Horizon: Zero Dawn, il capolavoro di Guerrilla Games, approda sulle fertili terre del mercato PC nel bel mezzo di un 2020 decisamente anomalo e ricco di eventi negativi. Il titolo originale, uscito come esclusiva PS4 nel 2017, riuscì a conquistare numerosi premi e lodi da gran parte delle testate giornalistiche del settore. Le caratteristiche decantate includono un engine di gioco incredibilmente scenografico, un vasto mondo di gioco open world, una narrativa sopraffina con una storia avvincente ed una serie di personaggi ben caratterizzati. Insomma, considerate le premesse, oggi la formula può solo migliorare, dato che sono passati 3 anni e la piattaforma media gaming PC è molto avanti rispetto alla vetusta PS4, giusto?
Non è proprio così purtroppo …
Un mondo post-post apocalittico?
La storia viene narrata tramite le immancabili cut-scene iniziali, che sfruttano sin da subito il potente Decima Engine (utilizzato anche da Death Stranding) e che fungono anche da tutorial per le meccaniche di gioco più basilari. L’ambientazione temporale di Horizon è indefinita, ma si capisce subito che si tratta di un periodo post-apocalittico sul pianeta Terra. Gli umani vivono come selvaggi, senza l’ausilio di alcuna tecnologia, ma il mondo è impregnato di ruderi di ogni tipo oltre che di esseri biomeccanici che mimano nelle forme e nei comportamenti gli animali, evidentemente tutto opera di una cultura molto più evoluta. La protagonista è una neonata orfana, a cui viene dato il nome di Aloy da suo padre adottivo. La provenienza della piccola è inizialmente oscura e rimarrà tale per buona parte delle fasi iniziali di gioco: si tratta di uno dei fattori sorpresa più interessanti della trama. Il padre adottivo, chiamato Rost, si prende subito cura della piccola anche se i due vivono come emarginati: la tribù dei Nora infatti, di cui facevano entrambi parte, espelle tutte le persone che hanno compiuto atti in forte contrasto con i loro ideali. La bimba nonostante tutto cresce forte, curiosa ed intelligente e, forse per causa della sua innata curiosità un giorno, all’età di sei anni, rimane involontariamente intrappolata all’interno di una delle grotte degli “antichi”, il cui accesso è generalmente proibito a tutti. Durante questo evento viene data conferma ai sospetti anticipati poc’anzi: prima dell’attuale civilizzazione ne esisteva una evolutissima, che per un’oscura ragione è stata brutalmente annientata lasciando solo ruderi sparsi per tutto il mondo e, ovviamente, le già sopracitate macchine.
Aloy, nei meandri della strana grotta, entra in possesso di un Focus, un piccolo manufatto che, posizionato sopra l’orecchio, le consente di aumentare la realtà che la circonda, rivelando informazioni che un occhio umano non potrebbe vedere. Grazie a questo prezioso strumento la piccola riesce quindi a scappare dalla grotta in cui è caduta. Gli anni passano e Aloy terrà sempre con se il prodigioso Focus, fino a quando, ormai matura, avrà finalmente modo di riscattarsi affrontando La Prova, l’unico mezzo consentito ad un emarginato Nora per rientrare nella società.
La storia da qui si dipanerà sotto due filoni principali che finiranno inesorabilmente per convergere: da una parte il desiderio personale di Aloy di conoscere il suo passato, i suoi genitori, la sua provenienza, dall’altra si troverà, suo malgrado, ad affrontare un male antico che minaccia l’esistenza stessa del suo mondo e tutta la vita del pianeta.
Gameplay
Horizon: Zero Dawn è un action open-world in terza persona, con meccaniche RPG ed esplorative. Il giocatore potrà svolgere una serie di missioni di difficoltà crescente che rappresentano la storia principale, ma anche ovviamente tutta una serie di quest secondarie opzionali. La trama si svolge in maniera lenta, anche se caratterizzata da una lunga serie di colpi di scena, degni dei migliori libri di fantascienza, che cambiano radicalmente il modo di percepire il mondo da parte della giovane eroina.
La caratteristica unica dell’intera produzione è rappresentata senza dubbio dalle entità meccaniche che infestano quasi ogni luogo del pianeta. Si scopre che questi esseri, dapprima in numero ridotto, si stanno in qualche modo moltiplicando, e non solo, dato che anche il loro comportamento è variato radicalmente. In tempi passati infatti le macchine erano proni a fuggire subito all’avvicinarsi di un umano, ma durante il passaggio di Aloy all’età adulta le cose cambiano drasticamente: la presenza di un umano scatena inesorabilmente una reazione violenta e spesso letale. Sarà compito del giocatore padroneggiare subito le tecniche di combattimento per affrontare questi esseri nel modo più efficace. Grazie al Focus è possibile infatti evidenziare caratteristiche e punti deboli di ogni robot, informazioni preziose che consentono alla nostra beniamina di avere sempre un vantaggio contro l’armata di esseri che le si pareranno contro. L’esplorazione del mondo di gioco, come dicevamo, è indiscutibilmente libera anche se non ai livelli di altre produzioni del calibro di Breath Of The Wild: le scalate di pareti o alture in generale è consentita solo se esistono degli appigli pre-allocati dagli sviluppatori, ben visibili perchè di colore differente rispetto al paesaggio.
Inventario, armi e affini …
Le armi a disposizione di Aloy sono molteplici e si collocano in varie categorie, ognuna con scopi e caratteristiche diverse. Sin da subito dispone di una lancia che potrà usare per il combattimento corpo a corpo, con due fendenti (i classici: colpo leggero e colpo pesante), anche se sinceramente poco utili, a parte quando si utilizza l’approccio “stealth”. Ci sono quindi svariati tipi di arco con forza e gettata differenti, attrezzi lancia-trappole, fionde lanciagranate, etc. L’armamentario invero non è poi così variegato, ma ogni arma dispone di più tipologie di proiettili, ognuno con caratteristiche elementali quali fuoco, ghiaccio, elettricità. Gli effetti elementali infatti vanno sfruttati con molta cura perché, come già menzionato, grazie al Focus potremo rivelare i punti deboli dei nemici, che possono essere singole parti del corpo, ma anche elementi ai quali il corpo avversario è più sensibile.
Sebbene all’inizio sia difficile digerire il fatto di poter buttare giù colossi di metallo con semplici frecce o fionde, vi possiamo garantire che, dopo averci preso la mano e sbloccato qualche abilità in più, diventa una vera goduria danzare intorno ai titani sfruttando le eccellenti abilità aerobiche di Aloy, intenta a scoccare dardi di ogni tipo sui malcapitati.
Insomma, in generale il gameplay è ben riuscito, anche se non esente da difetti: intanto il combattimento all’arma bianca, che andrebbe completamente rivisto, mentre i movimenti di Aloy sono talvolta incerti, perchè ad esempio ha la brutta abitudine di bloccarsi davanti a minuscoli rialzi del terreno e, quando questo avviene durante un inseguimento, è fonte di interminabili imprecazioni.
Crafting, grinding, chi più ne ha, più ne metta.
Come ogni open-world / survival che si rispetti non potevano mancare le immancabili risorse da raccogliere in giro per il mondo. Si comincia con rocce e vari tipi di erbaggi per arrivare a marchingegni di ogni tipo. Il crafting consente di creare munizioni per ogni arma posseduta, ma anche modifiche per le stesse che ne aumentano l’attacco o la difesa nei riguardi di specifici elementi. Inoltre l’acquisto di alcuni beni è vincolato, oltre che al denaro (i frammenti metallici), anche da oggetti speciali che vanno ricercati appositamente. Per esempio ogni tipo di robot affrontato può lasciare cadere le Lenti (categoria verde) oppure il suo cuore (categoria blu, più raro). Ovviamente più raro un oggetto più bassa la probabilità di trovarlo, quindi sarà necessario, in alcuni casi, andare letteralmente a caccia di particolari tipologie di nemici per poter acquistare, ad esempio, il prossimo upgrade di armatura.
Comparto tecnico
Veniamo quindi al vero problema di Horizon: Zero Dawn. Ormai sono passati un po’ di giorni e chiunque avrà letto dei numerosi bug di cui soffre questo porting su PC: non possiamo fare altro che confermare. Durante il primo avvio è obbligatorio sorbirsi una fase di “ottimizzazione” che dura ben 20 minuti (considerato che a noi è crashata ben due volte potete comprendere già lo sconforto prima ancora di cominciare). Sia su schede video AMD che NVIDIA si possono patire molte tipologie di bug visivi, da sfarfallamenti di ombre e materiali vari, a texture che cambiano di qualità senza motivo in continuazione, fino ad arrivare alla sparizione di arti ed altre componenti dei personaggi. Ovviamente il tutto coadiuvato da crash inaspettati che vi faranno perdere minuti di gioco, in un caso è riuscito pure a mandare in blue screen l’intero sistema operativo. Non parliamo poi dei rallentamenti, del tutto inspiegabili anche con hardware di rilievo, che avvengono durante tutta l’avventura. Insomma… un disastro!
Inutile dire che è un vero peccato, anche considerando che lo stesso engine è stato utlizzato con Death Stranding senza tutti questi problemi. Quando le incertezze ci lasciano in pace il mondo di gioco risulta infatti dettagliato, ricco e vibrante come non mai: una vera goduria per gli occhi. Le migliorie grafiche rispetto alla versione PS4 sono decise, come nel caso del fogliame oppure per gli effetti di luce ed ombre. Il comparto audio soffre di problemi simili, con volumi sparati a caso (si sentono voci di persone lontane come se fossero vicine) e poderosi effetti di stuttering nei momenti più concitati di combattimento, quando gli FPS calano vistosamente e il disco frulla senza fine, anche se si hanno 32 Gbyte di RAM. Installlare Horizon su un disco SSD diventa, su PC, praticamente obbligatorio. La colonna sonora, una volta tanto, non è assolutamente anonima e anzi sfoggia una serie di memorabili melodie che vi ritroverete a canticchiare (magari dopo aver subito l’ennesimo crash).
Plauso all’ottimo lavoro dei compositori, che hanno saputo catturare ogni momento di gioco con emozione.L’intero gioco è tradotto in italiano, inclusi i dialoghi parlati, con una qualità decisamente sopra la media. La combinazione mouse-tastiera infine non è sempre il massimo per i vari movimenti di gioco: raccomandiamo vivamente un joypad per giocare.
Infine vale la pena menzionare che, trattandosi della “Complete Edition”, la release PC di Horizon include anche l’espansione The Frozen Wilds, già recensita sulle nostre pagine.
Concludendo…
Difficile dare un voto ad Horizon Zero Dawn in questo stato. Considerando il contenuto e la qualità generale dell’opera, è un titolo che a nostro avviso meriterebbe tanto, ma considerando il porting pietoso il voto cala inesorabilmente. Sebbene, nonostante tutto, il gioco sia sempre da considerarsi un capolavoro, oltre al porting rimangono anche alcuni problemi già presenti 3 anni fa, come ad esempio la IA dei nemici umani ed il sistema di combattimento all’arma bianca, che è praticamente inutilizzabile. La speranza rimane, a questo punto, nelle mani di Guerrilla Games, che deve riuscire ad indirizzare tutte le problematiche di un’opera che non merita davvero questo trattamento.