Come sempre più spesso accade, Steam è divenuto un autentico faro di produzioni indipendenti. Una marea (letteralmente!), spesso nulla più che una tech demo, meno spesso (purtroppo!) autentici gioielli che, nella loro imperfezione “genetica”, riescono ad impacchettare e ad offrire all’utenza un’esperienza di gioco piuttosto avvincente e specifica. Ed è pressapoco in quest’ultimo gruppo che sentiamo di “piazzare” 1428: Shadow over Silesia, titolo videoludico uscito nei giorni scorsi su Steam ed autoprodotto dal piccolo studio ceco KUBI Games. Un titolo che, vi anticipiamo da subito, è sotto tanti aspetti davvero sorprendente ed ambizioso, in altri un po’ “ingenuo” e figlio dei limiti intrinseci delle produzioni indipendenti.
Ma bando alle ciance, ecco a voi la recensione del titolo!
Tra peste, fervore religioso ed apocalissi
1428: Shadow over Silesia è un gioco d’azione con visuale isometrica, che mescola in sé diversi elementi presi dalla tradizione ruolistica e di quella derivante dai giochi d’avventura e punta e clicca. Un pout pourri intrigante, sulla carta, reso ancor più affascinante da uno straordinario lavoro di inquadramento storico compiuto dagli sviluppatori. Il titolo, nonostante abbia una linea narrativa immaginaria e che ben presto, nel gioco, virerà verso lidi occulti e più fantasy, ha come premessa l’Europa del tardo Medioevo, travagliata dall’aspro conflitto tra Inghilterra e Francia, devastata dalla peste e ulteriormente segmentata dal sorgere di movimenti religiosi violenti in contrapposizione ad una evidente decadenza morale e umana delle istituzioni reali e religiose. Un totale ed apocalittico subbuglio in cui noi, inermi, impersoneremo due protagonisti al centro di queste vicissitudini, seppur facenti parte di due barricate opposte: il primo di cui imbracceremo le vesti è Hynek, un prode guerriero ed elemento di spicco dell’esercito ribelle Ussita. Mentre, dopo poco, saremo chiamati ad indossare la pesante armatura di Lothar, un cavaliere consacrato all’ordine degli Ospitalieri e difensore dell’antico “ordo mundi”.
Lo splendido lavoro di setting storico fluisce anche nella complessiva atmosfera del gioco che, nonostante come detto si “svincoli” piuttosto velocemente dalle sue fondamenta reali per trascendere la realtà grazie ad una solida narrativa fantasy, risulterà piena e avvincente. Naturalmente, anche le vicende narrate dalle geste dei due eroi di 1428: Shadow over Silesia, saranno interessanti, con diversi colpi di scena ed un continuum narrativo mai eccessivamente scontato e sempre intrigante. Un capolino continuo tra realtà e (oscura) finzione che ben presto coinvolgerà persino entità sovrannaturali, ammantando il preciso setting storico di un gustoso twist fantasy ben implementato. Ma il titolo di KUBI Games è pur sempre un gioco: come esso si comporta ludicamente parlando? Diciamo, in sostanza, bene ma non benissimo. Sostanzialmente, 1428: Shadow over Silesia alternerà fase di esplorazione e risoluzione di enigmi in pieno stile adventure game, a fasi d’azione vera e proprio a loro volta suddivise in segmenti di puro combattimento alternate ad altri in cui bisognerà agire furtivamente. Ebbene, la mescolanza fuziona? Come detto, “bene ma non benissimo”.
L’arte dell’ascia, l’arte della ragione, l’arte dell’ombra
Partiamo subito dicendo che 1428: Shadow over Silesia “vincerà” principalmente come gioco d’avventura: esplorare gli ambienti e seguire le vicende narrativa sarà un’esperienza sicuramente piena e divertente, condita dalla regolare presenza di enigmi ambientali e puzzle, anche molto ostici, che saremo chiamati a risolvere. Dallo scovare un particolare personaggio, sino al riavviare meccanismi cercando determinati oggetti o comprendere gli “scritti” di antiche catacombe: l’aria che si respira, con le dovutissime riserve, potrebbe condurre col pensiero a titoli come Broken Sword, dove tutto, orientativamente, doveva esser ragionato ed appreso. Questa anima del titolo, sostanzialmente, sarà ben realizzata e immersiva ma… lo stesso non si può dire per la fase più squisitamente action. Partiamo dicendo che 1428: Shadow over Silesia supporta anche l’utilizzo del gamepad che, comunque sia, sarà una buona opzione di controllo poiché, nella sua semplicità, il combattimento sarà piuttosto ostico.
Morire nel titolo KUBI Games sarà piuttosto semplice e, con pochi fendenti, il nostro personaggio potrà andare al tappeto facilmente anche contro un singolo avversario. In generale, il fighting system sarà piuttosto basico: con un tasto ci pareremo (nel caso si indossi uno scudo) e con un altro tireremo fendenti con l’arma prescelta. Zero abilità, zero schivate, zero salti o quant’altro: spada e scudo, crudo e duro. In generale, nonostante la visuale in stile Diablo, 1428: Shadow over Silesia si comporterà meccanicamente come uno sparatutto a doppio stick: usando un gamepad, ad esempio, con la levetta sinistra controlleremo i movimenti del personaggio, mentre con la destra la direzione in cui mirerà. Combattere sarà una questione di posizione sempre e comunque, il che rende il titolo piuttosto realistico nel suo visibile animo arcade. Ecco perché, farsi circondare da nemici, spesso significherà morire anche perché le nostre azioni saranno “dettate” da una barra della stamina ben visibile sullo schermo: starà dunque a noi attendere il momento giusto per attaccare oppure optare per una strategia offensiva ed incrociare le dita.
Dunque, tutto ottimo se non fosse che, tecnicamente parlando, il titolo non è esattamente l’Eden: i controlli saranno un po’ “pesanti” e legnosi, risultando alle volte addirittura “fuori sincro” rispetto agli input immessi. In aggiunta, nonostante qualche basico elemento ruolistico, non avremo “scappatoie extra” per superare un combattimento ostico: non vi saranno livelli, statistiche o abilità da sbloccare e anche l’inventario si ridurrà sostanzialmente a pochi oggetti (fra cui una modesta selezione di armi) che dovremo richiamare con una pressione di tasti. Dunque, sopravvivere in 1428: Shadow over Silesia sarà difficile e, con tutte le limitazioni indicate, superare un arduo combattimento diverrà comunque fonte di soddisfazione, quasi fosse un “soulslike”. Infine, le non tantissime sezioni stealth, saranno poco più che orpelli: ci ritroveremo a “dribblare” i classici coni rossi dei nemici che ne rappresenteranno l’area di interazione. Sostare un po’ troppo dinanzi un nemico potrebbe risultare in un “Allarmi!” e far fallire il citato capitolo di gioco. In generale, la sezione è un’aggiunta estetica e nulla più: non avremo capacità di assassinare nemici o di distrarli compiendo delle azioni, ma solo evitare i coni rossi ed arrivare all’obiettivo.
In un ultima istanza, tecnicamente parlando 1428: Shadow over Silesia è un ottimo prodotto, considerando la sua natura indipendente: l’intero gioco è stato sviluppato adottando una colorata estetica low poly che caratterizza non solo gli ambienti di gioco, ma anche i personaggi. Probabilmente, parlando di quest’ultimi, qualche dettaglio in più utile a caratterizzare non avrebbe guastato, ma ciò mina solo “lateralmente” il fascino che l’azzeccata scelta artistica pervade. Una scelta artistica vincente e che denota una cura notevole anche nei piccoli dettagli, come la possibilità di scovare testi nel gioco colmi di figure e disegni realizzati con lo stile dell’epoca. Da un punto di vista più squisitamente computazione, il titolo si comporterà bene anche su macchine non particolarmente potenti, seppur qualche ritocco tramite le (poche) opzioni grafiche sarà probabilmente necessario, visto che sui rig più lenti il titolo faticherà a mantenere un frame rate solido nelle scene più concitate. In aggiunta, va aperta una piccola parentesi sull’intelligenza artificiale, specialmente quella dei nostri compagni: ad esempio, ci troveremo invischiati in missioni di scorta di Npc non particolarmente “saggi” nella scelta della posizione. In ultima istanza, un plauso totale a 360° per lo splendido lavoro svolto a livello audio: ottimi il doppiaggio e la recitazione vocale in inglese (alternata alla lingua locale), che faranno ancora una volta “esplodere” il fattore “immersivo” del gioco.
Concludendo…
Cosa resta da dire di 1428: Shadow over Silesia? Un ottimo prodotto indipendente, con tutti i limiti che una produzione indipendente vera possiede. Margini tecnici e concettuali, probabilmente acuiti dalla notevole ambizione “indiretta” che emerge dalle scelte meccanico-ludico operate dagli sviluppatori. Il titolo mischia diversi elementi, senza però riuscire appieno a creare una proprio armonica identità. Ciò non toglie che l’esperienza di gioco sia più che soddisfacente, sublimata dall’ottimo lavoro a livello di narrazione, atmosfera e setting storico.
Ottima recensione. Ciò che però non è stato minimamente menzionato, e che mi riguarda di persona, è che questo è uno dei pochi titoli a poter essere pienamente giocato da ciechi e ipovedenti, grazie a un fenomenale set di indicazioni audio che rendono fruibile ogni aspetto del gioco anche senza bisogno di guardare lo schermo: dai combattimenti, alla navigazione / esplorazione degli ambienti, tutto è fruibile tramite audio spaziale. Questo è un trend che deve necessariamente crescere, in quanto fino a poco tempo fa le persone disabili sensoriali erano praticamente esscluse dall’hobby videoludico, a parte pochissime eccezioni spesso di scarsa qualità.