Quando parliamo di Watch Dogs, impossibile non pensare alle varie critiche piovute sul primo capitolo della serie – rilasciato nel 2014 – immediatamente dopo il suo rilascio dovute, principalmente, al suo evidente downgrade rispetto ai due gameplay demo mostrati all’E3 2012 e 2013. Il gioco, nonostante diversi limiti tecnici e strutturali, riuscì comunque a ritagliarsi un buon seguito, grazie ad un gameplay che, seppur appoggiato alla struttura tipica degli open world “made in Ubisoft”, riusciva a proporre meccaniche innovative, legate specialmente all’hacking del mondo di gioco.
Abbandonando l’ambientazione prevalentemente “dark” del primo capitolo, Watch Dogs 2 riuscì ad imporsi come un buon sequel, abbracciando uno stile narrativo più frivolo e caciarone.
A quattro anni di distanza dall’uscita del secondo capitolo, Watch Dogs Legion si affaccia sul mercato, a pochi giorni dall’uscita delle console di nuova generazione. Ambientato in una Londra distopica del futuro, dove milizie private e un uso estremo della tecnologia impongono il proprio controllo sulla popolazione, saremo chiamati ad impersonare uno – o più – membri del DedSec, il gruppo di hacker “anticonformisti” già conosciuto nei precedenti episodi.
Dopo aver ricevuto una copia promo, in versione PC, dal publisher – e dopo esserci immersi per diverse ore nella Londra di Watch Dogs Legion – siamo finalmente pronti a fornirvi il nostro responso finale sul titolo Ubisoft.
Indossate le maschere. Imbracciate gli smartphone. Ci riprendiamo Londra!
Il giorno zero di Londra
Watch Dogs Legion porta le lancette avanti di qualche anno. Il setting è Londra.
Dopo una breve sequenza video, vestiremo i panni di un operativo del DedSec, Dalton Wolfe, impegnato a sventare un attacco terroristico ad opera di un gruppo chiamato Zero-Day, cercando di disinnescare diversi ordigni esplosivi, posizionati nei sotterranei del Palazzo di Westminster. Tuttavia, nonostante il disinnesco degli ordigni avvenuto con successo, Wolfe si ritroverà faccia a faccia (o meglio, faccia a ologramma) con il leader del Zero-Day, mandante dell’attentato. Scopriremo, a nostre spese, che il gruppo terroristico ha riempito Londra di ordigni, in diversi punti strategici della città.
Davanti agli occhi increduli di Wolfe, prima di venire brutalmente mitragliato da una pattuglia di droni d’assalto, uno spettacolo raccapricciante: esplosioni da ogni angolo di Londra. La conseguenza? Centinaia di vittime, Londra che finisce nelle mani della Albion – una milizia privata senza remore che mette sotto giogo la popolazione – e il DedSec che viene incolpato degli attentati.

Con questo incipit, si apre il narco narrativo principale di Watch Dogs Legion, nel quale saremo tenuti a scegliere, tra alcuni possibili candidati, il primo membro del DedSec da reclutare e guidare nelle prime sequenze di gioco.
Nonostante la scelta degli sviluppatori di optare per più protagonisti – i membri reclutabili contemporaneamente sono in totale venticinque – abbiamo apprezzato il comparto narrativo di Legion seppur, in alcuni frangenti, è evidente una scrittura non sempre ottimale. Sostanzialmente la trama di Legion (dalla durata di circa venti ore) ci mette di fronte a diversi archi narrativi, durante i quali saremo tenuti ad eliminare dai giochi i principali “leader” di fazione che stanno limitando la libertà dei cittadini londinesi, a partire dalla sanguinaria Mary Kelley – e il suo traffico di esseri umani – passando poi per Nigel Cass, CEO della Albion. I villain del titolo, sono ben caratterizzati – anche se ci saremmo aspettati una minor frettolosità nel “congedarli”, durante lo svolgimento della campagna.
Noi siamo Legione
Watch Dogs Legion evolve in maniera consistente la formula dei precedenti capitoli. Il titolo Ubisoft si cataloga come un action in terza persona, in un contesto open world, dove, a farla da padrone, saranno ancora le interessanti meccaniche di hacking del mondo di gioco, che rendono le stradi londinesi un vero e proprio “parco giochi” dove mettere in mostra le nostre skills.
Prima grande novità di questo terzo capitolo, già pubblicizzata a dovere nel corso dell’articolo, è senza dubbio la possibilità di reclutare tra le file del DedSec qualsiasi abitante di Londra. Sfruttando la feature di profilazione degli NPC, già presente nel primo capitolo della serie, avremo modo di conoscere nome, professione e abilità di ogni singolo abitante di Londra che avremo modo di incontrare durante le nostre esplorazioni libere della città. Una recluta interessante potrà essere salvata e, conseguentemente, verrà attivata una missione specifica di reclutamento, atta a portare tra le nostre fila l’attivista designato. Le missioni di reclutamento, seppur non brillanti di varietà, sono comunque una piacevole aggiunta alla mole contenutistica di Legion che, in qualche modo, aggiungono un livello di sfida addizionale alle meccaniche di reclutamento, altrimenti abusate. La meccanica di reclutamento aggiunge, di fatto, una varietà di tutto rispetto alle missioni, dando al giocatore una discreta pletora di possibilità: basti pensare al reclutamento di un dipendente Albion che, grazie alla sua uniforme, avrà la possibilità di entrare in aree ad accesso limitato. Le possibilità di reclutamento proposte da Legion sono innumerevoli, dal sicario alla John Wick al pilota di droni, passando poi per street artist o “statue viventi” (sì, avete letto bene). Oltre alle abilità passive e attive di ogni membro del DedSec, il gioco ci permette di acquisire, tramite i diversi punti tecnologia sparsi per il mondo di gioco, diversi perk che variano da armi stordenti, mantelli dell’invisibilità in realtà aumentata, passando poi per l’hacking dei droni. Le abilità acquisibili dall’apposito menu rendono, di fatto, anche gli operativi meno “abili” capaci di affrontare le missioni di gioco, nelle situazioni di emergenza.

Una feature indubbiamente interessante – che potrà essere attivata solamente all’inizio di una nuova partita – è il permadeath degli attivisti, particolarmente consigliata ai giocatori che cercano un livello di sfida adeguato.
Seppur molte delle meccaniche siano state ereditate dai precedenti capitoli, in Legion gli sviluppatori hanno lavorato molto per rendere ancor più diversificati i droni e bot che popolano il mondo di gioco. Grazie agli spider-bot, ad esempio, potremo infiltrarci nelle strutture ad accesso limitato in totale segretezza, senza dover necessariamente agire in prima persona. L’utilizzo dei droni, quindi, permette di affrontare le missioni con approcci diversi, e questo è un fattore che abbiamo particolarmente apprezzato in Legion.
Contenutisticamente parlando, oltre alle precedentemente citate missioni storia e di reclutamento, il gioco offre una vasta gamma di missioni secondarie, dalla qualità altalenante, che faranno sicuramente la gioia di tutti i giocatori completisti interessati a sbloccare tutti i vari contenuti estetici – nel caso di Legion, rappresentati dalle maschere – e crediti che il titolo ci mette di fronte.

Impossibile non spendere qualche parola sull’ambientazione di gioco, Londra. La cittadina inglese a cui Ubisoft ci aveva già portati con Assassin’s Creed Syndicate, è stata modellata con una cura quasi maniacale: ogni edificio storico e via principale è riconoscibilissima oltre che curato in maniera quasi maniacale in termini di dettagli. Come ogni open world Ubisoft che si rispetti, la mappa è stata disseminata di collezionabili, tra reliquie, maschere, documenti, senza dimenticare le diverse missioni di liberazione dei quartieri che ci permetteranno di reclutare con maggior facilità gli abitanti di Londra.
Disrupt Engine e gli annosi problemi di ottimizzazione su PC
Andiamo ora a parlare di quello che è l’aspetto più discutibile dell’ultimo titolo Ubisoft: il comparto tecnico.
Speranzosi di veder gli sviluppatori al lavoro su nuovo engine, ci siamo dovuti arrendere all’ennesimo porting – problematico – del Disrupt Engine.
Nonostante una configurazione di fascia alta , il gioco mostra diversi problemi di frame rate in diverse sezioni di gioco, specialmente alla guida dei veicoli o durante le condizioni meteo di pioggia (che, come sappiamo, a Londra sono frequenti). Nonostante tutto, il colpo d’occhio è piacevole, specialmente per quanto riguarda l’ambientazione di gioco, di cui abbiamo già speso consensi positivi in precedenza. Anche la modellazione poligonale dei personaggi è tutto sommato buona, incredibilmente diversificati – scongiurando così una tra le più grosse paure, rappresentata dall’esercito di cloni in città – così come i dettagli delle vetture (anche se il sistema di danni è piuttosto abbozzato) che spaziano da mezzi corazzati, veicoli sportivi e moto/scooter.

Watch Dogs Legion rappresenta il debutto di tecnologie come il ray tracing su un titolo open world: seppur non strabiliante, se attivata in notturna, il colpo d’occhio è piacevole. In ogni caso, vista la consistente perdita di frame, non ne consigliamo l’utilizzo – o almeno, fino alla prossima patch correttiva, che probabilmente verrà rilasciata nei prossimi giorni.
Solo discreto il comparto sonoro: il gioco, come da tradizione Ubisoft, è stato interamente doppiato in italiano, ma abbiamo notato una certa ripetitività nelle voci degli operativi DedSec, il che è un peccato (a volte ci è capitato di veder dialogare due personaggi diversi, doppiati dallo stesso attore).
Concludendo…
Watch Dogs Legion, nonostante il comparto tecnico grezzo e i diversi bug che attanagliano la versione PC (comprensivi di glitch grafici e crash), è un titolo estremamente divertente e vario. La meccanica di reclutamento è indubbiamente il fiore all’occhiello di questo titolo che, grazie ad un corposo supporto post lancio, potrebbe tenere impegnati i giocatori per un consistente numero di ore.