Sono passati ormai quattro anni dalla prematura scomparsa di Tim Bergling, noto principalmente come Avicii, il celebre compositore e disc jockey svedese che durante la sua breve, ma intensa, carriera ha sfornato alcuni iconici brani tuttora globalmente riconosciuti. Il lascito di Avicii al mondo della musica è impressionante, tanto da toccare anche il settore dell’intrattenimento videoludico.

AVICII Invector: Encore Edition è solo l’ultimo nome ad accodarsi alla lista di produzioni, dopo svariate iterazioni mobile tutt’oggi scaricabili nei vari store digitali iOS e Android. L’oggetto della nostra odierna disamina, disponibile già da un paio di anni su PC e console, è da poco sbarcato sul sempre più ricco catalogo di Meta Quest 2, il visore VR “standalone” di proprietà del papà di Facebook.

Noi, grazie ad un codice review fornitoci dal publisher, abbiamo indossato con piacere il caschetto e abbiamo affrontato l’intera avventura – a ritmo di musica – offerta dai ragazzi di Hello There Games.

Come si sarà collocato sul mercato odierno un titolo del genere? Siamo di fronte ad una valida alternativa al celebre – e osannato – Beat Saber?

Scopriamolo insieme nella nostra recensione…

Fade into Darkness

Se c’è una categoria di giochi su cui la VR sta funzionando davvero bene è quella dei rhythm game. In un mercato in cui titoli come Beat Saber continuano a dominare, grazie ad una community attivissima e una fornitura costante di contenuti tramite DLC, molte altre produzioni sono venute “a galla”, da titoli come Synth Riders e Pistol Whip, che hanno dimostrato come riusciti mix di immagini e audio, riescano nell’intento di creare esperienze audiovisive uniche.

AVICII Invector: Encore Edition, oggetto della nostra odierna disamina, ha da qualche tempo fatto un importante salto verso il il mondo della VR, riportando in un contesto ancora più coinvolgente (e straniante) quanto di buono fatto nelle versioni “bidimensionali”, uscite già da diverso tempo sul mercato. Sebbene, fondamentalmente, si tratti dello stesso identico gioco già visto su piattaforme non-VR, possiamo comunque affermare che l’esperienza finale provata sotto il caschetto è in assoluto la migliore per godersi appieno il titolo Hello There Games.

Curiosa la scelta degli sviluppatori di inserire una sorta di narrativa in AVICII Invector: Encore Edition: nel gioco assumeremo i panni di un esploratore spaziale, che dovrà guidare la propria navicella (in puro stile Wipeout) attraverso le tracce musicali “spaziali”. Non aspettatevi una storia profonda e ricca di riflessioni sulla vita, il tutto verrà infatti narrato attraverso sezioni di intermezzo in stile fumetto, nella quale verranno mostrati i nostri progressi tra una missione ed un’altra.

Dicevamo, il gioco è fondamentalmente un rhythm game che miscela elementi tipici di questo sottogenere arcade ad una struttura “racing futuristica” che, per molti aspetti ci ha ricordato la saga di Wipeout. Passeremo attraverso questi circuiti, contornati da luci ed effetti particellari indubbiamente spettacolari, a ritmo delle più celebri track di Avicii (in totale ve ne sono trentacinque – una decina in più rispetto all’edizione base per questa “Encore Edition“), nel quale saremo tenuti a muovere la navicella e premere, quando richiesto, i tasti che ci verranno mostrati a schermo. Il percorso varia considerevolmente durante lo svolgimento del brano e richiederà al giocatore di “ruotare” tra le diverse dimensioni del percorso, creando anche divertenti effetti ottici.

Ai livelli di difficoltà più elevati, il gioco metterà seriamente a dura prova i nostri riflessi: pensate alla modalità Expert+ in Beat Saber dove, per avere successo, ci sarà richiesto di esercitarci a lungo, memorizzare i brani e il “contesto” visivo.

Uno tra i grossi contro di questa produzione è, appunto, il comparto contenutistico del titolo. Nonostante il lancio avvenuto da diverso tempo, il gioco non offre brani o modalità aggiuntive rispetto a quanto visto in precedenza. Venticinque brani sono sufficienti, ma non abbastanza da garantire una buona longevità – certo, il riprovare i brani a difficoltà più alta potrebbe mettere a dura prova le abilità di molti, ma la mancanza di “varianti” in termini di game modes disponibili non aiuta di certo.

Sul fronte tecnico, il gioco punta tutte le sue carte sull’effettistica, senza “appesantire” il motore, visto che stiamo comunque parlando di un titolo standalone, che si appoggia unicamente all’hardware del Quest 2. Nonostante non si tratti di nulla di rivoluzionario, AVICII Invector: Encore Edition fa il suo sporco lavoro, proponendo un’esperienza di gioco ricca di effetti particellari di pregevole fattura ed un frame rate solido ed elevato.

Concludendo…

AVICII Invector: Encore Edition è un solido e divertente rhythm game che si presenta sul catalogo, sempre più ricco di proposte, del Meta Quest 2. Il gioco, pur non rivoluzionando gli standard del genere di riferimento, offre una discreta rigiocabilità in termini di combinazioni brani/difficoltà anche se, a diverso tempo dalla prima versione del titolo, ci saremmo aspettati qualcosa di più sul fronte contenutistico.

Buona la componente tecnica, invece, che punta ad effetti e musiche ben coesi con lo stile di gioco.

CI PIACE
  • Un prodotto fresco e divertente che farà la gioia di appassionati di rhythm game
  • Comparto audiovisivo ottimo, fluido e privo di cali di frame nella versione Quest 2
  • La modalità storia è un plus gradito
NON CI PIACE
  • Contenutisticamente un po’ povero
  • Contesto VR non sfruttato appieno
  • Chi si aspettava una interattività più preponderante (alla Beat Saber) rimarrà deluso
Conclusioni

AVICII Invector: Encore Edition è un buon tributo alla memoria di Tim Bergling e ai suoi brani più iconici. Il titolo si configura come un buon rhythm game dal gameplay solido ed estremamente punitivo, ai livelli di difficoltà più elevati, caratterizzato da un comparto audiovisivo che punta forte sull’effettistica particellare.

7Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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