Pubblicato il 20 marzo 2020 su Nintendo Switch e Switch Lite dopo otto anni dall’uscita del titolo su 3DS, Animal Crossing New Horizons riporta in auge una delle produzioni più amate di sempre del mercato Nintendo, spesso sottovalutata sulla base di un’analisi poco approfondita e, non molto raramente, di critiche poste da chi non ha mai giocato alcun titolo della saga. Impropriamente associata ad altri life simulator come The Sims, Animal Crossing si avvicina a questi per poi distaccarsene completamente, andando a creare un prodotto amato da una generazione di videogiocatori più giovane e da una un po’ più anziana. Seppure vi sia quindi una forte componente simulativa, il cui apice viene raggiunto proprio dall’ultimo capitolo, l’ambientazione simil-cartoonesca e la presenza di animaletti antropomorfi come vicini di casa fa sì che l’esperienza possa essere apprezzata da chiunque. Che venga giocato dal più casual dei videogiocatori o da quello più hardcore, Animal Crossing permette di vivere un’ottima esperienza a chi di tempo ne ha molto o poco da dedicarvi, mantenendo spesso una visione positiva del prodotto.
Si parte per una nuova avventura
Dopo un iniziale avvio del titolo in questione, due simpatici animaletti si presenteranno al giocatore. Marco e Mirco, due fratellini procioni, si occuperanno della prenotazione del nostro pacchetto isola deserta, acquistato presso la Nook Inc. di Tom Nook, zio di questi. Dopo una nostra breve introduzione, che consiste nella scelta del nome e della data di compleanno, un semplice menu darà il via al processo di creazione del proprio personaggio. Semplice nelle scelte e, purtroppo, anche tra le selezioni disponibili: seppure si possano cambiare tutti i caratteri essenziali del proprio personaggio (sesso, carnagione, capelli, naso, bocca e guance), le singole opzioni daranno poca scelta al giocatore, permettendogli quindi di non dedicare molto del suo tempo alla customizzazione del proprio alter-ego. Seppure questo sia un aspetto negativo del titolo, che sfortunatamente affonda le proprie radici nell’intera saga, un successivo avanzamento in gioco permetterà di sbloccare nuove capigliature e colori di queste. Sarà richiesto unicamente uno specchio da posizionare sull’isola o dentro la propria casa, permettendo un cambio di look qualora lo si volesse e, con una novità esclusiva di New Horizons, la possibilità di mantenere il proprio aspetto e di modificare il sesso con il quale gli abitanti vi riconosceranno. Che lo si voglia definire politically correct o no, questa introduzione agevola coloro i quali, purtroppo, posseggono un corpo di un determinato sesso e si indentificano in quello opposto. Dopo aver completato queste breve personalizzazione, le scelte rimanenti saranno due: selezionare l’emisfero di appartenenza, il quale cambierà il corso naturale delle stagioni (divenendo una scelta nuova in tutta la saga) e, infine, la scelta della propria isola; la decisione di una delle quattro opzioni disponibili, per quest’ultima categoria, cambierà la gestione degli spazi, ma non la quantità di questi. Perciò non spendete troppo tempo nel menu di selezione, in quanto un’eventuale scelta “sbagliata” potrà essere modificata, grazie alle successive novità di gameplay.
Prime fasi di gioco, tra un tutorial ed una pausa
Non appena il viaggio verso l’isola giungerà a termine, un tutorial semplice e dettagliato (per quanti pochi questi siano) accompagnerà il giocatore verso un’esperienza di gioco rilassante. Poco dopo l’approdo, infatti, i componenti della Nook Inc. spiegheranno al giocatore la meccanica di raccolta della frutta, di erbacce e rami, ma soprattutto il posizionamento della tenda da campeggio, la quale diverrà successivamente la propria abitazione. Seppure questa meccanica di gioco fosse già presente sul titolo per 3Ds, la similitudine tra le due introduzioni è pressocché inesistente: infatti, nel titolo del 2012, questa funzionalità era molto limitata, impedendo ai giocatori di costruire una eventuale casa dei sogni sulle spiagge del mare. Diversamente, invece, su New Horizons viene lasciato un libero arbitrio sempre più evidente al videogiocatore, andando ad “incarnare” perfettamente ciò che Nintendo ha cercato di trasmettere con il più vecchio Dobutsu no mori su Nintendo 64, rispecchiandosi quindi nei “nuovi orizzonti” che la compagnia ha deciso di esplorare Andando ad ampliare ancor più questa meccanica, il giocatore avrà la possibilità di riposizionare anche le case degli altri abitanti, permettendogli di creare (in futuro) zone a lui interessanti, senza che i suoi progetti vengano annullati dall’ennesimo edificio mal posizionato.
Nuovi orizzonti
Seppure il nome del gioco (New Horizons) sia esemplificativo di un cambiamento di direzione del team di sviluppo, la reale percezione di questa “rivoluzione” non la si ha immediatamente, bensì con la maturazione dell’idea di appartenenza a quel mondo. Una volta terminata la “storia principale” (termine posto tra virgolette perché il titolo non ha delle missioni ed una storia effettiva, quanto piuttosto un semplice obiettivo da portare a termine), al giocatore verrà concessa la possibilità di sbloccare una meccanica mai vista precedentemente: il terraforming, o meglio “l’app modifica isola”. Avviabile tramite l’utilizzo del proprio Nook Phone, fornitovi dopo pochi minuti dall’approdo sulla vostra isola, questa funzionalità consente di modificare, eliminare o creare zone di terra, laghi e fiumi. Il nuovo orizzonte consiste quindi nell’esplorazione di nuove frontiere, incentrata quindi sulla valorizzazione delle capacità artistiche e creative di ogni giocatore. Tuttavia, una serie di limiti tecnici si ripercuoteranno sull’esperienza globale del giocatore: alcune zone, come il confine fiume/mare e la sabbia, non potranno essere in alcun modo modificate, non permettendo quindi di creare altre parti finali di un corso d’acqua. Anche altre idee non potranno essere applicabili alla vostra isola, come ad esempio l’idea di un ponte sospeso e collegato a due zone rialzate. Seppure i limiti siano comunque evidenti, l’esperienza del terraforming rimane comunque positiva.
Concludendo…
Nintendo ha fatto centro con Animal Crossing New Horizons. Con la presenza di migliorie al sistema di gioco, questo può tranquillamente essere considerato il miglior titolo della saga. La personalizzazione dell’isola viene anche accompagnata dalla rivisitazione di ambienti già esistenti precedentemente, come il museo, rendendo questo degno del nome che porta. Nonostante i numerosissimi pregi del titolo (si consiglia la lettura dello speciale dedicato al gioco in questione), alcuni difetti reiterati continuano a sussistere e, peggio ancora, vengono introdotti senza che precedentemente vi fossero. Analizzando la prima delle due tipologie, i dialoghi con gli abitanti vengono spesso ripetuti nel corso dei giorni, dando delle volte la percezione di artificiosità in un mondo dove questa non dovrebbe esistere. A differenza dei precedenti capitoli, inoltre, cacciare un abitante dalla propria isola è divenuto sempre più (ed inutilmente) complicato, andandosi ad aggravare qualora si volesse far andare via un preciso abitante sostituendolo con un visitatore del campeggio: non sarà possibile selezionare quale abitante cacciare, obbligando il giocatore a dover leggere tante linee di dialogo inutili e ad hard-resettare qualora si stesse cacciando l’abitante sbagliato.