Quando si parla di videogiochi, ci sono classici senza tempo. Titoli per cui il passare degli anni non sembra in alcun modo scalfire bellezza e divertimento. Nel corso degli ultimi anni sembra essere cresciuta l’attenzione dei “remake”, pronti a restituire alle perle del passato una nuova vita, soprattutto in termini grafici. Con Alex Kidd in Miracle World DX si è tentato di fare le stesso, ma anche se in parte l’operazione può dirsi riuscita, non siamo sicuri che il titolo abbia mostrato di essere tra i classici senza tempo di cui parlavamo. In qualche modo, la nuova edizione portata in scena da Merge Games sembra mostrare qualche ruga di troppo.

Non un platform moderno

Se pensate che Alex Kidd in Miracle World DX sia un moderno platform, un po’ come gli ultimi Super Mario di mamma Nintendo, siete fuori strada. La trama vede il giocatore vestire i panni di Alex Kidd, un ragazzo alla ricerca del fratello Igul, catturato dal malvagio Janken il Grande. Nulla di particolarmente profondo e complesso, e le poche righe di copione che ci ritroveremo a leggere durante il corso della (breve) avventura, serviranno solo da collante tra un livello e l’altro, nulla che merita davvero attenzione. Come dicevamo, non pensiate di ritrovare in Alex Kidd in Miracle World DX lo stesso gameplay di un moderno platform. Il controllo del personaggio è davvero basilare, e volutamente impreciso. Si avverte quasi una sensazione di lag tra gli input sul controller e quello che avviene a schermo, e anche semplici salti da una piattaforma all’altra risultano “legnosi” e imprecisi. Lo diciamo subito, a scanso di equivoci, Alex Kidd in Miracle World DX è un titolo frustrante, come molti dei suoi fratelli vecchia scuola. Se si tocca il nemico si muore, non ci sono riserve. Se scegliete per la modalità normale, mettete in conto di ritrovarvi alla schermata del “game over” molto spesso. Altrimenti, la modalità vite infinite vi permetterà di ricominciare sempre e comunque dall’ultimo checkpoint, restituendo un’avventura, per quanto possibile, più fluida, comunque spezzettata dalle continue morti. In Alex Kidd in Miracle World DX si morirà spesso. Un po’ per la imprecisione dei comandi di cui si diceva prima: salti imprecisi e nessuna possibilità di toccare il nemico o gli elementi di disturbo presenti a schermo.

A tratti il titolo risulterà frustrante, anche in quelle sezioni di gioco in cui in realtà non sembrano esserci poi tanti nemici di cui occuparsi. I livelli, in fondo, non sembrano essere trappole perfette, ma state pur certi che non riuscirete a superarli senza prima imprecare un po’. Durante l’avventura, per la maggior parte, vi ritroverete ad usare una sola arma: i pungi del protagonista. Non mancano power up da acquistare nelle botteghe sparse per le varie aree, anche se questi dureranno davvero poco e, certamente, non risulteranno in alcun modo risolutivi. E’ possibile acquistare moto o tappeti volanti, oppure servirsi di armi supplementari, tra le quali palle di fuoco. Questi elementi, però, sono poco caratterizzati e, a dire il vero, di dubbia utilità. Insomma, una sana scazzottata vi porterà alla fine, senza necessità di far ricorso ad altro. Quanto alle boss fight, ci sono elementi che fanno storcere un po’ il naso al giocatore moderno. Parecchia importanza viene data alla morra cinese. Già, perché ciascun boss, prima di essere affrontato a suon di cazzotti, dovrà essere battuto al classico “sasso, forbice e carta”. Inizialmente carina, questa idea ripetuta a piè sospinto fino alla fine risulta ripetitiva e poco appagante, e si finirà per reputarla una dinamica quasi inutile e noiosa. Superata questa fase, inizia la lotta con i boss: si tratta di pochi secondi, al più minuti, in cui capire come attacca il nemico, schivare i suoi colpi, e attaccare di conseguenza. Anche in questo la meccanica del gioco si mostra estremamente basilare, senza alcuna profondità, proprio come era nel 1986 con il titolo originale.

Operazione nostalgia

Ed il fatto è proprio questo: Alex Kidd in Miracle World DX è lo stesso identico titolo di 36 anni fa, seppur vestito con una grafica meravigliosa, che non potrà non farvi innamorare. La pixel art è magistralmente riprodotta a schermo, e non si può dire che dal punto di vista grafico il team non si sia speso. Livelli, nemici e oggetti a schermo sono stati completamente rivisitati, e il look generale di ciascuna zona risulta una meraviglia per gli occhi.

I livelli e le scene sono ricchi di dettagli, e il fatto di poter passare con un solo tocco sul controller dalla nuova alla vecchia grafica rende l’esperienza di gioco addirittura commovente. Rivedere in tempo reale come era allora, e come è adesso, provoca nei giocatori di vecchia data un forte senso di nostalgia. Anche il sonoro prevede una doppia traccia musicale, che verrà alternata automaticamente quando si sceglie la grafica retrò, piuttosto che quella moderna. In questo caso, la “povertà” della traccia musicale passata viene leggermente camuffata da motivetti riarrangiati, davvero piacevoli e orecchiabili. E’ per questo che la (voluta) povertà del gameplay potrebbe lasciare l’amaro in bocca ai più. Rimodernare leggermente il titolo, aggiungendo novità al gameplay e migliorando i movimenti del personaggio, la sua elasticità, avrebbe consentito ad un pubblico moderno di apprezzarlo maggiormente, e ad un pubblico di vecchia data di valorizzarlo ulteriormente. Che Alex Kidd in Miracle World DX sia rimasto lo stesso titolo del passato, senza grandi novità, lo si percepisce anche dalla longevità. Se scegliete la modalità standard preparatevi a morire di continuo, ma nel caso della modalità vite infinte, porterete a termine il titolo in due ore al massimo. La rigiocabilità non è poi elevatissima, anche se nel menù sarà possibile accedere ad una modalità accessoria dove ci troveremo ad affrontare i boss di fine livello. A doverla dire in modo crudo, il titolo Merge Games costa troppo per quel che offre.

Concludendo…

Saremo sinceri. Abbiamo difficoltà a valutare questo titolo. O almeno, sarebbe necessario assegnare una doppia valutazione al prodotto. La prima, con gli occhi di un bambino che rigioca a distanza di trent’anni Alex Kidd; la seconda, con gli occhi di chi si affaccia al gioco per la prima volta solo oggi. Ed allora, il bambino che è in noi perdonerà al prodotto Merge Games la mancanza di “crescita” rispetto al passato, perché Alex Kidd è rimasto quel che era in passato, con i suoi pregi e difetti, proponendo una copia del titolo originale, mutato solo dal punto di vista grafico e sonoro. Quanti, invece, giocheranno la mascotte SEGA per la prima volta solo nel 2021, resteranno delusi da quel che offre, dai movimenti legnosi del personaggio, dalla frustrazione di morire ad ogni passo. Consigliamo ai più di attendere un corposo calo di prezzo prima di acquistarlo; se, invece, sulla vostra ultima torta di compleanno svettavano dalle 40 candeline in sù, allora potrebbe essere il caso di fiondarsi al download.

CI PIACE
  • Graficamente magistrale
  • Tanto effetto nostaglia
  • Switch in tempo reale tra nuova e vecchia grafica
NON CI PIACE
  • Frustrante
  • Poco longevo
  • Costicchia un bel po’
Conclusioni

Abbiamo difficoltà a valutare questo titolo. O almeno, sarebbe necessario assegnare una doppia valutazione al prodotto. La prima, con gli occhi di un bambino che rigioca a distanza di trent’anni Alex Kidd; la seconda, con gli occhi di chi si affaccia al gioco per la prima volta solo oggi.

7Cyberludus.com

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Videogiocatore da sempre. Passano le ere videoludiche, cresce il numero di pixel a schermo e il dettaglio di immagine. A diminuire è il tempo da poter dedicare ai videogiochi, ma la passione no. Quella, non si esaurisce mai. Predilige il gioco su console, e tutto quello che rientra nel genere 2D. Sì, un inguaribile giocatore legato ancora al mondo delle due dimensioni. Ma si sa, le licenze poetiche sono dietro l'angolo, ed allora anche le tre dimensioni vengono ben digerite.

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