Le celebrazioni di Super Mario, una delle più iconiche e rilevanti mascotte che il panorama videoludico potesse mai conoscere, stanno per giungere al termine. Dopo la pubblicazione di una rimasterizzazione dei primi platform game tridimensionali, la 3D All Stars Collection, l’anno corrente è stato ricco di emozioni per i fan di Nintendo, con la commercializzazione di alcuni dei titoli più amati del simpatico idraulico su Nintendo Switch. Alcuni di questi prodotti sono a tempo limitato, fino alla chiusura del corrente anno fiscale, cioè fino al 31 marzo 2021 (data di conclusione dei festeggiamenti) e dunque ormai al punto d’arrivo. Nonostante la 3D All Stars Collection sia stata di per sé un grande successo economico e commemorativo, al di là di alcune critiche legittime che la community ha posto circa l’assenza di Super Mario Galaxy 2 ed in merito al processo di riesumazione dei titoli in emulazione, il colosso nipponico Nintendo sa come farsi apprezzare dal pubblico e, soprattutto, come valorizzare i propri brand. Sulla base di questa ragione, il porting di Super Mario 3D World (precedentemente uscito su Wii U nel novembre 2013) che rappresenta il culmine dei sopracitati festeggiamenti, potrebbe rilevarsi come un prodotto che vada oltre i paradigmi di una “semplice” e pigra ri-commercializzazione del medesimo capitolo apprezzato all’ora. A testimonianza di questo, l’introduzione di una modalità inedita, Bowser’s Fury, potrebbe costituirne un ottimo pretesto per l’acquisto, indipendentemente che lo si abbia giocato o meno precedentemente. Sarà effettivamente così?
Ascesa e declino di Wii U, la fonte storica del progresso nell’industria videoludica
Prima di buttarci a capofitto nell’analisi tecnica delle avventure tridimensionali di Super Mario 3D World, incantevoli e concettualmente immutate nel decorso di questi anni, l’introduzione di un excursus circa il contesto di sviluppo del titolo in questione sarà fondamentale. Nonostante le disavventure di Mario ed i suoi amici non abbiano bisogno di troppe presentazioni, grazie alla semplicità narrativa che contraddistingue le iterazioni dell’idraulico italiano, per un iniziale approccio con il nuovo porting su Nintendo Switch è fondamentale una breve analisi del capitolo precedentemente pubblicato su Wii U. Mentre l’avanguardismo tecnologico aveva portato a quello che venne commercializzato come l’erede spirituale dell’ormai defunta console Wii, in una sua modifica nel concept che la rese una versione primordiale dell’attuale Nintendo Switch, i team di sviluppo interni erano alle prese con la creazione di titoli che potessero esprimere al meglio l’importanza e la potenza dell’hardware in questione.
Nonostante alcuni prodotti, dal calibro di Zelda Breath of the Wild, non fossero ancora usciti, la precedente console Nintendo non ebbe i risultati economici attesi, rendendo la nefasta sorte della compagnia incerta e dubbiosa. Quello stesso periodo di “crisi interna”, recentemente divulgato dall’ex presidente di Nintendo of America ai microfoni della stampa videoludica internazionale, accentuò il bisogno di una miglioria che culminasse nella modifica del processo produttivo dei software. Per questa ragione possiamo dire, in chiave puramente speculativa, che tale insuccesso commerciale portò al vacillamento dei pilastri videoludici creati dalla stessa azienda, necessitando di porre alla propria utenza dei titoli che sapessero mostrarsi come il frutto di un’evoluzione costante e necessaria. L’arrivo delle avventure tridimensionali di Mario ed i suoi amici su Wii U, in altre parole, furono nei confronti del grande pubblico una dichiarazione di intenti sulla direzione che gli sviluppatori diedero all’intero concept di gioco.
L’evoluzione di un archetipo consolidato
In sede di recensione della controparte datata 2013 del prodotto, definimmo Super Mario 3D World come “la volontà di scuotersi di dosso l’ingombrante genealogia, il futuro tendente alla nuova esperienza videoludica intesa come l’unica possibile. Super Mario 3D World è una boccata d’aria fresca nel game design Nintendo”. Tali affermazioni, a distanza di otto anni, trovano un fondamento veritiero in quella che è stata l’evoluzione dei meccanismi di sviluppo dei brand Nintendo. Il presupposto ludico delle vicissitudini dei personaggi, inteso come il pretesto narrativo tale per cui il giocatore si ritrova a districarsi nel complicato e scenico mondo platform, trova ancora un forte collegamento con quella che è l’iconografia videoludica costituita dalla figura del protagonista Mario. La trama, ammesso che sia la parola adeguata nell’universo digitale ideato da Shigeru Miyamoto, funge quindi da elemento puramente decorativo. La secondarietà dello stesso fa sì che invece si ponga su di un piedistallo l’elemento esperienziale, divenendo fondativo dell’interazione con il prodotto. Con Super Mario 3D World, dunque, l’astrazione della parte ludica raggiunge i massimi livelli della saga, con uno sviluppo dei livelli alterato costantemente. I cambiamenti appaiono radicali e numerosi, modificandone l’intera essenza: dapprima questo avviene con una variazione del campo visivo dei personaggi, sviluppando l’orizzontalità dei livelli in modi precedentemente impossibili e, successivamente, con un’evoluzione platformica che coinvolge l’asse verticale dei singoli livelli.
Questi espedienti arricchiscono e rivoluzionano completamente l’esperienza, rendendo l’esplorazione un punto cardine dell’iterazione (migliorando nettamente la rigiocabilità del prodotto). Il costo di questa innovazione si traduce in una telecamera pilotata e poco soggetta a libertà, in concordanza a quella che è la generale linearità del titolo, sia nel design di questo che sul fronte della difficoltà. L’ibridazione del 2D e del 3D si traduce in un’avventura che guida il giocatore nella sua progressione, lasciandogli tuttavia un margine di libertà sul fronte osservativo. I canoni di questa produzione, dunque, ereditano quelli che furono i limiti ed i pregi della controparte concepita inizialmente per Wii U. Nonostante alcune problematiche, dunque, l’esperienza mostra a pieno la sua contemporaneità, con una qualità tecnica nettamente migliorata.
La furia di Bowser
Il vero fiore all’occhiello di questa riedizione targata Nintendo, in quanto vera novità del prodotto, è costituito dalla inedita modalità “Bowser’s Fury”, a sé stante rispetto alla controparte 3D World. Non a caso utilizziamo il termine “controparte”, andando a marcare come il distacco tra le due produzioni avvenga in ottica ludica, tecnica e concettuale. Se da un lato abbiamo infatti un titolo che si poggia sui capisaldi di quella che fu l’originale idea di Mario, andando a sdoganare solo alcuni di quelli che furono i paradigmi di questo, con Bowser’s Fury vi è un radicale scostamento dallo stesso porting di riferimento. La prima differenziazione evidente si lega alla struttura della mappa di gioco, non più a livelli ma caratterizzato da un unico mondo aperto.
Se volessimo comparare l’inedita modalità ad alcune delle precedenti iterazioni tridimensionali, il paragone più opportuno sarebbe con Super Mario Odyssey. Questo, in particolare, seppe rivoluzionare i paradigmi di quegli stessi platform che, ai tempi, ridefinirono l’esperienza videoludica di moltissimi utenti. Ne conseguì un cambiamento di forma, che fosse legata all’interazione del giocatore con il mondo a sé circostante o nella libertà esplorativa e visiva. L’evidente cambio di rotta con il brand ha quindi determinato un irreversibile evoluzione del concept, che nel corso degli anni si è tradotto ne “La furia di Bowser”. Le meccaniche di gioco appaiono del tutto speculari alle avventure di Mario e Cappy, basando l’intero nucleo del prodotto sulla raccolta di solegatti, una simpatica alternativa alle lune di Odyssey. L’ottenimento di questi soli, disseminati in una mappa ampia e variegata nelle sue sotto-porzioni, consentirà a Mario di trasformarsi in un temibile gatto dorato, che “vagamente” ricorda una delle trasformazioni dei personaggi appartenenti al mondo di Akira Toriyama. Che lo si voglia considerare un ottimo o discreto fan service, tuttavia, l’intero concept di gioco lascia un po’ a desiderare con la generica progressione. Lo scopo della nostra avventura, infatti, sarà quello di sconfiggere il temibile Bowser, soggetto ad una furia irrefrenabile. Per il raggiungimento di questo obiettivo verremo aiutati dal figlio Bowser Junior, preoccupato per il padre ed intenzionato a mettere da parte le passate divergenze. Qualora giocassimo da soli, quindi, avremo un alleato utile per la scoperta dei meandri più nascosti ed inaccessibili, che potrà essere guidato da un secondo giocatore qualora fossimo in compagnia. L’intera avventura, completata al 100%, porterà ad ogni giocatore una decina di ore di divertimento, non comparabile però all’elemento principale del pacchetto. Sicuramente, quindi, Bowser’s Fury non è considerabile una pessima o la peggiore modalità di gioco a tema mariesco, e l’elemento co-operativo appare più importante che mai in Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, ma non tale abbastanza da renderlo la motivazione principale di un acquisto.
Super Mario 3D World + Bowser’s Fury. Differenze tecniche
Il cambiamento radicale di rotta intrapreso con le più recenti iterazioni del brand ha avuto numerosi feedback positivi. Che si tratti di utenza o critica specializzata, la decodifica dei precetti (a tratti dogmatici) contraddistintivi della saga hanno incontrato un terreno fertile con l’approvazione degli utenti. Questo avvenne dapprima con Super Mario 3D Land per 3DS, successivamente su Wii U e nuovamente su Switch, con un porting che supera i limiti hardware del suo predecessore. Quella stessa avventura che all’ora ottenne una quasi totale approvazione della stampa appare oggi, a ben otto anni di distanza, più bella che mai, in una veste tecnica che la rende ancor più idilliaca di prima, ma non per questo perfetta. Pur riprendendo i medesimi assets, sull’attuale console Nintendo la risoluzione in modalità dock si aggira attorno ai 1080p, che raggiunge i 720p (la medesima di Wii U) in portatilità, sia con Switch che con Switch Lite.
Per quanto riguarda l’esperienza generalmente più ludica, invece, il concept di gioco rimane immutato nella sua idealizzazione: i principali personaggi giocabili (Mario, Luigi, Peach e Toad) mantengono le proprie peculiarità, divenendo ognuno di loro essenziali per determinati stage piuttosto che altri. La modifica nel gameplay si lega principalmente alle loro animazioni, rendendo l’esperienza più fluida e frenetica, specialmente nella neonata modalità co-op online, nella quale i progressi di gioco verranno salvati unicamente a chi ospita la partita. Le innovazioni ludiche si traducono in un perfezionamento dei frame di immagine per secondo, ove l’ultimo simbolo della celebrazione del 35esimo anniversario di Mario raggiunge il suo apice, con 60 fotogrammi stabili che migliorano sensibilmente l’interazione tra l’utente e prodotto. Non possiamo ugualmente decantare le meraviglie tecnologiche di Bowser’s Fury che, invece, si presenta con una mediocre risoluzione in 720p in modalità fissa che portatile, con quest’ultima ulteriormente aggravata da un calo drastico di frame rate a 30 fotogrammi al secondo.
Concludendo…
Alla luce di queste analisi, possiamo ritenerci estremamente soddisfatti dell’ultima produzione Nintendo. Nonostante non raggiunga i pieni voti, anche a causa della riproposizione di un titolo già uscito sul mercato precedentemente, Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è, pad (o console che sia) alla mano, un’esperienza ludica nettamente migliore della precedente. Il cambiamento tecnico è evidente e rende il prodotto meritevole di essere rigiocato, anche grazie a delle migliorie secondarie ad un’esperienza platform, come la modifica del sistema di illuminazione ed altri elementi secondari. Tuttavia, non possiamo nemmeno dire che l’ingente spesa economica meriti di essere effettuata a priori, in quanto si tratta comunque di un porting con una secondaria aggiunta sì bella, ma non come l’esperienza principale. In altre parole, a meno che non siate amanti della saga e non abbiate già giocato il titolo su Wii U, difficilmente questo titolo potrà essere un prodotto di vostro totale gradimento.