Ci siamo presi un po’ di tempo per fornirvi un responso finale su Battlefield 2042. Un po’ perché, per un titolo online-only come questo, è indispensabile maturare un quantitativo sufficiente di ore di gioco, per metabolizzare a dovere con le meccaniche di gameplay e le modalità proposte, e anche perché, il titolo in questione, secondo noi va valutato anche nell’immediato post lancio, momento “critico” per ogni sparatutto online che si rispetti, visto che è il periodo in qui la maggioranza di player iniziano a “stressare” il gioco, mettendo a dura prova la stabilità dei server.

Ebbene, dopo circa un paio di settimane dall’esordio ufficiale, siamo quindi pronti a fornirvi le nostre personalissime considerazioni su Battlefield 2042, recensito nella sua controparte PC grazie ad un codice review fornitoci dal publisher.

Il gioco è meritevole dell’enorme ondata di review bombing (negativo) che si sta riversando in questi giorni?

Spoiler: secondo noi no. E vi spieghiamo perché…

Addio campagna: la scelta più saggia?

Battlefield 2042 inizia nel peggiore dei modi: senza una campagna a giocatore singolo. Per tutti i giocatori amanti dei contenuti “offline”, DICE purtroppo ha intrapreso la strada di sola andata per il competitivo, lasciando milioni di giocatori, di fatto, delusi e a bocca asciutta. La volontà di concentrare tutti i propri sforzi sull’offerta ludica multiplayer è evidente, ma l’attuale offerta contenutistica proposta da DICE sarà tale da giustificare l’assenza di una game mode tanto amata?

A nostro modo di vedere, no. Ad un primo avvio, infatti, Battlefield 2042 si presenta al giocatore con un menu piuttosto scarno, mostrando fin dall’inizio la problematica gestione dell’interfaccia di gioco, che si ripresenterà anche in seguito.

La prima macro-categoria di modalità è composta dalle All-Out Warfare, in cui si annidano le due game modes principali di questo Battlefield 2042: Conquista e Sfondamento.
Entrambe le modalità supportano, su PC e next gen, fino a 128 giocatori – un vero e proprio numero “folle” che, come vedremo anche più avanti, provocherà dei veri e propri scontri caotici. La modalità Conquista, suddivisa in mappe su larga scala (che, per certi versi, sembrano più assimilabili a quelle viste nei diversi battle royale sul mercato, piuttosto che su titoli come questo), è sicuramente la più conosciuta, tra i fan della serie, ed è sostanzialmente uno scontro – dalla durata, solitamente, di oltre venti minuti – nella quale due grandi team si sfidano per la supremazia territoriale. L’obiettivo in Conquista è, sostanzialmente, conquistare e, conseguentemente, difendere più settori possibili sulla mappa: più territori il nostro schieramente riuscirà a conquistare e difendere, più rapidamente il nemico esaurirà i rinforzi. Anche se ad una prima occhiata, la modalità Conquista può sembrare un enorme caos, provocato principalmente dalla presenza elevata di giocatori su mappa, una volta familiarizzato a dovere con il gameplay del titolo DICE, ci si accorgerà ben presto che una componente “strategica” è altresì richiesta per non far sprofondare le sorti del nostro team nell’oblio. In Conquista, infatti, la situazione è in mutamento costante: ogni zona – così chiamata sulla mappa, perché unisce vari punti di conquista tra loro formandone uno più grande – è una guerra a se e richiede sempre costante collaborazione di ogni membro del team; se una zona è persa, inutile perseguire l’attacco di un determinato obiettivo in solitaria (visto che significherà andare verso morte certa), ma piuttosto tornare in compagnia di altri giocatori – meglio se a bordo di veicoli (sì, in Battlefield 2042 ci saranno tanti veicoli tra cui scegliere, suddivisi tra semplici mezzi di trasporto, a carri, elicotteri da trasporto o caccia da guerra) – e ritentare l’assalto.

Seconda game mode degli All-Out Warfare, Sfondamento vede due squadre – assalto e difesa – sfidarsi in una vera e propria “corsa” alla conquista dei settori: com’è lecito aspettarsi, una squadra, ovvero assalto, procederà all’invasione dei vari obiettivi e il compito della dei difensori sarà quello, appunto, di difendere gli stessi, rallentando in qualche modo l’avanzare inesorabile del team offensivo. Sfondamento è di per sé una variante di Conquista molto divertente, anche se riesce ad essere – a tratti – ancor più caotica della prima, visto che in questo caso i giocatori si addensano con più veemenza.

Modalità che, ad oggi, non è ancora in grado di elevarsi rispetto alle altre è sicuramente Hazard Zone, tanto potenziale ma tristemente inespresso. Le Hazard Zone sono, sostanzialmente, delle modalità cooperative, che ricordano lontanamente le operazioni di recupero di titoli dedicati come Escape from Tharkov: i giocatori, divisi in sotto team, si muoveranno in mappe enormi – riadattate dalle altre modalità – con lo scopo di recuperare schede dati da satelliti sparsi sulla mappa, per poi raggiungere i punti di recupero e tornare, si spera, incolumi al campo base. Tutto molto semplice, penserete voi, peccato che a metterci i bastoni tra le ruote vi saranno le squadre avversarie – intenzionate come noi a recuperare i dati – oltre che diversi bot nemici, che “infesteranno” le zone di recupero in maniera piuttosto “molesta”. La modalità, come dicevamo, ha tanto potenziale, ma ad oggi sembra decisamente confusionaria e mancante in termini di varietà. Speriamo che DICE non molli l’osso e punti ad ottimizzarla nei successivi aggiornamenti.

Per un diverso approccio agli scontri, Battlefield 2042 propone una vasta gamma di classi – ovvero specialisti – tra cui scegliere. Ogni specialista, nel titolo DICE, è pensato per un determinato stile di gioco, rappresentato a sua volta da un caratteristico equipment. Oltre ad un sistema di progressione, disponibile per ogni arma (grazie al quale potremo sbloccare nuovi add on con cui personalizzare le nostra bocca da fuoco, anche grazie ad un menu in game, in pieno stile Crysis), ogni specialista è organizzato a sua volta in classi, che si rifanno un po’ a quelle già viste nei precedenti episodi: assalto, genieri, supporto e ricognitori. Gli specialisti, inoltre, presentano tratti e specialità uniche che, di fatto, li differenziano sensibilmente uno dall’altro.

Battlefield 2042, lato gameplay, funziona più che bene. Nel nostro layout, composto da mouse e tastiera, il titolo DICE ha mostrato un ritorno al passato davvero ben apprezzato, lontano dagli scontri meno caotici delle due precedenti iterazioni – Battlefield V e Battlefield 1 – riportando su schermo gli scontri su vasta scala che tanto avevamo amato diversi capitoli fa. Il feeling delle armi è ottimo, così come il sistema di controllo, adattabile allo stile del giocatore, così come la varietà dettata dalle diverse classi/operatori, che permettono approcci diversi agli scontri. Quello che, ad oggi, fatica a funzionare è la pulizia generale del titolo che pare, senza girarci troppo incontro, un titolo in fase beta: parliamoci chiaro, Battlefield 2042 diverte e tanto, peccato che i diversi problemi di connettività (dettati da un netcode non ancora “pulito” e soggetto a numerosi fenomeni di lag) e bug assurdi che, più o meno, affliggono ogni partita giocata. A queste problematiche, si aggiunge una gestione dei menù da brividi, priva di immediatezza o di una qualche sorta di tutorial atto a spiegare la gestione di inventari, layout od operatori: armatevi quindi di tanta pazienza e tempo libero.
Le mappe rimangono una grande incognita in questo Battlefield 2042. Da un lato, abbiamo apprezzato il design e la varietà delle stesse (con tanto di agenti atmosferici che, casualmente, ci verranno a disturbare durante gli scontri – comprese tempeste di sabbia e tornadi), da un altro punto di vista, le abbiamo trovato a tratti eccessivamente dispersive, quasi inutilmente vaste, considerato che in alcuni frangenti saremo quasi “costretti” a dover percorrere grosse porzioni di territorio a piedi. Buona invece la distruttibilità di elementi dello scenario anche se non variegata quanto ci saremmo aspettati, visto che, a conti fatti, le porzioni distruttibili non sono poi tantissime.

Tecnicamente il gioco mostra tutti i passi avanti effettuati da DICE con l’ottimizzazione del Frostbite Engine. Abbiamo testato il gioco, in versione PC, su due configurazioni RTX differenti: una di fascia entry-level, con un portatile armato di RTX 3060 e processore Ryzen 7 5800H, e uno di fascia alta, con scheda RTX 3080ti e processore i7-11700K. In entrambi i casi, il gioco si è comportato ottimamente: sul portatile, con DLSS attivo e risoluzione fullHD target, il titolo DICE mantiene un frame rate stabile sui 60 fps. Sulla configurazione di fascia alta, giocato su monitor ultrawide (risoluzione 3440×1440) il gioco è una vera e propria bomba, sia per quanto concerne i dettagli sia per l’implementazione del ray tracing per l’illuminazione, mantenendo un frame rate variabile intorno agli 80 fps.

Uno sguardo al passato: la modalità Portal

La modalità Portal è indubbiamente la più originale e promettente tra quelle proposte in Battlefield 2042. Portal è, in soldoni, una finestra sul passato della serie Battlefield, pregna di modalità, mappe e creazioni dei vari utenti, estrapolate direttamente da alcuni dei capitoli più apprezzati – tra cui Battlefield Bad Company 2, Battlefield 3 e Battlefield 1942 – riprodotte con le ultime tecnologie dettate dal Frostbite Engine.

Tramite il sito web ufficiale, accessibile gratuitamente con un qualsiasi account EA, potremo selezionare “Crea qualcosa di nuovo” nel caso volessimo creare un’esperienza da zero e, successivamente, selezionare modalità di gioco, mappe (fino a venti, ad oggi disponibili), assegnare quindi un nome all’esperienza, con tanto di descrizione, e condividerla con la community.

Nel caso non volessimo cimentarci nella creazione di altre “esperienze”, tramite il menu di gioco di Battlefield 2042, sarà possibile saltare direttamente in quelle messe in evidenza e testare con mano le potenzialità di questa game mode. Sebbene manchino ancora diversi elementi con cui personalizzare le esperienze di Portal, allo stato attuale la modalità presenta un buon punto di partenza per i giocatori nostalgici, intenzionati a ricreare alcune storici scontri dei precedenti capitoli di Battlefield, magari condividendoli con amici o con la community direttamente.

Concludendo…

Battlefield 2042 è un titolo difficile da valutare. Da una parte, il titolo DICE ci ha divertiti parecchio, riportando indietro le lancette dell’orologio, sia a livello di meccaniche di gameplay sia “materialmente”, grazie alle potenzialità della modalità Portal. Il titolo, ad oggi, è purtroppo afflitto da una marea di problemi tecnici, più o meno gravi, che dimostrano un’eccessiva frettolosità nel rilascio sul mercato che, a nostro parere, avrebbe meritato qualche mese in più di gestazione.

Un titolo dal vasto potenziale ancora parzialmente inespresso che ci sentiamo di consigliare a cuor leggero solamente ai fan più sfegatati della saga, che troveranno in Battlefield 2042 un titolo dal vasto tasso di caos e divertimento su cui stare incollati per diverse ore.

Configurazione di prova:
Monitor: AOC CU34G2X/BK
Scheda video: GeForce RTX 3080 Ti
Processore: Intel Core i7-11700K
RAM: 16 GB DDR4

CI PIACE
  • La modalità Portal è un bel tuffo nel passato, oltre che un buon punto di partenza per il supporto a lungo termine del titolo
  • Gunplay e gameplay immediati e divertenti
  • Hazard Zone è una modalità con del potenziale
  • La presenza degli specialisti aggiunge una buona componente strategica agli scontri
NON CI PIACE
  • Gioco pesantemente afflitto da bug e problemi tecnici
  • Netcode non ancora ottimale
  • A volte, eccessivamente caotico
  • Nonostante siano esteticamente ispirate, alcune mappe sono “inutilmente” vaste
  • La mancanza di una campagna a giocatore singolo si fa sentire
  • Menu limitati e privi di utili informazioni
Conclusioni

Battlefield 2042 è un titolo divertente ma, ad oggi, pesantemente afflitto da problematiche tecniche che minano, sensibilmente, l’esperienza di gioco finale. Il gioco ha quel sentore di prodotto incompiuto, tipico dei titoli in beta, anche se il gioco si è presentato sul mercato nella sua forma finale. Un titolo che meriterebbe ancora diversi mesi di “rifinitura” e che ci sentiamo di consigliare ai soli fan sfegatati della saga.

7.5Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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