Dire Crysis, è dire sparatutto: il titolo Crytek, per il suo indubbio valore tecnico e artistico, ma anche per le sue caratteristiche fondanti per quanto concerne le meccaniche ludiche, è stato a lungo un punto di riferimento del settore. Tra il serio ed il faceto (si sono sprecati i meme divertenti sulla “pesantezza” del primo capitolo della saga), il gioco è considerato da molti una pietra miliare della storia videoludica, quasi uno spartiacque ed uno dei primissimi esempi compiuti di sparatutto a mondo aperto moderno, ovvero vicino a quella costante ricerca di ibridazione di genere per fornire, sempre più, contenuti versatili ai giocatori. Ma Crysis è innanzitutto una saga, composta da tre capitoli principali e che, per ragioni di tempo, probabilmente una buona fetta della più giovane “legione” di videogiocatori, non ha potuto integralmente saggiare. Se il primo capitolo si rivelò poi seminale, sia contenutisticamente che tecnicamente, gli altri due non godettero dello stesso successo e, fors’anche per ragioni correlate ad un progressivo assottigliamento delle vendite, la saga si inabissò (l’ultimo capitolo, infatti, è uscito nel 2013). Ed ecco che, prontamente, Crytek ha rilasciato una antologia comprendente i tre main chapter della serie, riveduti e corretti per esser appetibili alle nuove generazioni. Dunque: rivoluzione oppure un semplice “stiracchiamento”?

Ecco a voi la review della Crysis Trilogy Remastered per Playstation 5!

Tra guerre apocalittiche, alieni e ultra-tecnologia

Crysis Trilogy Remastered è la raccolta dei tre capitoli principali della saga sviluppata da Crytek: ognuno d’essi, con le dovute riserve correlate specificatamente alle varie aggiunte che hanno caratterizzato via via il trio di episodi della saga, può esser inquadrato come uno sparatutto in prima persona con solide sfaccettature di stampo ruolistico. La vera novità del pacchetto sono ovviamente i capitoli due e tre della saga, poiché il primo era già stato pubblicato l’anno scorso in versione “riveduta e corretta”. Per chi ignorasse il tema della saga, al centro delle peripezie del nostro alter-ego, sempre diverso per ogni capitolo ma dotato di una iper tecnologica tuta in grado di indurirsi come roccia o divenire completamente invisibile, v’è una invasione aliena che, prima tacitamente e poi con attacchi in larga scala, ha devastato l’umanità. Se il primo capitolo della saga è ambientato su di un’isola tropicale dell’arcipelago delle Lingshan e vedrà, dapprima, uno scontro diretto tra l’esercito nord-americano e quello nord-coreano, poi la “rivelazione” dell’esistenza di una belligerante razza aliena, nel secondo e terzo capitolo la “frittata” è già fatta, e il giocatore si troverà suo malgrado a fronteggiare un’invasione aliena in larga scala in un ambiente urbano. In generale, l’esperienza narrativa proposta dalla saga sarà un po’ ondivaga e a tratti spiazzante (in bene e in male) ma, comunque sia, solida, fornendo una buona dose di intrattenimento e un motore sufficientemente potente da tenerci “in riga” per tutto il tempo, tra un alieno sforacchiato e l’altro.

Lato gameplay, invece, nulla da obiettare: i tre Crysis (specialmente il primo), saranno ben realizzati e dinamici, puntando moltissimo non solo sull’ibridazione di genere (più accentuata nei capitoli recenti che si muovono vistosamente verso una reinterpretazione ruolistica del gameplay), ma anche sulla capacità piuttosto marcata di accostarsi ai videogame dedicati ai super-eroi, grazie agli strabilianti poteri che deriveranno dalla nanotuta. Un gameplay che, nonostante dimostri un po’ l’età che porta con sé, in generale sarà ancora fascinoso e sicuramente “digeribile” anche dai videogiocatori più recenti, anche grazie alla ottimamente equilibrata possibilità di optare per uno stile di gioco più stealth o in pieno stile Rambo. È bene sottolineare, nel caso ci fosse ancora bisogno, che la trilogia presentata da Crytek, non è un completo remake ma una “profonda” rimasterizzazione tecnica dei giochi: riassumendo, pregi e difetti videoludici (tra cui, appunto, un gameplay concettualmente “vetusto) sono rimasti sostanzialmente tali, con buona pace dei fan di vecchia data che magari, sotto sotto, si attendevano una espansione dei contenuti. Fan di vecchia data che, in linea di massima, ricorderanno la “parabola altalenante” della trilogia.

Saga partita col botto con il primo capitolo, sprofondata parzialmente (a causa di alcune scelte dissonanti a livello di gameplay, come l’abbandono del mondo aperto) con il secondo e rialzatasi, almeno in parte, con il terzo episodio della saga che andò, sostanzialmente, a far “evolvere” la formula del precedente chapter verso lidi prossimi al primo (ma sempre distanti). Un ingarbugliato incedere concettuale, anche a livello più squisitamente narrativo, ma che, nonostante gli alti e bassi, ha comunque confezionato una collana videoludica trianellica solida e da giocare, che Crytek, appunto, ha ripensato tecnicamente per i videogiocatori moderni. Certo è che, naturalmente, nell’ottica di un videogiocatore un remake è sicuramente la scelta vincente rispetto ad una “semplice” rimasterizzazione perché, almeno teoricamente, comporta anche l’aggiunta di nuovi contenuti. Ma, in questo frangente, avere una storica saga shooter “rimaneggiata” per essere al passo coi tempi, sicuramente farà la felicità dei tanti novelli “archeologi” che, per ragioni di tempo anagrafico, non hanno potuto saggiarne il sapore all’epoca. In ultima istanza, è bene sottolineare che la Trilogia raccogliere unicamente l’esperienza in singolo dei singoli episodi, quindi nessuna modalità multigiocatore è al momento accessibile.

Un ritorno (tecnicamente) sfavillante

Tecnicamente parlando, il lavoro svolto da Crytek è notevole, specialmente per quanto concerne il primo Crysis, ovvero il capitolo teoricamente più bisognoso di attenzioni. Sulla Playstation 5, il gioco si presenta con tre modalità distinte, ovvero “Quality”, “Ray Tracing” e “Performance”: ognuna d’essere offrirà una fluidità piuttosto solida e ancora ai 60 frame (seppur, in questo senso, la miglior prova la darà la terza modalità di visualizzazione). Ciò che muterà, ovviamente, sarà la risoluzione: nella modalità Quality, il gioco girerà a 1800p e 60 frame (ma con sporadici rallentamenti) mentre in quella Ray Tracing, la risoluzione scenderà a 1440p sempre a 60 fotogrammi (piuttosto stabili). La modalità Performance, invece, offrirà invece “solo” un full HD saldamente ancora a 60 frame ed è, probabilmente, la migliore esperienza con cui affrontare il gioco, data la relativa differenza in termini qualitativi con le altre due modalità. Se, in generale, l’esperienza visiva è sicuramente il prodotto di un lavoro di pregio, allargando l’orizzonte tecnico qualche neo viene a galla, a partire da un input lag con il DualSense non particolarmente preciso (ma è una questione nota e su cui Crytek è a lavoro). Dato il suo esser maggiormente recenti, Crysis 2 e Crysis 3 hanno subito il minor “impatto” tecnico, seppur anche in questo caso v’è stato un visibile intervento. A partire dalla palette cromatica, meno accesa e vagamente fumettistica ma più tesa ad una colorazione calda ma realistica (e in linea con il realismo “sospeso” del primo capitolo).

Detto ciò, è possibile comunque notare un deciso intervento per quanto concerne il livello del dettaglio (specialmente in Crysis 2), sia per quanto riguarda l’ambiente che i modelli poligonali (specialmente quelli dei protagonisti), anch’essi rimaneggiati in chiave realistica. È da sottolineare che questi due capitoli sono al momento manchevoli di una qualsivoglia modalità Ray Tracing, così come, al contrario, accade per il primo capitolo: una mancanza vistosa, seppur non particolarmente pesante nella complessiva economia della raccolta. Sono infine da enumerare, occasionali casi di tearing o di “penetrazione” delle “pareti” di gioco, oltre che una hit box non sempre precisissima: tutto sommati, asperità facilmente smussabili e che non rovinano l’esperienza di gioco che si può definire ottima in tutti e tre gli episodi (con l’ultimo che è sicuramente quello che risulta più stabile). È bene infine sottolineare che la raccolta è sostanzialmente una traslazione su nuova generazione di un prodotto comunque “pensato” per la vecchia generazione e, quindi, con nessun intervento specifico atto a sfruttare appieno le potenzialità delle nuove console sulle quali girerà in retrocompatibilità. Una mancanza sentita? In realtà, solo marginalmente, visto che, come già detto, il risultato finale consente di godere appieno di giochi, comunque sia, ben oltre il “minimo sindacale” tecnico odierno. Ma, comunque, la speranza che vengano introdotte altre migliorie tecniche (o contenutistiche, perché no), sicuramente resta accesa.

Concludendo…

Non un remake, ma una ottima rimasterizzazione: Crysis Remastered Trilogy è una pregevole “rispolverata” tecnica dei tre capitoli di una delle saghe più chiacchierate e seminali della storia videoludica. Un intervento tecnico deciso, specialmente per quanto concerne il primo capitolo, che consentirà alle nuove leve di saggiare il sapore di uno sparatutto in prima persona appartenente ad un’era videoludica precedente (seppur non così retrò). Un buon pacchetto di contenuti ad un prezzo tutto sommato coerente.

CI PIACE
  • Una delle saghe sparatutto migliori di sempre
  • Un ottimo lavoro di “ripensamento” tecnico…
NON CI PIACE
  • …ma non è un remake, ergo pregi e difetti “storici” sono rimasti tali
  • Qualche imperfezione meccanica
Conclusioni

Da videogiocatore ci si aspetta sempre una reinterpretazione dei vecchi titoli più vicina al concetto di rivoluzione che a quella di riesumazione: Crysis Remastered Trilogy non è una rivoluzione della saga, né tanto meno va ad ampliare il pacchetto dei contenuti. Ciò che fa, comunque sia, è riportare sugli scaffali virtuale, in una versione ottimamente tirata a lucido, una delle saghe più iconiche della storia videoludica. Un buon prodotto che non è “stravolgente”, ma che permetterà alle nuove generazioni di apprezzare uno shooter vecchio (ma non troppo) stampo.

7.9Cyberludus.com

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