Biomutant è un titolo che, fin dal suo annuncio, ha saputo catalizzare attorno a se una certa attenzione, specialmente da parte dei fan attratti dalle potenzialità di questo nuovo mondo di gioco e dal particolare character design.
Sviluppato dal piccolo team svedese di Experiment 101, successivamente acquistato da THQ Nordic, Biomutant ha da subito messo sul piatto diversi obiettivi ambiziosi, più vicini a quelli di una produzione AAA, piuttosto che a un titolo, sulla carta, indipendente.

Dopo numerosi rinvii e gameplay mostrati online, abbiamo finalmente messo le mani sul titolo, nella sua iterazione PC, grazie ad un codice review fornitoci proprio dal publisher. L’abbiamo spolpato molto in questi giorni e ci siamo senza dubbio divertiti a sviluppare la nostra “mutazione” nell’interessante ed estesa mappa di gioco messa a disposizione dal team. Eccoci quindi, con un po’ di ritardo, pronti a fornirvi il nostro finale responso su Biomutant.

Buona lettura!

Luce contro oscurità: quale destino attenderà l’Albero della Vita?

Una piaga sta uccidendo la terra e l’Albero della Vita sanguina morte. Le tribù restano divise e il mondo è in subbuglio. Sarai il suo salvatore o lo condannerai a una fine ancora più terribile?

Con questo incipit si apre la trama di Biomutant, titolo che, fin dalle prime battute, ci verrà “raccontato” da una voce narrante esterna, che oltre da fungere a vero e proprio tutorial per muovere i primi passi nel mondo di gioco, ci farà da traduttore ufficiale nei diversi dialoghi con gli NPC. Biomutant è un titolo caratterizzato da una narrativa semplice che vede il solito grande male da estirpare e ci metterà di fronte a scelte morali da compiere, in grado addirittura di influenzare il nostro obiettivo finale. Non aspettatevi comunque una scrittura particolarmente complessa, visto che lo stile scelto dai ragazzi di Experiment 101 è volutamente semplicistico e diretto. Il mondo di Biomutant sta morendo e tramite le nostre scelte o alleanze che saremo tenuti a stringere con i diversi clan del mondo di gioco, ci trasformeranno in un eroe o nella condanna di queste lande morenti.

La trama principale ci terrà occupati per una decina di ore abbondanti anche se, come da tradizione per il genere di riferimento, potremo spaziare tra le diverse attività e missioni secondarie messe a disposizione, capaci di tenerci impegnati per quasi una trentina di ore aggiuntive, nel caso volessimo affrontare per bene tutta la mole contenutistica.

Everybody was wung fu fighting

Biomutant si presenta come un action rpg open world, capace di dare molto spazio al sistema di combattimento. Dalla primissima schermata di gioco, la voce narrante ci guiderà nella creazione del personaggio attraverso le classiche categorie quali razza/specie, classe, aspetto fisico, ecc. La creazione del personaggio in Biomutant, tuttavia, non ha il grosso peso all’interno del gioco che ci saremmo aspettati, visto che sarà comunque possibile evolvere il personaggio in maniera del tutto diversa dalle fasi iniziali anche successivamente.

Dopo aver definito le fattezze e le iniziali abilità/debolezza della nostra “pelosa” mutazione, inizieremo a muovere i primi passi nel post apocalittico mondo di gioco. Il gioco ci consentirà di guidare il nostro alter ego tramite una classica visuale in terza persona, capace di offrire una buona panoramica del campo d’azione durante gli scontri. Il combat system offre una discreta varietà di attacchi, garantita dall’uso combinato di armi da mischia – come spade, pugnali o mazze – alle armi da fuoco. Questo sistema di combattimento, che cerca in qualche modo di “scimmiottare” quello di titoli come Devil May Cry, senza però mostrare la medesima solidità, a partire da un feedback degli attacchi davvero poco “credibile”.

Il sistema di combattimento, basato in parte su uno stile marziale, garantisce tuttavia una estrema libertà in fatto di attacchi concatenabili: creare combo sempre più complesse, dinamiche e scenografiche riuscirà a regalarvi più di un sorriso, specialmente nelle prime fasi dell’avventura. Apprendendo le forme di combattimento del Wung-Fu, tramite il sistema di progressione di gioco e i diversi maestri che incontreremo durante il gioco, sarà possibile variare ancor di più la pletora di abilità del combat system.

Con Biomutant i ragazzi di Experiment 101 hanno provato ad applicare il concetto di “libertà totale” in un videogame, dando non solo diverse possibilità di progressione per il nostro peloso alter-ego ma anche sfruttare appieno i materiali e gli oggetti sparsi per il mondo di gioco, per creare l’arsenale definitivo. Il sistema di crafting di Biomutant, infatti, sfrutta appieno il loot ottenibile da nemici e chest, per creare armi uniche da taglio o da impatto o, in alternativa, per costruire revolver, fucili automatici, semiautomatici e fucili a pompa, a cui successivamente aggiungere modifiche come cavatappi, moduli a batteria per motosega e fiale contaminate per donare varietà e versatilità al nostro arsenale.
Per esplorare al meglio il mondo di gioco, potremo equipaggiare e creare automi (da usare come vere e proprie mount) o addirittura ali robotiche, per planare e muoversi con ancora più velocità sulla mappa. Non mancheranno, ovviamente, le diverse maschere antigas che ci consentiranno di oltrepassare indenni le pericolose aree contaminate della mappa.

Insomma, un mondo di possibilità che, superato il “grezzume” del combat system e l’intrinseca ripetitività delle attività – primarie e secondarie – saprà comunque divertire, per l’enorme mole contenutistica di cose da vedere e creare. Un sandbox che fungerà da vero e proprio “parco giochi” per testare combo, creazioni e armi sempre più complesse.

Unreal Engine e passa la paura

Dal punto di vista tecnico, Biomutant si appoggia all’ormai consolidato Unreal Engine 4 e, in tutta onestà, siamo rimasti sorpresi dal risultato finale raggiunto dal team. Data la natura cross-gen del titolo, abbiamo apprezzato particolarmente lo stile artistico, colorato e piuttosto particolareggiato per un titolo open world di questa entità.

Il design degli NPC e della loro “peluria” è davvero ben curato, così come lo stile grafico di ambientazioni, armi ed equipaggiamento. Il titolo su PC, tra l’altro, vanta un’ottimizzazione davvero encomiabile, consentendo al titolo di viaggiare discretamente anche su configurazioni non più all’ultimo grido.

Buono anche il sonoro, che vanta un doppiaggio in lingua italiana convincente e solido.

Concludendo…

Biomutant è un titolo ambizioso, forse anche troppo considerate le limitate risorse di Experiment 101. Non si tratta di un open world perfetto: i difetti sono tanti, a partire da un combat system forse ancora troppo grezzo e da una ripetitività generale eccessivamente marcata, ma il lavoro svolto dal team svedese è svolto con passione e si vede. Tante possibilità, in termini di contenuti, ma soprattutto uno stile unico, sia sul fronte grafico che su quello artistico. Biomutant, per gli appassionati del genere, è un titolo che andrebbe provato, almeno una volta, magari aspettando ancora qualche aggiornamento, atto a rifinire i diversi “spigoli” della produzione.

CI PIACE
  • Un sandbox ampio e divertente
  • Ottimo comparto artistico e audiovisivo, specialmente su PC
  • Vaste possibilità di crescita e personalizzazione del proprio alter ego
  • Narrativa piena zeppa di scelte morali e bivi
NON CI PIACE
  • Combat system vario ma eccessivamente grezzo
  • Ripetitivo
  • Alcuni problemi di telecamera e bug vari che “rompono” l’esperienza di gioco
Conclusioni

Un open world ambizioso che, però, deve fare i conti con diversi limiti, dettati dalle ristrette risorse del team svedese di Experiment 101. Nonostante tutto, Biomutant rimane un titolo divertente e contenutisticamente valido, da provare assolutamente.

7Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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