La storia sulla nascita di Immortals Fenyx Rising (precedentemente noto come Gods & Monsters) parte da un curioso aneddoto del game director Scott Phillips che, sperimentando un glitch in Assassin’s Creed Odyssey, raccontò in una intervista su IGN che, durante una delle fasi di sviluppo, l’equipaggio della trireme del protagonista poteva tramutarsi in una folla di ciclopi. Dopo aver risolto il bug però, a Phillips venne spontaneo pensare che sarebbe stato fantastico creare un titolo che avesse abbracciato completamente gli elementi della mitologia greca.
Dopo qualche anno ecco quindi arrivare Immortals, un ricchissimo open-world che, grazie ad un codice review fornitoci da Ubisoft, abbiamo sviscerato a fondo, nella nostra recensione.
L’ira del titano …
Cominciamo col dire che questo titolo non può davvero essere paragonato alla saga di Assassin’s Creed. Vuoi per un evidente differenza di budget, vuoi per una impostazione decisamente più soft verso la quale Ubisoft Quebec ha deciso di direzionarsi. Evidentemente ci troviamo di fronte ad un prodotto rivolto ad un vasto pubblico, che spazia su più generazioni: per farvi capire i toni della storia e di tutta la produzione si avvicinano molto ad un film d’animazione Disney. La trama è ovviamente ricolma di riferimenti alla mitologia greca, dalla quale gli sviluppatori hanno pescato a mani basse, ma addensata con una ricca dose di umorismo e personaggi sciocchi, spensierati, che sembrano davvero essere usciti da un cartone animato.
Non aspettatevi però lo humor pungente delle produzioni Pixar, ma neppure la maestosità di un vero cartone Disney – Immortals Fenyx Rising si colloca quindi su una mansueta metà strada tra i due, riuscendo in definitiva ad offrire una buona dose di divertimento ed una storia goliardica.
La storia prevede l’avvento del classico cattivo di turno, che prende il nome di Tifone, un titano evaso dalla sua prigione dove fu cacciato dagli altri Dei eoni or sono. Il giocatore veste i “sandali” di Fenyx, il classico eroe-che-non-sa-ancora-di-esserlo, figura riconoscibile in molte produzioni dedicate ad un pubblico più giovane. Egli (o ella – a discrezione del giocatore) è un umile porta-scudi che si trova a bordo di una nave in compagnia di altri prodi guerrieri, ivi incluso suo fratello, quando un’improvvisa tempesta li lascia naufraghi su coste sconosciute. Fenyx è l’unico superstite, apparentemente, ma scopre presto che una terribile maledizione ha tramutato tutti gli altri umani, inclusi i suoi compagni ed il fratello, in statue di pietra. La ricerca di risposte alla fine la porta da Hermes, che finalmente fa luce sulla maledizione che Tifone ha lanciato sugli umani e sugli dei – sigillando il loro potere. Per riportare indietro i suoi amici, Fenyx dovrà quindi addentrarsi a fondo nelle Isole d’Oro combattendo terrificanti creature e risolvendo intricatissimi enigmi, per poter infine chiedere aiuto agli dei stessi, dopo aver restituito loro tutti i poteri.
Scuola Nintendo?
Il gameplay ricorda davvero da vicino quello del capolavoro Nintendo, Zelda Breath Of The Wild. Anche qui ci si trova davanti un vastissimo open-world, esplorabile quasi senza limiti. Fatta eccezione per il Monte Olimpo, ogni montagna può essere scalata e ogni lago può essere attraversato, a patto di avere abbastanza “fiato” per poterlo fare – la resistenza infatti segue le stesse meccaniche introdotte in Breath Of The Wild e si rivela un fattore determinante, che limita le possibilità di azione in maniera controllata dai progressi raggiunti.
Fenyx è libero di vagare per le isole come preferisce, con sezioni della mappa distinte, che riflettono il dio protettore ad esse associate: per esempio, il regno di Afrodite è stato reso luminoso con colline pianeggiati, deliziosi fiori e fiumi sfavillanti che fanno un deciso impiego di tinte pastello quali verde, rosa, blu. La terra di Ares, viceversa, è un luogo infernale devastato dalla guerra, scarsamente illuminato con una tavolozza prevalentemente marrone. Insomma, l’esplorazione è uno degli aspetti più consistenti di Immortals Fenyx Rising ed è un piacere apprezzare questi netti contrasti tra le varie zone, planando con le Ali Di Dedalo (ottenute poco dopo l’inizio) ed ammirando i magnifici paesaggi disegnati da Ubisoft Quebec.
Libertà assoluta…
La campagna principale incoraggia molto il movimento e porterà il nostro eroe da una parte all’altra della vastissima mappa a disposizione, anche se, cosa apprezzabilissima, rimane a discrezione totale del giocatore l’ordine in cui affrontare le varie zone.
Per affrontare le varie insidie Fenyx disporrà di due armi bianche, una leggera (di norma una spada) ed una pesante (di norma un martello), oltre che un arco magico. Si può effettuare una breve parata che se viene effettuata al momento giusto può confondere i nemici – insomma nulla di rivoluzionario.
Nonostante gli scontri sembrano seguire uno schema piuttosto semplice, sono abbastanza interessanti e mai noiosi. Anche grazie ad alcuni poteri sbloccabili che consentono di lanciare contro le orde nemiche attacchi speciali di varia potenza e con aree di attacco differenziate. Questi si ricaricano abbastanza velocemente ed introducono nel gameplay un minimo fattore strategico che abbiamo apprezzato – scordatevi di premere i tasti alla rinfusa per vincere le sfide, specialmente quelle più ardue con i boss.
… e, ovviamente, enigmi!
Il gioco però non è tutto esplorazione e combattimenti, anzi, proprio come nella sua principale fonte di ispirazione già menzionata, anche qui la componente puzzle è decisamente rilevante. Molti degli enigmi si trovano in alcuni sotterranei chiamati Prove Del Tartaro. Fenyx ne dovrà completare alcune per fare progredire la storia, ma non sono tutte legati alla campagna principale e fanno parte delle quest secondarie. Alcune delle più memorabili sono sparse in giro per la mappa ed offrono ricompense variegate tra le quali spiccano i fulmini di Zeus, che possono essere scambiati per ottenere più resistenza. Il livello di sfida proposto varia a seconda dell’area in cui ci si trova, ovviamente – a volte si dovrà scoccare una freccia attraverso un percorso a ostacoli, altre volte sfruttando i bracciali di Ercole spostare blocchi su piattaforme, oppure per guidare un masso da un punto ad un altro. Queste sfide in realtà non sono mai eccessivamente complesse, ma spesso sono divertenti ed appaganti e vale davvero la pena affrontarle.
A conti fatti il mondo di gioco è davvero pieno di cose da vedere e da fare: a parte la storia principale e le missioni secondarie, ci sono molti boss, enigmi ambientali e sfide da affrontare in cambio di varie ricompense. Queste possono spaziare tra una moltitudine di premi, dall’Ambrosia, necessaria per incrementare la barra della salute, alle Monete di Caronte, con le quali si possono acquistare nuove abilità e mosse. Oltre che nuove armi ed armature, che seguono in maniera blanda lo schema già impostato ad Assassin’s Creed Odyssey, con caratteristiche che alterano più elementi di gioco. E, ovviamente, non poteva mancare anche una sezione di crafting che, dietro la raccolta di erbe e frutti, consente di creare pozioni di vario tipo.
Comparto tecnico.
Abbiamo spolpato la mole contenutistica di Immortals Fenyx Rising su Playstation 5, notando con piacere diversi miglioramenti dalle edizioni precedenti. In primis, il titolo si appoggia su una fluidità senza precedenti, garantendo un frame rate costante a 60 fps, anche nelle fasi di gioco più concitate. Il titolo, pur non facendo gridare al miracolo in termini puramente estetici, risulta piacevole alla vista, mostrando ambientazioni valide, in termini di dettagli, oltre che varie e “colorate”. Il titolo inoltre, in versione PS5, vanta dei caricamenti pressocchè nulli, in grado di buttarci in partita in un battito di ciglia. Resta un po’ deludente l’integrazione delle funzionalità del DualSense che, a parte qualche “simpatico” effetto nell’uso dell’arco, offre veramente poco in più rispetto alla concorrenza.
Abbiamo avuto modo di provarlo anche su Playstation 4 Pro e possiamo garantirvi che, a parte il fievole downgrade grafico ed i caricamenti decisamente più invasivi, risulta delizioso e godibile come sulla sua sorella maggiore.
Concludendo…
La componente più riuscita di Immortals Fenyx Rising è senza dubbio la sua elasticità. Il giocatore è realmente libero di affrontare l’avventura al ritmo e alla difficoltà con la quale si sente più a suo agio. La storia, narrata dalle voci fuori campo del povero Prometeo e da Zeus stesso, è ricca di umorismo adattandosi ad un pubblico che spazia tra adulti e bambini e prova nel contempo ad infondere una morale sulla auto-stima (a volta con qualche scivolone). Il gameplay funziona, anche se la fisica risulta più goffa ed imprecisa rispetto al già citato Breath Of The Wild mentre i combattimenti, che evidentemente non si avvicinano alla perfezione di God Of War, riescono comunque ad essere divertenti e mai noiosi.