Chernobylite è un titolo molto particolare che ha già raggiunto una buona dose di popolarità durante i suoi quasi 2 anni in Early Access e che abbiamo tenuto d’occhio sin dalla nostra anteprima. Come si evince dal titolo, il tema portante della produzione, così come l’intera ambientazione, ha a che fare con i tragici eventi del 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e probabilmente non è una coincidenza che l’argomento sia stato commemorato nello stesso periodo dalla pregiatissima miniserie di successo che vede tra i protagonisti l’eccelso Jared Harris. In questo caso però non si tratta di una narrazione storica, ma una vera e propria avventura fantascientifica originale con poco a che vedere con la realtà delle cose. La domanda a questo punto è se questa produzione potrà essere all’altezza, in termini di qualità e successo, della controparte storica cinematografica? Scopriamolo insieme…
Come abbiamo anticipato la narrativa in Chernobylite è un’opera di finzione – a parte i riferimenti all’incidente della centrale nucleare, tutto il resto è più o meno inventato. La storia narra le vicende dello scienziato Igor, che è tornato dopo 30 anni nel luogo del disastro con una missione: riuscire ad entrare nel “sarcofago” alla ricerca della sua amata Tatyana, sparita durante gli eventi catastrofici arcinoti. Senza voler fornire alcuno spolier, possiamo limitarci a dire che durante l’avventura verranno lentamente a galla gli avvenimenti degli anni che seguirono il disastro e che separarono il nostro protagonista dalla sua amata, in una storia di amore e tradimento…
La fantascienza e gli effetti delle radiazioni sono lo sposalizio perfetto, che in questo caso si traduce nel parto di esseri terrificanti che il giocatore deve affrontare durante l’avventura. Tralasciando i vari mostri bestiali privi di senno, durante le prime fasi del gioco si farà anche la conoscenza del “Black Stalker”, un essere umano mutato dotato di poteri sovrannaturali che rappresenterà in parte la vera nemesi del personaggio principale. Questo ci porta al vero protagonista del gioco, la Chernobylite, un portentoso minerale che è stato generato dal disastro della centrale e che ha proprietà a dir poco straordinarie. Grazie ad esso il nostro protagonista, un rinomato scienziato nucleare, riesce addirittura a creare un rivoluzionario generatore di portali che consentono il trasporto istantaneo da due punti diversi – utile, come vedremo, anche per spezzare le varie fasi di gioco.
Possiamo anticipare che la storia, evidentemente, non è certo degna di un libro di Crichton. A pensarci bene molte cose traballano un po’, a partire dallo scopo stesso del protagonista che forse ha lasciato passare un po’ troppo tempo prima di partire alla ricerca della sua amata. Tuttavia, gli eventi si susseguono in maniera ragionevole e la trama, a tratti, risulta anche piacevole da seguire. I personaggi di gioco sono pochi, ma ben caratterizzati anche grazie ai numerosissimi dialoghi che contribuiscono a costruirne le varie personalità.
Gameplay
Chernobylite si gioca completamente in prima persona, mentre il tempo di gioco si divide fondamentalmente in 2 fasi distinte: da una parte c’è l’esplorazione nelle zone contaminate alla ricerca di risorse ed indizi, e dall’altra abbiamo l’immancabile base operativa, che in questo caso comprende una fase gestionale piuttosto articolata. Igor infatti, dopo il primo fallimentare tentativo di accedere alla centrale, capisce presto che non potrà affrontare l’impresa da solo e decide quindi di imbastire un piano elaborato che richiede numerosi elementi per succedere, tra cui una ricca squadra di 5 personaggi con compiti precisi: un cecchino, un esperto di esplosivi, un hacker, etc.
Insieme all’unico compagno rimasto inizialmente, Oliver, si colloca quindi in una struttura abbandonata che diventa la base delle operazioni dalla quale è possibile riposarsi, costruire arredi ed attrezzature, assegnare le missioni giornaliere, interagire con i compagni. La base è composta da un enorme magazzino dentro il quale il giocatore ha piena libertà per allestire tutti gli apparati utili a creare o potenziare gli armamenti, migliorare la qualità dell’aria, assorbire radiazioni, ma anche solo per migliorare l’estetica ed il comfort.
La gestione dell roccaforte dei nostri beniamini, infatti, si basa su cinque parametri fondamentali da bilanciare: comfort, qualità dell’aria, protezione dalle radiazioni, energia elettrica, posti letto. Costruendo arredamenti questi vengono impattati positivamente oppure negativamente e sta al giocatore mantenere un giusto equilibrio tra ognuno di essi con le risorse a disposizione. Per fare un esempio se viene costruito un macchinario per modificare le armi da fuoco, il comfort scenderà insieme alla qualità dell’aria, mentre il consumo elettrico salirà, quindi ogni scelta va opportunamente bilanciata. Chiudere una giornata con qualche valore negativo avrà ripercussioni sui membri della squadra, riducendo i loro livelli vitali e rendendoli meno efficaci per il giorno successivo. Mentre si esplora la base ogni alleato reclutato offrirà al giocatore una serie di abilità da apprendere tramite una piccola fase di allenamento, al costo di punti abilità, che vengono conquistati tramite i punti esperienza forniti completando missioni ed uccidendo avversari.
All’inizio di ogni giornata viene sempre resa disponibile una missione “storia” tramite un dialogo (inevitabile) con uno dei membri della squadra, insieme ad altre missioni di raccolta risorse sulle varie zone esplorabili e tutte possono essere liberamente assegnate ai membri della squadra. Ogni personaggio mostrerà su di esso una percentuale di riuscita per la missione selezionata – ovviamente meglio mantenere le probabilità più alte possibili. Una eventuale sconfitta della squadra causerà la riduzione di energia e/o salute mentale. Per gli NPC questi possono deteriorare durante le missioni giornaliere e, casomai dovessero scendere sotto il livello giallo, si ritroverebbero incapacitati per qualche tempo, inidonei a partecipare ad altri incarichi. La perdita totale di un parametro da parte del giocatore causa invece, inutile dirlo, la morte, evento però che dopo qualche giorno di gioco diventa un’occasione a dir poco unica, che vedremo tra poco.
Durante un livello le aree possono essere esplorate liberamente senza alcun limite di tempo, anche dopo aver portato a termine la missione principale. Una volta pronti a ritornare alla base, al giocatore è sufficiente sfoderare la pistola crea-wormhole ideata da Igor, che funziona a cristalli di Chernobylite, per teletrasportarsi direttamente in salvo.
Una trama liberamente modificabile…
La trama di Chernobylite viene dichiarata come non lineare dai suoi creatori e dobbiamo dire che, in questo senso, i nostri amici polacchi hanno messo insieme un sistema davvero interessante. Durante le missioni principali capita spesso, infatti, che il giocatore si ritrovi davanti ad una scelta dove solitamente è coinvolto uno dei compagni NPC, che offre consigli più o meno etici sul da farsi. Dobbiamo uccidere il prigioniero o lasciarlo andare? Distruggere le prove oppure conservarle per studiarle? Salvare l’ostaggio o lasciarlo al suo destino? Ebbene, queste scelte cambiano alcuni aspetti della storia, talvolta anche in maniera abbastanza profonda, ma, fin qui, niente di nuovo … dopotutto non si tratta certo del primo titolo che offre questo tipo di tessitura interattiva della trama, basti pensare al recente Cyberpunk. La novità arriva quando il giocatore, volontariamente o no, perde la vita ed interviene il magico potere del minerale verde fosforescente… Il game over infatti in Chernobylite causa il trasporto del protagonista in una dimensione dove il tempo e lo spazio si fondono – un lungo corridoio evanescente dove tramite dei cristalli si manifestano tutte le scelte prese. Interagendo con essi è possibile modificare queste scelte, per cambiare l’esito di una decisione presa e di tutte le ripercussioni che essa ha avuto – questo meccanismo ci è venuto incontro più di una volta quando magari, dopo ore di gioco, abbiamo scoperto che il personaggio lasciato morire giorni prima ci aveva precluso una parte di storia. Questa azione ha comunque un costo – ogni azione di modifica del passato costa tre cristalli di Chernobylite che non sono facili da reperire! Inoltre, se l’evento modificato ha ripercussioni su altri eventi, ognuno andrà conseguentemente modificato e la somma totale di cristalli potrebbe diventare molto alta… Tutto sommato è un’idea davvero interessante, gradevole, che rende anche meno stressante l’esperienza di gioco, ma che allo stesso tempo ne riduce la rigiocabilità.
Risorse, nemici e crafting …
Durante le esplorazioni nelle dettagliatissime e stupende mappe di Chernobylite, uno degli scopi principali è la raccolta di risorse. Queste si dividono in una manciata di categorie come Erba, Funghi, Cibo, Elementi infiammabili, Parti meccaniche, etc. oltre che i già menzionati cristalli di Chernobylite (rari) e armamentario di varia natura. Le risorse sono utilizzate per costruire sia nella base, ne abbiamo già parlato, sia durante le esplorazioni stesse, dato che è possibile creare anche nel gameplay un generoso sottoinsieme di elementi. Questi spaziano da piccoli banchi di lavoro, utili ad esempio per produrre decotti curativi, a macchinari come riduttori di radiazioni che in generale modificano il livello di pericolosità delle zone stesse. L’accesso alle risorse più pregiate nei vari livelli è spesso bloccato da porte (apribili tramite costosi chiavistelli) oppure blocchi del nefasto minerale verde che richiedono candelotti di dinamite speciali. Questo è praticamente tutto, invero non c’è una grande varietà di cose da fare e dobbiamo ammettere che, a lungo andare, l’incedere sempre nelle stesse zone raccogliendo sempre la stessa roba diventa abbastanza tedioso. Al momento di scrivere questa recensione poi dobbiamo notare che il bilanciamento di questa feature ha bisogno di una ritoccata dato che, appena passate le prime giornate, dove le risorse scarseggiano, facendo bene il proprio dovere queste saranno così eccessive che ci si potranno riempire interi armadi.
Il roster dei nemici è un po’ troppo risicato, dato che non raggiungono neanche i dieci tipi diversi, anche meno se si considera che alcuni sono praticamente identici. Inoltre si comportano molto ingenuamente e dopo poche ore di gioco non è un grosso problema sbarazzarsene. C’è poi l’occasionale incontro con altri stalker non ostili con i classici scambi di merce che, dopo le prime giornate, diventano praticamente inutili.
I ferri del mestiere
Gli avversari principali del gioco son rappresentati da un gruppo di milizia noto come NAR, che affolla la zona di quarantena per poter studiare e sfruttare le particolarità incredibili del poderoso minerale verde. La IA degli avversari è piuttosto acerba, addirittura ottusa – non ci sono mai più di 4-5 nemici alla volta e non è poi tanto difficile sbarazzarsene cecchinandoli da lontano, anche quando sono corazzati a dovere. Capita spesso di sparare ad un nemico senza silenziatore mentre il suo compagno a 15 metri di distanza non sembra udire alcun suono – sotto questo aspetto c’è davvero tanto margine per il miglioramento e siamo rimasti delusi. Gli esseri mutanti, d’altra parte, hanno sì la capacità di teletrasportarsi, che li rende leggermente più difficili da affrontare, ma una volta arrivati in vicinanza una generosa raffica di AK47 è in grado di sopraffare anche i più ostinati. Lo stesso dicasi per gli incontri con il Black Stalker, che di solito con un paio di raffiche ben mirate alla testa è facile da allontanare. L’armamentario del nostro protagonista include ben 5 tipi di armi diverse, tra cui figurano le classiche pistola, fucile, mitragliatore e le più esotiche railgun e cannone ad energia, mentre nel comparto difesa troviamo cinque tipi di armatura, tra cui due scudi di energia. Le armature andrebbero selezionate in base allo stile di gioco – quelle più pesanti rendono Igor più suscettibile agli avvistamenti, sulla carta, ma in pratica è difficile percepire una differenza tra le varie selezionate. Ogni arma, a parte il cannone, può essere modificata sui banchi di lavori appositi montando diversi mirini, calci, canne, caricatori – insomma niente di eccessivamente vario, in tutta onestà. Il problema di Chernobylite è che alcune armi sono attualmente troppo forti, come la pistola che, una volta montato il mirino da cecchino e qualche altra modifica, rappresenta l’arma definitiva per la maggior parte degli scontri. È un peccato dover constatare che il bilanciamento del combattimento sia così immaturo, perché le meccaniche di gioco sono ottimamente realizzate e gli scontri a fuoco forniscono la giusta dose di coinvolgimento.
Comparto tecnico
Iniziamo col dire che Chernobylite fa uso del potentissimo Unreal Engine 4 ed è dotato di un comparto grafico di prim’ordine, degno di molti titoli AAA. Gli scenari di gioco sono la vera chicca dato che i ragazzi di The Farm 51 hanno ricreato ambientazioni dettagliatissime grazie ad una mappatura tridimensionale di locazioni reali. Insomma, staticamente la grafica è ottima, con flora locale, dettagli ed effetti di luce sopraffini. I personaggi d’altro canto non fanno gridare al miracolo – i modelli sono davvero esigui, molti personaggi indossano una maschera antigas per tutto il tempo cosa che, purtroppo, va necessariamente considerata come un atto di pigrizia per non dover creare dei volti dedicati. Le animazioni e i movimenti degli NPC lasciano un po’ a desiderare sfoggiando speso un effetto “animatronics” mentre i personaggi svolgono azioni semplici, come per esempio sedersi, sfidando le leggi della fisica conosciuta. Per fortuna i requirement hardware non sono esosi – con una GPU di media potenza potrete giocare tranquillamente ad ULTRA in FullHD senza avvertire alcun rallentamento. Curiosamente gli unici, vistosi cali di framerate, li abbiamo notati nella base che, una volta riempita di armamentari vari, inizia per qualche motivo a mettere in crisi l’engine grafico…
Il comparto audio include una serie di effetti sonori più che decenti, molto ben realizzati anche se un po’ anonimi mentre la colonna sonora che cambia dinamicamente è quasi sempre gradevole, ma non molto ispirata. Nelle nostre quasi 20 ore di gioco necessarie a portare a termine l’avventura non abbiamo incontrato grossi bug a parte uno sporadico crash, mentre la traduzione in italiano è presente e completa, con pochissimi strafalcioni – un ottimo lavoro considerata la mole di testo da tradurre.
Concludendo…
Chernobylite è un titolo di pregio che può regalarvi senza problemi oltre 20 ore di gioco. Immancabile, per i temi trattati, il confronto con la serie Stalker, anche se i titoli hanno in realtà poco da spartire a parte la visuale in prima persona. Chernobylite è sicuramente un prodotto più articolato, c’è il crafting, una sorta di componente survival, un plot non lineare interessante…forse questa sua versatilità è anche la sua più grande debolezza: cerca di essere tante cose, ma in nessuna riesce ad eccellere. Nonostante un comparto grafico di grandissimo pregio ed una storia interessante infatti, non possiamo fare finta che sia privo di problemi, principalmente dovuti al contenuto esiguo ed un bilanciamento che probabilmente sarà affinato nei giorni successivi al rilascio. Gli scenari sono splendidi, ma sono pochi e tutti molto simili fra loro – dopo una decina di missioni si finisce per avere l’impressione girare sempre negli stessi posti, facendo sempre le stesse cose. I combattimenti infine sono godibili, ma, un po’ per la difficoltà risibile, un po’ per la mancanza di varietà, stancano velocemente.