Ottobre è appena cominciato ma noi appassionati siamo già nella più spasmodica ricerca di scuse per poter ingozzarci di film e giochi horror. Quindi, potete ben immaginare il mio entusiasmo quanto mi è stato proposto di recensire In Sound Mind, un’interessante horror psicologico in prima persona sviluppato da We Create Stuff, piccolo team al primo vero e proprio progetto ambizioso della propria carriera.

Il gioco riesce a sorprendere sin dalle sue prime fasi, permettendoci di vivere un’avventura diversa da quelle che hanno caratterizzato il panorama dell’orrore negli ultimi anni. In Sound Mind prende le distanze dai classici walking simulator basati su meccaniche stealth ma, anzi, si avventura in un sottobosco fitto e selvaggio, caratterizzato da diversi sprazzi d’originalità nel corso delle circa 12 ore necessarie per giungere ai titoli di coda.

L’avventura è costellata da tutta una serie di situazioni che aumentano il coinvolgimento ed il ritmo dell’incedere, da manichini che appaiono improvvisamente per aiutare il protagonista a sofferenti spettri che vi perseguitano mentre cercate la soluzione di puzzle ambientali, il tutto intervallato dalle molteplici telefonate casuali a cui si può rispondere liberamente. Si tratta di una delle chicche più stimolanti: in certi momenti squilla un telefono, dall’altra parte della cornetta risponde un’entità dalla voce profonda che ci tormenta e ci provoca, svelando al contempo interessanti retroscena sulla storia e la psiche del protagonista. E’ un tocco di classe che funziona dall’inizio alla fine.

La curiosità uccise il gatto…

Progredendo nella storia, In Sound Mind diventa forse meno inquietante ma non per questo meno affascinante, il tutto sembra comunque essere parte di un ordinato puzzle in cui i vari tasselli si incastrano perfettamente.

Inizialmente non è ben chiaro quanto ciò che ci circonda sia reale, la cosa certa è che ci troviamo sin dalle prime battute catapultati in un vero e proprio delirio. Il gioco presenta varie minacce, aggirabili od affrontabili in base alla situazione. Una delle prime aree, un super market abbandonato, oscuro e labirintico, è abitato da un angosciante spettro che ci insegue e che può essere allontanato solo temporaneamente mostrandogli il suo stesso riflesso.

In Sound Mind Homa Mart

So già cosa sate pensando e la risposta è sì: In Sound Mind propone comunque alcuni degli elementi presenti nel classico gioco horror indie. Andando avanti, comunque, le sorprese non mancano ed il tutto assume un’atmosfera diversa. Forse certe situazioni possono ricordare titoli come Layers of Fear o Visage ma c’è anche un pizzico di Alan Wake in ciò che avviene a schermo.

In definitiva, comunque, il gioco prende una sua strada ben definita.. Ad un certo punto ci sarà persino un simpatico gatto parlante. Insomma, o si ama o si odia.

In Sound Mind Virginia

Il punto forte di In Sound Mind è certamente la sua variegata e coinvolgente struttura ludica, anche se nelle fasi finali perde un po’ d’intensità. Interpretando uno psicologo dal passato turbolento, intrappolato in una sorta di realtà delirante ed onirica si esplora principalmente un condominio abbandonato, risolvendo gli stuzzicanti puzzle utili per proseguire nella storia.

Il focus si basa sul trovare – e vivere – quattro audiocassette contenenti le registrazioni di alcune sessioni di terapia effettuate dal protagonista. Una volta trovate ed inserite nel registratore, esse ci teletrasportano letteralmente verso quattro aree di gioco totalmente differenti l’una dall’altra.

Questi quattro luoghi godono di un setting unico e presentano un nemico ben definito – un vero e proprio boss – che perseguita il giocatore mentre si dimena nella risoluzione dei vari enigmi ambientali e mentre è alla ricerca di munizioni, cibo che ripristina HP e particolari integratori che permettono di potenziare elementi quali salute o velocità, tra le altre statistiche. Ogni zona si presenta come un’area sandbox che fornisce gioie e dolori ai giocatori, alternando squisiti puzzle ad alcuni momenti di frustrante girovagare in preda alla confusione.

Vi abbiamo già accennato al centro commerciale, prima audiocassetta da esplorare, ma preferiamo non svelarvi nulla in merito alle altre tre ambientazioni, in modo da lasciarvi il gusto della scoperta. Sappiate però che ciascuna di questa aree vi impegnerà almeno un paio d’ore abbondanti, a cui si aggiunge il tempo necessario a sviscerare ogni anfratto del condominio, distribuito su tre piani ed esplorabile in toto man mano che si progredisce, visto che certe zone saranno accessibili soltanto dopo aver trovato un determinato strumento. La dotazione del protagonista è piuttosto ampia e spazia da una torcia ricaricabile (in stile Outlast, per intenderci), un frammento di vetro che taglia ostacoli e rivela segreti, una pistola utile a combattere delle misteriose creature, una maschera antigas indispensabile per poter respirare in alcune zone “tossiche” e molto altro che non abbiamo intenzione di rivelarvi.

In Sound Mind Mirrors

Nonostante alcuni momenti più confusi in cui la progressione diventa poco nitida, In Sound Mind riesce comunque a risultare abbastanza scorrevole. I puzzle ambientali non sono particolarmente dispersivi e la possibilità di “correre”, fin troppo rara nelle odierne produzioni di genere, è cosa assai gradita. Per il resto, osservare è essenziale per progredire senza eccesivi inciampi. D’altronde, non si ha ache fare con enigmi esageratamente criptici e spesso basterà una buona dose di pensiero laterale per poter andare avanti e godere del susseguirsi degli eventi. Stiamo comunque parlando di un gioco che non tiene per mano, vi basti pensare che potreste persino perdervi per strada un oggetto utile come la pistola se non fate attenzione.

Ci colleghiamo così alle fasi di combattimento, forse le meno riuscite della produzione. Nel gioco sono presenti quelli che potremmo definire come “nemici base”, essi sono abbastanza facilmente aggirabili ma potete comunque decidere di affrontarli, avvalendovi della vostra arma da fuoco. Queste fasi di gioco mancano del pathos necessario a renderle pienamente godibili e sotto questo punto di vista non aiuta nemmeno il design e le animazioni delle oscure creature che vi si parano dinanzi, ben poco incisive. In una parola: insignificanti.

Ci sono anche, come accennato in precedenza, nemici più importanti che vi perseguitano e si affrontano seguendo determinati pattern legati al design dei livelli. Superare questi scontri non è comunque particolarmente impegnativo, salvo degli sparuti momenti. Generalmente, è più gratificante tornare ad esplorare liberamente le varie ambientazioni piuttosto che affrontare i vari nemici presenti.

Vi consigliamo di vivere In Sound Mind senza spezzettarlo troppo, l’ideale sarebbe giocarlo in una manciata di sessioni abbastanza corpose, visto che il titolo è suddiviso in sezioni ben distinte e separate l’una dall’altra.

Purtroppo l’incedere può zoppicare anche a causa di un comparto tecnico decisamente poco all’avanguardia. Sia chiaro, il tutto risulta più che giocabile ma è innegabile che non sia stato fatto un lavoro d’ottimizzazione impeccabile. Il frame rate, di tanto in tanto, incespica e c’è persino capitato di avere a che fare con un paio di glitch decisamente invalidanti. Ciò delude soprattutto perché comunque l’esperienza di gioco non si avvale di un livello grafico al passo coi tempi, tutt’altro.

Ribadiamo comunque che nonostante questi leggeri difetti tecnici, l’esperienza offerta da In Sound Mind è più che godibile.

Concludendo…

In Sound Mind offre un’esperienza horror soddisfacente, più inquietante nelle fasi iniziali ma comunque affascinante per tutta la sua durata. Una tetra atmosfera che fa da sfondo ad una storia che mixa sapientemente orrore psicologico e thriller carico di mistero. Alcuni momenti meno riusciti e leggermente frustranti inficiano soltanto in parte la godibilità di questa avventura che gli appassionati di indie horror non dovrebbero lasciarsi sfuggire. E’ evidente la passione riposta da We create Stuff nella creazione di questo progetto e non vediamo l’ora di scoprire il loro prossimo titolo!

CI PIACE
  • Trama coinvolgente
  • Messa in scena apprezzabile
  • Enigmi stimolanti
NON CI PIACE
  • Fasi action poco rifinite
  • Alcune sezioni di gioco frustranti
  • Graficamente poco incisivo
Conclusioni

In Sound Mind non è un horror memorabile ma riesce certamente a farsi apprezzare dagli amanti del genere grazie ad un comparto narrativo coinvolgente innestato in una struttura di gioco avvincente.

7.3Cyberludus.com

Articolo precedentePS5 stock: Come e dove acquistare una ps5 a Ottobre 2021
Prossimo articoloXbox festeggia il suo 20° anniversario con due nuovi hardware a tema
Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!