Sono passati poco più di sei anni dalla prima pubblicazione, inizialmente per PlayStation 3 e PlayStation 4 e limitata solo al Giappone, di Persona 5. Un capitolo fondamentale per la saga, iniziata nel 1996 sulla “originale” console ammiraglia Sony, poiché il primo, commercialmente parlando, a “sfondare” quel tetto di cristallo che separa i titoli di nicchia da quelli mainstream. E, nonostante si possa discutere se il titolo in questione sia il migliore della saga o meno, Persona 5 è ritornato nella sua versione Royal (originariamente rilasciata nel 2020) nei giorni scorsi a far capolino sulle ultime piattaforme su cui non era attraccato, ovvero Xbox, Switch e PC.
Ed è proprio della versione Microsoft, analizzata in questa sede con una performante Series X, del prodotto di SEGA e Atlus che discorreremo ampiamente: ma, naturalmente, nella sue veste Royal, ovvero un’edizione completa non solo da un punto di vista contenutistico, ma anche “meccanico”.
Ma ne varrà la pena? Senza ulteriori indugi, partiamo con la review!
In questo mondo di ladri, in questo mondo di eroi
Persona 5 Royal è un gioco di ruolo di stampo giapponese con visuale variabile ma tendenzialmente in terza persona, matematicamente diviso in due segmenti netti: uno dedicato alla trama e allo sviluppo sociale, il quale tocca piuttosto da vicino i classici crismi di un “simulatore di vita”, un altro incentrato sull’esplorazione e sul combattimento, più vicino ai classici lidi dei ruolistici nipponici. Per chi dovesse ignorare completamente di cosa tratti il gioco (cosa, a dir la verità, quasi impossibile data la fama mostruosa del titolo nel segmento ludico specifico), Persona 5 Royal è ambientato in un Giappone contemporaneo. In esso, vivremo la complicata storia di Joker, all’apparenza un normale liceale, ma in grado però di addentrarsi nel Metaverso, una sorta di realtà alternativa, distorta e pericolosa, emanazione diretta dell’oscurità che alberga nel cuore degli uomini, in cui il nostro eroe si ritroverà suo malgrado a combattere per contrastare una pseudo-cospirazione ordita da una serie di “loschi figuri” di Tokyo. Un sunto iper conciso e che non rende giustizia alla complessità di una trama che, sapientemente, mescola le caratteristiche classiche di un tipico manga “school life”, con temi più maturi e complessi, come la “perversione” umana a 360° e la “distorsione” che essa, di base, provoca. Un’opera narrativamente pregevole, di cui ampiamente parlammo nella nostra recensione dell’epoca. Così come, nello stesso pezzo , affrontavamo in maniera concreta e specifica i tanti pregi e i pochissimi nei di un sistema meccanico-ludico eccezionale, probabilmente il migliore del passato recente del settore, che è giunto sino a noi, nel suo fulcro, invariato.
In sostanza, per riassumere velocemente il complessivo gameplay del titolo, in Persona 5 Royal alterneremo fasi “quotidiane”, dove il nostro alter ego vivrà una vita da studente tutto sommato “normale” (seppur, colma di pseudo bullismo e “decadenza”, ma anche amicizia e amore). Potrà liberamente esplorare la sua accademia, oltre che addentrarsi in vari quartieri di Tokyo, riprodotti piuttosto fedelmente e che saranno colmi di punti di interesse, tra cui negozi, personaggi con cui dialogare (a patto che si abbiano i giusti pre-requisiti per farlo) ecc. Joker, in questo segmento ludico, creerà novelle amicizie e rinsalderà i propri rapporti con altri studenti, fondamentali nel Metaverso: qui Joker e i suoi compagni, utilizzando le Personae (una sorta di demoni che “cattureremo” in stile Pokémon) e normali armi da battaglia, si intrufoleranno in veri e propri reami (nel gioco, Palazzi), sorta di lunghi dungeon dove avremo come obiettivo il sottrarre ai “boss” dei succitati il proprio tesoro. Ogni Palazzo, avrà una forma “distorta al punto giusto” e che si rifarà, in sostanza, al “male” che alberga nella persona “presa di mira” dai “Phantom Thieves”, il gruppo di “ladri metafisici” capeggiato dal nostro Joker. Ma come detto, oltre ad affrontare i crismi classici di un sistema di combattimento a turni piuttosto articolato, dovremo gestire anche il lato “sentimentale” della vita di Joker, che sarà chiamato a frequentare persone e creare legami e affinità coi Confidenti (l’epiteto affibbiato dal titolo ai vari amici e conoscenti del nostro alter ego).
Oltre ad un divertissment atipico, curare le relazioni avrà un ruolo cruciale anche in battaglia e sarà cruciale valutare con chi potenziare il nostro legame, visto che nel gioco il tempo scorrerà inesorabilmente e non sarà possibile, entro certi limiti, “tornare indietro”. Come detto, per chi volesse maggiori delucidazioni sul comparto più squisitamente ludico, l’invito è di “riesumare” la nostra recensione dell’epoca perché, come già anticipato, Persona 5 Royal riproporrà, ovviamente, lo stesso fulcrum ludico (e con esso, alcuni limiti strutturali “escatologici” del titolo, come una certa prolissità dialogica e una tendenza “genetica” ad una ripetitività concettuale).
Minestra riscaldata o minestra “sublimata”?
Ma, se il cuore pulsante del gioco è sostanzialmente rimasto (fortunatamente) sé stesso, la domanda sorge spontanea: cosa c’è di nuovo in Persona 5 Royal? In realtà, è parecchia la carne sul fuoco: il gioco può esser considerato una versione “riveduta, corretta ed ampliata” del titolo base, con Atlus che ha inserito tutta una serie di migliore, tecniche e contenutistiche per elevare il gameplay del gioco ma anche il suo arco narrativo, oltre che includere tutti i dlc rilasciati nel tempo per il gioco originale. Probabilmente, le aggiunte più succose specialmente per chi ha già attraversato i “bui” corridoi dell’accademia di Joker, sono l’aggiunta di un nuovo semestre scolastico con annesso dungeon ex-novo, che si sbloccherà solo rispettando alcuni requisiti fondamentali di accesso. Il terzo semestre, oltre ad offrire matematicamente nuovi contenuti giocabili, in realtà amplierà la narrazione complessiva del titolo ed esplorerà il passato di Joker, tema rimasto quasi intoccato nella prima edizione del gioco. Affrontando il nuovo semestre, riusciremo anche ad approdare a due nuove finali che cambieranno piuttosto radicalmente “l’atmosfera” del titolo. Saranno presenti anche tre nuovi personaggi da schierare in campo, ognuno con un proprio specifico background e abilità diversificate, oltre che un nuovo quartiere di Tokyo con annessi nuovi passatempi a cui potersi dedicare girovagando per la città, biliardo e freccette, che avranno anche degli effetti complessi attivi e passivi sul combattimento.
Un’altra aggiunta di rilievo, è sicuramente l’inserimento di un quartier generale dei Phantom Thieves nel Metaverso. Se prima i nostri erano soliti riunirsi in diversi luoghi reali, Joker & Co. Potranno in questa nuova sede personalizzare gli ambienti con vari oggetti che sarà possibile acquistare con delle monete guadagnate scovando collezionabili nei dungeon. Le novità, comunque, non finiscono qui: tra le piccole e meno piccole migliore aggiunte, è da segnalare sicuramente l’inserimento di uno strumento tattico molto utile, il rampino, che sarà rilevante non solo durante le fasi esplorative ma servirà anche nel pre-combattimento, per cogliere di sorpresa gli avversari. È da segnalare, rispetto alla versione base del gioco, anche un revamp di alcuni boss, potenziati e con nuovi pattern d’attacco e caratteristiche critiche, tali da rendere necessario un ripensamento strategico totale o quasi anche in chi ha di già “spolpato” l’avventura targata Atlus anni addietro. Naturalmente, il titolo è estremamente longevo e comprende al suo interno, oltre tante scelte che modificheranno di base la nostra avventura, diversi contenuti post-fine del gioco: ad esempio, avremo la possibilità di rigiocare il gioco ad una difficoltà superiore (l’ormai canonico New Game+) oppure affrontare complesse sfide nella topica “Stanza di Velluto”, dove fronteggeremo in una arena un certo numero di nemici per guadagnare via via un punteggio superiore ed ottenere nuovi oggetti ed equipaggiamenti.
Anche l’occhio vuole la sua parte…
Se l’aspetto estetico, a metà tra un anime ed un classico JRPG in cel shading, ritorna con tutta la sua potente “stravaganza” visiva ed artistica, Persona 5 Royal sarà diverso “matematicamente” dal suo predecessore. Vi sono, infatti, anche delle caratteristiche tecniche ex-novo da non sottovalutare: originariamente, Persona 5 venne concepito come un titolo cross-gen, a cavallo tra PS3 e PS4, con tutti i frizzi e lazzi “diplomatici” che ciò comporta. L’approdo su Series X porta con sé non solo i 4k canonici, di già disponibili per PS4 Pro, ma anche un sacrosanto raddoppio del frame rate, che sull’ammiraglia Microsoft tocca i 60 frame. In aggiunta, nonostante vi sia ancora qualche dettaglio qui e lì “memore” del passato, in generale la resa visiva del titolo è superlativa: rispetto al capitolo originario, vi sarà l’aggiunta di un nutrito numero di animazioni ex-novo, oltre che dettagli novelli sparsi tra modelli poligonali e ambienti.
Una versione tecnicamente “potenziata” anche sotto altri aspetti: Persona 5 Royal è il primo capitolo della serie ad esser stato integralmente tradotto in italiano (solo i sottotitoli, per puntualizzare), rendendolo probabilmente il miglior punto d’accesso possibile per saggiare la serie. Va sottolineato, per la felicità dei possessori Xbox, che il titolo è disponibile dal day one su Game Pass, la qual cosa lo rende, nei fatti, un “furto autorizzato” da non sottovalutare. Anche il comparto audio, di già eccezionale in passato, torna ampliato grazie alla presenza di nuove tracce musicali a far da sfondo al gameplay.
Concludendo…
Persona 5 Royal è più vasto, più bello, più “intrigante”: un upgrade sostanziale rispetto al pur ottimo capitolo originale per uno dei migliori JRPG di sempre. Un punto d’accesso “totale” per chi fosse a digiuno di ruolismo nipponico, un gioiello immancabile nella collezione di chi ne sia amante e che, al contempo, abbia sempre e solo giocato su Xbox (una scelta, per certi versi, storiograficamente “coraggiosa”). Le aggiunte sono tante, i nei quasi trascurabili: un prodotto notevolissimo e che rappresenta, probabilmente, la punta più alta nel settore degli JRPG nell’ultima decade. Se si ha solo Xbox e si ama il genere, Persona 5 Royal è immancabile quasi come l’ossigeno (specialmente, vista la sua presenza su Game Pass).