’ottava generazione di Pokémon, in esclusiva su Nintendo Switch.

Buona lettura!

Dynamax!

Siamo sinceri. Visto l’ottimo lavoro svolto con la precedente generazione, Pokémon Sole e Pokémon Luna (e i successivi Ultrasole e Ultraluna), ci saremmo aspettati un comparto narrativo quantomeno più curato, visto che, comunque, le potenzialità tecniche di Nintendo Switch avrebbero permesso al team di spaziare maggiormente, in termini di dettagli, animazioni e, perchè no, sonoro. Il lavoro di consolidamento svolto dai ragazzi di Game Freaks, ci porta nella coloratissima regione di Galar – liberamente ispirata al Regno Unito – tra città moderne, villaggi di campagna, zone rurali, miniere e una terra selvaggia, in grado di darci un primo assaggio open world mai sperimentato prima d’ora (ma di questo vi parleremo in maniera più approfondita nel corso dell’articolo).

Per diventare il miglior allenatore di Pokémon della regione di Galar dovremo, necessariamente, sfidare tutti i capipalestra all’interno di enormi stadi.

Il gioco, nella maniera più classica, vi metterà nei panni di un giovane allenatore di Pokémon, impegnato con il suo amico/rivale Hop – fratello minore del campione della Lega Pokémon Dandel – a diventare il miglior allenatore della regione. Scelto il nostro starter, tra Grookey (di tipo erba), Scorbunny (di tipo fuoco) e Sobble (di tipo acqua), potremo così dar via alle danze: dovremo così girare per la regione, collezionando medaglie per poi, finalmente, affrontare la Lega Pokémon.

Aspettatevi pochi spunti narrativi efficaci, se non qualche background interessante per quanto concerne le spiegazioni del fenomeno Dynamax. In Pokémon Spada e Scudo è stato infatti introdotto il Dynamax, feature utilizzabile in alcune battaglie (specialmente negli incontri contro i capipalestra e durante i raid nelle Terre Selvagge) che permette ai Pokémon di aumentare in termini di dimensioni e diventare così più potenti per tre turni. Durante il fenomeno Dynamax i Pokémon possono usare le Mosse Dynamax, varianti delle mosse classiche suddivise per tipo (un Pokémon “dynamaxato” di tipo erba, utilizzerà mosse evolute appartanenti alla sua stessa categoria).

Il fenomeno Dynamax ci consentirà, in alcuni incontri, di evocare versioni “giganti” dei nostri Pokémon in battaglia, per un totale di tre turni.

Alla base, Pokémon Spada e Scudo non rinnega le sue origini, riproponendo lo stesso medesimo gameplay che lo ha reso famoso negli anni ‘90. La cattura, l’allenamento e le battaglie tra i Pokémon permangono gli elementi di gameplay cardine. Nonostante tutto, fin da prima del suo lancio effettivo, Pokémon Spada e Scudo è stato vittima di diverse controversie, in parte legate ad alcuni annunci di Game Freak ad inizio anno: la maggior parte delle critiche piovute addosso al gioco riguardano, specialmente, le limitazioni al Pokédex che non avrebbe vantato tutti i Pokémon delle precedenti generazioni. Va comunque detto che Spada e Scudo vantano un “roster” di mostricciatoli piuttosto invidiabile – i Pokémon catturabili sono in totale quattrocento – ma il limite imposto da Game Freak potrebbe non andare pienamente a genio ai puristi della saga (che, in piena crisi, stanno attuando un’infantilissima campagna di “review bombing” su Metacritic) , speranzosi di portare la loro collezione anche in quest’ultima iterazione.

Il gameplay alla base di Pokémon Spada e Pokémon Scudo è rimasto pressoché invariato rispetto a quelle delle precedenti iterazioni della saga.

Il numero limitato di Pokémon presenti all’interno di gioco lo rendono, di fatto, un titolo ancor più accessibile rispetto ai precedenti capitoli. Gli incontri “casuali” con i Pokémon selvatici sono stati ripresi, in maniera pressoché identica, da Let’s Go, dandoci così modo di vederli vagare liberamente nelle zone erbose e, perchè no, evitarli in maniera molto più semplice rispetto al passato. Eccezion fatta per le Terre Selvagge, il gioco si dimostra molto lineare e “guidato”, obbligandoci a dover fronteggiare palestre e visitare città in uno specifico ordine. Il livello di difficoltà, ancora una volta, è stato tarato verso il basso – forse, in questo caso, la semplicità dell’avventura è ancora più evidente – dato che molti elementi di gameplay sono stati resi meno tediosi ed eccessivamente ripetitivi, un esempio è la condivisione dei punti esperienza tra i Pokémon nella nostra squadra, che ora avviene in maniera automatica alla fine di ogni scontro. Qualche novità è forse riscontrabile nelle palestre che, in questo capitolo, mettono di fronte al giocatore una serie di enigmi e/o minigiochi prima dello scontro “finale” contro il capopalestra.

Into the wilds

La più grande novità in termini di gameplay è senza dubbio rappresentata dalle Terre Selvagge, una vera e propria mappa ad esplorazione libera che introduce – per la prima volta all’interno della saga – una componente MMO. Sia che decidiate di affrontare l’area con il multiplayer locale attivo che con quello online, avremo modo di interagire liberamente con diversi allenatori reali. Vuoi per un netcode non propriamente ottimizzato, e una evidente sovrappopolazione dei server di gioco, il lag è il nemico numero uno della zona: allenatori che appaiono e scompaiono al solo schioccare delle dita, scatti inverosimili che ci portano a percorrere decine di metri in un secondo, sono solo alcuni dei fenomeni “paranormali” dovuti alle problematiche di rete che attanagliano il gioco.

In soldoni, le Terre Selvagge sono ampie aree di gioco nella regione di Galar, che si estendono a perdita d’occhio tra le diverse cittadine, nelle quali è raccogliere strumenti e incontrare Pokémon selvatici – oltre alla possibilità di ruotare la telecamera di gioco di 360 gradi, feature assente durante la classica esplorazione della mappa principale. La presenza di quest’ultimi varia in base alla posizione del giocatore e alle condizioni meteorologiche (neve, pioggia o sole che possono inoltre produrre effetti diversi in battaglia).

Nelle Terre Selvagge potremo affrontare e catturare Pokémon sempre più potenti (il livello varia a seconda delle medaglie in nostro possesso) per potenziare la nostra squadra in vista degli scontri contro i capipalestra.

Nelle Terre Selvagge il giocatore potrà prendere parte a vere e proprie incursioni, denominate Raid Dynamax, in cui il giocatore, sia in solitaria sia in compagni di altri allenatori – controllati da veri giocatori o dalla CPU – potranno affrontare Pokémon selvatici “dynamaxati” ed ottenere così succosi premi e punti esperienza. I Raid Dynamax hanno una durata massima di dieci turni e termineranno quando i Pokémon degli Allenatori – o quello selvatico – sono esausti. A differenza dei Pokémon dynamaxati degli Allenatori, il Pokémon Dynamax selvatico rimarrà in quello stato per tutta la durata della Lotta.
L’introduzione dei raid non è malvagia ma sarebbe potuta essere di gran lunga migliore se alternata a sequenze puramente esplorative, o concatenata con altri scontri. A peggiorare la situazione troviamo un matchmaking non pienamente funzionante che, nel caso decidessimo di affrontare il raid online, ci costringerà a lunghe e inutili attese.

La presenza delle Terre Selvagge costituisce un solido fondamento per la componente end game del titolo. Una volta conquistata la Lega Pokémon, il gioco mette a disposizione diverse attività collaterali, che potranno sicuramente tenervi impegnati per altre decine di ore dopo i titoli di coda: dalla Torre Lotta alla ricerca di oggetti rari, Pokémon Spada e Scudo vi permetterà di guadagnare i cosiddetti punti battaglia, che potranno essere spesi nello specifico negozio ed ottenere così strumenti e oggetti non comuni.

Passaggio di testimone

Il salto grafico compiuto dai ragazzi di Game Freak per questa nuova iterazione è senza dubbio considerevole. Partendo dalle ottime basi gettate da Pokémon: Let’s Go Pikachu! e Pokémon: Let’s Go Eevee!, il nuovo motore 3D utilizzato dallo studio giapponese sembra quasi la naturale evoluzione di quello visto nelle precedenti iterazioni, grazie ad un character design unico – molto simile all’anime – e ad una modellazione poligonale dei Pokémon assolutamente soddisfacente. I dettagli della regione di Galar riescono, a tratti, a regalare scorci davvero unici, con location dotate di una paesaggistica d’impatto. Peccato che sul fronte cutscene il team giapponese si sia limitato al solito “compitino”, non provando nemmeno ad osare per tentare di dare una connotazione quantomeno articolata ai filmati di gioco. Le cut scene “statiche” non vengono nemmeno supportate a dover dal comparto sonoro che, ancora una volta, poco fa per allontanarsi da quello delle precedenti iterazioni della saga: scordatevi dialoghi doppiati e “versi” soddisfacenti dei Pokémon.

Concludendo…

Pokémon Spada e Scudo sono due titoli di assoluto spessore che vanno a rinfoltire il catalogo Nintendo Switch, portando i giocatori nella coloratissima regione di Galar. Alcune novità interessanti, tuttavia, non permettono al gioco di elevarsi a dovere e l’impressione, dopo decine e decine di ore di gioco, è quella di trovarsi di fronte ad un titolo che osa poco, optando piuttosto per un consolidamento delle meccaniche classiche di gioco. Le meccaniche legate al fenomeno Dynamax sono interessanti, ma poco è stato fatto per renderle disponibili per tutta la durata dell’avventura, relegandole ad occasioni “spot”. Buona invece l’esplorazione libera delle Terre Selvagge che, a parte i diversi problemi legati ad un debole netcode, ci consentirà di muoverci liberamente per un’estesa mappa di gioco, partecipare a raid e montare accampamenti, il tutto per consolidare il nostro rapporto con le nostre creaturine preferite.

Acquisto senza dubbio consigliato agli appassionati della saga che, sorvolando su alcuni limiti imposti al comparto contenutistico, si troveranno tra le mani una solida e divertente avventura.

CI PIACE
  • Immediato, divertente e longevo.
  • La regione di Galar è veramente splendida.
  • L’eliminazione degli scontri casuali con i Pokémon selvatici è un passo importante per la saga principale.
  • L’introduzione delle Terre Selvagge è un’idea interessante…
NON CI PIACE
  • …che devo però fare i conti con alcuni problemi “tecnici” non sorvolabili.
  • Graficamente se la cava tra alti e bassi.
  • Meccanica Dynamax poco sfruttata.
  • Narrativa banale e tremendamente scontata.
Conclusioni

Titolo assolutamente imperdibile per gli appassionati della saga che, sorvolando su alcuni limiti contenutistici, riesce ad offrire decine e decine di ore di sano divertimento. Sia che vi troviate nelle Terre Selvagge o che vi prepariate ad affrontare l’ultimo capopalestra di turno, Pokémon Spada e Scudo vi farà tornare bambini e vi terrà incollati allo schermo di Nintendo Switch per un esagerato quantitativo di tempo.

7.9Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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