Dopo un periodo di due anni in accesso anticipato, Visage ha da poco debuttato in versione finale. Sviluppata dal piccolo team indipendente di SadSquare Studio, questa esperienza horror psicologica punta sul martoriare i nervi del giocatore, pescando a piene mani da alcuni dei capisaldi del genere, sia in tema videoludico e sia in ambito cinematografico. Tuttavia, l’ispirazione principale di Visage è evidentemente una: PT, il compianto Playable Teaser di Silent Hills partorito dalla mente del geniale Hideo Kojima.

Fenomeni paranormali

Visage comincia con un breve prologo tanto incisivo quanto disturbante, che sconsigliamo vivamente agli animi più sensibili e che ha il merito di mettere in risalto sin da subito la cupa e malsana atmosfera che avvolge l’esperienza di gioco. Non entriamo nel dettaglio per non rovinarvi il (dis)piacere della scoperta. Successivamente, il protagonista, silenzioso e senza identità, varca una porta e si ritrova al piano terra di una casa molto grande ma apparentemente disabitata. Ad eccezione di alcuni tutorial, Visage non è certamente un gioco che ti prende per mano. Sta infatti al giocatore capire le meccaniche di questo titolo, celate sotto un velo di mistero e che si palesano poco a poco. Potremmo considerare l’intera esperienza di gioco come una sorta di microantologia soprannaturale, il titolo è infatti suddiviso in capitoli, ognuno dei quali racconta una storia ben precisa. Il tutto assume dunque le sembianze di un puzzle che si ricompone gradualmente, convergendo nella risoluzione del mistero centrale che fa da sfondo all’opera.

Interessante la meccanica relativa alla sanità mentale del protagonista, evidentemente ispirata ai titoli della serie Amnesia. Restare troppo a lungo al buio, infatti, ha l’effetto di far perdere lucidità al nostro personaggio, di conseguenza aumentano così i fenomeni paranormali e, quindi, il rischio di morire in preda ad atroci sofferenze.

Visage house

Non manca persino qualche elemento in stile Resident Evil, legato più che altro all’avanzamento attraverso il ritrovamento e l’utilizzo di determinate chiavi, utili ad aprire specifiche porte. La suddivisione in capitoli è abbastanza netta, esplorando liberamente la casa, infatti, ci si imbatte in diversi oggetti che hanno l’effetto – come indicato dal gioco – di attivare un determinato capitolo, che sarà necessario completare prima di passare a quello successivo. Inizialmente sono presenti due diversi imput relativi a due capitoli differenti: un paio di chiavi ed il disegno di un panda attaccato su una porta. Una volta scelto con quale cominciare interagendo con l’oggetto in questione, determinate aree subiranno delle modifiche, attivando precisi script utili all’avanzamento della storia. Proprio la narrazione, nonostante i limiti di budget, è raccontata con gran stile, in maniera tetra attraverso sequenze spesso messe in scena in modo eccellente, fornendo gli elementi necessari per comprendere le tragedie che fanno da sfondo all’esperienza di gioco.

Storie di morte

Uno dei primi capitoli di Visage racconta la storia di Lucy, una bambina andata incontro ad un destino tragico. Perdendo sanità mentale, le manifestazioni soprannaturali legate alla fanciulla, in pieno stile The Ring, si moltiplicheranno e se non si riesce a sfuggire all’orrore, il game over è inevitabile. Occorre dunque mostrare un certo dinamismo, evitando il più possibile di perder tempo in aree particolarmente buie o inquietanti. E’ proprio questo uno dei maggiori punti di forza – ed allo stesso tempo di debolezza – del titolo di SadSqaure Studio: invitare il giocatore a prestare attenzione ad ogni minimo dettaglio, cercando di non lasciare nulla al caso ma allo stesso tempo rendere l’esperienza tutt’altro che pacata nei ritmi, fornendo una certa sensazione di “urgenza” nei movimenti e nelle azioni da eseguire.

Visage

Effettivamente, Visage è in definitiva una successione di sequenze ludiche e narrative che sta a voi capire come attivare, che sia tramite l’osservazione di eventi anormali o magari cercando di capire l’origine di alcuni (inquietanti) rumori ambientali. Notevole importanza ricopre, a tal proposito, l’interazione con l’ambiente, gestibile attraverso gli oggetti presenti nell’inventario.

Orrore contorto

Visage prosegue dunque su questa falsariga e riesce, in ciascuno dei suoi capitoli e in ogni sua sequenza, a proporre una buona varietà di fondo nella progressione dell’avventura. L’eterogeneità dell’incedere è indubbiamente favorita dalla dimensione surreale che di tanto in tanto catapulta fuori dalle mura domestiche per immergere in contesti esterni degni di  Silent Hill o in stanze con un’architettura improbabile e in costante mutazione. Tutto sommato, quindi, i vari puzzle ambientali presenti si rinnovano in modo abbastanza piacevole, offrendo una riuscita diversificazione all’esperienza di gioco, il cui principale punto di forza è ovviamente quello di riuscire a mettere in scena un orrore ansiogeno e malsano, tenendo il giocatore in una situazione di costante tensione.

Che sia grazie al sapiente uso dell’illuminazione, a un comparto estetico di grande impatto o a un sound design capace di far gelare il sangue, Visage rappresenta senza dubbio un’esperienza molto intensa ed immersiva. Come detto in apertura, è evidente l’influenza di PT ed anche se il titolo di SadSquare Studio punta molto su cliché e situazioni che sanno di già visto, su cui il team ha fortemente puntato in fase di sviluppo, è innegabile che il gioco riesca nell’impresa di prendere spunto dai migliori riuscendo comunque ad imporsi come un’esperienza horror dotata di una propria personalità.

Tuttavia, come accennato in precedenza, la filosofia generale che regola la progressione richiede notevole meticolosità nell’osservazione dell’ambiente circostante, in modo da memorizzare il più possibile la contorta planimetria dell’abitazione. C’è infatti il serio rischio di incappare in tediose fasi di errante confusione, girando a vuoto tra le varie stanze sperando di trovare la minuscola interazione che permette di proseguire con la trama. I luoghi esplorabili sono colmi di interazioni, spesso totalmente inutili, e questo può portare il giocatore dotato di scarsa pazienza a vagare senza meta in tutte le stanze alla ricerca disperata di un indizio, magari con la sanità mentale che cola a picco rendendo il tutto più complesso. Aggiungete a ciò alcuni bug (a cui il team di sviluppo sta lavorando) che a volte causano la scomparsa di punti di interesse e capirete che le situazioni frustranti sono dietro l’angolo in Visage. La mancanza di fluidità nella progressione rischia di spezzare l’immersione, il che è un gran peccato vista l’ottima atmosfera che fa da cornice agli eventi di gioco.

Inoltre, continuando a parlare dei difetti del gioco, non possiamo non menzionare il disastroso sistema di gestione dell’inventario, estremamente mal gestito soprattutto per quanto riguarda gli oggetti dinamici (consumabili). E’ possibile equipaggiare solo un oggetto per mano e portarne con sé fino a cinque. Lampadine, accendini, candele o pillole utili a recuperare salute mentale sono tutti elementi che si rivelano essenziali nel corso dell’esperienza. Purtroppo servirsi di questi oggetti risulta fin troppo scomodo e macchinoso, portando a situazioni di frustrante panico nei momenti più concitati dell’avventura. Un difetto non da poco certamente ma che, fortunatamente, intacca non più di tanto la godibilità di un’esperienza di gioco ben studiata ed affascinante.

Concludendo…

Visage offre un’esperienza horror di ottima qualità nonostante alcuni difetti imputabili principalmente ad una progressione poco fluida ed ad una gestione dell’inventario totalmente da rivedere. Il titolo prende evidentemente spunto da alcuni classici del genere, riuscendo comunque ad inglobare intelligentemente le influenze artistiche di riferimento ed imponendo il proprio stile. Visage sperimenta, proponendo alcune situazioni memorabili e dei momenti di terrore puro in un’esperienza abbastanza longeva (si parla di quasi 10 ore di gioco) capace di rinnovare la propria sublime messa in scena, i suoi colpi di scena e i suoi enigmi ambientali. Non possiamo che consigliare questa macabra esperienza a tutti gli appassionati di giochi horror.

CI PIACE
  • Messa in scena poderosa
  • Tensione alle stelle
  • Buona varietà di situazioni
  • Sound design pregevole
  • Artisticamente suggestivo
NON CI PIACE
  • Progressione poco fluida
  • Gestione dell’inventario disastrosa
  • Scarsa rifinitura tecnica
Conclusioni

Visage è un titolo che tutti gli appassionati di videogames horror dovrebbero provare.

8.5Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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